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Kirad

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
È un titolo particolare che cerca di unire con risultati alterni una analisi metatestuale, con annesso insegnamento di fondo, a una demenziale parodia/omaggio del genere majokko.

Partiamo dall'elemento che in teoria più rende particolare tale opera, ossia l'analisi riflessiva piena di citazioni del mondo di anime e manga e degli otaku: in generale è solo senza infamia e senza lode.
"Magical Destroyer" sceglie come frase simbolo il 'fare quello che ci piace', che sottintende il bisogno umano di avere delle passioni da amare e a cui dedicarsi, e a tale bisogno si contrappone un cattivo che desidera un mondo piatto e uniforme, dove ogni passione è bandita. Si tratta di un tema interessante e coinvolgente, però in molti casi l'analisi di tale argomento non solo si ferma alla superficie, ma a volte dà pure l'impressione di vedere delle puntate superflue, cioè come se il singolo soggetto scelto per approfondire il tema non risultasse davvero importante per la storia generale. Soltanto in una puntata, l'ottava, abbiamo un vero tentativo di analisi più approfondito (molto in stile finale televisivo di "Neon Genesis Evangelion") e a tratti intrigante, dove i confini tra realtà e finzione diventano assai labili.
Inoltre, mi lascia perplesso il fatto che i soggetti scelti come 'paladini del Bene' siano degli otaku: senza fare di tutta l'erba un fascio, ma gli otaku spesso non rappresentano la degenerazione di tale bisogno di passioni? La luce sotto la quale vengono presentati mi sembra esageratamente positiva, e solo occasionalmente (come nel quarto episodio) vengono riferiti i difetti del loro modo di vivere. Certo non mancano momenti in cui tutta questa luce positiva viene mostrata in chiave ironica, ma secondo me sarebbe stato meglio avere come protagonista un appassionato normale che poi si fa pure aiutare dagli otaku, dopo aver fatto capire loro che il troppo storpia.

L'altro aspetto principale della serie, quello che si riferisce al genere majokko, mi è parso molto più riuscito: pur non raggiungendo mai il livello memorabile, le avventure ora serie, ora buffe dei quattro protagonisti hanno un buon ritmo, presentano degli scontri costruiti bene, ci sono momenti demenziali riusciti (come la scalata nel quinto episodio) e nella parte finale sanno pure inserire: degli efficaci colpi di scena capaci di creare una genuina suspense; una conclusione coinvolgente (forse un po' troppo frettolosa) e abbastanza inaspettata; una piccola, efficace e implicita lezione sul meccanismo che rende davvero avvincenti le storie di avventura.

Sui personaggi in generale c'è poco da dire, visto che volutamente sono un campionario di stereotipi tipici del genere shonen. I quattro protagonisti mi sono parsi abbastanza simpatici, anche se il vero coinvolgimento con le loro vicende l'ho provato solamente nella parte finale. Comunque, Otaku Hero si distingue a sufficienza dai soliti protagonisti maschili perché non ha alcun potere e trae forza dal suo idealismo. Per le tre guerriere magiche si è cercata la presa in giro, mostrandole non come le solite maghette dolci e perfettine, ma più come tipe da prigione o da ricovero. Però, non si va oltre l’apparenza, perché in fondo sono delle classiche tsundere.

Sul piano tecnico il design è gradevole, ma le animazioni sono altalenanti: si comincia bene e poi si susseguono episodi ben realizzati e altri con un tratto poco rifinito. Le musiche e le sigle di apertura e chiusura non mi hanno detto molto, nonostante vogliano avere anche loro dei significati impliciti.

Abbiamo quindi un'opera la cui complessità è spesso rimasta sulla carta, però intrattiene e qualche volta affascina davvero.


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Lav3nd3r_Boy

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
In un mondo distopico in cui essere otaku è un delitto, le ragazze magiche Pink, Blue e Anarchy, capitanate da Otaku Hero, guideranno la resistenza.
È una serie che ironizza sul fatto di essere otaku, ma che celebra anche la libertà di essere sé stessi e seguire le proprie passioni. Un concetto nobile, peccato che la maggioranza degli episodi siano piuttosto fuori fuoco. L'inizio ha dei toni parodistici stile "Exel Saga", per poi sfociare invece in un finale più cupo, con un colpo di scena all'apparenza interessante, ma che, pensandoci bene, non ha alcun senso. Non tutto è da buttare, partendo dalle tre ragazze magiche: Red, una punk tsundere, Pink, una tossica che si esprime a versi, e Blue, una ninfomane con la passione per surströmming, ovvero le aringhe fermentate svedesi, note per il loro odore insopportabile. Un trio decisamente diverso da "Sailor Moon" o "Magica Doremì"! Nella parte iniziale e finale poi vi sono dei combattimenti decisamente visionari, come la sigla d'apertura, che secondo me è la migliore della stagione.
Non so se ci sarà un proseguimento, ma secondo me per un prodotto così confuso e che comunque si è già bruciato tutti gli spunti più interessanti non c'è bisogno di andare oltre.