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10.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Quando ci si trova dinanzi a un'opera d'arte due sono le reazioni: o la si ammira o si prova profonda repulsione. "Scum's Wish" ("Kuzu no Honkai") rientra appieno in tale categoria di opere.

Tratto dall'omonimo manga di Mengo Yokoyari, "Scum's Wish" potrebbe essere erroneamente inserito in quel filone denominato NTR (acronimo di "Netorare", ovvero tutte quelle opere che hanno come tema principale il tradimento o l'infedeltà coniugale), ma diventa subito palese come questo anime si distacchi da tale filone e nasconda nel proprio racconto qualcosa di molto più profondo e introspettivo. "Scum's Wish" difatti non si limita a raccontare di tradimenti e menzogne, ma è un complesso, quanto affascinante, viaggio nella crescita emotiva e caratteriale dei vari personaggi che verranno messi in ballo nell'arco dei suoi dodici episodi.

Hanabi Yasuraoka è una giovane liceale alle prese con un amore impossibile quanto tormentato. Il suo cuore batte infatti per Narumi Kanai, un docente della sua scuola che la ragazza conosce sin dall'infanzia e con cui ha condiviso alcuni drammi familiari. Una situazione simile viene vissuta anche da Mugi Awaya, compagno di scuola di Hanabi innamorato perso della propria sensei Akane Minagawa. Questi amori impossibili porteranno Hanabi e Mugi ad avvicinarsi, iniziando così una storia priva di sentimenti volta a quietare le ferite emotive che lacerano i loro cuori.

Da qui in poi la storia comincia a prendere una piega molto pesante, morbosa per certi versi, che mostra un lato dei rapporti sentimentali che spesso ignoriamo e/o facciamo finta di non vedere. Un lato cattivo, meschino, volto a compensare le proprie insicurezze attraverso l'infedeltà. Un lato che mostra quanto l'animo umano, in particolar modo quello di un adolescente, possa essere fragile e confuso.
Sono difatti le scappatelle dei due ragazzi a mostrare questo lato tanto disprezzato, sacrificando sull'altare del caos emotivo prima Sanae Ebato (compagna di classe di Hanabi con la quale nasce una sorta di rapporto saffico) e Noriko "Moka" Kamomebata poi (amica d'infanzia innamorata persa di Mugi e per il quale sarebbe pronta a perdere la propria verginità).

Il quartetto però non è l'unico ad avere qualche problema sul piano emotivo, e anche i due sensei, Akane e Narumi, hanno le loro belle gatte da pelare. Akane è difatti una cosiddetta "mangiauomini", una donna priva di sentimenti che gode nel rubare gli uomini altrui, mentre Narumi ha un profondo complesso di Edipo che lo porta a innamorarsi di Akane per il solo fatto che esteticamente le ricorda la madre scomparsa anni addietro.
Questo sestetto di personaggi emotivamente disfunzionali intrecceranno le proprie storie in modo contorto, distruttivo, masochistico e autolesionista gli uni verso gli altri, creando così un marasma di negatività e insicurezza.

Nonostante questa pessima facciata, "Scum's Wish" è in realtà un racconto che parla di catarsi, ossia la ricerca di quel "qualcosa" che possa purificare agli animi tormentati dei vari personaggi.

Per trovare una soluzione a questo caos c'è dunque bisogno di risalire al cosiddetto "bandolo della matassa", ed è grazie alla geniale narrazione della sensei Yokoyari (l'autrice del manga - l'anime segue fedelmente l'opera originale) che capiamo come tutto ruoti attorno al desiderio di un singolo individuo corrotto fin nel midollo, uno scarto della società le cui azioni scuotono le sicurezze di tutti coloro che ha attorno. Per l'appunto, il desiderio di un reietto (in inglese, "Scum's Wish").

Con una profonda introspezione di ogni singolo personaggio, e delle motivazioni che portano ognuno di loro a soddisfare le proprie egoistiche insicurezze, capiamo come la vera protagonista della storia non sia in raltà Hanabi (che alla fine risulterà, insieme a Moka, il personaggio più stabile e coerente), bensì la sensei Akane e il suo desiderio di colmare il vuoto emotivo che si porta dietro sin dall'infanzia e che la spinge a fare del male agli altri in modo indiscriminato e spietato. Un vuoto che la spinge a convincersi di non meritare l'amore altrui, ma di essere destinata a vivere una vita misera fatta di rapporti occasionali e solitudine emotiva. Tale convinzione spinge la sensei a rubare il primo amore di Hanabi in modo sfacciato e provocatorio: Akane non risparmierà provocazioni verso la liceale che accuserà pesantemente il colpo, alimentando così il circolo vizioso della sensei.

Un circolo vizioso che verrà spezzato dallo stesso Narumi, per certi versi il vero eroe di questa storia, il cui amore verso Akane è talmente assoluto da sbriciolare l'oscurità che avvolge da tempo immemore il cuore della donna. Nasce così una speranza capace di dare vita a quel desiderio di amore a cui Akane aveva oramai rinunciato, una catarsi che travolgerà tutti i protagonisti che, fra chiarimenti e lacrime di sofferenza, risolveranno i propri tormenti, volgendo lo sguardo verso nuovi lidi con maturità e consapevolezza.

Questo racconto, tanto contorto quanto affascinante, trova però in questa sua versione animata la propria forma definitiva, unendo la forte componente psicologica a quello che, a mio modesto parere, può essere considerato un vero e proprio capolavoro di tecnica animata.
Il lavoro di Studio Lerche è di alto livello e lo si capisce sin da subito grazie alle ottime animazioni (che non calano mai di qualità dall'inizio alla fine), coadiuvate dalla visionaria regia del maestro Andou Masaomi. La scelta dei colori, il tratto fra il pastello e l'acquerello, le inquadrature a mosaico e la centralità dei monologhi riescono a rappresentare perfettamente la fragilità emotiva dei personaggi e il caos che ognuno di loro si porta dentro.
Il pezzo forte però è il comparto sonoro che vede nel doppiaggio la propria punta di diamante (in particolar modo l'interpretazione di Chika Anzai, seiyuu di Hanabi), con le musiche del maestro Masaru Yokoyama a fare da perfetto accompagnamento. Menzione d'onore anche per l'accattivante opening ("Uso no Hibana" dei 96neko) e la sublime ending ("Heikousen" di Sayuri).

"Scum's Wish" è dunque un lavoro di altissima caratura, un capolavoro nel suo genere sia a livello narrativo che tecnico, che va visto però con la premessa di avere la mente quanto più aperta possibile, mettendo da parte il castigato e antiquato moralismo che caratterizza soprattutto noi Italiani.