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10.0/10
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<b>ATTENZIONE: presenza di spoiler!</b>

Premesso che questa recensione viene scritta dopo la terza rilettura completa del manga e premesso che "Claymore" per me fa parte dell'Olimpo dei capolavori giapponesi, spero con questa recensione di dare un nuovo punto di vista rispetto alle altre recensioni, con cui mi trovo in disaccordo su alcuni punti.

"Claymore" (parola ovviamente non di origine Giapponese, ma bensì Scozzese) è una serie manga composta di 27 volumi, iniziata nel 2001 e terminata nell'Ottobre 2014 (giugno 2015 in Italia). Maestro dell'opera è Norihiro Yagi, sconosciuto in Italia, ma apprezzato nel Sol Levante per un altra serie, "Angel Densetsu". Chiunque segue "Claymore" dal 2005 (uscita del 1° tankbon) sa che è una serie che, vista la sua magnificenza, è uscita a cadenze irregolari, spesso con pause anche di anni.

La prima cosa che vorrei discutere del manga è il continuo leggere frasi tipo "Non giudicate questo manga dal primo volume", che secondo me sono un po' fuori luogo.
Che cos'ha il primo volume che non va? Facile: niente. C'è da ammettere che lo stile di Yagi era ancora acerbo e un po' 'semplificato' nel 2001, ma da li a criticare un volume introduttivo che riesce a catturare il lettore, interessarlo. incuriosirlo e (nel mio caso) farlo piangere, dopo un'ora di lettura, be' penso che sia eccessivo. E anzi, il mio parere sul primo volume e i successivi quattro o cinque è molto diverso rispetto alla massa. Se non fosse stato per lo stile un po' acerbo e diverso rispetto al classico tratto che caratterizza i mangaka giapponesi, forse "Claymore" io non lo avrei nemmeno continuato. Fin dall'inizio si respira un aria completamente diversa dalle altre opere, in questo misterioso mondo creato da Yagi. Un epoca sconosciuta in una terra che sembra l'Europa del basso medioevo, misteriose guerriere armate e dalle sembianze di streghe, mostri malvagi che sembrano demoni appena usciti dall'inferno e un'atmosfera di tensione e paura. Di certo da un inizio incalzante come questo non ci si può aspettare nient'altro che uno stile diverso dal resto dei manga più o meno commerciali e più simili fra loro.
Lo stile, poi, in "Claymore", gioca un ruolo fondamentale anche per un altro motivo, oltre a quello di rendere originale l'opera. Le modifiche stilistiche e i miglioramenti di Yagi sono direttamente proporzionali, proprio come in una perfetta equazione matematica, all'evoluzione mentale, spirituale e fisica delle Claymore, e in particolare di Claire. Se lo stile e il tratto della matita di Yagi creano ambientazioni scarne, semplici e quasi prive di sfondi, man mano che il personaggio di Claire cresce, vengono a galla certi misteri, si inseriscono nuovi personaggi, e il gruppo di guerriere diventa più forte sia fisicamente che mentalmente, lo stile del maestro si arricchisce di più dettagli, ambientazioni più ricche e complesse, personaggi più espressivi e soprattutto mostri e creature molto più particolareggiate e varie. Lo stile va di pari passo con la storia, dando modo ai lettori di addentrarsi sempre di più nelle profondità di questo mondo, insieme a Calire, e scoprendo con Claire nuovi posti, personaggi e situazioni.

Chiarito questo punto sullo stile passerei un po' al manga in sé. Come prima cosa c'è da dire che "Claymore" è una serie unica, che quindi non viene spezzata in 'stagioni', ma che comunque può essere divisa in diversi punti. Per comodità io l'ho divisa in quattro fasi. "Calymore" inizia catapultando il lettore in un mondo sconosciuto (non sappiamo se siamo in un punto particolare della Terra, e in che anno), dove si combatte per sopravvivere e la gente vive in piccoli villaggi simili ai borghi medievali. Quindi per circa tre volumi conosciamo Claire e l'orfano Raki. Ma ad un certo punto, senza nessun preavviso, il lettore si trova nel bel mezzo di quello che all'inizio è anche difficile da identificare come flashback. In meno di dieci capitoli scopriamo chi era Claire prima di impugnare la spada, e cosa l'ha portata a far parte dell'Organizzazione. La terza fase è identificabile poi dal momento in cui, nel presente della storia, Claire torna a essere la protagonista, fino al momento in cui le vicende della Grande Guerra Del Nord terminano. Sette anni dopo la guerra e fino alla fine, si apre l'ultima fase della vita delle guerriere sopravvissute. Anche questi 4 punti hanno un significato simbolico molto importante per il lettore e per la storia:
- la prima fase ci permette di conoscere un po' le dinamiche del mondo delle Claymore, ma non è chiaro molto di più del fatto che le Claymore siano "mezze umane" con una certa forza bruta che uccidono demoni per conto di una specie di setta;
- nella seconda fase veniamo invece a scoprire qualcosa di molto più importante, ovvero l'organizzazione interna, i vertici e le regole di questa 'setta' chiamata l'Organizzazione, e non dimeno, anche il tragico destino riservato a chi non rispetta gli ordini. Ma scopriamo anche un'altra cosa: l'organizzazione non è una macchina perfetta, e l'umanità e i sentimenti non sono mai stati del tutto estirpati da queste donne, che pertanto possono perdersi in una cieca follia e diventare mostri;
- si apre così la terza fase, in cui il lettore ha finalmente delle solide basi su cui poggiarsi durante la lettura, rendendo più facile la comprensione di certe dinamiche. E così abbiamo la nascita di Claire (durante il flashback), la sua maturazione spirituale (durante e dopo l'incontro con Raki), e nella terza fase della storia vediamo il saldarsi di alcuni legami che rimarranno per sempre;
- sulle basi di questi tre periodi inizia l'ultima fase, quella più ricca di rivelazioni e di sorprese, che simboleggia l'ampliarsi di un nuovo mondo interiore per tutte le ragazze e, in un certo senso, anche il ritrovamento di sentimenti, della propria personale volontà e soprattutto dell'autogestione del se, che durante la dura lotta per la sopravvivenza e il troneggiare dell'Organizzazione sembravano perse.
Insomma, un percorso psicologico interiore che è ben tracciato durante tutto il manga, e che da ai lettori il modo di crescere spiritualmente in compagnia di Claire, comprendendo le sue scelte, i suoi interrogativi e spesso la sua disperazione.

Un altro punto assolutamente discutibile circa "Claymore" è il continuo accostamento di quest'opera con un altra opera famosissima e degna di nota: "Berserk". Ma, a mio modesto parere, c'è ben poco di simile fra i due capolavori, se letti attentamente e con l'intenzione di andare al di là del fatto che i due generi sono simili. Se "Berserk" è un continuo narrar di violenza (spesso gratuita), peccati carnali e non, bassezze e istinti che prendono il sopravvento sulla ragione, "Claymore" e le sue guerriere dal corpo martoriato e dalla mente prosciugata dopo anni di violenze, denota una narrazione che spinge verso la purezza, l'orgoglio, l'amicizia e l'amore puro e casto (in tutto il manga c'è solo un fugace bacio che dice comunque ben poco). Se in "Berserk" è l'oscurità che ha il sopravvento sulla luce, se la giustizia è qualcosa di molto indicativo e "plasmabile", in "Claymore" la giustizia è quel bene universale per cui i mostri sono mostri e vanno uccisi, e le persone sono persone e vanno salvate. E nel momento in cui questa giustizia viene meno (come nel caso di Teresa), si fa di tutto per restaurare il precedente regime, anche a costo di uccidere chi ha sempre fatto del bene. Il punto fisso è sempre e comunque la protezione degli innocenti: di chi non può o non ce la fa a difendersi da solo. Le differente principali, fra i due manga sono, poi, ovviamente il diverso sesso dei due protagonisti, e alcuni elementi quali la magia e l'erotismo, che si trovano in uno ma non nell'altro.

In "Claymore", poi, al di là di chi si lamenta che le guerriere siano tutte uguali (il che non è vero, e ci si arriva semplicemente osservando i capelli e i tratti del volto), c'è un'effettiva diversificazione di ogni ragazza, sia a livello materiale che morale. Le Claymore hanno un numero e un simbolo, quindi sono materialmente diverse fra di loro per rango e potenza, e ognuna di loro ha un mondo interiore che la contraddistingue. Sono tutte guidate dallo stesso codice morale, ma ognuna combatte per un diverso motivo: c'è chi lo fa perché ha in sé un forte senso di giustizia, chi lo fa per ubbidire agli ordini e mantenersi stretto il proprio ruolo, chi lo fa perché non conosce altri modi di vivere (come le gemelle o le numero dieci), e chi lo fa per divertimento e appagamento personale. Non sono delle semplici soldatesse spersonalizzate e senza anima, ma esseri umani autentici, che vogliono vivere e temono la morte come tutti gli altri. E il fatto che ognuna di loro vive diversamente il proprio ruolo e porti un peso diverso nella propria anima è dimostrato dal diverso modo in cui si risvegliano (che spesso ha anche a che fare con il loro stile di combattimento, anche quello variante da Claymore a Claymore).

Il compito di riassumere brevemente e giudicare un opera tanto grande, ricca di così tante sfumature, potente nella narrazione e nella caratterizzazione e incredibilmente vasta (ricordiamo che sono ventisette volumi, disegnati in tredici anni e mezzo) è un compito duro e difficile. Voglio quindi passare brevemente a osservazioni più pratiche.
L'edizione Star Comics è molto buona, niente prezzi eccezionali (man mano aumentati proporzionalmente al resto delle opere della casa editrice), niente sovraccoperta inutile e nessuna infinità di pagine pubblicitarie in più (rispetto a Panini almeno). Il costo totale dell'opera è di circa centocinque€, perciò è anche molto più economica rispetto a serie più brevi di case editrici come la Flashbook, per cui si spende almeno il doppio del denaro. I volumetti sono buoni, non particolarmente resistenti, ma la maggior parte sono comunque incollati bene e stampati senza sbavature al margine o inchiostro eccessivo. La cosa ottima è che sicuramente non è difficilmente reperibile, e non penso che per adesso ci saranno ristampe eccessivamente costose.

Per concludere: "Claymore" è un manga fortemente adatto ad un pubblico adulto, spesso ricco di immagini violente e sequenze anche abbastanza deprimenti, ma proprio per questo è un manga vivido, ricco di emozioni, che trasmette tantissimo nel bene e nel male, e che lascia un segno molto molto profondo in qualsiasi lettore decida di avvicinarsi alle guerriere con gli occhi d'argento. "Claymore" è un manga che non consiglio a tutti, perché spesso è spiazzante, forte e violentemente reale: mostra che la vita è sofferenza, inganno, difficoltà, errori e anche tragedie, che la psiche umana genera mostri, e che non tutti sono abbastanza forti da sopravvivere alle disgrazie. Ma "Claymore" è anche un manga fatto di speranze, di affetti, di amicizia, di buon cuore e di coraggio. Questo fantasy "medioevale" a sfondo spirituale riesce a catturare il lettore, a incuriosirlo e a smuoverlo, scuotendo le coscienze e causando anche qualche lacrima. Quella di Claire e delle sue amiche non è una storia che se iniziate riuscirete a dimenticare facilmente, diventerà parte del vostro io e purtroppo non vi permetterà di vedere più molti manga come buone opere, perché quasi tutta la produzione commerciale messa al pari con "Claymore" e con poche altre opere, diventa mediocre e vuota. Io stessa dopo "Claymore" ho quasi del tutto perso interesse per le produzioni attuali, conscia che sarà difficile rileggere ancora un opera con la stessa passione e lo stesso entusiasmo. Buona lettura!