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Attenzione: la recensione contiene spoiler

La trama di questo anime è semplice: un terremoto devastante colpisce Tokyo, facendo crollare palazzi e uccidendo numerosi Giapponesi (si parla di circa 180.000 morti più tantissimi feriti). Un terremoto potentissimo, dicevo, le cui scosse di assestamento si ripeteranno con forte intensità anche nel corso delle undici puntate.
Protagonisti della storia sono due fratellini piccoli (un maschio di circa sette-otto anni e una femmina che frequenta la prima media, quindi circa undici-dodici anni) e una donna adulta. La donna adulta conoscerà questi due fratellini proprio a causa del terremoto, e cercherà di aiutarli a tornare a casa.
Quindi le undici puntate saranno incentrate su questo potente terremoto, sulle sue scosse di assestamento successive con relative conseguenze e sul viaggio intrapreso da queste tre persone per tornare verso le loro case.

Da quanto ho scritto finora, vi aspettereste un anime profondamente drammatico, sul genere tragedia, molto similare all'opera d'arte "Una tomba per le lucciole", ma anche con maggiore sofferenza, dolore, pianti, tragicità. Immaginatevi la situazione: una ecatombe di morti e feriti (verso metà anime si parla di almeno 180.000 morti più centinaia di migliaia di feriti, palazzi che crollano, strade distrutte e impraticabili, continue scosse di assestamento che continuano a distruggere e macinare morti...). Una vera e propria apocalisse... invece: nulla di tutto questo! Ovvero, si parla di morti e feriti, si vedono i crolli, ma tutto viene passato in maniera molto glissata, quasi fosse un contorno irrilevante. A far invece da corpo all'anime è il buonismo, la dolcezza mielosa, i gran sorrisoni, un bambino piccolo che sembra uscito da una pubblicità di merendine, gente quasi apatica, di una tranquillità tibetana, come se in fondo fosse successo ben poco. Tutto questo miele, questa dolcezza, questo ridere e scherzare dei protagonisti, condito da un'atmosfera zuccherosa come se si trattasse del cartone animato "Pollyanna", a cui si aggiunge una lentezza appisolante, rendono pesante la visione, e si cede già dopo due-quattro episodi. Ma sono voluto arrivare oltre.

Ebbene, se la lentezza, la storia mielosa vi hanno fatto venire il diabete nei primi episodi, dopo è peggio. Alla morte di Yuki, mi sembra verso l'ottavo episodio, la lentezza si fa esasperata, e il resto dell'anime resta tutto incentrato su quanto era bello, bravo e buono questo bambino. Si cerca di creare commozione, ma si ottiene invece solo una forte antipatia. A chi guarda questo anime non importa più di tanto di una morte di un personaggio conosciuto appena in quattro-cinque episodi. Capisco il dolore della famiglia e della sorella, ma chi guarda non è che deve sorbirselo per quattro episodi finali, no? Tra l'altro sempre con zucchero, miele, sorrisoni, e un modo di parlare da bambinelli viziati con il doppio cognome. Gli autori imparassero da anime come "Gantz", "L'attacco dei giganti" e altri, dove la drammaticità è ben rappresentata e trasmessa a chi guarda. Qui invece, se non fosse per il titolo, si penserebbe che si parli di un piccolo incidente stradale in provincia.

Infine, nulla da segnalare di merito né sull'animazione né sul character design, dove siamo nella media. Di musiche da ricordare non ve ne è ombra.

In sintesi, è un prodotto che non promette quanto il titolo fa pensare. Annoia. La visione è fastidiosa e pesante. Troppo miele, troppa lentezza, nulla a che vedere con un terremoto apocalittico.
Visione sconsigliata anche ai più appassionati.