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"Il giardino delle parole", o meglio “Kotonoha no Niwa”, è un'opera originale del celebre Makoto Shinkai (noto ai “profani” grazie al film, campione di incassi, “Your Name.”). Se ad oggi siamo abituati a un'era fin troppo digitale, questa perla di soli quarantasei minuti ci mostra un mondo animato in cui, fortunatamente, la realtà iper-realistica non ha spazio.

La trama non è complicata e nemmeno lontana dal mondo e sognata in una notte inquieta. Makoto Shinkai ci mostra ciò che non notiamo camminando nelle strade affollate delle città, nel baretto all'angolo oppure, semplicemente, in un parco. Questo film scava nelle vicissitudini di tutti i giorni, la cruda ma talvolta romantica concretezza della vita.

La storia narra di uno studente, Takao, e una giovane e bella donna, Yukari, che si incontrano in un parco durante una mattina di pioggia. Nessun dinamico clamore, semplici parole. Le prime, le più significative, sono: "Il rombo del tuono nel cielo nuvoloso, forse pioverà e, quando accadrà, resterai con me?", versi di una poesia che fa da incipit all'intero arco narrativo. In quei brevi quarantasei minuti, vivremo emozioni quasi, addirittura, tangibili. I sogni di un giovane studente delle superiori e gli incidenti di percorso di una donna.

Guardando, anzi, dovrei dire, ammirando “Kotonoha no Niwa”, vivremo la semplicità di una caotica ma, in alcuni punti nascosti, tranquilla Tokyo. Nessun dettaglio è lasciato al caso.

Detto questo, credo che l'ultimo punto da lodare è la colonna sonora. Un magico ri-arrangiamento di "Rain", scritta da Senri Oe nel lontano 1988, di Motohira Hata.

Il mio voto conclusivo è 9. Perché non 10, visto ciò che ho scritto? Semplicemente perché quarantasei minuti non mi sono bastati.