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<b>Attenzione: presenza di spoiler</b>
Dove iniziare per parlare di questa serie del 1978? Dalla magnifica sigla italiana (“Noi siamo un trio / …) che ha conquistato subito il mio cuore, così come il protagonista maschile Haran Banjo, che trovavo bello e affascinante. Per chi preferisse le donne, ecco che nell'anime ci sono due bellissime comprimarie: la ricca e viziata Beauty (liberamente ispirata a Marilyn Monroe) e l'ispettore dell'Interpol Reika, che rappresenta invece la bellezza delle donne giapponesi. Ad esse si affiancano un orfanello combinaguai (Toppy) e un ben caratterizzato maggiordomo, l'anziano Garrison.
I cattivi di turno sono i meganoidi, persone un tempo umane diventate cyborg, capeggiate daDon Zauser e dalla sua interprete Koros... Dico interprete perché Don Zauser fino alla fine sembra un essere immobile che emette suoni, ma che si risveglierà solo quando Koros sarà sconfitta da Banjo (io mi immaginavo che fra i due capi meganoidi ci fosse un sentimento d'amore e forse non mi sbagliavo, perché i meganoidi sono come uomini/donne con complessi, sentimenti e ossessioni che li differenziano dai cattivi di altri anime robotici... Insomma, non esiste solo il combattimento e non sempre uccidendo il meganoide di turno Banjo sembra un eroe... infatti è disposto a tutto pur di vincere).
Lo staff della Sunrise vede all'opera grandi professionisti (uno su tutti Tomino) e un budget cospicuo che permette la creazione di un vero gioiellino (per i criteri dell'epoca).
Bellissimo il finale con Garrison che spegne le luci della villa e gli altri, uno per uno, partono per la propria strada, verso la loro nuova vita.