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annadaifan

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
Mi sono avvicinata a quest’opera dopo aver visto la serie animata che mi aveva piacevolmente impressionato. Leggendo il manga ho scoperto che l’anime è parecchio differente fin dal principio, mentre nel manga il protagonista è Hachimaki, membro di una piccola nave spaziale che si occupa della pulizia dei rifiuti spaziali di medio-piccole dimensioni attorno al pianeta Terra, nell’anime la storia segue la giovane apprendista astronauta Ai Tanabe che apparirà nel manga molto più tardi.
Altre differenze sono legate al tono della storia, più momenti comici nell’anime, molta più serietà e profondità nel manga.
Ci sono anche altri membri dell’equipaggio ben caratterizzati come Fee, la responsabile della navetta spaziale e grande fumatrice e Yuri Mihalkov, un russo molto taciturno che ha perso la moglie alcuni anni prima in un incidente spaziale e spronato a fare lo spazzino spaziale proprio nella speranza di ritrovare i resti del veicolo che fu distrutto durante l'incidente.
Lungo la storia vengono affrontati tanti argomenti importanti come: l’ambientalismo, la disparità economica, il razzismo, la guerra e la pace. C’è anche tanta introspezione psicologica e i personaggi lottano per trovare la cosa giusta da fare, perché anche se la soluzione è lampante, non sempre è facile da raggiungere.
Molto toccanti le storie sul rapporto fra l’uomo e lo spazio, soprattutto la vastità dello spazio e come alcuni personaggi come lo stesso protagonista siano disposti a rinunciare a tutto pur di raggiungere l’obiettivo di esplorare mondi sconosciuti con tutti i rischi dell’ignoto. Ci sono momenti molto profondi come quando Hachimachi si ritrova a parlare con dio (nella forma di un gatto bianco), per non parlare di tante altre storie di sottofondo molto toccanti che fanno tanto riflettere sul senso della vita.
Il tratto del mangaka è realistico e i personaggi sono facilmente distinguibili l’uno dall’altro, stupende le tavole dedicate agli strumenti tecnici, alle astronavi e allo spazio in generale.
Attualmente l’unico formato disponibile del manga è quello dell’editore Panini con un volumone di oltre mille pagine, un po’ scomodo da leggere ma consente di apprezzare a pieno i disegni del mangaka grazie alla grandezza delle tavole.
Consiglio quest'opera a chi ha voglia di leggere una storia complessa che scava nell'interiorità dei personaggi.


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Irene Tempesta

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7
Il manga grazie al cielo l'ho preso in prestito dalla mia Biblioteca.
Ne approfitto per lasciare un messaggio importante a tutti: date un occhio al catalogo delle biblioteche della vostra provincia o chiedete alla biblioteca del vostro comune, in questi mesi infatti le biblioteche acquistano e investono molto sui manga, ciò permette a noi lettori di cominciare letture senza spendere un centesimo e, soprattutto se non ci piacciono, liberarci dei volumi senza avere ingombro a casa! Dato il costo dei manga oggigiorno direi che è una risorsa incredibile! Poi se a uno piace la lettura, è sempre libero poi di acquistare il volume per conto proprio.
Io grazie alle biblioteche ho risparmiato molti soldi e spazio in libreria, con loro ho letto 15 volumi di "Vinland Saga" dello stesso autore, e l'ultima edizione di "Planetes" , la Complete edition: un bel mattone di 1040 pagine, formato grande, cartonato e pagine a colori, di ottima qualità, anche se un pò scomodo fisicamente, pesa parecchio sulle gambe.

Nel mio caso ho guardato prima l'anime "Planetes" per poi iniziare la lettura del manga.
Va precisato che, pur restando fedele ai principi del cartaceo e alla caratterizzazione dei personaggi, l'anime apporta numerose modifiche alle vicende e aggiunge parecchi personaggi che non esistono nel manga relativamente breve ma intenso. Io personalmente l'ho preferito alla versione animata.

Nel 2075 la squadra della nave DS-12 che raccoglie detriti spaziali qui è più ristretta rispetto all'anime ed è composta solamente da: Fee, donna tenace tutta di un pezzo, capitano e accanita fumatrice; Yuri, vedovo russo arrivato a fare questo lavoro inizialmente per ritrovare nello spazio un ricordo della moglie morta durante un incidente spaziale anni prima, generoso e tranquillo di carattere; e Hachimaki, giovane tenace, desideroso di avere un giorno una nave tutta sua, terribilmente ambizioso e da subito in allenamento per l'inserimento nell'equipaggio per la spedizione su Giove.
La determinazione, i sogni, le paure, la solitudine, logoreranno inizialmente Hachimaki, per poi evolversi in nuovi sentimenti e prospettive, soprattutto dopo l'arrivo di Ai Tanabe, sua sostituta e fortissima idealista.
Tanabe, a mio parere , nel manga è molto più gradevole perchè, nonostante salda sui propri principi incrollabili, non è costantemente in lite con Hachimaki come nella versione animata dove mi avevano a un certo punto logorato. Qui invece, complice la brevità dell'opera cartacea, Tanabe è un personaggio leggero e incisivo, rappresenta l'amore, la giustizia, la lealtà, la stabilità, la solidarietà,.
Le tematiche trattate sono numerose: il fascino dello spazio, il terrore dell'infinito, l'ambizione umana di non avere limiti e di saccheggiare le risorse planetarie dopo aver esaurito quelle sulla Terra, la guerra, il terrorismo, la passione per il proprio lavoro nonostante le malattie legate alle radiazioni e disturbi psicologici legati alla permanenza dopo anni nello spazio (il corpo umano non è fatto per viverci) , il significato profondo di amore, la solitudine, l'amicizia, la religione, l'importanza della famiglia.....

A mio parere (e son contenta di non essere l'unica ad avere questa opinione) vengono trattate numerose tematiche interessanti ma a volte in modo approssimativo e slegato rispetto a certe dinamiche.
In conclusione non lo considero affatto un capolavoro ma neanche un opera banale, anzi la definirei riflessiva ma poco convincente in molti punti, motivo del mio voto non troppo alto.

Il tratto grafico di Makoto Yukimura è preciso, pulito e dettagliato, anche se si avverte l'acerbità in quanto sua prima opera. Nei primi 2 capitoli Hachimaki ha i capelli biondi (poi passati magicamente al nero) e questa è una nota che stona e non è gradevole alla vista ma in fin dei conti passabile.

Makoto Yukimura è un'autore interessante e stimolante che va seguito e conosciuto (la sua opera successiva "Vinland Saga" è davvero notevole), quindi lo consiglio a tutti, amanti delle storie spaziali e non.


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Funghetto86

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7,5
Planetes : dunque vediamo .... Capolavoro ? No. Una storia come tante ? No. Bello ? Ni.
Sbrodoliamo un po' di cose e diamo un giudizio obiettivo su questa opera che spero possano convincervi nella lettura.
Premessa iniziale non da poco : a me non ha mai annoiato.
Questa storia è sicuramente particolare per i temi trattati e le ambientazioni su altri pianeti e satelliti rispetto alla nostra Terra.
I protagonisti infatti, essendo ambientata la trama in un ipotetico futuro non troppo lontano, riescono a viaggiare dalla Terra alla superficie lunare (base per le missioni e navi raccolta detriti spaziali) in un breve lasso di tempo, tantoché che spesso soggiornano sul nostro pianeta per le vacanze o per fare visita ai parenti.
La trama parte da questi spazzzini alle prese con la raccolta detriti che sono costretti a rischiare ogni giorno la propria vita nello spazio per renderlo più pulito e vivibile.
Argomento che spesso esce fuori è l'ecologia e l'ambiente, di come l'uomo ormai abbia prosciugato le risorse della Terra e sia costretto a cercarne altre su altri pianeti per sopravvivere e progredire. Tuttavia ci sono sicuramente altre tematiche che con le varie vicende e il passato dei protagonisti escono a galla come la religione, la famiglia, il razzismo, il terrorismo, la solitudine, il desiderio di sopravvivenza, la lotta x la vita nonché il suicidio. Insomma tematiche molto incisive ma che secondo me non sono state ben sviluppate. È come se l'autore non avesse voluto spingersi oltre ad una certa superficialità nel trattarli. Non nego che li avrei voluti visti in chiave più seinen perché a parere mio quest'opera è uno shonen/seinen non di certo un seinen a tutti gli effetti .
Per quanto riguarda i personaggi caratterizzati alla perfezione, tutti con i loro scopi, le loro vicende passate, i loro desideri.
Nella trama ho trovato in alcuni punti alcune forzature che stonano molto nel contesto in cui vengono messe e si notano. Non mancano alcune parti comiche ben riuscite, ma non troppe che avrebbero snaturato la serietà di trama .
I disegni sono molto buoni ma ancora piuttosto acerbi, in particolare nella prima parte, rispetto alla sua opera successiva "Vinland Saga".
La cosa che mi ha decisamente convinto sono alcune tavole che fanno provare esattamente quel senso di solitudine e piccolezza dell'uomo nell'universo, di quanto esso sia piccolo e indifeso.
In conclusione una lettura molto interessante e anche riuscita con un finale un po' troppo prevedibile da "shonen" , però va bene ugualmente.

Voto finale:
Trama 7,5
Personaggi 8
Argomenti trattati : 7,5
Disegno : 7,5/8


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kirk

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7,5
Gran protagonista lo spazio, Dio, l’amore… protagonisti parziali una banda di piloti spaziali di una navetta per raccogliere rifiuti spaziali, la DS-12, o i loro famigliari.
I personaggi della navetta sono Hachimaki (Hachirota Hoshino) un giovane con il sogno di possedere un giorno una sua nave spaziale, Yuri, un vedovo che cerca nello spazio un ricordo della moglie, morta in un incidente spaziale, in cui uno shuttle su cui viaggiavano fu colpito da un debris o rifiuto vagante, Fee, signora capitano della nave, tutta di un pezzo ma non senza ideali e infine Ai Tanabe, altra idealista…
Al loro fianco genitori, fratelli, zii, mariti, compagni, cani e gatti tutti uniti in un manga corale (si la parola è giusta, come quando a scuola l’insegnante ti parla dei Malavoglia di Verga), tutti daranno una mano a rendere i quattro volumi di questo seinen interessanti.
Premetto di non considerarlo un capolavoro ma un opera interessante in cui si parla di desideri, sogni e speranza, ma anche di paure, di bisogni che ti spingono a vivere e ad interagire con le persone e con lo spazio.
Spazio che è cercato dall’uomo per la ricchezze che rappresenta ma che è “patrigno”, non è fatto per viverci, viverci significa ammalarsi eppure gli uomini lo desiderano, vogliono spingersi sempre oltre… e lo martoriano con attentati e guerre e dunque ancora con rifiuti.
In quattro tankobon l’autore Makoto Yakimura (lo stesso di Vinland saga), mette in scena un bel periodo di tempo, 5 anni dal 2075 al 2080, più dei flashback che ti fanno entrare nella vita e nella testa dei personaggi. Ricordiamo che questa è la sua opera prima ed in italia è uscita per la Panini in tre edizioni, la prima molto economica da 4 euro a volume, purtroppo per i più introvabile.
Lo consiglio a chi vuol cimentarsi, in una space-fiction realistica, drammatica senza esagerare, psicologica senza voler strafare, senza nemici da battere o invasori spaziali da affrontare (non me vogliano i fans di Go Nagai), insomma potrebbe trattarsi di uno slice of life ambientato nel futuro.


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Sguaida

Volumi letti: 27/4 --- Voto 9
Il mio incontro con "Planetes" è stato decisamente tardivo; per quanto mi consideri "del settore" da oltre vent'anni, e per quanto fossi a conoscenza della sua qualità superiore, ho sempre tergiversato e rimandato il momento del rendez vous. Non sono mai stato capace di darmene motivazione, e ne sono ancora meno in grado oggi dopo averlo terminato. Ma è stato così, normale e fisiologico; non c'è mai stato un motivo ma è successo, capitato, finita lì, senza che me ne rendessi conto ho posticipato e l'ho tirata per le lunge senza neanche volerlo nonostante sia sempre presente nella mia "to-read list".

L'edizione del 50° anniversario dell'allunaggio mi ha rinfrescato la memoria e io mi sono finalmente deciso. Il tempo ha fatto decantare l'opera e me l'ha resa piacevole quanto mi era stata dipinta, come normalmente succede ai capolavori che, immortali ed indipendenti dal tempo, riescono sempre ad essere attuali, apprezzati, importanti, d'impatto.
"Planetes" però a mio parere ha un unico neo. Nonostante mi sia risultato molto empatico ed introspettivo, sinceramente mi sarei aspettato ed avrei gradito qualcosa di ancor più intenso. Pelo nell'uovo, lo chiamerete voi, o forse una supponenza ingiustificata da parte mia. Ugualmente, a mio parere non sono riuscito a sentire tutto per intero quel calore e quella personificazione che mi sarei aspettato e che normalmente provo e sperimento in moltissimi seinen o prodotti drammatici. Non pensiate che sia un insensibile, per cortesia; in questo unico caso, però, non mi sono sentito definitivamente ed interamente attirato dal protagonista e dalla sua imperfetta percezione dell'amore e dell'affetto, forse un poco meccanica ed irragionevolmente limitata.
Benchè abbia capito e approvato la complessità emotiva dietro numerosi degli episodi che compongono il manga, sono rimasto abbastanza scostante da quanto succede al protagonista, che a parer mio risulta insensibile in maniera non necessaria, esagerata, forfettaria.

Tiro le somme: manga magnifico per quanto accade attorno al protagonista, ma non sempre per le vicende che avvengono direttamente a Hachirota. Resta comunque un prodotto estremamente reale, complesso, apprezzabile e di impatto, ma non al punto in cui mi ero sempre immaginato sentendone le lodi tessute dai fan.


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DarkSoulRead

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9,5
"La terra è la culla dell'umanità ma non si può vivere in una culla per tutta la vita" Quando un autore esordisce con un'opera del calibro di "Planetes" direi che non vi è alcun dubbio, stiamo parlando di un genio. Il primo lavoro di Makoto Yukimura è brillante ed ambizioso, ed ha l'intento di portare il lettore verso confini finora inesplorati dai manga, trattando temi quali l'esistenza di Dio, la solitudine, l'infinito, la filosofia dell'io.

Siamo nel 2075 e l'uomo sta colonizzando il sistema solare. Dalla costruzione di una stazione permanente sulla Luna ha inizio la colonizzazione di Marte, con l'obiettivo prima o poi di espandersi anche sugli altri pianeti. L'abitazione dello spazio da parte dell'uomo è inquinante, e comporta un gran rilascio di detriti spaziali. Ecco che entrano in gioco i protagonisti del manga: gli spazzini spaziali. A bordo della DS-12 (una vecchia astronave) gli spazzini rischiano tutti i giorni la loro vita per ripulire dai detriti l'orbita terrestre. I membri dell'equipaggio sono: Hachirota Hoshino, detto Hachimaki. Irriverente figlio di un esperto astronauta giapponese, Hachimaki ha un sogno nel cassetto: avere un giorno una nave spaziale tutta sua e girare l'universo in libertà;
Yuri Mihalkov: Un uomo calmo e silenzioso che 7 anni prima degli eventi narrati rimase coinvolto in un incidente aereo causato da un detrito spaziale. Nell'incidente il russo perse la moglie, il cui corpo non fu mai ritrovato. Da allora è un membro della DS-12, con la speranza di ritrovare la bussola che la moglie portava con se prima di morire;
Fee Carmichael: Un'americana tutta d'un pezzo le cui spiccate doti da leader l'hanno resa capitano dell'equipaggio, nonché uno dei piloti migliori della Sezione Detriti. Fumatrice incallita, nasconde dietro il suo coraggio un animo buono e sensibile;
Ai Tanabe: La quarta ed ultima arrivata sulla DS-12. Ai è figlia adottiva di una maestra e di un ex cantante heavy metal che ora ripara pale eoliche. Buffa ed imbranata crede fermamente nella forza dell'amore ed è intenzionata a contagiare anche il più pragmatico Hachimaki.

La storia copre un arco narrativo di 5 anni e si sviluppa in modo semplice ma non lineare, con l'alternanza di emozionanti flashback in grado di donare un profondo background a tutti i personaggi. Gli eventi che si susseguono avranno sui protagonisti un'incidenza tale da portarli ad una naturale e conseguente maturazione. E laddove è facile sbilanciarsi tra il mutarne radicalmente il carattere ed il non cambiarlo affatto, Yukimura si colloca nel mezzo, dando realmente l'idea, grazie ad una perfetta ponderazione, che sia ciò che accade ad incidere inesorabilmente su di loro, e non lui stesso. Il tracollo psicologico di Hachimaki ne è una chiara dimostrazione. I comprimari in quest'opera son tutt'altro che macchiette, e vengono sviluppati con estrema solerzia. Perfettamente contestualizzati nello spazio che abitano. Come il freddo Werner Locksmith, il costruttore della Von Braun, la prima nave spaziale che approderà su Giove. Il cui egoismo provocherà non pochi disastri; o il fratello minore di Hachimaki, il giovane Kyutaro, la cui innata passione per l'universo fa si che costruisca razzi amatoriali per lanciarli con l'intento di raggiungere vette sempre più alte. "Non sarò mai un astronauta di serie b come mio fratello"; Loro padre Goro invece, è un uomo tanto talentuoso quanto esilarante, feticista del Baseball e di riviste porno ha eseguito il primo fuoricampo su Marte. È stato 5 volte sul pianeta rosso. Ognuno ha il suo ruolo, le sue motivazioni e le sue ideologie, con in comune l'amore sconfinato per quell'infinito spazio nero.

Yukimura abbraccia un tipo di fantascienza che ha poco a che spartire con i robottoni di Go Nagai, inscenando un universo realistico e futuribile. Uno spazio freddo ed ostile, nel quale l'uomo non dovrebbe addentrarsi. A pensarla cosi è anche il "Fronte per la difesa spaziale" organizzazione terroristica disposta a tutto pur di impedire all'uomo la colonizzazione del sistema solare. I membri di quest'organizzazione provengono da un paese del medio oriente ormai in balia di povertà e guerre civili, le cui risorse son state prosciugate dalle nazioni più potenti per ricavarne Elio 3. La denuncia sociale ed il riferimento all'Islam è piuttosto palese. La coerenza dell'immaginario ideato dall'autore non teme confronti. La vita nello spazio ha conseguenze fisiche e psicologiche sull'uomo. Le conseguenze fisiche sono rappresentate da Nono, una dodicenne la cui nascita sulla luna le ha causato una statura sopraelevata non adatta alla sua ossatura. Vorrebbe un giorno visitare la terra, ma sa che il suo sogno è irrealizzabile dato che la differenza gravitazionale tra terra e luna potrebbe avere ripercussioni letali sul suo corpo extraterrestre; le conseguenze psicologiche vengono invece rappresentate dall'eccentrico Danshaku. Un essere umano con un buffo ciuffo e seri problemi nei rapporti interpersonali: lavorare nello spazio l'ha portato a credersi un alieno. Ha creato un’ arzigogolata storia per giustificare la sua convinzione. Viene chiamato barone dal momento che i suoi racconti ricordano quelli del barone di Munchausen. Sotto questo aspetto Yukimura si dimostra davvero impeccabile, l'universo da lui costruito è modellato con una precisione cosi certosina da sembrare vivo.

L'introspezione è il focus dell'opera. “Planetes” scava nell'animo umano, i quesiti esistenziali che si pongono i personaggi risultano sempre toccanti ed evocativi, e stimolano più volte il lettore a riflettere. Durante la lettura ad un certo punto è capitato che mi fermassi ad elucubrare su quanto appena letto con lo sguardo trasognante volto al soffitto. Una sera Hachimaki assiste ad un gatto mutilato che dopo esser stato investito da una macchina si trascina morente dall'altra parte della strada, quest'episodio lo segnerà profondamente. A tal punto che nei suoi viaggi onirici il gatto assumerà le fattezze di un Dio consigliere. In "Planetes" Dio è raffigurato come una sorta di entità personale, non collettiva. Come se fosse il guardiano di un universo interiore. Un universo cosi buio da far splendere le stelle. L'autore modula una corrente filosofica esistenzialista, e lascia molto alla speculazione del lettore. Nonostante la profondità delle tematiche del manga, l'opera non risulta mai molesta, grazie anche ad una caratterizzazione eccezionale e volutamente caricaturale dei personaggi.

Yukimura ha un tratto dettagliato e pulito, che tocca nella realizzazione di macchinari ed astronavi la sua massima espressività. Dimostrando una mano esperta (nonostante sia il suo primo lavoro) dalla prima all'ultima tavola.
"Planetes" è un capolavoro, una delle opere fantascientifiche più belle in cui possiate imbattervi, e non solo per ciò che concerne il cartaceo. Non sfigurerebbe accostata a film del calibro di "Solaris" o "2001: Odissea nello spazio".

Personalmente in qualche caso avrei preferito risvolti più drammatici, sopratutto sul finale. Ed ho avuto come la sensazione che un leggero positivismo edulcori un tantino alcune vicende.
Inoltre Hachimaki nei primi due capitoli ha i capelli chiari, che diventano inspiegabilmente scuri dal terzo in poi. Generando un po di confusione. In un' opera cosi minuziosamente costruita una leggerezza del genere stona parecchio.

In conclusione "Planetes" è un seinen che consiglio a tutti, anche a chi non ama la fantascienza. Un manga riflessivo, originale, un vanto per la letteratura giapponese. Peccato solo che le leggere sbavature sopraelencate non gli permettano di raggiungere il massimo dei voti. Per il resto leggetelo e fatelo leggere, che lo spazio è troppo grande per restare soli.

Voto: 9,5


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alex di gemini

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
Planetes appartiene al genere della fantascienza ultrarealistica: siamo nell’anno 2075 e l’umanità ha colonizzato la luna e Marte e si sta preparando a volare su Giove. Ma un problema rischia di rendere difficili, se non impossibili, i viaggi spaziali. E’ la presenza dei detriti che galleggiano attorno alla Terra e che rischiano di abbattere le astronavi. AL che è stato istituito un servizio, da parte di varie aziende, di recupero dei detriti in orbita. Hachi ‘ che nel manga è l’unico vero protagonista, è uno di questi spazzini ma ben presto scoprirà di desiderare ben altro dalla vita e cercherà di entrare a far parte del primo equipaggio umano su Giove. Scelta non facile, dato che i candidati sono più di mille per nemmeno trenta posti. Ci sarebbe molto da dire, ma meglio non spoilerare. Indubbiamente il manga è più stringato e ha meno personaggi rispetto all’anime e la dolce Tanabe non sarà la protagonista. Vediamo già da subito la competenza dell’autore nel trattare la vera vita nello spazio, tanto che sembra quasi di assistere ad un documentario o ad uno slice of life, dato che le cose avvengono naturalmente, spontaneamente, come se non ci fosse alcun intervento da parte dell’autore. Ma il fascino di Planetes deriva altresì dalle grandi domande filosofico esistenziali che suggerisce, in primis il fatto che andare nello spazio non risolve necessariamente i problemi umani, non porta in una dimensione in cui l’umanità sarà libera da tanti mali. Ciò perché è il cuore dell’uomo a generarli, che sia su Giove o sulla Terra o sulla Luna. Non posso non considerare, inoltre, come Planetes sembri raccogliere l’eredità di due grandi autori della fantascienza: Isaac Asimov e Arthur Clarke. Di Asimov in quanto, descrivendo il dibattito tra chi è favorevole e chi è contrario all’esplorazione spaziale, finisca con l’allinearsi al dibattito presente nel romanzo “La fine dell’eternità” in cui il grande autore forniva una motivazione interessante e ancora valida riguardo alla vitale necessità d’esplorare e colonizzare la galassia. O l’episodio della lunarita che commentabene la frase del re della fantascienza: “L’era spaziale inizierà solo il giorno in cui nascerà il primo bambino nello spazio”. L’eredità di Clarke è ancora più evidente: nella prefazione a “3001 odissea finale” l’autore sottolineava come 2001 non fosse tanto un film quanto un documentario sul futuro!. Allora si credeva che lo sbarco sulla luna avrebbe portato ad una rapida colonizzazione lunare, poi allo sbarco su Marte entro la nine degli anni 80 e poi, nel 2001, al primo volo umano su Giove. L’era spaziale sarebbe nata in un attimo. Ciò non è stato, ma in Planetes la sfida viene raccolta e si cerca di descrivere la nascita dell’era spaziale a cento anni di distanza come ci mostra la timeline alla fine del quarto volume. La grafica e la regia delle tavole sono buone ed il finale, giudicato da molti troppo rapido ed ex abrupto mi sembra invece perfetto, grazie anche alla splendida frase di Hachi.Un ottimo manga che pur realizzato da un esordiente intrattiene e forma allo stesso tempo per cui, con un pizzico di generosità, assegno un 10.


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ryo79

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
COMMENTO
"Planetes" è un'opera unica nel suo genere, è qualcosa di più di un manga di fantascienza. Racconta in modo realistico la naturale evoluzione dell'esplorazione spaziale come la conosciamo. Lo spazio ha sempre affascinato l'uomo, che da sempre ha desiderato raggiungerlo; ai giorni nostri, è visto come un luogo ricco di risorse e questi fattori portano l'uomo verso l'esplorazione e la colonizzazione dello spazio, soddisfacendo il suo desiderio di ricchezza e di conoscenza. Il vero protagonista del manga non è lo spazio ma bensì l'uomo con tutte le sue ambizioni, i sogni e i desideri, ma anche tutte le paure, i dubbi e le domande irrisolte. Si tratta di un'opera assolutamente fuori dalle righe, che affronta un argomento decisamente complesso come il rapporto tra l'uomo e lo spazio.

I personaggi sono caratterizzati splendidamente, ognuno alla ricerca della propria strada, del motivo che li ha portati a raggiungere lo spazio. Hachimaki con il suo sogno di esplorare lo spazio con una nave tutta sua; Yuri che decide di intraprendere questa carriera per cercare un oggetto che rappresenta per lui il ricordo della moglie, morta in un incidente nello spazio; la scorbutica ma coraggiosa Fee disposta a tutto pur di ripulire lo spazio; e la giovanissima Tanabe che non sa bene nemmeno lei perché ha deciso di diventare un'astronauta, ma che saprà intaccare il cuore del disilluso Hachimaki. Le varie situazioni in cui vanno a trovarsi i protagonisti vengono utilizzate come metodo narrativo per sviluppare i personaggi e i loro rapporti emotivi. Vengono affrontati diversi argomenti contribuendo a svelare il carattere dei protagonisti, il loro passato e le motivazioni che li hanno spinti a raggiungere le stelle.

Con un approccio molto realistico, Yukimura affronta tutti i problemi che lo spazio può provocare, da quelli fisici a quelli psicologici. Oltre a questo, tutte le situazioni descritte ed i macchinari utilizzati si basano su veri presupposti scientifici e delineano un mondo coerente e realistico. Il tratto di Yukimura è molto pulito, ben definito e ricco di dettagli. Un altro elemento di spicco nella trama è un'imminente missione esplorativa su Giove, a bordo di una nave sperimentale a fusione nucleare. E sarà proprio per intraprendere questo viaggio che Hachimaki riuscirà a superare le sue paure, i suoi timori e tutti i problemi che lo affliggono fino a capire cos'è che desidera veramente, qualcosa per cui combattere, per cui vivere e trovare un luogo a cui poter fare ritorno. "Planetes" è davvero una storia emozionante, profonda, a tratti persino poetica, come il mare di stelle che le fa da palcoscenico.


REALISMO
Diversamente da altri manga a tema fantascientifico, "Planetes" utilizza delle descrizioni molto realistiche dello spazio e del viaggio spaziale. Concetti come il movimento in presenza di bassa gravità o l'assenza totale di peso sono illustrati in maniera molto verosimile. La stessa cosa vale per la vita nello spazio e in ambienti chiusi come navicelle spaziali. Vengono descritte delle navi e dei mezzi spaziali che utilizzano dei moti realistici per muoversi. Anche la necessità di recuperare i detriti spaziali, tema centrale di "Planetes", è basata su un problema reale e in continuo aumento per gli astronauti dei nostri tempi, pericolo che se trascurato potrebbe portare alla cosiddetta Sindrome di Kessler tanto temuta nel manga. Durante la lettura vengono anche spiegati concetti come l'orbita dei corpi celesti, la velocità di fuga, lo zenith, l'atmosfera, ecc.

Lo spazio non è un luogo adatto agli esseri umani e gli astronauti soffrono continuamente di malattie dovute alla permanenza nello spazio, come ad esempio avvelenamento da radiazioni, osteoporosi causata dall'assenza di gravità, riduzione della massa muscolare e problemi psicologici dovuti alla lunga permanenza nel vuoto dello spazio. Un esempio lampante dei problemi relativi alla vita nello spazio è Nono, la ragazza nata sulla Luna, diventata anormalmente alta a causa della bassa gravità del satellite, con la conseguente struttura ossea più fragile e una muscolatura che non potrebbe reggere alla gravità terrestre. L'opera si ricollega inoltre alla storia della missilistica e del volo spaziale. Ci sono diversi riferimenti ai pionieri dell'astronautica come Konstantin Tsiolkovsky e Hermann Oberth e della missilistica come Wernher von Braun e Robert Goddard.


DIFFERENZE TRA ANIME E MANGA
Come ho già accennato nell'introduzione, dal questo manga è stata tratta una serie televisiva. Normalmente esistono due modi per trasporre un manga in un anime, quello di seguire fedelmente la storia originale, oppure quello di reinterpretarla, adattandolo al differente mezzo espressivo. "Planetes" rispecchia il secondo caso. Mentre il manga concentra maggiormente la sua attenzione su Hachimaki, l'anime segue la giovane Ai Tanabe. Questo modifica sensibilmente la struttura della serie fornendo un punto di vista alternativo e molto interessante (specialmente per chi ha letto la versione cartacea), ma trattando gli stessi argomenti del manga e rispettando la complessa psicologia dei personaggi, le atmosfere malinconiche e le spettacolari vedute spaziali. Essendo una serie di 26 episodi, viene sfruttata la possibilità di introdurre nuovi personaggi e proporre situazioni inedite rispetto all'originale.

All'arrivo sulla stazione spaziale, che ospita la sede della Sezione Detriti, Tanabe si ritrova ad avere a che fare con un branco di pazzi. Hachi che se ne va in giro con il pannolone e tuta spaziale (solo la parte superiore), Fee chiusa in una capsula per poter fumare indisturbata, e una serie di personaggi uno più strampalato dell'altro. A differenza di Hachimaki, Fee e Yuri che rimangono più o meno gli stessi, il personaggio di Tanabe è forse quello che soffre maggiormente della transizione. Ai diventa in una certa misura più dolce e ingenua del suo corrispettivo cartaceo (l'hanno disegnata anche più carina in effetti). Tralasciando queste piccole differenze, la versione animata di "Planetes" rispecchia ampiamente lo spirito dell'opera di Yukimura.


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giacgiac

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
"I am a question to the world
Not an answer to be heard"

"I'm Still Here", colonna sonora del film d'animazione "The Treasure Planet", queste sono state le prime parole che mi sono venute in mente al mio primo approccio a "Planetes"; probabilmente ci sono canzoni più appropriate e che meglio si adattano a questo manga, ma, forse a causa dell'ambientazione comune, forse perché adoro questa canzone, sono state queste parole a venirmi in mente. Mi piace definire "Planetes" un fumetto di formazione, un'opera che, in modo metaforico affronta i problemi reali dell'uomo di tutti i giorni, la sua collocazione nella società, lo scopo della sua esistenza, i suoi limiti. Questo manga è ambientato negli anni '70 del XXI secolo, in un pianeta Terra - o forse è meglio dire attorno a un pianeta Terra - in cui la tecnologia è sviluppata a tal punto da permettere all'uomo di insediarsi sulla Luna e su Marte. I protagonisti di questa storia sono i membri della nave spaziale DS-12, addetti alla pulizia di una determinata fascia orbitale terreste, che attorno al proprio pianeta raccolgono "debris" orbitanti -cioè rifiuti spaziali di dimensioni medio-piccole - e li fanno precipitare e disintegrare nell'atmosfera, per garantire un viaggio sicuro alle navi mercantili e militari; l'equipaggio è composto da Fee Carlmichael, un'americana addetta alla pulizia dello spazio da più di dieci anni, Yuri Mihalkov, un russo che ha perso la moglie sei anni prima della narrazione in un incidente spaziale e ora naviga attorno all'orbita in cui l'incidente è avvenuto, nella speranza di ritrovare i resti del volo che li trasportava, Ai Tanabe, giovane apprendista astronauta giapponese dalla scarsa esperienza ma dalla grande forza d'animo, e infine Hachitora Hoshino, detto Hachimaki, un ragazzo giapponese col sogno di comprare una navicella spaziale e vagare libero nello spazio per il resto della propria vita. Lo stile di disegno è realistico e attento ai particolari, l'ambientazione spaziale è resa benissimo, dalla precisa e minuziosa caratterizzazione delle apparecchiature spaziali di ogni genere alle vedute alienanti dello spazio profondo e dei pianeti. I personaggi sono ben distinguibili e caratterizzati, ciascuno col proprio carattere, mai stereotipati e molto realistici, perfettamente inseriti nel loro contesto. Resta solo una cosa da spiegare, il motivo fondamentale per cui ho amato questo manga alla follia, nonché il motivo delle due righe all'inizio, cioè ciò che, trama e disegni a parte, "Planetes" può trasmettere.

[Questo paragrafo contiene spoiler]
Per parlare del vero significato di "Planetes", cioè quello metafisico, e di ciò che veramente lascia nel lettore, non è possibile non fare riferimento ai nodi cruciali della trama. "Planetes" è uno spaccato di vita nello spazio, un'opera che mette i propri personaggi di fronte a problemi veri, reali, che li sospende in una dimensione separata dalla realtà, li aliena, li fa andare in crisi e alle volte li fa uscire. Lo è con la figura di Hachimaki, un ragazzo convinto che non esistano limiti per l'uomo, che basti impegnarsi, mettere anima e corpo in quello in cui si crede per raggiungere il proprio sogno; è testardo, ha il profondo desiderio di vagare libero e solitario nello spazio ed è intenzionato a realizzarlo prima o poi.
"I won't listen anyway
You don't know me
And I'll never be what you want me to be."
Lo è con lo scontro tra lo spirito di Hachi e l'amore universale di Ai - che guarda caso in Giapponese significa proprio "amore" -, la quale cerca di convincerlo in tutti i modi ad abbandonare lo spirito di lupo solitario e ad aprirsi alle altre persone.
"Lo spazio è troppo ampio per restare soli".
Lo è con lo sforzo di Hachimaki, che decide lo stesso di provare a realizzare il suo sogno, partecipando alle selezioni per la prima spedizione su Giove nella storia dell'umanità, con l'allenamento e le dure prove fisiche e mentali, che lo spingono oltre i suoi limiti psico-fisici, portandolo a un collasso introspettivo davvero spettacolare agli occhi del lettore.
"Non so se è soltanto fantasia
o se è solo una follia
quella stella lontana laggiù.
Però io la seguo e anche se so
che non la raggiungerò potrò dire
ci sono anch'io."
Lo è nei sogni di Hachi, in cui appaiono le persone che il protagonista ha incontrato lungo il viaggio e, come una seconda coscienza lo interrogano su quello che era, su quello che è diventato e su quello che diventerà; lo è durante una notte insonne, in cui egli assiste alla morte di un gatto randagio investito da un'auto, che, agonizzante, trascina fuori dalla carreggiata il suo corpo dilaniato, le interiora a vista, emblema della società che schiaccia i più deboli - sia fisicamente che mentalmente; lo è nelle allucinazioni di Hachi, in cui l'animale tormenta il suo animo. Lo è nell'illuminazione, nell'acquisizione della consapevolezza che il cosmo cui mira è in realtà tutto ciò che lo circonda, nel capire di essere una domanda, qualcosa di incerto nell'infinità dell'universo, e che da solo, non può vincere
"In questo mondo non esistono che parti di spazio. A cui persino io sono collegato. E questo è l'inizio dello spazio."
Lo è infine nel raggiungimento del suo obiettivo, di Giove, della pace dell'animo.
"Ho imparato che non posso smettere di amare le persone."

Per concludere, "Planetes" non è stato per me semplicemente un fumetto, è stato un po' una lezione di vita, questo il motivo di una recensione non esattamente canonica, che anzi, vuole anche essere una sorta di sfogo personale. Nell'atto di stilarla mi sono ricreduto persino sul voto, viziato sicuramente dall'impeto di una lettura e seguente rilettura e consapevole che quest'opera non è perfetta; ad ogni modo dico 10.


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Evangelion0189

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7
Avendo già visionato la semi-deludente trasposizione animata in ventisei puntate, per forza di cose mi sono ritrovato a leggere Planetes, breve manga in quattro tankōbon ormai diventato tra gli appassionati un piccolo cult, tanto da indurre la Planet Manga, quasi dieci anni dopo una prima edizione datata 2003, a ripubblicarlo in tre volumi deluxe alla decisamente non modica cifra di 12,90 € cadauno. L'allora neo-mangaka Makoto Yukimura è oggi famoso anche per Vinland Saga, serie tuttora in corso e di genere totalmente opposto rispetto alla sua prima opera: se infatti Vinland Saga è uno storico d'azione, dal canto suo Planetes si può perfettamente inserire nel filone della hard science-fiction (per intenderci, la fantascienza "tecnologica" ricca di dettagli scientifici plausibili, alla maniera di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick o dei manga di Yukinobu Hoshino). È ora di accennare alla trama.

Situata tra la Terra e l'orbita terreste intorno al 2075 e il 2080, la vicenda di Planetes ha per protagonisti i membri della Sezione Space Debris incaricati di smaltire quotidianamente tonnellate di rifiuti spaziali: è risaputo che rottami di ogni genere in orbita attorno al nostro pianeta aumentano sempre di più e l'intreccio narrativo offertoci da Yukimura prospetta proprio tale realtà, in un futuro in cui la colonizzazione spaziale è già una realtà concreta (è il caso della Luna). Conosciamo quindi i netturbini dello spazio: i giapponesi Hachirota, il cui soprannome "Hachimaki" deriva dalla fascia tipica dei kamikaze, e Tanabe, moralista e sentimentale fino all'inverosimile ma dotata di una grande forza d'animo; l'americana Fee, che cerca in tutti i modi di smettere di fumare senza successo dando vita a situazioni esilaranti; il russo Yuri, efficiente, taciturno e segnato da un triste passato. La pletora di personaggi secondari in cui i protagonisti si imbatteranno e le situazioni di crisi che di volta in volta si troveranno ad affrontare servono da pretesto per dar loro un degno approfondimento psicologico: si chiederanno cosa provano per lo spazio, avvertiranno il fascino e il terrore dell'infinito, sentiranno la nostalgia di casa, si ritroveranno a fare i conti con le proprie famiglie e il proprio passato. A condire il tutto, secondo i canoni della fantascienza hard, i problemi relativi alla vita e all'impiego nello spazio: malattie legate alle radiazioni e disturbi psicologici derivanti dalla lunga permanenza nel vuoto, giusto per fare un paio di esempi. È proprio tutto questo a rendere la storia di Planetes e i suoi personaggi tanto plausibili: storie umanissime in un futuro possibile e credibile.

Il disegno di Yukimura, seppur acerbo rispetto a Vinland Saga e non esente da sviste (nei primi due capitoli Hachimaki ha i capelli chiari, a partire dal terzo questi diventano marcatamente scuri), promette già benissimo: nonostante alcune prospettive dei volti dei personaggi risultino in parte legnose, per il resto il tratto dei personaggi è morbido e semi-realistico e la cura al dettaglio per navi spaziali ed edifici è di altissimo livello. Alcuni punti della storia ristagnano su se stessi e sembrano far procedere il racconto troppo lentamente, ma in linea di massima Yukimura è un ottimo narratore in grado di coinvolgere il lettore al punto giusto. Detto questo, è molto difficile dare a Planetes un voto inferiore al "discreto".


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Kabutomaru

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
Solitamente quando uno pensa alla parola fantascienza subito immagina armi tecnologiche, scontri contro alieni e pianeti e mondi ignoti. Planetes, pur essendo un'opera fantascientifica non è niente di tutto questo ma appartiene al filone della fantascienza realistica, tratteggiando temi e situazioni davanti alle quali l'umanità potrebbe presto trovarsi. Il manga di Makoto Yukimura è stato recentemente rieditato da Planet Manga, in un'edizione di 3 volumi in grande formato, con pagine a colori e muniti di sovra-copertina al prezzo di 12.90 euro.

La storia è ambientata nel 2075, periodo in cui l'uomo ha compiuto enormi progressi in campo spaziale, costruendo una colonia stabile sulla Luna e impiantato su Marte una base. Tre astronauti (quattro successivamente) della società Technora si occupano della raccolta degli Space Debris (detriti spaziali) circolanti nell'orbita terrestre. Il loro mestiere non è molto considerato dagli addetti ai lavori (hanno infatti un'astronave scadente, stipendio non molto elevato etc…), ma il loro lavoro è indipensabile, poiché basta che un solo piccolo detrito colpisca un'astronave di passaggio per causare una strage. La raccolta dei detriti però, è solo un escamotage creato dall'autore per trattare temi e argomenti di più vasta portata. Si spazia infatti dal problema ecologico (gli esseri umani hanno inquinato a tal punto lo spazio che i collegamenti Terra-Luna sono difficoltosi) a quello dei sogni e delle domande sull'esistenza di Dio, sino al terrorismo, che considero la tematica più importante del manga, poiché la nazioni più potenti della Terra (Stati Uniti in testa), incapaci di risolvere i grandi problemi che affliggono il nostro pianeta, si arrogano anche il diritto di sfruttamento delle risorse energetiche per fini meramente economici. E per tal motivo il Fronte Spaziale per la difesa dell'Universo farà di tutto per fermarli. Il tutto è trattato però in modo non eccessivamente filosofico, poiché si punta a sensibilizzare il lettore su determinate situazioni e il tutto è trattato con estremo realismo (pericoli del mestiere, difficoltà di movimento a bassa gravità, malattie, tecnologia delle astronavi etc…), che rendono Planetes un capolavoro.

Il manga si incentra su quattro astronauti. A ognuno di loro sarà dedicato un approfondimento. Si parte Yuri Mihailokov, russo di mezza età apparentemente freddo e solitario; poi c'è Hachimaki Hoshino, giovane giapponese con una visione nichilista della vita ma con un sogno assurdo nel cassetto; per poi passare a chi di sogni e amore ne ha fatto la sua filosofia e ragione di vita, la giovanissima giapponese Ai Tanabe. Infine c'è l'americana Fee, capitano della Toy Box, dotata di un forte senso di giustizia e alle prese con le responsabilità del suo ruolo.

Così come l'opera anche il disegno di Yukimura è estremamente realistico nel rappresentare astronavi, componenti tecnologiche, tute spaziali, equipaggiamento e così via. I personaggi sono realistici e ben raffigurati nei loro lineamenti del viso, il che li rende estremamente espressivi. Il motivo principale per cui ho adorato Planetes è la rappresentazione che dà dello spazio. Un'accurata scelta di inquadrature e prospettiva rende benissimo, agli occhi del lettore, la profonda e oscura vastità dell'universo, nei cui confronti l'essere umano è un misero granello di sabbia. In mezzo a tutto quel buio però, si affaccia il nostro bel pianeta Terra che crea nel lettore l'idea di posto sicuro in mezzo al vuoto presente.

In sostanza, se volete approcciarvi ad opere più mature oppure volete una fantascienza più realistica, non posso che consigliarvi caldamente Planetes. Certo non è la perfezione, poiché magari per chi cerca una trama delineata (il manga si basa su capitoli o gruppi di capitoli auto-conclusivi) resterà in parte deluso. Però, un difetto che ho riscontrato è che Yukimura molte volte lascia che sia il lettore a trarre le sue conclusioni, e per chi come me (sono privo di fantasia ed d'intuito) vuole che il tutto sia spiegato dall'autore (perché è la sua l'unica interpretazione che dovrebbe emergere), fa un pochino rabbia non avere un'unica visione certa e oggettiva della realtà delle cose. Comunque sia, se amate lavorare d'intuizione, sono certo che Planetes sarà presto uno dei vostri manga preferiti.


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King Ganon

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
TRAMA IN BREVE:
In un futuro non troppo lontano in cui l'uomo si è avventurato sempre più verso lo spazio si presenta la necessità di introdurre una nuova figura: lo spazzino spaziale. Seguiremo le vite dei componenti dell'equipaggio di pulizia di Fee.

COMMENTO GENERALE:
Risulta arduo definire Planetes un manga di fantascienza, perché di "fanta" ha ben poco, e anche la "scienza" non sarà altro che un contorno ed un pretesto al procedimento del racconto.
Se c'è una cosa che Makoto Yukimura è in grado di fare è caratterizzare i personaggi, e questo è diventato una realtà di fatto con la sua opera successiva: Vinland Saga. I protagonisti di quest'opera, infatti, vengono approfonditi in tutte le facce della loro personalità, per questo, dicevo, la fantasia e la scienza possono essere molto fuorvianti se riferite a questo manga. Mi trovo a disagio anche a parlare di manga "psicologico", perché non ci sono ragionamenti arguti, non c'è un vero approfondimento delle capacità intellettive dell'uomo, anzi! È l'evento che cambia il pensiero, non il contrario. Planetes rientra sicuramente meglio nel genere Slice of Life, ed il maestro Yukimura riesce ad utilizzare egregiamente la metafora dello spazio per metterti la pulce nell'orecchio e farti paragonare tali eventi alla vita reale, alla vita sulla Terra, alla TUA vita. Perché il vero obiettivo dell'autore non è la sensibilizzazione verso l'evoluzione della scienza e dell'uomo verso lo spazio (come magari può esserlo un 2001 Nights), bensì la riflessione sulla nostra condizione di uomini. Che cos'è quindi Planetes? Un saggio filosofico che utilizza magistralmente la metafora fantascientifica adattata alle modalità descrittive del genere Slice of Life.

STILE DEL DISEGNO:
Il disegno è, come al solito, dettagliatissimo e molto realistico, ma che sa adattarsi anche alle situazioni più rilassate e comiche senza destabilizzare il lettore.

EDIZIONE:
La più nuova (2012) consta di 3 volumi giganti con sovraccoperta, buona carta e prezzo di 12,90.

VOTO:
Metto 9 perché alcuni spunti non sono stati approfonditi abbastanza, altrimenti era un 10 assicurato.

CONSIGLIATO A:
Chi ha voglia di mettersi in discussione e di meditare sull'uomo e su sé stesso.


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Drosselmeyer

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
Mi sono accostato sempre con molta prevenzione e scetticismo ai manga cosiddetti "fantascientifici", anche se nella categoria si può far rientrare un numero di argomenti piuttosto vasto. Per semplificare diciamo che le ambientazioni nello spazio o su altri pianeti non hanno mai attirato la mia curiosità o il mio interesse soprattutto quando si accompagnano a lotte con mostri, extra-terrestri, creature dall'aspetto incerto molto distanti dalle convenzionali "forme umane" e dalle loro problematiche.
Tuttavia, questo manga si discosta non poco dai tradizionali "topos" fantascientifici (come l'eterna lotta tra il bene e il male), arrivando ad utilizzare l'infinità dello spazio che ci circonda e ci inghiotte come pretesto per approfondire tematiche, interrogativi e inquietudini che, attraverso i personaggi, riguardano l'essere umano in generale.
Anzi, è proprio lo spazio, nella sua infinita vastità e nel suo essere "ignoto" e inaccessibile, che amplifica quelle sensazioni, quei dubbi e quelle debolezze che riguardano la vita di tutti i giorni sulla Terra e che accompagnano tutti noi nel suo normale svolgersi giorno dopo giorno.
I quattro personaggi di questa breve storia si ritrovano - in un futuro non troppo lontano in cui l'uomo, dopo aver esaurito sconsideratamente le risorse terrestri, si lancia alla conquista e al saccheggio delle risorse di altri pianeti - a misurarsi con loro stessi e a fronteggiare e cercare di accettare i propri limiti, ma solo dopo aver acquistato la consapevolezza che questo confronto con se stessi non può essere superato da soli.
Personalmente ritengo che la storia si sarebbe potuta sviluppare meglio con qualche albo in più. Tuttavia, l'autore è riuscito a concentrare in pochi numeri tematiche molto importanti e a far riflettere su problemi che, se non affrontati per tempo, potrebbero portare a delle situazioni irreparabili per l'intero genere umano ben prima di arrivare al 2075.
Pur ambientato nel futuro, questo manga è molto più attuale di quanto si possa immaginare.


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AkemiMas

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
Ho da poco iniziato a leggere manga di genere seinen e sopratutto manga fantascientifici. Planetes è stato il mio secondo manga ambientato nello spazio. Sono riuscita a comprare la serie con una botta di fortuna e l'ho letta in due giorni.
La mia idea sulla fantascienza fino ad ora era una cosa del tipo mostri orribili e macchine spaziali. Questo manga ha cambiato la mia idea di vedere le cose.
La storia sembra una comune storia ambientata nello spazio, ma riserva a chi la legge emozioni che, almeno personalmente, non avevo mai provato.
L'attenta analisi psicologica dei personaggi, le loro avventure, le situazioni di tensione e quelle di pura calma, il campo d'azione che va dallo spazio alla terra, ed il concetto di "casa" che a mio parere viene ampliato in questo manga, ne fanno un'opera assolutamente spettacolare, che tutti dovrebbero leggere.


 4
ramensoup

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
Ho letto questa mini-serie solo dopo aver visto l'anime. Ammetto di essere rimasto interdetto davanti alle abissali discrepanze tra i due prodotti, i quali non c'entrano niente l'uno con l'altro se non per i personaggi e il contesto in sé. Il manga rispetto all'anime lascia molto meno spazio a ruffianeschi tentativi di conquistare il pubblico (mossa ovvia, se no come lo vendi il prodotto?), ma è anche vero che risulta un po' meno incisivo nell'esternare quelli che sono i sentimenti dei personaggi, nonché il loro carattere. La grafica e i disegni sono anche loro molto diversi da quelli dell'anime.
Due prodotti estremamente eterogenei ma di sublime qualità. Non solo da leggere, ma da avere assolutamente.


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ShinichiMechazawa

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
C'è uno stereotipo molto diffuso riguardo la fantascienza: secondo la maggioranza delle persone questo genere non è altro che un fantasy con ambientazione futuristica, con alieni, spade laser e astronavi a fare le veci di elfi e anelli incantati.
In realtà la migliore fantascienza è quella che riesce a proporre situazioni e ambienti futuribili ma realistici e credibili al tempo stesso, e Planetes non fa eccezione.

L'opera di Makoto Yukimura è ambientata nel futuro e immagina una Terra in cui lo sviluppo dell'industria aerospaziale abbia fatto passi da gigante ma anche generato problemi, come il moltiplicarsi di pericolosi detriti che fluttuano nello spazio.
Il realismo si riflette anche nei disegni: i mezzi spaziali e le ambientazioni sono disegnati con un'enorme dovizia di dettagli con una cura che supera il maniacale.
Ovviamente un grande fumetto ha bisogno anche di personaggi ben caratterizzati; anche su questo fronte si può stare tranquilli dato che Hachimaki, Ai, Fee e Yuri sono credibili e davvero "umani".

L'edizione italiana è curata dalla Panini e il rapporto qualità prezzo è tutto sommato buono. Per concludere, Planetes è una delle migliori opere fantascientifiche del decennio appena passato ed è consigliato anche a chi di solito non apprezza questo genere.


 1
Nina

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
Sono contentissima di aver recuperato un manga come Planetes. Non so cosa di preciso mi abbia colpito, se i disegni, la storia o i personaggi, ma un voto alto se lo merita davvero.

La storia è semplice, ma proprio per questo affascina. Tanti piccoli racconti, altrettante piccole avventure per i protagonisti. In ogni storia si scava nell'animo, ma anche nel passato, di questi spazzini dello spazio, scoprendo le paure, le debolezze, ma anche i sogni di ognuno di loro.
Accanto a queste piccole storie, ve ne è una più grande, che racchiude le altre: la conquista dello spazio da parte dei terrestri e la guerra tra Stati Uniti e l'esercito della Repubblica, senza contare le minacce terroriste. E' il teatrino dove si muovono i personaggi e come tale influisce nelle loro azioni.

L'ambientazione è bellissima, quasi perfetta: il cosmo, disegnato in maniera puntigliosa. Fantastico lo studio delle navi che sono riprodotte quasi maniacalmente sulle pagine del manga.
I personaggi sono ben studiati e ben caratterizzati, anche i disegni contribuiscono a trasmettere le loro emozioni.

E' un manga che consiglio a tutti, sarà per l'ambientazione, sarà per la psicologia dei personaggi, ma un voto alto se lo merita davvero.


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Robocop XIII

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
Ho conosciuto quest'opera grazie alla classifica dei migliori anime di sempre di AnimeClick.it, e questa estate ho avuto modo di vedere qualche puntata.
Finite le vacanze, ho trovato il manga. Credevo fosse impossibile bissare le emozioni provate nell'anime, ma durante la lettura del manga mi son dovuto ricredere.
Innanzitutto i personaggi, caratterizzati ottimamente, i disegni non troppo dettagliati ma adattissimi al ruolo. Il Mecha-Design poi è più che dettagliato, quasi perfetto, anche se tengo a specificare che si tratta del il primo manga fantascientifico che leggo.
La trama è composta da tante piccole storie auto-conclusive, che però delineano nel corso di 4 tankobon un'unica storia (e che storia!).
La parte "scientifica" del manga poi è molto realistica, come già detto da molti.
Il manga è adatto ad ogni palato, si passa da teorie e citazioni scientifiche(come già detto) a spunti filosofici già triti e ritriti ma proposti in un modo mai banale.
Interessanti i "viaggi onirici" di Hachimaki, che possono sembrare troppo fantasiosi o "senza senso" ma sono zeppi di metafore e di collegamenti tra loro.

<b>[Attenzione, Spoiler]</b>
Finale: quando Hachi e il resto del team si stavano avvicinando a Giove, mi sono emozionato.
Come se stesse succedendo veramente! Ero seriamente incuriosito da cosa Hachimaki avrebbe detto in prossimità del pianeta, avevo la pelle d'oca.
E poi ultimo ma non meno importante, vedere i personaggi crescere e cambiare nel corso della lettura: ti fa sentire più vicino a loro, a capire cosa provino. Manga stupendo, 10!


 1
Aniya

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
Un ottimo manga, dal quale non si poteva che trarre un altrettanto buon anime.
Non impazzisco per il modo in cui l'autore disegna le persone (tuttavia dalle loro espressioni si evince facilmente i loro stati d'animo), ma le ambientazioni sono curate nei minimi particolari, tanto da sembrare reali.
Ho preferito l'anime alla versione originale sotto certi aspetti, ad esempio l'episodio in cui si parla della ragazza nata sulla Luna, forse per le eccelse ost.
Uno delle poche serie in cui entrambe le versioni sono da 10.

Utente1594
Utente1594

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
Planetes è un manga che avvolge il lettore; che lo accompagna in un futuro non troppo lontano, il 2075, e gli narra le storie di Fee, Yuri, Hachimaki e Tanabe: quattro netturbini spaziali ma, prima di tutto, quattro esseri viventi, quattro umani, limitati dalle proprie debolezze e dal loro carattere, che in comune hanno un amore immenso per lo spazio.
In quest’opera non vi è una trama vera e propria, ma tanti racconti in cui vengono evidenziati lati nascosti dei protagonisti, in cui si scava all’interno del loro passato per farne fuoriuscire sentimenti, emozioni, pensieri, avventure dal singolare palcoscenico: il cosmo.

Makoto Yukimura, autore del manga, decide d’approfondire ad ogni volume un personaggio e renderlo, superficialmente, protagonista.
Nel primo si scoprirà di più sulla apparente freddezza del russo Yuri Mihailokov; col secondo numero sarà il turno del giapponese Hachimaki Hoshino ragazzo dalle grandissime ambizioni e dal forte carattere; l’amore di Tanabe Ai per qualunque essere vivente prenderà vita nelle vignette del terzo volume per finire con Fee, il suo senso della giustizia e le sue difficoltà familiari.

Yukimura compie un grandissimo passo avanti nel settore fantascientifico cartaceo: perché inventarsi per la Terra pericoli alieni, pericoli esterni all’uomo, quando vi è l’uomo stesso e la sua tendenza autodistruttiva?
Il nemico è dentro le linee amiche, non fuori: i rifiuti generati dai numerosi razzi e satelliti lanciati oltre l’atmosfera impediscono alle navi spaziali di viaggiare senza essere gravemente danneggiate; i terroristi per la protezione dello spazio compiono attentati contro progetti d’espansione spaziale; la mente umana, davanti alla totalità del cosmo, all’imponenza dei pianeti, alla solitudine e al buio del vuoto… non riesce a reagire.

Con un realismo quasi maniacale nelle raffigurazione delle navi spaziali, dell’equipaggiamento usato, delle stelle, delle galassie; ma anche nella psicologia dei quattro protagonisti, questo manga vi inviterà a riflettere come pochi altri; a pensare come non mai sulla nostra esistenza, sul valore dell’amore, dell’amicizia e della giustizia.

L’edizione Panini è buonissima nel rapporto qualità/prezzo (4€ per buona carta, rilegatura e stampa; fantastiche sovra copertine) ed egregiamente curata da Davide Castellazzi.

Consigliatissimo; ma un solo avvertimento: in questa lettura non cercate una storia, una trama da seguire con attenzione (ne rimarreste delusi), semplicemente lasciatevi trasportare dal tratto, dalla splendida sceneggiatura e dalla grandissima umanità con cui vengono presentati i vari personaggi.

dinogen

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dinogen

Volumi letti: 4/4 --- Voto 10
Capolavoro assoluto.
Uno dei migliori mai letti.
Semplice nella trama ma veramente coinvolgente.
L'ambientazione spaziale è talmente curata nei particolari da risultare godibile al massimo per chi ama la fantascienza come me.
Ho visto anche l'anime e sono riusciti a mantenere anche lì un livello eccellente.

Nikessj3

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Nikessj3

Volumi letti: 4/4 --- Voto 9
Ho scoperto il manga relativamente da poco e comunque dopo aver visto l'anime. Dopo una difficile e lunga ricerca tra arretrati della Panini, sono riuscito a leggerli tutti e 4 e devo dire che non mi hanno per niente deluso. Difficile che un manga deluda quando è piaciuto l'anime, ma devo dire che questo è uno dei pochi casi in cui il manga non è superiore alla controparte animata. La storia è sicuramente più elaborata, e copre un'arco temporale decisamente maggiore e i personaggi sono più sviluppati (anche se nell'anime ce ne sono decisamente di più), cambia il rapporto con Ai. Nel manga la ragazza ha un ruolo non predominante, quasi marginale al contrario dell'anime e io preferisco decisamente quest'ultima. Al manga forse manca un po' di colore (in senso figurato eh!) e la storia è resa volutamente più seria rispetto all'anime. Credo si possa parlare di due prospettive diverse di una stessa storia, e il connubio è decisamente ottimo.

Tina

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Tina

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
Ho visto per primo l'anime che mi è piaciuto veramente tanto, quando ho scoperto l'esistenza dei manga li ho acquistati subito. In un primo momento mi sono trovata un po’ spiazzata, perché i personaggi sono in numero ridotto, il protagonista è Hachi mentre Tanabe appare molto più avanti, inoltre la narrazione è abbastanza diversa, nonostante tutto ciò non vedo queste caratteristiche come difetti, direi piuttosto che potrebbero essere benissimo complementari uno dell’altro.
Tina