logo AnimeClick.it

-

Un’opera di fantascienza steampunk? Una seconda metà dell’ottocento alternativa? O forse un omaggio all’immortale Frankenstein e ad altri romanzi dell’ottocento? Difficile dirlo, perché l’impero dei cadaveri vuole essere tutto contemporaneamente senza riuscire ad essere nulla. Ma andiamo con ordine. Le ricerche del dottor Frankenstein hanno avuto pieno successo, sono state rese pubbliche e ormai, nella seconda metà dell’ottocento, i cadaveri sono ovunque. Ma nessuno ha l’intelligenza del mostro originario e possono essere usati solo per compiti semplici e ripetitivi come camerieri, dattilografi, soldati ecc. Il protagonista, giovane scienziato di nome John Watson e il suo assistente Venerdì che è un cadavere rianimato illegalmente. Così, per sono avere guai con la giustizia il giovane Watson si vede costretto a partire per l’Afghanistan per ritrovare gli scritti originali del barone von Frankenstein , rubati da un russo, un ingegnere dei cadaveri di nome Alexiei Karamazov. Inizia così un giro del mondo ma non in ottanta giorni, ove incontreremo personaggi realmente esistiti come il generale Grant o l’ufficiale inglese Barnaby e non solo o l’affascinante Irene Adler che, nei romanzi di Doyle, è stata la donna amata da Holmes. Il tutto alla ricerca del primo mostro. Dopo un ottimo inizio in cui la storia descrive bene questa nuova umanità si passa, poi, ad una storia d’azione anche intensa, osservazioni filosofiche e morali spesso vuote e prolisse e ad un finale strano e difficile da interpretare. In fin dei conti, come notavo in apertura, la storia parte bene, piena d’ambizioni e, del resto, di opere ispirate a Frankenstein ce ne sono state molte e questa pareva originale. Pensare che il barone abbia potuto cambiare il mondo non è cosa da poco. Ma subito si perde per strada con un citazionismo letterario fine a sé stesso, una filosofia spiccia e vuota e un finale strano. L’idea, poi, che si possa volere accanto a sé una persona defunta e rianimata così piuttosto che lasciarla morta mi ha lasciato un senso di nausea e depressione, ma è solo un parere personale. La grafica dello studio Wit , davvero di alto livello è l’unica cosa che mi impedisce di assegnare l’insufficienza, ma più di sei, comunque, non posso dare a questa grande occasione sprecata.