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6.0/10
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In breve, il pantheon divino, composto da esponenti di varie culture ed epoche (ellenica, norrena, nipponica ecc), era geloso di come se la spassavano gli umani, quindi, invece di mandargli piaghe, guerre o pretendere sacrifici orribili, hanno preferito rinunciare a parte dei loro poteri e privilegi, per poter scendere sulla terra a complicargli direttamente la vita, continuando a farsi adorare, ma come sacri capigilda, o meglio, capi-familia, necessari sia per dare poteri che per farli evolvere, dopo aver accumulato esperienza nella immensa torre infestata della città.

Tratto dall'ennesimo romanzetto di stampo fantastico, "DanMachi", già nel suo sottotitolo "É sbagliato rimorchiar pilu nelle prigioni sotterranee?", fa capire come l'autore della storia, Fujino Omori, sia di poche pretese. Ci troveremo a seguire la storia di Bell Crane, un ragazzetto dall'animo più candido dei suoi capelli, che, mentre zappava mostriciattoli da bravo niubbetto, si è ritrovato all'improvviso inseguito da un bestione di un piano intermedio, finito li perché un gruppo di deficienti di medio-alto livello, se lo era lasciato scappare. Per sua fortuna viene salvato, a pelo, da Aiz Wallenstein, un ghiacciolo coi capelli biondi, facente parte proprio di quel gruppo. Bell, ovviamente, invece di coprirla coi peggio improperi, ringrazia, scappa e se ne invaghisce perdutamente, decidendo di farsi il mazzo per diventare forte abbastanza da essere degno di lei. Da bravo protagonista raccomandato, guarda caso, come prima abilità ne sblocca una sgravissima che, come nei peggiori Mmorpg piratati, gli da circa un X4 all'esperienza. Ne consegue che i progressi che di norma si farebbero in un anno di trincia-mostri, lui riesca a farli in un mese o poco meno. Ah già, questo bonus lo ha, forse, solo se combatte pienamente motivato, ma lui mette il cuore in ogni cosa che fa, da bravo tizio shonen, quindi... Level-UP!

In pratica, questa prima stagione si basa fondamentalmente sul passaggio di Bell dal primo al secondo livello della classe avventuriero, e sul suo trovare compagni fidati. Ma come, direte voi, solo il secondo livello? Si, anche se di norma i primi sono facili e veloci da realizzare, in questo mondo alternativo sono di base molto lenti da far salire, basti pensare che la musa ispiratrice di Bell, che è arrivata discretamente lontanta nell'attraversamento del dungeon, è un apparentemente misero, ma in realtà eccezionale, Livello 6. Ovviamente, sarebbe problematico poter spendere i punti guadagnati così di rado, quindi le abilità potranno comunque essere migliorate e acquisite senza un passaggio netto al livello successivo, che sottolineerà piuttosto l'efficacia, molto maggiorata, di ciò che si è appreso. Anche le statistiche sono separate e con valutazione differente. In pratica, se ogni livello comprende, come sembra, 9 livelli invisibili da superare, viene spontaneo pensare che il livello massimo sia il 10 e che, salvo qualche leggenda antica, ci sarà solo uno di nostra conoscenza che riuscirà ad arrivarci... prima di essere afflitto dall'osteoporosi.

Le prime cose che saltano all'occhio con "DanMachi", sono tre; primo, l'aspetto sozzetto di Hestia, personaggio basato sulla Estia greca protettrice del focolare, e qui involuta in una simpatica tappetta formosa, con codini da lolita, minigonna da prediciottesimo ed antipatia per le scarpe. Secondo, i mostri sono vittime che per quanto aggressive, fondamentalmente si fanno i fatti loro se non li disturbi, ma vengono tagliuzzate e accecate senza remore e nella maniera più dolorosa, il tutto per le tipiche gemme magiche da scambiare con valuta reale, ottenibile, volendo, anche in altri modi. Terzo, per quanto non si possa parlare pienamente di Harem, per il momento vi è il ripetersi della formula "chi ha il pane non ha i denti". In pratica, Bell, tanto penserà solo alla sua abilissima biondina impassibile, tanto piacerà a tutti gli altri elementi femminili di passaggio, siano esse dee, mezzelfe, locandiere, impiegate, avventuriere o mezze-cobolde. Manco lo menano o urlano a dovere quando sconfina, per sbaglio, in un bagno termale femminile.... dentro al dungeon.

Col tempo si uniranno a lui altri due elementi, di cui non è stata ben specificata, almeno nella serie tv, l'entrata ufficiale, o meno, nella familia di Hestia. La prima ad essere incontrata sarà Liliruca, una bimba kemonomini dal classico, triste passato da, "Piccola fiammiferaia" incattivita col mondo intero ("Ragnarok" docet), e che, oltre a portar bagagli e lanciare qualche dardo in caso di necessità, avrà l'arma più potente di tutte, l'elemento Moe attira-spettatori. Il secondo membro sarà invece Welf Crozzo, un giovane fabbro di nobili origini, che non vuole forgiare armi magiche, benché molto richieste, fondamentalmente... perché gli girano che dopo tanto lavoro si rompano al primo colpo, peggio delle armi di "Zelda - Breath of the Wild". Comprensibile!

La prima stagione di "Danmachi" è fondamentalmente un prodotto nella media, in cui però non riesco a trovare nemmeno un briciolo di originalità, oltre al voler cambiare, senza un motivo apparente, il sesso ad alcune figure divine, tipo Efesto o peggio... Loki, che pare più un travestito che una donna. Per il resto, "Danmachi" è solo un accumulo di roba già vista e masticata; dalle razze, alle magie, alle regole Gdr, fino agli elementi mitologici e religiosi. Non mancano nemmeno alcuni stereotipi. Persino gli avventurieri si distinguono facilmente. I buoni sono tutti giovani, forti e bellini, mentre le canaglie son per lo più brutte, scarse, attempate e barbariche. La storia ha giustificazioni pigre, la narrazione è facilona, il mondo è tratteggiato in modo grossolano e la nemica segreta è squallida, in quanto pare avere come unica motivazione una ninfomania deviata. Tutto ruoterà attorno a Bell, che ha ogni sgravo possibile; dall'abilità passiva, all'aiuto fortuito nel momento di bisogno, dal beccarsi oggetti utili e rari come il grimorio (sta cosa puzza un po') ad altro ancora. Addirittura, nello scontro finale di questa stagione, pur trattandosi di una battaglia corale, tra alleati, benché gli stessi compagni di Bell abbiano qualcosa da dire, alla fine i riflettori saranno sempre e solo puntati su di lui, che per risaltare contro un avversario troppo superiore, sarà praticamente dotato dell'infame "plot-armor".

Ma quindi... non vi è nulla che eleva la serie dalla mediocrità? Si, a parte un comparto visivo decente, la cura nei mostri e qualche mammella spalmata a dovere sul volto di Bell, forse due cose ci sono; il ritratto della bassezza umana, capace di violenza e mancanza di scrupoli per pura invidia e avidità ed i combattimenti, discretamente resi a livello fisico. Sadici, sobri e al tempo stesso epici al punto giusto, senza strafare né a livello sonoro né magico-sbrilluccicoso.

"DanMachi" è una serie che intrattiene bene nella componente d'azione. La torre infestata ha fascino, in quanto sembra a tratti un essere vivente e ci si aspetta qualcosa di grosso alla fine dei piani. Per quanto riguarda i personaggi, fortunatamente nessuno si farà realmente odiare, nemmeno il mezzo canide amico di Aiz. Per il resto, Bell, poveretto, farà involontariamente il possibile per essere un personaggio poco interessante e per impedire agli altri di rubargli la scena. In definitiva... c'è di meglio, ma non dispiace.