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Squall_Leon

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Visto prima di aver trovato per caso il gioco in offerta su steam, perchè God Eater è "liberamente" tratto dall'omonimo videogame per pc e diverse piattaforme Sony. Per chi non lo sapesse è una sorta di "concorrente" (prendetelo con le pinze) del più famoso Monster Hunter, ma con un'ambientazione più post-apocalittica.

L'anime in questione è tratto dalla prima parte del primissimo gioco, non riuscendo a coprirne interamente l'arco narrativo e trovando una conclusione della serie degna, ma con un cliffangher che lascia aperti molti dubbi e domande senza risposta.
Gli sceneggiatori nello scrivere la versione anime hanno deciso di applicare diversi cambiamenti alla storia originale, pur mantenendo intatto lo "spirito", ma calcando la mano su due aspetti: spettacolarità e dramma.
Sulla prima c'è poco da dire, i combattimenti sono bellissimi ed altamente coreografici, primo tra tutti quello sull'aereo.
Sul secondo, si nota molto nello sviluppo dei personaggi a cominciare dal protagonista, Lenka, su cui si è voluto investire dandogli una storia tragica a giustificare la sua caratterizzazione con un buon risultato. Ci si riconosce spesso nei suoi comportamenti soprattutto all'inizio, da sopravvissuto all'esterno del muro, a recluta new-type, fino ad assurgere al ruolo di leader di fatto.
Lindow in versione anime rispecchia la sua controparte videoludica con un design marcatamente ispirato a Dante e più o meno lo stesso atteggiamento. E' impossibile non amarlo e qui gli viene aggiunta anche una piccola sottotrama rendendolo anche più umano ed un legame diretto con il protagonista.
Alisa è invece uno dei punti dove il dramma si è calcato di più, perché se nel gioco il suo trauma mentale viene liquidato in poco, nell'anime assume connotati più importanti, rendendola leggermente migliore di un personaggio di mero fanservice.
Soma è caratterizzato con l'accetta, scontroso, cupo e solitario, ma grazie ai flashback sappiamo molto della sua storia e di come sono nati gli Aragami.
Kota e Sakuya al contrario soffrono di poco approfondimento, il primo riuscendo ad essere una spalla ben poco comica del protagonista e la seconda come "metà" di Lindow.

Menzione d'onore per i flashback alla fine di ogni episodio circa, che mostrano la nascita degli Aragami e "quanto" i due dirigenti della divisione dell'estremo oriente siano tutt'altro che santi.

La resa grafica dell'anime a me è piaciuta. Lo stile è strano, un raro mix ben riuscito di cgi e disegno, da ufotable non ci si poteva aspettare altro, anche se poi non a tutti è piaciuto.

L'unico difetto è che la serie resta orfana di una degna conclusione, mostrando allo spettatore cos'è d'avvero il progetto Aegis, ma senza portare lì lo scontro, che si conclude con l'abbattimento del Pita come vendetta verso Lindow.


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AnthonySoma-sensei

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Aragami: creature che hanno messo a ferro e fuoco il pianeta Terra, conducendo l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Vani sono stati i primi tentativi di neutralizzare la furia omicida di queste "creature divine", così battezzate dagli esseri umani, a causa della loro immunità nei confronti di qualsiasi arma umana esistente e dall'insaziabile bisogno di divorare qualsiasi cosa si ponga sul loro cammino. Tuttavia l'essere umano possiede la straordinaria attitudine all'adattamento, cioè la capacità di adeguarsi all'ambiente in funzione delle risorse e degli strumenti che ha a disposizione, di conseguenza gli scienziati sono riusciti quasi fin da subito a manipolare il materiale genetico degli Aragami (Cellule Oracle) per generare delle armi (God Arcs) potenti abbastanza da uccidere queste terrificanti creature. Il problema principale di questi rivoluzionari armamenti, però, è che solo alcuni individui hanno la predisposizione e soprattutto la determinazione nel loro utilizzo. Tra tali prescelti c'è proprio il protagonista, Lenka Ustugi, il quale ha il ruolo di controparte nella trasposizione animata giapponese, in quanto nella serie videoludica ufficiale il protagonista è Yuu Kannagi. Lenka è il classico carattere stereotipato il cui scopo è quello di proteggere i preziosi compagni, ma stranamente non il suo obbiettivo prioritario, poiché ciò a cui mira effettivamente Lenka è l'uccisione preventiva e definitiva di tutti gli Aragami. Il suo passato, la sua vita, la sua determinazione, il suo spirito sono stati influenzati inesorabilmente dagli Aragami, divenendo la ragione fondamentale per cui combatte. È difficile assistere impotente alla morte di tutte le persone a noi care, acquisire la consapevolezza che gradualmente chi ci circonda sta scomparendo e non possiamo fermarci, dobbiamo continuare a correre, sebbene da soli, in quanto un piccolo passo falso può segnare definitivamente la nostra esistenza. Lenka è stato testimone di tutto ciò, dunque, è proprio da qui che nasce la sua tenacia nel voler sterminare fino all'ultimo Aragami presente sulla faccia della Terra. L'alter ego del protagonista è la God Eater, così si chiamano gli sterminatori degli Aragami, Alisa, una ragazza che sfortunatamente è stata vittima di un passato simile a quello dello carattere principale, tuttavia Alisa non è riuscita a reggere la pressione psicologica di perdere le persone a lei care. In effetti la God Eater che lo spettatore ha caratterizzato come sicura di sè, sfacciata e determinata a perseguire i suoi obbiettivi, non è altro che una maschera ben costruita per celare tutte le sue debolezze e paure. Per di più questa maschera non è neanche frutto della acquisizione di consapevolezza di dover voltare pagina, ma dei costanti farmaci che il suo medico gli prescrive. Dunque Alisa risulta essere un personaggio facilmente manipolabile, la quale non appena cessa di somministrarsi farmaci, cade in una depressione e impotenza tale, da rappresentarla come il più debole e fragile tra i personaggi. Credo che la differenza tra i due personaggi stia nel fatto che Lenka sia riuscito a tutti gli effetti a prefigurarsi un ideale e a perseguirlo senza mai cadere nel rimorso o nella disperazione, aspetto che Alisa non ancora è riuscita ad elaborare totalmente e, soprattutto, non è ancora riuscita a superare tutto quello che subito nel suo atroce passato.

Dal comparto grafico mi sarei aspettato molto di più, essendo abituato a grande professionalità dallo Studio Ufotable: per i combattimenti naturalmente c'è davvero poco da dire, però, per quanto riguarda il character design, siamo su livelli piuttosto bassi... neanche le ambientazioni possono ribaltare in qualche maniera la situazione, dato che oltre a incessanti lande desolate e un mondo andato completamente in frantumi, c'è poco che possa attirare l'attenzione dello spettatore. Nessun commento particolare sulle OST, nella norma, stesso discorso per quanto concerne il doppiaggio.

Nel complesso "God Eater" è un prodotto ben riuscito che, però, ha bisogno necessariamente di una seconda stagione per affermarsi completamente; molti aspetti della trama non sono stati approfonditi a dovere e non tutti i personaggi principali hanno ricevuto una degna caratterizzazione sia a livello narrativo che psicologico. L'aneddoto nel finale ha lasciato alcuni spunti sui quale riflettere in maniera decisa e preventiva, in quanto l'essere umano ha dimostrato per l'ennesima volta che, quando si trova con le spalle al muro, è costretto a compiere delle scelte etico-morali abbastanza complesse e dolorose... dunque vi lascio con questo interrogativo: "È più giusto provare a salvare tutti fino all'ultimo" oppure "Sacrificare la maggioranza per garantire la sopravvivenza di pochi"? A voi la risposta...
Il mio voto finale è 7,5!


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shinya

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"God Eater" nasce originariamente come un videogioco della Bandai Namco, poi trasposto in anime da parte dello studio Ufotable nel 2015.
Premetto che non ho giocato al videogioco, quindi la mia recensione si basa solamente sull'animazione.

Iniziamo dalla trama: nel 2071, il mondo è sotto il controllo di terribili creature chiamate dall'uomo con timore e riverenza “Aragami”. Venti anni prima gli Aragami sono comparsi sulla Terra e, immuni a ogni tipo di arma, ne hanno distrutto gran parte. L'ultima speranza del genere umano sembra risiedere nell'organizzazione chiamata “Fenrir” pronta a scendere in campo con delle nuove armi: i “God Arcs”, che utilizzano le cellule degli stessi mostri per combatterli. La legione di eroi pronti a impugnare queste armi ha un nome: God Eaters!

L'ambientazione della trama ricorda altri anime (primo fra tutti "Shinjeki no Kyojin") con umanità oppressa e sull'orlo del declino; tuttavia, presenta dei tratti di originalità, a partire dalla regia che sapientemente gestisce la trama presente con quella del passato utilizzando flashback, il che conferisce quell'aura di mistero legata agli Aragami e che spinge a continuare la visione.

Le animazioni. Parlando dello studio Ufotable, non possono che essere all'avangardia. Certo, all'inizio si storce un po' il naso per quel character design così poco ortodosso, ma alla fine si integra bene con il massiccio uso della CG. A mio avviso, le ho trovate una scelta molto azzardata ma alla fine ben riuscita.

I personaggi: con l'avanzare della trama vengono approfonditi dettagli sul passato dei personaggi, primo fra tutti il protagonista Lenka Utsugi. Piccola nota dolente: avrei preferito un maggior approfondimento di altrettanti validi personaggi, come ad esempio il comandante della Prima Squadra Lindow e Sakuya, la sua vice.

Le musiche: opening decisamente carica, mentre la ending è più calma, entrambe abbastanza orecchiabili ma modeste nel complesso. Ma non è tutto. Già dai primi episodi si possono notare, o meglio sentire, delle fantastiche OST. Il gruppo in questione è Ghost Oracle Drive. La peculiarità di esso è una base elettronica a volte fusa assieme a elementi di chitarra, il tutto su uno spartito in lingua inglese. Quasi fosse un film, direte voi. Beh, l'elemento sorpresa è decisamente riuscito. Mai mi sarei aspettato una simile scelta. Il bello è che sono OST che si fondono bene con i combattimenti contro gli Aragami, e anche nei momenti di vita dei personaggi. Le ho amate dall'inizio alla fine.

Il finale: Lascia una buona chiusura-apertura (forse per una possibile seconda stagione, ma per il momento è tutto da confermare). Ho apprezzato molto l'ultimo scambio di battute tra Johannes e Sakaki.

Alla fine della fiera, io mi sono emozionato nel vedere questa serie e, dopo aver soppesato tutti gli elementi, mi sento di lasciare come voto 8.


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Eversor

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
“God Eater” è un anime del 2015, composto da tredici episodi e classificabile come serie fantasy-azione. Una storia che, a parer mio, sembra essere stata creata appositamente per aver successo… Cosa naturale, direte voi. Eppure l’effetto finale non è assolutamente quello prefissato all'inizio, almeno per quanto mi riguarda.
Un’opera nata “in provetta”, che riassume in sé elementi tipici di altre serie viste in precedenza, prime fra tutte “Attack on Titan” e “Black Bullet”. Momenti eroici enfatizzati a dismisura e frasi strappalacrime che, in fin dei conti, hanno ragion d’esistere solamente in anime di tal genere.
Ammetto di non conoscere l’opera originale e, proprio per questo motivo, parlerò esclusivamente della trasposizione animata, senza fare, per forza di cose, alcun paragone.

La storia si sviluppa in un mondo ormai allo sbaraglio, dove creature misteriose, gli Aragami, hanno attaccato e assediato la Terra, distruggendo la maggior parte degli esseri viventi, e non. In un paesaggio post-apocalittico, la poca umanità sopravvissuta, si è riunita in gigantesche città, protette da mura alte e solide.
Contro i nemici di sempre, questi demoni dalle forme più bizzarre e variabile, sono stati formati appositi guerrieri, dotati di armi speciali; le uniche in grado di scalfire la dura corazza degli Aragami. Ecco allora che la guerra ha inizio, un combattimento che si prospetta lungo e pericoloso, e che pare destinato a un nulla di fatto. Tutti, però, vogliono credere in un futuro migliore, e tra questi spunta sicuramente Lenka Utsugi, un giovane proveniente dall'esterno della città, arruolatosi da poco tra i God Eater (i soldati speciali, addetti allo sterminio degli Aragami) con l’unico scopo di abbattere tutti i mostri presenti sul pianeta.

Insomma, il clima non è proprio dei migliori e l’impostazione di partenza ricorda moltissimo opere già viste in precedenza. Se fosse solo questo, però, non sarebbe poi così grave: l’importante era possedere una trama forte e solida, strutturata in maniera tale da appassionare ed emozionare al tempo stesso. Però così non è stato…
Ottimi spunti e rivolgimenti sottotono, ecco il riassunto di “God Eater”, una serie che cerca più che altro di esaltare al massimo il pathos di alcuni momenti, dimenticandosi però di tutto il resto. Scene a rallentatore, stile film, e frasi carismatiche che paiono finte anche a chilometri di distanza. Un effetto finale piuttosto melodrammatico e tutto sommato poco accattivante.
I personaggi vengono pompati a dismisura, ma, dietro attenta analisi, si può capire come questi non siano altro che palloncini d’aria, destinati a sgonfiarsi appena la situazione si fa critica. Lenka è il classico protagonista pieno di ideali, promesse e una buona dose di “divinizzazione”. E’ in grado di fare cose al di fuori dell’immaginario, senza però spiegare effettivamente come sia riuscito in tali imprese.
Per il resto non ci sono personaggi che spiccano sugli altri: Alisa, Rindou, Sakuya, Soma… Sono tutte figure piuttosto buone, ma in fin dei conti poco approfondite da un punto di vista psicologico. Si attengono con diligenza alle impostazione di base, tentano di deviare un po’ da questo corso prestabilito senza però riuscirci.

La grafica non mi è piaciuta: ormai la computer grafica non fornisce più un semplice supporto, ma si erge a protagonista della scena. L’effetto finale? Qualcosa di inclassificabile, che mostra alcuni attimi realizzati in maniera impeccabile, dinamica ed esplosiva, e altri più banali e piatti. Come già detto in precedenza, non vengono risparmiate le classiche “pose” da eroe, in cui i vari protagonisti sembrano trovarsi a loro agio anche nel bel mezzo del massacro più totale. I volti sono la vera nota dolente, non mostrano alcuna emozione, come maschere di cera che si muovono a fatica, costrette da chissà chi.
Ciò che ha salvato il comparto tecnico sono senza dubbio le musiche. Hanno saputo emozionare come poco altro, salvando determinate scene e conducendole verso dei livelli ben superiori. Buono anche il doppiaggio.

La trama, di per sé, non era poi così complessa, anche se la regia ha saputo fare un lavoro discreto con l’amministrazione dei vari tempi. L’ultima puntata chiude in parte le vicende dei nostri protagonisti, ma non conclude per nulla la vicenda generale. La Terra non è salva, anzi, sempre nuovi pericoli si prospettano all'orizzonte. Ce la faranno? Riusciranno ad estirpare il male che ha decimato l’umanità?
Chissà se avremo mai l’occasione di rispondere a tali domande.
Una cosa è certa, però: nonostante tutto, “God Eater” non ha annoiato. Le puntate scorrono anche in maniera piacevole e, a lungo andare, l’occhio si abitua anche alla grafica piuttosto particolare. Una storia che poteva raggiungere vette ben più alte, ma che, alla fine, si rassegna a rimanere nella mediocrità.

Voto finale: 7