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Perché dare 6 a quest'opera? Perché è l'esatta media fra un 8 (voto dato di pancia, per le ottime risate che mi ha fatto fare con i commenti della community di Animeclick.it e del gruppo di ascolto interno alla redazione) e un 4 (voto dato di testa, perché, razionalmente parlando, in questa serie non c'è praticamente niente).

Ma andiamo con ordine. Inizio stagione primaverile: fra le molte proposte mi balza agli occhi questa serie tratta da un manga in cui un bel monaco pare faccia strage di cuori. Dopo essere rimasta orfana di Hajime, la guardia di "Nanbaka", fa la sua comparsa un altro bel pelato. Poco prima dell'inizio arriva la scoperta che saranno dodici episodi brevi, pochi minuti, quattro, forse cinque. Vale la pena iniziare, in così poco tempo sarà difficile annoiarsi, penso ingenuamente.
Arriva così il primo episodio: l'incipit ci presenta una bella ragazza, assai procace, che durante una riunione di ex compagni di scuola scopre che il suo primo amore è pelato come una biglia, perché nel frattempo è diventato monaco. Vuoi per lo shock, vuoi per la compagnia, la poverina si ubriaca tanto, da non stare in piedi, e chi arriva prontamente in suo soccorso? Ovviamente il bel monaco! Che non solo la accompagna a casa, non solo la mette a letto, ma... decide di spogliarla e iniziare espliciti preliminari a cui la sventurata tenta una misera quanto inutile resistenza. E quando dico espliciti, intendo proprio espliciti, tanto espliciti da meritarsi diverse scene 'pixelate'. Insomma, inutile girarci intorno: siamo di fronte a un hentai, sicuramente soft, poco trasgressivo, ma decisamente hentai.

La trama prosegue senza troppi scossoni: lui la porta immediatamente a vivere al tempio, la presenta ai suoi genitori (e scopriamo che la madre del monaco sembra sua sorella minore... va beh) e attenta in ogni modo alla virtù di lei. Beh, in ogni modo... l'approccio di lui per convincerla a cedergli le sue grazie è sempre lo stesso, ma non si può avere tutto dalla vita!
Lei si fa ottomilasettecento paranoie perché lui è un monaco, perché lo ama, ma lui sembra solo volere il suo corpo, ecc. Nel momento in cui lui, probabilmente infoiato come pochi nonostante l'espressione monolitica che gli campeggia perennemente sul volto, si decide a pronunciare le parole magiche "Ti amo, ti ho sempre amata", ogni remora e ogni pudore viene meno e il monaco può finalmente iniziare a benedire con il suo bastone.

Ben poco altro succede nella storia, e quel poco ve lo lascio scoprire, se avrete l'intenzione di vederlo tutto. I personaggi sono scolpiti con l'accetta, sia a livello psicologico che grafico. L'introspezione è pressoché inesistente e le animazioni sono molto, molto basiche. Colonna sonora non ce n'è, a parte la ending e qualche trascurabile base che fa da sottofondo ad alcune scene. Tutto si regge sulle larghe spalle del protagonista: l'episodio più brutto è infatti il penultimo, dove il nostro eroe non compare, perché sta partecipando a un ritiro spirituale dopo averne combinata una delle sue. Senza di lui la protagonista femminile Fukutani è ancora più inutile e insulsa, e gli altri comprimari... beh, praticamente non ci sono.

Ma allora, perché vederlo? Per farvi quattro risate con un gruppo selezionato di amici! Vedere "il monaco" (così ribattezzato perché quel titolo lunghissimo è assolutamente impronunciabile, se non si è studiato giapponese per almeno qualche anno) è un'esperienza che, se condivisa con spirito ironico e cialtrone, saprà farvi tornare il buonumore.
Certe frasi del protagonista (quasi tutte usate per i titoli degli episodi) sarebbero da incorniciare: "Prima di essere un monaco sono un uomo" resterà negli annali dell'animazione nipponica (anche no, ma era così per dire). Quindi guardatevi attorno: se conoscete almeno quattro persone di cui vi fidate, proponetelo e non ve ne pentirete. Altrimenti potete saltarlo senza farvi troppi scrupoli, anche se siete amanti del genere hentai: non sono un'esperta, ma credo ci sia di meglio e soprattutto di più vario nel panorama erotico degli anime.
Ultima avvertenza: se vivete ancora a casa con i genitori, state attenti a non farvi beccare: sarebbe difficile spiegare che state facendo degli studi sociologici...