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NB: Da leggere dopo avere visto il film, contiene spoiler

Alzi la mano chi è rimasto deluso nel 2012 quando, in occasione del quarantennale di "Mazinga Z", sorprendentemente nessun progetto commemorativo ha visto la luce. Si è trattato di un duro colpo per i fan; fortunatamente, quest'anno, in occasione del cinquantennale dall'inizio della carriera professionale di Go Nagai, i giapponesi si sono riscattati.

Quest'anno è uscito "Mazinger Infinity" che, per dirla breve, è il miglior film nagaiano mai realizzato, con un'unica eccezione. Dopo anni di remake o reboot più o meno riusciti (penso ai vari "Mazinkaiser" e "Shin Mazinger") finalmente esce un vero e proprio sequel, in cui scopriamo cosa è successo a Koji, Sayaka, Boss e compagnia dopo la conclusione delle serie classiche.

"Mazinger Infinity" è ambientato una decina d'anni dopo la conclusione del "Grande Mazinga". Koji ha abbandonato le sue arie da scavezzacollo ed è diventato un po' a sorpresa un ricercatore, seguendo le orme del padre e del nonno (si vede che alla fine un po' di sale in zucca ce l'aveva). Sayaka è diventata la direttrice del centro di ricerche sull'energia fotoatomica, mentre il Dottor Yumi è diventato primo ministro del Giappone (e scusare se è poco). Tetsuya Tsurugi e Jun Hono si sono sposati e sono in attesa del primo figlio. Shiro è cresciuto. Boss è diventato il proprietario di un ristorante di ramen, in società con i fidi Nuke e Mucha. Misato, la cugina di Boss vista nella serie classica e nel manga di Ota, ha un figlio. I due professori sono sempre uguali e girano con la fotografia commemorativa del beneamoto Mori Mori, spirato nella puntata 79 della serie classica. Insomma, nessuno viene trascurato e dal punto di vista dei personaggi non si poteva fare meglio.

I fan delle serie originali apprezzaranno moltissimo i flashback, momenti in cui vediamo scene classiche di "Mazinga Z" e "Il Grande Mazinga", per esempio con Koji e Shiro assieme al nonno, oppure con Tetsuya e Jun da giovani, vestiti come ai vecchi tempi. Il film si distingue completamente da sequel come "Mazinkaiser" in cui il chara design degli anime veniva abbandonato in favore di quello del manga, con un Boss irriconoscibile. Qui invece i fan dell'anime si troveranno a casa; del resto lo stesso Go Nagai ha sempre ammesso di non avere speso più di tanto tempo sul manga, e che l'anime costituisce il canone di "Mazinga Z". E questo è "Mazinger Infinity": un super robot canonico. Non è una cosa da poco in tempi in cui c'è la pretesa di voler essere diversi ed originali a tutti i costi, incluso quello di tradire lo spirito della serie originale.

"Mazinger Infinity" non cade in questa trappola, non vuole essere originale, vuole essere celebrativo e in questo riesce alla grande. Lo scopo del film è celebrare quanto è fico Mazinga Z e questo fa. Quindi ben vengano scontri con centinaia di mostri meccanici, che Mazinga Z sconfigge a pacchi, quando nella serie originale faceva fatica a batterne uno alla volta: stiamo celebrando, non andiamo a guardare troppo per il sottile. Lo stesso si può dire per la trama. Non è importante sapere come hanno fatto il Dottor Inferno, il Barone Ashura e il Conte Blocken a tornare in vita (apparentemente l'energia fotoatomica ha indebolito le barriere dimensionali e i tre sono arrivati da un universo parallelo, ma questo non viene mai detto con certezza): l'importante è che sono di nuovo in circolazione, più cattivi che mai, e pronti a combattere contro Koji e compagnia.

Se "Mazinger Infinity" fosse solo un seguito fedele e fracassone di "Mazinga Z" si meriterebbe solo per questo un 8, come assegnai a suo tempo a "Shin Getter Robo vs Neo Getter Robo", che fa lo stesso per "Getter Robot". Ma "Mazinger Infinity" è di più. Innanzitutto c'è una gestione perfetta dei tempi: c'è molta azione sì, ma anche molto spazio dedicato ai personaggi, scene lente e dialoghi, che controbilanciamo efficacemente l'azione pura e semplice. Mi viene in mente la scena al tempio, quando Lisa convince Koji a fare sul serio con Sayaka, mentre in sottofondo i monaci cantano in giapponese. Subito dopo, c'è una scena molto indicativa in cui un bambino abbandona per strada un giocattolo di Mazinga Z, scena che verrà ripresa negli ultimissimi minuti del film. Sono tutti tocchi di classe che mi portano inevitabilmente ad alzare la valutazione. Faccio qualche altro esempio.

C'è una bellissima scena in cui Jun monta a bordo di Venus Alpha per andare a salvare Tetsuya, prigioniero del dottor Inferno, ma deve rinunciare. Deve rinunciare perché è molto incinta, così tanto da non poter manovrare i pedali del robot. Brillante. Possibile che in quarantacinque anni di esistenza del genere super robot una cosa del genere non si sia mai vista prima? Possibile che non sia possibile realizzare una serie con protagonisti che hanno più di diciassette anni? Quanto sarebbe bella una serie robotica futura con protagonisti di ventisette anni o più? Davvero non verrà mai realizzata?

Altra scena bellissima: sul finire, sembra che Mazinga Z sia stato sconfitto dal dottor Inferno / Gran Maresciallo del Demonio, con grandi citazioni del "Grande Mazinga" e "Mazinga Z contro il Generale Nero" e si scopre che è stato tutto un piano di Koji: ha agito come diversivo, per permettere a Shiro di liberare Tetsuya e il Grande Mazinga, che poi lo salvano. Il vecchio Koji Kabuto non avrebbe mai mostrato un tale talento per la strategia, si vede che gli anni gli hanno fatto bene ed è maturato.

Sono poi apprezzabili tutte le scene con Sayaka, con Boss e il Boss Robot, il bellissimo combattimento iniziale del Grande Mazinga, che purtroppo ha poco spazio in questo film. Purtroppo è inevitabile, visto che il film è stato realizzato per i fan giapponesi, che notoriamente prediligono "Mazinga Z" rispetto al "Grande Mazinga", mentre e in Italia è il contrario. Per lo stesso motivo (far contenti i giapponesi) ogni riferimento a "Goldrake" è stato eliminato, è come se non fosse mai esistito.

I riferimenti ai mostri meccanici del passato di Mazinga Z non si contano, sono troppi perché si possano citare tutti. Dirò soltanto che per una frazione di secondo si vedere perfino il leggendario mostro Babbo Natale che compare nella puntata 56 della serie originale, datata 23 dicembre 1973. Non ci si è dimenticati di nulla. E anche la CGI, che inizialmente mi vedeva dubbioso, alla fine del film mi ha convinto: il Mazinga Z in CGI, massiccio e squadrato, funziona.

Il finale è decisamente canonico: Mazinga Z cresce di dimensioni e sconfigge il Mazinger Infinity con un glorioso pugno a razzo. La crescita del robot si è vista per la prima volta nel lontano 1976, nel gran finale di "Raideen" di Tadao Nagahama e viene ripresa poi da Yoshiyuki Tomino in "Dunbine" nel 1984, quindi si tratta di un'idea classicissima, ben anteriore al Gurren Lagann. Lo stesso si può dire per la scena in cui tutto il mondo dona energia fotoatomica a Mazinga Z, vista in molti anime (l'ultima volta in Ushio e Tora nel 2016). Tutto questo è buono e giusto per un anime celebrativo.

"Mazinger Infinity" introduce anche un nuovo personaggio, Lisa, chiaramente ispirata al manga di "Shin Mazinger Zero", così come tutta la storyline sulle dimensioni parallele. Funge da ponte tra le vecchie generazioni e le nuove, e infatti si comporta in maniera moe dall'inizio alla fine. È funzionale al messaggio del film. Stranamente, "Mazinger Infinity" è un film con un messaggio. Si tratta decisamente di un film per adulti e a questi si rivolge, essenzialmente spronandoli ad abbandonare il mindset adolescenziale, a diventare adulti e in particolare genitori.

Si può discutere sul perché Go Nagai e la produzione del film in generale abbiamo voluto lanciare un messaggio così forte. Si sa che una certa percentuale di persone, a torto o a ragione, incolpa gli anime e in particolare gli anime di super robot di essere all'origine del fenomeno degli otaku, persone che restano chiuse in sé stesse e non si relazionano con gli altri, figuriamoci il pensare alla riproduzione. Hideaki Anno ha sempre detto che questo era il messaggio di "Evangelion" ("vivete nel mondo reale, non in quello dei super robot") anche se il risultato ottenuto è stato l'opposto. Finora Go Nagai non aveva mai detto nulla sulla questione, ma "Mazinger Infinity" lascia intendere che la cosa gli interessi. Tardivi sensi di colpa per aver dato origine al fenomeno degli otaku oppure, vista l'età, semplicemente voglia di fare il nonno? Non mi azzardo neppure a tentare una risposta. Potrebbe anche essere stata un'idea di qualche anziano dirigente della Toei.

In conclusione, mi sento di dire che si tratta di un film molto buono, che rispetta le attese dei fan di vecchia data. Il mio voto è un meritato nove. Perché non dieci, ci si potrebbe chiedere, perché non lo stesso voto dell'ineguagliabile "Mazinga Z contro il Generale Nero"? Semplicemente perché nel 1974 il robotico era ai suoi inizi: uno spettatore che si recasse nei cinema giapponesi nel luglio 1974 ne sarebbe uscito gasato, con la fortissima sensazione che il meglio doveva ancora venire: che dopo il dottor Inferno ci sarebbe stati altri nemici molto più forti, che dopo Mazinga Z ci sarebbero stati altri robot molto più spettacolari, che dopo Koji Kabuto ci sarebbero stati altri eroi molto più virili. Invece, chi esce dai cinema nel novembre 2017, ne esce con la consapevolezza che l'epoca d'oro del robotico è finita, che i robotici che escono ora sono pochi e neppure degni di fregiarsi del titolo. Una vena di tristezza è purtroppo inevitabile.