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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Recuperata a distanza di quasi 15 anni, si difende ancora bene.

Il voto complessivo a caldo è un 7, ma ci sono alti e bassi.

Il protagonista (Emiya) per quanto abbastanza stereotipato nel suo ruolo di idealista privo di mezzi/forze, risulta a tratti irritante arrivando ad agire in contrasto con quanto sostenuto fino a pochi minuti prima.
I comprimari al contrario risultano caratterizzati molto meglio a partire da Saber, perfettamente inquadrata nel suo essere un paladino, in positivo e in negativo. Rin nonostante i primi istanti appaia come la classica tsundere, fa cambiare subito idea mostrandosi tutt'altro che seccante e menefreghista anche se non vengono mai mostrate le motivazioni che la portano a partecipare alla guerra. Menzione d'onore ad Archer, che nonostante abbia un tempo su schermo ridotto rispetto agli altri tre personaggi elencati, risulta meglio di tutti loro. Il suo carattere è definito con l'accetta, i discorsi sono dosati con il contagocce e mai inutili (soprattutto conoscendo la sua reale identità), di fatto è lui che forza l'evoluzione del protagonista.

La trama è piacevole, qualche siparietto "slice of life" che mi è sembrato forzato per allungare il brodo ed un grosso buco di trama che poteva essere risolto in pochi dialoghi (perchè Rin non si fa domande quando vede Emiya creare le stesse identiche armi di Archer?), ma ogni episodio scorre piacevolmente con scoperte e colpi di scena (anche in negativo, vero "rituale di ricarica del mana"?), tutto fino al confronto con Caster. Sarebbe stato un finale di serie perfetto (non seguendo comunque già di base fedelmente le route del gioco), l'arrivo di Gilgamesh e gli episodi successivi mi sono sembrati una specie di ripetersi di fatti già visti, ma con protagonisti diversi e combattimenti sempre più "grossi".

Il finale agrodolce è apprezzabile, per quanto non porti alcuna evoluzione ai personaggi, a parte Saber che finalmente accetta ciò che è stato. In chiave ironica guai a chiamarlo good ending. Rin sembrava morta, eppure è viva. Emiya resta un brocco idealista innamorato di una donna ormai definitivamente morta e si trova pure in casa la detestabile bambina (Iliya).

In conclusione si poteva fare meglio? Si, ma molto poco perché è un prodotto piacevole da guardare, non perfetto, ma buono.

Edit: il voto doveva essere un 8, diventa 7 per il ricordo di un dettaglio che la mia mente per autoconservazione aveva rimosso: il maledetto drago in cgi.