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8.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Parlando di "Your Name.", dal punto di vista grafico hanno fatto un ottimo lavoro (luci messe in modo particolare, sfumature, colori della cometa...). È stato interessante vedere lo stile del film molto in stile "anime" (se ci fai caso, infatti, i film Ghibli per esempio hanno un disegno particolare), che ha permesso una maggiore familiarità e facilità di approccio. Poi lo stile grafico utilizzato per il viaggio nel tempo è stato davvero sensazionale, molto magico.
Le colonne sonore sono davvero affascinanti, niente da ridire. La trama non è il massimo dell'originalità, ormai lo scambio di corpi è ripreso molte volte, però è bello il mezzo attraverso cui avviene questo scambio, ovvero il sogno. Mi sono piaciute le citazioni fatte alle altre opere di Makoto Shinkai (in particolare "Il giardino delle parole", che è stato ripreso per dare il nome al ristorante italiano). L'unica pecca secondo me è un po' l'inizio che procede abbastanza lento, però si riprende subito, diventando dinamico e facendo scaturire molte emozioni da parte dello spettatore, tra cui anche la risata, che smorzava le fasi in tensione e rendeva i personaggi più veri e reali.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, purtroppo, ci sono dei buchi di trama, anche belli grossi direi, senza i quali la storia non potrebbe proseguire. Esempio: tutti voi sapete del terremoto che ha colpito le Marche l'anno scorso, eppure il protagonista non si ricordava di un disastro di quella portata (che ricordiamo, ha portato la distruzione di una città intera) successo a poca distanza da lui. Un altro esempio: perché i due ragazzi, se desideravano tanto incontrarsi, non hanno controllato la loro posizione? Sarebbe bastato uno sguardo sul cellulare e tutto si sarebbe concluso lì; probabilmente guardare la mia posizione sarebbe la prima cosa che farei, se mi capitasse qualcosa del genere.
C'è anche da dire che Makoto Shinkai ha fatto passi da gigante, se prendiamo in considerazione le sue scorse opere, che erano totalmente prive di sceneggiatura.

Comunque rimane un buon film, incentrato su quella che è la leggenda più conosciuta del Giappone, quella del filo rosso del destino (fatto interessante è stato vedere come l'hanno materializzato, rendendolo un vero e proprio effetto di scena, ovvero il nastro dei capelli della ragazza).