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megna1

Episodi visti: 65/100 --- Voto 5,5
Andrò controcorrente, ma, nonostante il duraturo e smisurato amore che nutro per i clan dei paperi, "DuckTales" non m'ha mai aggradato più di tanto, a parte la fantasmagorica sigla d'apertura e qualche bella sequenza portata a compimento dallo staff della TMS a Tokyo (il logo compare per una manciata di secondi, ma i nomi dei disegnatori giapponesi vengono omessi; per dovere di cronaca tengo a precisare che si trattava del team capitanato da Kazuhide Tomonaga presso la Telecom Animation Film, la stessa cricca di "Cagliostro" e "Sherlock Hound" tanto per intenderci). L'arrivo della serie televisiva, pompata a più non posso, corrispose in maniera perfetta all'arrivo del primo apparecchio VHS in quel del mio soggiorno e in sincrono con diverse mensole (incurvate) traboccanti di albi disneyani di ogni genere: almanacchi, classici, grandi classici. Avevo imparato man mano a distinguere lo stile di disegno dei vari Scarpa, Carpi, Bottaro, ormai (ahimè) passati quasi tutti a miglior vita, ed inoltre ad apprezzare le complesse sceneggiature dei nostri illustri connazionali, uno su tutti Rodolfo Cimino. Grazie a quest'ultimo, Paperon de' Paperoni (e parentado al seguito) era diventato umanizzato, anzi dirò di più, radicalizzato a tal punto da avere assorbito tutti i tic del classico imprenditore italiano medio, molto lontano dal solitario e venale Uncle Scrooge apparso ne "Il Natale di Paperino sul Monte Orso". Gli abitanti di Paperopoli avevano via via perduto lo slang e il modo di vivere d'oltreoceano presenti nelle tavole di Al Tagliaferro e Carl Barks. L'editore Arnoldo Mondadori aveva posto le basi per quella che diverrà una delle più grandi invenzioni narrative dei tempi moderni. L'amara sorpresa arrivò dalla visione della prima registrazione, effettuata dai miei genitori dopo ore ed ore di spiegazioni ("guardate, alle 17:00 dovete premere il tasto rosso, tutto qui... il tasto rosso!!"). Era come se avessi ricevuto una coltellata alla schiena: il mondo creato dagli artisti che gravitavano attorno alla redazione di Topolino veniva completamente ignorato. Non v'era coinvolto nessun collaboratore della storica sede milanese di via Bianca di Savoia, sebbene all'epoca la nostra produzione rientrasse di diritto tra quelle più prolifiche e apprezzate al mondo, ricca di vertiginosa fantasia e ingegnosità. Com'era risaputo e ovvio, le avventure Made in Italy erano considerate troppo 'avanti' dai dirigenti della casamadre di Burbank, e così si preferì attingere a mani basse dalla fumettografia di Don Rosa (l'erede di Barks, "l'uomo dei paperi"), edulcorando però ulteriormente i dialoghi per il passaggio sui puritani network USA. Una delle cose che ancor'oggi non riesco a mandar giù è l'assenza di Paperino. Sto ancora cercando di capire chi è stato il genialoide che ha avuto la scellerata idea di farlo arruolare in marina... Il simpatico lazzarone e stoico lavativo sotto le armi? Sono riusciti a infilare l'indigesto patriottismo americano anche lì! Per non parlare dei personaggi secondari creati ex-novo per l'occasione. Dove hanno preso Jet McQuack? E' la figura più anonima che abbia mai visto. Io avrei messo la strampalata coppia formata da Paperoga e dal suo gatto Malacchia al suo posto. Per far contente anche le bambine è stata inoltre introdotta la strillante Gaia, a mio avviso inutile ai fini delle storie: non bastavano Qui, Quo, Qua? Alla fin della fiera è uno dei tanti, l'ennesimo cartoon confezionato su misura per pargoletti donuts-dipendenti in sovrappeso e svogliati, con dozzine di storyboard tutti uguali, pallide copie dei cartacei dei maestri sopraccitati. E quando la realizzazione degli episodi passa in mano alla Wang Film di Taiwan, le cose vanno di male in peggio: non si salva nemmeno più la qualità dell'animazione. Spiacente, ma la sufficienza non posso proprio assegnargliela: i nostri beniamini palmipedi reagiscono troppo meccanicamente alle varie situazioni. Divertenti, tuttavia assai poco imprevedibili. Stesso discorso per il film omonimo apparso nel 1990: tecnica leggermente migliorata ma nessun rilevante giro di boa per quello che riguarda trama e trovate.


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TriderG7

Episodi visti: 100/100 --- Voto 10
All'epoca in casa Disney c'era stato da poco un importante riassetto societario che avrebbe cambiato in maniera determinante l'azienda. Tra le nuove decisioni vi fu quello di produrre serie sia animate che dal vivo per la TV.
Dopo la fortunata "I Gummy" e la meno famosa "I Wuzzles", ecco puntare su un personaggio che aveva avuto un sacco di celebrità nei fumetti, media per cui era nato, ma che in animazione si era visto giusto in "Zio Paperone e il denaro", "Canto di Natale di Topolino" e "Soccermania".
La serie sarebbe stata sullo spirito delle avventure su carta del mitico Carl Barks: azione, mistero ed ironia (alcune storie tra l' altro sono ispirate a sue opere) senza lesinare un taglio più moderno alla Indiana Jones (il logo cita quello di questo personaggio).

Ecco così nascere "Ducktales", che vede il mitico vecchio taccagno vivere avventure di vario genere assieme ai suoi tre nipotini Qui, Quo e Qua e nuovi personaggi come la granitica signora Beakley, detta affettuosamente Tata, la sua adorabile nipotina Gaia, lo stralunato e piacione pilota Jet McQuak (che ritroveremo in "Darwing duck") ed il fido e sarcastico maggiordomo Archie.
Avversari ricorrenti gli inossidabili Bassotti, il collega Cuoredipietra Famedoro e la maligna fattucchiera Amelia.
Personaggio "sacrificato" Paperino. Pare a causa della sua voce davvero poco comprensibile. Comunque negli episodi in cui è protagonista, è davvero ben reso.

Si toccano i generi più disparati: dalla fantascienza all'horror, dal western alla commedia, dall' avventura allo spionistico.
La prima serie è composta da 65 puntate (anche se c' è un appuntamento che comprende due episodi di durata ridotta). La struttura generale è quello classico della puntata singola, ma abbiamo cicli ad ampio respiro come quello iniziale de "Il tesoro del sole d' oro" e di "Duello all' ultimo dollaro". Purtroppo il primo ci è giunto solo nella versione ridotta di film pilota mentre le integrali puntate singole non sono mai state trasmesse qui in Italia.
Visto il successo, si decise di produrre nuove avventure con l'introduzione di altri personaggi come Fenton Paperconchiglia (pure lui ricomparirà in DD), un contabile che fa anche il supereroe nelle vesti di Robopap, ed il cavernicolo Bubba accompagnato dal suo amico triceratopo.
Anche qui non manca l'avventura, ma le puntate in generale sono di stampo più metropolitano e citano soprattutto film e fanno parodie rispetto alle precedenti che erano anche ispirate a volte ad opere letterarie. Unico neo: l'assenza, chissà perché, di Paperino!
Abbiamo di nuovo due cicli come "Il tempo è denaro" e "Super Ducktales" mentre l'ultimo episodio è in due parti.

L' animazione delle prime 40 e poco più puntate venne affidata alla TMS con risultati ancora oggi molto soddisfacenti. Le successive invece alla coreana Wang production con il livello generale che invece cala. Il film "Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta" venne realizzato dalla succursale francese della Disney.
La colonna sonora è veramente spettacolare!
Benché Paperone sia il protagonista dichiarato, si tratta di una serie corale e quindi possiamo trovare una storia dedicata ora ad uno ora all'altro personaggio. C'è addirittura un mini-filone su Jet il cui picco penso sia "007 Jet", parodia dei film di James Bond davvero spettacolare!
L'opera fu venduta in mezzo mondo generando una quantità di merchandising impressionante!
Ancora oggi riesce sia a divertire che ad emozionare nonché a fornirci più di un insegnamento. Trovo poi che l'ironia usata sia piuttosto acuta e non banale. Ormai è diventato un cult!


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Furetto93

Episodi visti: 100/100 --- Voto 9,5
Questa serie animata è un gran ballo...corri voli in aereoplano ma che sballo! Premetto subito che amo le storie di Carl Barks, di cui ho la collezione completa e amo anche le storie di Don Rosa, di cui ho la saga di Paperone, e anche Ducktales a mio avviso è una serie strabiliante (ed è venuta prima di Don Rosa). La serie inizia con un ciclo di cinque episodi (il ciclo del Sole d'oro) in cui Paperino è costretto a partire per la marina, quindi i tre nipotini Qui, Quo e Qua vengono affidati alle cure di Zio Paperone, che vive in una lussuosa villa insieme al maggiordomo Archie. Nonostante siano passati anni da quando ho visto questo ciclo di episodi, me lo ricordo molto avventuroso, soprattutto nel primissimo episodio e negli episodi 4 (dove Gaia stringe amicizia con un piccolo pinguino) e 5 (episodio in puro stile Indiana Jones, anche se, ironicamente, Indiana Jones è stato proprio ispirato dalla storia di Barks "Zio Paperone e le sette città di Cibola"). Se amate Carl Barks, in questa serie ci sono tutti i suoi personaggi principali (tranne Rockerduck, che in America apparve solo in una storia): da Amelia che vive con Gennarino sul Mount Vesuvius, ad Archimede Pitagorico (con invenzioni geniali come la vasca da bagno per viaggiare nel tempo) alla Banda Bassotti (qui per fortuna distinguibile, ogni membro è molto buffo e simpatico, e hanno come capo Ma' Bass, che non ha nulla da invidiare a Nonno "Grazia" Bassotto), e non dimentichiamoci di Cuordipietra Famedoro, qui scozzese anzichè sudafricano (come nell'universo fumettistico). Esistono anche dei personaggi creati per l'occasione, che però, pur essendo divertenti, non hanno la stessa verve dei personaggi barksiani: Jet McQuack è il migliore, un pilota imbranato che non riesce mai a compiere un atterraggio giusto, poi ci sono Fenton Paperconchiglia/Robopap, protagonista di un ciclo di episodi dalla trama ultraintricata che lo vedrà diventare una spalla di Paperone, il tutto mentre salva il mondo e bada alla sua mamma teledipendente, il bambino preistorico Bubba (che è quello che purtroppo mi piace di meno), la simpatica giovane marmotta Tonty, la piccola Gaia (a volte simpatica, a volte melensa) e la Tata.
Le trame sono spesso molto interessanti, complesse ed avventurose...la prima parte della serie è di pura avventura, e i nostri eroi si muovono in varie località, molte delle quali (Yukon, Norvegia, Scozia, terra del Tralala) già apparse nelle storie di barksiana memoria, altre invece ispirate a leggende come il triangolo delle Bermuda. Anche le storie ambientate in casa a Paperopoli non sono da meno, soprattutto negli episodi in cui i Bassotti escogitano nuovi stratagemmi per rubare il denaro allo Zione. Dalla serie è stato tratto anche un film per il grande schermo, uscito nel 1990, divertente e ottimamente animato, ma con una trama piuttosto semplice e non particolarmente complessa come potevano essere le trame di alcuni episodi tv... sinceramente ho trovato meglio i film dedicati ad Alvin Rock n Roll (Le avventure dei Chipmunk) e ad Ecco Pippo! (In Viaggio con Pippo), tuttavia merita comunque una visione anche il film di Ducktales...
Gli episodi della serie, tranne i cicli (del Sole d'oro, della Disfida dei Dollari, di Bubba, di Fenton, e quello finale dove riappare Dijon, lo scagnozzo del film) sono prettamente autoconclusivi e possono essere goduti in qualsiasi ordine...è da tanto che non mi siedo a vedere la serie, però consiglio in particolare gli episodi 6,10,12,13,16,17,48, 77 e 76... alcuni di essi sono dei veri e propri classici.
Per quanto riguarda il comparto tecnico...l'animazione è a livelli altissimi, soprattutto nella prima parte della serie, grazie all'ottimo lavoro della leggendaria Tokyo Movie Shinsha (che si occupò di altri mitici cartoni americani quali I Favolosi Tiny o Animaniacs). Le voci italiane, invece, non sono un granchè, almeno quelle dei nipotini, veramente urticanti e ridicole, mentre Zio Paperone è reso in maniera affettuosa e buffa, con i suoi tormentoni come "per mille gonnellini scozzesi!" o "gulp" "sbeng". Paperino invece ha la stessa voce di Daffy Duck.
In definitiva penso che se amate il mondo dei paperi o la buona animazione occidentale, Ducktales è un cartone da vedere assolutamente, senza discussioni. è epico e pur essendo rivolto a un pubblico di bambini, è ottimo a qualsiasi età, dagli 0 ai 100 e passa anni...come i veri classici...e, pur essendo un prodotto anni '80 (ad esempio la sorella di Jet McQuack indossa gli scaldamuscoli e in TV Qui,Quo e Qua non vogliono perdersi i cartoni del sabato mattina), i riferimenti all'epoca sono molto scarsi, e l'atmosfera che si respira è senza tempo. Consigliatissimo!

Carlo

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Carlo

Episodi visti: 100/100 --- Voto 10
Quando parliamo di Duck Tales, parliamo di un piccolo pezzo della vita di molti bambini della fine degli anni '80 e i '90 (viste le sue continue repliche). Duck Tales era una di quelle serie che ti accompagnava il pomeriggio dal lunedì al sabato o la domenica mattina o anche entrambi! Duck Tales è stata la prima di molte serie Disney trasmesse dalla Rai in un decennio fortunato perché sono entrate nel cuore di molte persone!
Certo, all'inizio era strano vedere i nipotini con Gaia, che vivono a casa dello zione, senza Paperino (Paperinik), senza Brigitta, i bassotti con la mamma al posto del nonno ecc.... Ma poi ti prendi bene e le segui, perché è sempre Paperone con la sua avarizia ma anche il suo buon cuore!

Recetemente ho avuto modo di rivedere e di apprezzare di più questa serie: il doppiaggio è molto ben fatto, le voci interpretazioni di personaggi come Amelia (con l'accento napoletano) o la Tatona sono inimitabili!
Gigi Angellio poi era fenomenale nel fare "Gulp", "Splash" e le altre onomatopee tipiche del fumetto con la sua voce!

Caldamente ocnsigliato a vecchie e nuove generazioni!