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mocottero

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4,5
Premetto di essere una grande fan del manga.

Purtroppo sono rimasta delusa da questa trasposizione animata, le animazioni sono scarse, la CGI, oltre che essere poco adatta alla grafica utilizzata, fa perdere completamente le emozioni e le espressioni dei personaggi, così come i loro tratti caratteristici. Hanno dovuto effettuare diversi tagli, cercando di adattare 7/8 volumi corposi, in cui accadono veramente tante cose, in 11 episodi scarsi.
Spero in un riadattamento che renda giustizia alla storia originale (che è ancora in corso e spero di vedere conclusa) che consiglio vivamente di recuperare.


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koji_77

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6,5
Non mi dilungo nella trama che è più o meno chiara.
Questa è solo una delle stagioni, non so quante ce ne saranno, ma soprattutto non è chiaro se ci sarà un seguito. Spesso e volentieri anime del genere vengono lasciati "tronchi". Purtroppo chi mi ha preceduto non ha menzionato questo dettaglio, cosa essenziale da fornire a chi deve decidere se guardare o meno una serie.

Ad ogni modo non ci troviamo davanti ad uno dei vari possibili cliché, ragazzo dal corpo minuto che vince contro quelli grossi perché è portato, perché ha occhio ecc. Il giovane Gladiatore migliora giorni per giorno con impegno, grazie agli insegnamenti del maestro, e anche a un po' di fortuna. Gli scontri sono più o meno realistici, niente super-poteri, niente di "particolare". Pensavo si ispirasse abbastanza a "Spartacus", nota serie tv di qualche anno fa, ma per il momento sembra condividere solo l'ambientazione.

Al momento nulla di che, poco più che sufficiente, animazioni non degne di nota, colonna sonora abbastanza anonima, stesso dicasi per la sigla. Direi che al momento è un anime senza pretese ed a giudicare dalla trama non basterà un'ulteriore serie di 11 episodi per chiudere le avventure del nostro gladiatore Cestus.


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kirk

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
Il mio giudizio su questo spokon di stampo storico è cambiato nel giro di pochi giorni: i giorni che ho passato a vedere un altro anime sul tema della boxe ambientato non nel passato come "Cestus", ma nel futuro: sto parlando del fantastico "Megalo Box".
"Megalo Box" è una serie uscita tre anni fa e batte "Cestus" da tutti i punti di vista: combattimenti, storia, denuncia sociale… se una settimana fa "Cestus" avrebbe ottenuto da me un voto fra il 6 ½ e il 7 paragonandolo ad un opera più seria prende un 5.

La storia è infatti lenta e noiosa, il protagonista scialbo, il combattimenti niente di speciale… dal punto di vista storico poi l’autore si è preso grandi libertà… la prima quella dello sport.
Nell’antichità a Roma come in Grecia c’erano sport per liberi e sport per schiavi, il pugilato è uno sport per liberi, di quelli che avevano posto alle Olimpiadi.
Non faceva dunque parte dei giochi gladiatori dove la gente si ammazzava armi in pugno per vincere. Poi è vero ai più grandi campioni poteva essere data la libertà. Uno di questi è l’auriga Flavius Scorpus morto giovane a cui Marziale dedico dei versi.
A Cestus non mi sento di dedicargli niente, posso solo dire che poteva uscire qualcosa di meglio.


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Seve

Episodi visti: 1/11 --- Voto 6
Premetto che ho veduto un solo episodio, e premetto anche che non ne vedrò altri (la vita è breve). Quindi questa recensione è abbastanza superficiale.
La serie racconta le avventure agonistiche e formative di un giovanissimo schiavo, divenuto "pugile gladiatore", all'epoca di Nerone. Già da subito sarà messo alla prova in un duro scontro dove manifesterà un istinto innato per la lotta a mani "quasi nude" (quei Cestus sono in effetti armi!).
La morte si palesa sin dalle prime battute e capiamo di trovarci in una realtà pericolosa, ingrata. Sia gli schiavi che i loro proprietari possono venire condannati a morte se non appagano la volontà imperiale.
Questo tono si mantiene alto per tutto l'episodio, si lotta per la vita e questo secondo me è un pregio: si tratta di un fattore concreto e non astratto come in molti shonen. Chi perde viene probabilmente giustiziato, quindi non si scherza affatto.
Per chi volesse saperlo, i gladiatori erano armati secondo determinate configurazioni che ricalcavano le dotazioni di soldati imperiali e nemici: il reziario, il trace, il mirmillone... ognuno con armi e armature diverse. Ai romani piaceva molto stabilire ad esempio se un mirmillone poteva battere un trace e così via, allo stesso modo con cui noi ragioniamo se Goku può o meno battere Saitama.
I pugilatori però non comparivano nei giochi gladiatori in quanto il pugilato era considerato a tutti gli effetti uno sport, sia legale quando promosso che illegale quando appunto schiavi e disgraziati si menavano nelle borgate con scontri che oggi chiameremo "clandestini".

Quindi il tutto è un poco falsato per dare un contesto originale alla storia. Tacciamo quindi sulla veridicità storica (per dirne una: a Nerone due uomini che si picchiavano avrebbe fatto abbastanza schifo, altro che entusiasmato).
Quanto alla serie in sé, possiamo dire che è una versione riammodernata di "Rocky Joe". Con tutti gli stilemi del caso. Un adolescente si trova in un mondo sporco e crudo dove si muore facilmente e l'unico modo che hai per svangarla è sopportare una massa inaudita di cazzotti fino a stancare l'avversario. Hai il maestro, il rivale che ti aspetta per il futuro "big match", la tipa che sicuramente ti ha notato e la speranza di uscirne.
L'animazione non è molto piacevole alla vista, le figure sono piatte, troppo pulite (avrei preferito un tratteggio più ruvido o più shading) e la camera poco mobile, gli sfondi sono abbastanza scarni, anche se sono stato colpito dalla rudezza generale: al contrario di serie sportive precedenti gli effetti dei pugni si rivedono in nasi rotti, denti spezzati, mascelle pendule, insomma non si nasconde nulla e questo, se può infine sembrare inutilmente crudo, rende invece molto bene la realtà del setting.
Come pietra di paragone, oltre che al succitato "Ashita no Joe", probabilmente potreste riferirvi a "Baki the Grappler" (soprattutto il Torneo cinese).
La serie si qualifica infatti come seinen, ovvero dedicata ad un pubblico più maturo del tipico shonen.

Vale la pena? Personalmente non amo i seinen d'azione, li trovo inutilmente violenti, ma questo potrebbe avere senso dato il contesto quasi storico in cui si svolge e la condizione disperata in cui si trova il protagonista. Manca inoltre la retorica marziale giapponese, pertanto anche questo potrebbe rappresentare un fattore di novità e di piacevolezza. Sperando che non ce la mettano dopo...
Non è da ignorare, ma non credo diverrà mai la serie preferita di qualcuno.