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7.0/10
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Iniziato a vederlo per curiosità, Mushibugyou è un titolo inseribile nella categoria dei 'senza infamia e senza lode' che non riescono ad essere riusciti fino in fondo.
La prima cosa da chiarire è che bisogna dimenticare qualunque originalità a livello di trama e tematiche: la storia procede in maniera piuttosto semplice e prevedibile seguendo la linea solita degli shonen che prevede la crescita dei personaggi, fisicamente ed interiormente, tramite duelli con avversari sempre più forti. Ci sarebbero pure dei segreti da scoprire ma data la prevedibilità della trama i punti di svolta sono alquanto facili da immaginare.
Anche a livello di tematiche ci si limita a ripetere il solito schema dei valori dei samurai, che sono veri guerrieri solo se impiegano la propria abilità a servizio degli ultimi e per riuscire in questo è necessario che ci mettano non soltanto la tecnica ma anche il cuore.
Quello che ho detto sulla solita roba riguarda pure i personaggi: costruiti ciascuno intorno ad una singola peculiarità (nell'insieme sono caratteristiche già viste molte volte), il loro carattere sin dall'inizio è fissato ed immutabile, il massimo dell'evoluzione è che quasi tutti finiscono per affezionarsi al protagonista Jinbei (colpiti dalla sua limpidezza d'animo) e il massimo dell'introspezione ci spiega i perché delle loro azioni, motivazioni che li spingono ad impegnarsi sempre più.
Quello che ho detto finora, comunque, non è un vero difetto, si tratta di scelte volontarie degli autori e anche una storia stereotipata può appassionare se raccontata nel modo giusto ma è proprio qui il problema: Mushibugyo ha uno stile narrativo non orribile ma neppure molto esaltante, che non riesce ad andare oltre il compitino svolto con diligenza ma senza impegnarsi più di tanto.
Quindi la noia viene sempre evitata (anche se qui e là ci sono delle lungaggini) grazie ad una serie di battaglie che sanno intrattenere davvero con un mix di tecniche spettacolari e impossibili, suspense, dramma, pathos (e anche un pizzico di umorismo a volte molto gustoso) ma non ci sono momenti memorabili o particolarmente riusciti: le avventure arrivano, si seguono e poi si può subito passare oltre.
Lo stesso discorso riguarda i personaggi, che non risultano antipatici ma neppure molto esaltanti (vi dirò che Jinbei l'ho pure trovato irritante per il suo quasi continuo inchinarsi) e si parteggia per loro più che altro perché gli insetti sono una minaccia autentica che va fermata (quando fanno vittime sono scene quasi horror) e non perché si sviluppa empatia per questi guerrieri. Solo quando affrontano il capo dei cattivi (che però non è quello principale, l'anime non tratta tutta la storia del manga) questi si presenta così odioso e spietato da spingerci a sperare che i protagonisti gli diano una lezione coi fiocchi.
Passando al lato tecnico abbiamo un lavoro svolto generalmente bene, come design e fluidità dei movimenti, ma non eccezionale e in alcuni momenti il tratto diventa un po’ grossolano. Da notare anche del fan service abbastanza gratuito, cioè non si tratta di un elemento debordante ma diversi personaggi femminili non nascondono certo le loro grazie e la dolce Oharu sembra esistere solo per questo motivo. Le musiche e le sigle sono abbastanza orecchiabili.
Per concludere, Mushibugyou è una serie che va bene per chi cerca un titolo disimpegnato mentre chi desidera opere più complesse credo che dovrebbe rivolgersi altrove.
Voto: metto 7 ma è più tra questo e il 6,5.