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Biomega-Ro

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
"Innocent" racconta la Rivoluzione Francese dal punto di vista, insolito, del boia. A dire il vero quando il manga arriva al numero 9 la rivoluzione non è neanche iniziata... Per vedere una ghigliottina all'opera bisognerà andare oltre "Innocent" ad "Innocent rouge" che è il seguito senza il quale Innocent è praticamente incompleto. Questa cosa non mi è piaciuta per nulla: perché dividere in due un'opera unitaria?

La risposta è che si tratta di una trovata commerciale per vendere di più. Una logica di commercio, dunque, e non autoriale. Così come non mi sono piaciuti tutti gli allungamenti di brodo della boia-donna e della sua omosessualità. Davvero un modo maldestro di trattare l'argomento che priva quest'opera del suo 10. Come voto si ferma infatti a 9, non di più, ma veniamo alle cose belle.

Dicevo che ciò che contraddistingue l'opera da tutte le altre di carattere storico sulla Rivoluzione è il punto di vista assunto, cioè entriamo nella Francia di fine 1700 con gli occhi del boia, guidati dal nostro protagonista carnefice, ed è meraviglioso. Nelle sue parti più belle il manga risulta veramente innovativo e ben disegnato, nelle sue parti peggiori invece risulta scopiazzato da film come "Maria Antonietta" di Sofia Coppola (gran bel film, ma perché Sakamoto praticamente lo ricopia?). L'esattezza storica, inoltre, ve la dovete proprio dimenticare perché sono stati inserite vicende romanzate guidate dalla necessità dell'adattamento-manga (hanno dovuto "mangjizzare" le cose insomma) con qualche combattimento wuxiapian-duello di troppo, déjà-vu, e quel boia femminile dalla pettinatura punk, mascolina che rappresenta la quota troppo rosa del manga. La sorella del protagonista risulta a partire dal numero 7, un'omosessuale tanto abile da scalare la gerarchia sociale e riuscire ad avere rapporti intimi con la regina Maria Antonietta che si innamora, per giunta di lei! È davvero il caso di dire che Shinichi Sakamoto ha fatto una "boiata". Davvero evitabile come situazione, ma prendiamola come una cosa simbolica per dire che la rivoluzione francese è stata in parte anche femminista.

Nonostante gli errori, le ingenuità, le deformazioni dell'adattamento manga, gli eccessi fantasiosi, che però cadono nei cliché di roba trita e ritrita, il voto per quest'opera resta alto, per via di quel punto di vista insolito, quello del boia che consente il lettore di mettere in connessione e dialogo "Innocent" con opere come "il manuale del boia" di Duff e con "dei delitti e delle pene" di Beccaria, con i musei della tortura e con quelle riflessioni antropologiche che spiegano come la capacità di infliggere dolore, pianificandolo, sia una caratteristica specifica dell'essere umano che manca in altre specie. "Innocent" è quindi a suo modo una grande lezione di storia, per esempio esemplifica benissimo il concetto di "esecuzione pubblica" e di "disciplinamento" per come lo troviamo in Foucault, per dire. Sono queste le parti migliori del manga assieme a quelle che denunciano i vizi e la disumanità della classe dirigente francese, ovvero di quella "nobiltà" che perderà la testa perché il popolo vessato insorgerà. L'Ancien Regime è vivo in "Innocent" e spetta al lettore abbatterlo di nuovo, tutte le volte che sarà necessario.

I disegni sono belli e spesso eccessivi. Non troppo dettagliati. Vengono usate spessissimo metafore visive come escamotage narrativo, per esempio una rosa deflorata, una pannocchia di mais tranciata, ratti morti, ragni ecc... A volte questo è un bene perché racconta di più del realismo, ma molto più spesso è un male perché racconta veramente di meno e in un manga sul boia ci stava scendere in dettagli.

Di Sakamoto ho letto "Kiomaru" (bella storia, anche se non è sua) e "Masurao". Opere carine di cui ho scritto altrove. Sono curioso di leggere "The Climber" che dovrebbe essere il suo capolavoro, ma 17 numeri mi sembrano un po' troppi... Comunque lo prenderò e vi dirò. Se "Kiomaru" anticipava qualcosa sull'arrampicata, "Innocent" anticipa qualcosa del successivo manga vampiresco dell'autore (su Dracula).

Al contrario di quanto qualcuno ha sostenuto, dichiaro che non ci vuole poi così tanto stomaco a leggere questo manga, a volte troppo soft ed edulcorato. Resta da dire che niente del genere era mai stato fatto o tentato, quindi bravo a Shin'ichi. Alla prossima.


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kirk

Volumi letti: 4/9 --- Voto 4
Ho sentito parlare di Shinichi Sakamoto come di un virtuoso del disegno: prima di giustificare il mio voto bassissimo a quest’opera devo dire che è vero. Se mi soffermassi solo sul virtuosismo delle immagini il mio voto dovrebbe essere 10 per l’accuratezza con cui veste i suoi personaggi o descrive un corpo martoriato… il quarto volume - se guardassi le immagini come al solito, senza dare un secondo giudizio - su perché è sbagliato quello che vedo, dovrei dire che è meraviglioso.
Ma in cosa consiste questo secondo giudizio? È la prima volta che lo applico, ho visto già manga e anime in cui domina la violenza, ma uno splatter così allucinante… beh quello mai!
L’autore punta direttamente allo stomaco del lettore, certo l’autore cerca di giustificarsi: sono una famiglia di carnefici, dopo tutto, i protagonisti!
Ma non fa nulla: quello che vedo - per una volta - non lo giustifico. E da quello che ho capito proseguirà anche nei prossimi volumi!
No, io mi fermo qui, al quarto volume, conscio dei miei limiti di sopportazione.

Dichiaro che i disegni di Sakamoto sono di una bellezza insopportabile nel descrivere le torture… voto? Quattro: ho letto manga senza senso a cui ho dato un voto superiore, ma in nessuno di questi il suo autore ha traviato la sua arte in questo modo: a "Violence Jack" ho dato ad esempio 8, nonostante scene dure, ma in Nagai non c’è il piacere sadico di una violenza descritta in modo da indurre il lettore a compartecipare del dolore della vittima.


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ThaKid

Volumi letti: 9/9 --- Voto 10
Non parlerò della trama, dato che è già riportata nell'apposita sezione.

Questo manga è un capolavoro, l'essenza più vera della nona arte. Io sono un lettore molto esigente, che non perdona i buchi di trama, le cose a caso non spiegate, né dialoghi e caratterizzazione dei personaggi qualunquisti. Beh, signori, qui non troverete cose del genere. Poetico, commovente, profondo, malinconico, crudo, romantico. Io non ho più aggettivi.

I disegni ovviamente sono pura arte. Un uso essenziale del chiaroscuro, lascia apprezzare al massimo i tratti finissimi del maestro. L'uso del bianco abbaglia il lettore nelle parti di pura narrazione per far spazio ad un nero opprimente nel corso di esecuzioni e torture.

Oltre alla trama stupenda, ai personaggi memorabili, ciò che mi ha colpito è la sceneggiatura, con tavole esplicative delle metafore che usano i personaggi nei loro discorsi.

Non è un manga per tutti, ma se siete amanti del genere lo apprezzerete e lo amerete. Garantito.


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diavol90

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9,5
Trama: ci troviamo a ridosso della rivoluzione Francese, una delle fasi storiche più affascinati e cariche di contrasti tra bene e male. Protagonista dell'opera è la famiglia Sanson, boia incaricati della famiglia reale francese di giustiziare i criminali, secondo la volontà divina del Re. Maggior focus è posto sulla vita di Charles-Henri Sanson, futuro capofamiglia e boia di Parigi dalla sua adolescenza fino all'età adulta.

Disegni: le tavole di Sakamoto sono qualcosa di eccezionale e si susseguono in una sequenza quasi scenografica. Alcune vignette hanno un carico di dettaglio tale da sfiorare il fotorealismo e rappresentano al meglio, tramite gli sguardi, la sofferenza del protagonista e la sua trasformazione da "Innocente" a "Boia". Il vero punto di forza è la qualità con cui l'autore è riuscito a ricreare il periodo storico, dai vestiti dei personaggi alla città di Parigi trascinando il lettore all'interno del periodo storico francese.

Edizione: il manga è stato pubblicato da JPOP in nove volumi al costo di 6€, con due pagine a colori iniziali. Il lavoro fatto da JPOP è buono, ma è veramente un peccato portare dei disegni così belli e dettagliati in un formato troppo ridotto, non valorizzando le tavole dell'autore.

Considerazioni Personali: Non ritornavo ad un'opera sulla rivoluzione francese da quando ero piccolo e seguivo "Lady Oscar" su Italia 1. Il periodo storico per quanto oggettivamente affascinante non mi ha mai interessato molto, ma quest'opera mi ha fatto cambiare idea. I disegni dell'autore mi hanno sconvolto nel profondo e mi hanno trasportato nell' avventura del Boia di Parigi, trascinandomi totalmente al suo interno.
L'opera è consigliata a tutti a patto che si riesca a sopportare una dose di gore e splatter che può risultare anche terribile per le persone più sensibili.


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bob71

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
Fra gli autori più interessanti che la fertile industria del fumetto giapponese ha esportato negli ultimi anni, emerge senza dubbio il nome di Shin’ichi Sakamoto, che già si era fatto notare da una nutrita schiera di appassionati italiani grazie a The Climber (vincitore in patria dell’Excellence Prize all'edizione 2010 del Japan Arts Media Festival) pubblicato da J-Pop Manga, editore che lo aveva anche ospitato nel 2011 a Lucca Comics & Games. Il mangaka, originario di Osaka, classe 1972, ritorna prepotentemente sulla scena con la sua ultima fatica; una tragedia in nove atti appena finita di stampare sempre per lo stesso editore: l’oscuro e disturbante Innocent.

La trama di estrazione letteraria (si tratta del romanzo Il boia Sanson di Masakatsu Adachi) riprende con una certa libertà la vita e le opere del famoso Monsieur de Paris Charles-Henri Sanson (lo stesso personaggio storico che fece scivolare la lama della ghigliottina sul collo di Luigi XVI) e della sua famiglia, coprendo un arco di tempo che va dal 1753, durante la reggenza di Liugi XV, fino alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione Francese, avvenuto nel nel 1789. In un contesto storico decadente e ricco di contraddizioni, Sakamoto ambienta un racconto a tinte fosche che rievoca lo stesso palcoscenico del manga cult Lady Oscar - Le Rose di Versailles, qui rivisitato in chiave dark/gotica. I debiti di Innocent verso il capolavoro di Riyoko Ikeda sono tanti e non si fermano all’ambientazione. L’autore si prende consapevolmente il rischio del confronto e sembra volutamente rilanciare la sfida al lettore stimolandone l’immaginario in un continuo gioco di reminiscenze, che vanno dall'onnipresente simbolo della rosa, fino alla controversa figura di Marie-Josèphe, rutilante e ferale anti-Oscar.

L’ancien régime, ricreato da Sakamoto in un affresco vivido e palpitante, è un mondo corrotto e marcescente dove regnano sopraffazione e immoralità ai limiti del parossismo. Un’epoca di eccessi che viene dipinta in modo eccessivo, combinando l’ostentata teatralità barocca degli effetti speciali e dei trompe l’oeil, a un repertorio di particolari raccapriccianti che risalgono direttamente alla Lezione di anatomia di Rembrandt. I nove volumi dell’opera racchiudono in sé un vero e proprio compendio di storia della tortura e delle esecuzioni capitali. Ma il ‘700 è anche il secolo dei lumi e l’autore, pur concedendosi in scene ai limiti del morboso, al tempo stesso divaga in dissertazioni para-scientifiche, rivelandoci interessanti retroscena sulle pratiche mediche del tempo, di cui i Sanson erano depositari. Il carattere foto-realistico e didascalico di alcune tavole ben si adatta a un manuale di medicina autoptica, contribuendo ad arricchire di sopraffine illustrazioni un’ideale encyclopédie del macabro.

Charles-Henri è un personaggio romantico e travagliato che viene descritto con grande forza e passione dall’autore. All’inizio, timido e dimesso quattordicenne, è un innocente nauseato dalla violenza, ostracizzato dalla famiglia e suo malgrado iniziato all’arte della tortura. Poi si assiste alla dolorosa accettazione del ruolo di Angelo della Morte e alla sua trasformazione in uomo maturo e consapevole di vivere un’epoca cruciale di grandi cambiamenti. In un certo senso è il ritratto del nascente spirito illuminista: colto e raffinato pensatore, impossibilitato a disfarsi del suo ingombrante retaggio e del suo destino crudele, è mosso da sentimenti realmente nobili come la compassione e il perdono, si adopera per lenire le sofferenze dei condannati e precorre i suoi tempi nell’intuizione di abolire la pena di morte e nella genuina pratica del giuramento di Ippocrate. I suoi tratti dolenti e malinconici trovano presto un'antitesi nella rabbiosa e trasgressiva sorellina Marie-Josèphe, con la sua carica eversiva e la sua insofferenza, che fa da preludio alla furia della Rivoluzione e al bagno di sangue del Regno del Terrore. Fra i comprimari spiccano la giovanissima e vezzosa delfina Marie-Antoinette, l'ambigua cortigiana e femme fatale Madame Du Barry, e il sadico e perverso duca d’Orléans.

I disegni colpiscono subito l'attenzione rischiando di mettere in ombra tutto il resto; sono semplicemente superbi e sovente si rischia di rimanere irretiti dalla magnificenza delle tavole. Innocent sfoggia un virtuosismo estremo e uno stile manieristico che sfida di continuo i limiti tecnici ed esecutivi (anche a costo di ricorrere alla fotografia e alla computer grafica) per fare della ricerca del dettaglio più minuto un elemento estetico fondante. Pare che questa attitudine certosina abbia spinto Sakamoto a dilazionare la serializzazione dei volumi per poter infonder maggiore cura all’apparato grafico. Sebbene le vicende e i personaggi storici siano marcatamente romanzati (non senza forzature), si nota una certa meticolosità nella riproduzione degli scenari, dei costumi e della temperie del periodo. Monumentali architetture, raffinati arredi, preziosi tessuti damascati, tutto è ricostruito fedelmente per immergere il lettore in un’ambientazione realistica e verosimile, salvo vertiginose e lunari fughe nel surreale, sempre in bilico fra sogno e incubo. La visionarietà e la vocazione grandguignolesca non impediscono all’autore di sperimentare inusuali e stridenti accostamenti fra infimo e sublime, tra perversione e santità, in un'altalena di estremi dove le più orrende brutture trovano posto accanto alle apoteosi celesti, e le scioccanti metafore visive alimentano il senso di inquietante meraviglia.

Lo sfarzo decorativo svolge un ruolo di primissimo piano e rischierebbe di rimanere fine a sé stesso se non fosse ben supportato da un solido impianto narrativo e da una sceneggiatura puntuale in cui le vicende dei protagonisti si intrecciano in maniera avvincente. L’attenta regia, che dilata e contrae il ritmo del racconto con precisione da montaggio cinematografico, calibra sapientemente il climax e sonda in profondità la psicologia dei personaggi. Una singola scena può durare interi estenuanti capitoli e la più piccola azione può essere analizzata al microscopio, sviscerata in ogni sua piega, senza mai allentare la tensione emotiva.

Cos'altro aggiungere? A questo gioiello nero manca solo una colonna sonora ma si può ovviare mettendo insieme una playlist che possa spaziare da Antonio Vivaldi e Domenico Scarlatti fino a Wolfgang Amadeus Mozart passando per Bauhaus, The Cure e Siouxie and the Banshees.
Per concludere non si può che consigliare la lettura di quest'opera complessa e sfaccettata, in particolare agli amanti dell'estetica dark che troveranno in Innocent una perla di torbida e sensuale bellezza.


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Macilento

Volumi letti: 9/9 --- Voto 10
Pittoresco, romantico, visionario, sono alcuni degli innumerevoli aggettivi che potremmo usare per descrivere questo splendido manga, che di sicuro rientra fra i miei preferiti in assoluto.
Innocent è un seinen manga storico di Shin'Ichi Sakamoto.
Quando si parla di manga storici bisogna sempre tenere a mente l'ambientazione e il tempo storico, che fanno da padroni in questo genere.
In questo caso ci troviamo negli anni della rivoluzione francese, in particolare un po' prima che la rivolta si scateni davvero.
L'autore, per farci addentrare in questo complesso momento storico, ci mostrerà le vicende di una famiglia con un ruolo sociale "maledetto", ovvero la famiglia Sanson, che da generazioni assume il ruolo dei boia a Parigi. Erano quindi coloro che mandavano in scena un crudo spettacolo di decapitazione sul patibolo in piazza, davanti ad una grande folla, in nome della giustizia.
Andremo quindi a conoscere uno dei protagonisti della storia, Charles-Henri Sanson, ancora ragazzino ma che si trova già a discutere con il padre per la questione della sua futura successione al titolo di Boia di Parigi.
Charles infatti, odia il ruolo della propria famiglia, disprezzata dal popolo, e non si sente pronto emotivamente per affrontare questo futuro a lui imposto.
Buona parte della storia ruota infatti attorno ai dubbi ed i tormenti che Charles continua a nutrire sulla società, sul suo operato e più in generale sulla vita e l'esistenza umana.
Durante il proseguire dei volumi noteremo però che i protagonisti principali aumenteranno.
Nello specifico, a mio parare i protagonisti aumentano a tre: Charles-Henri, sua sorella minore Marie-Joseph, e infine Maria Antonietta.
Bisogna soffermarsi obbligatoriamente sulla figura di Marie-Joseph Sanson. Personalmente uno dei miei personaggi dei manga preferito in assoluto, e sicuramente uno dei personaggi femminili più controversi e carismatici che troverete.
Marie-Joseph colpisce subito il lettore per la sua totale furia ribelle, la sua determinazione e letalità, con un aspetto ed un modo di fare quasi punk.
Se in questo manga molte figure sono trattate nei limiti delle loro vere controparti storiche, Marie-Joseph si distingue chiaramente per la sua noncuranza di molte delle regole della società di quel tempo.
Non mancano molti personaggi secondari ricorrenti, la cui storia spesso si intreccia saldamente con quella dei protagonisti, quasi tutti ben caratterizzati e alcuni decisamente stravaganti, tutti con un proposito ben preciso all'interno del manga.
I diversi salti temporali presenti nel manga ci permettono anche di osservare la maturazione e i cambiamenti dei personaggi, in particolare di Charles-Henri, dando più dinamicità al tutto.
Ora, se c'è una cosa che sicuramente non passa inosservata in quest'opera sono sicuramente i disegni.
I disegni sono talmente belli che sinceramente faccio fatica anche a descriverli. La quantità di dettagli è impressionante, e lo si vede chiaramente quando si osservano stanze, abiti, capelli, ornamenti e altro... l'immagine e veramente veramente ricca, da ogni punto di vista.
Le figure umane sono tutte molto eleganti e in un certo senso femminili, anche gli uomini.
Questo manga è anche pieno di "metafore grafiche", un concetto un po' difficile da spiegare ma spesso, le emozioni, i sentimenti e i tormenti, vengono rappresentati visivamente in maniera surreale, onirica, ma sempre in modo chiaro e con splendide rappresentazioni.
Inoltre le espressioni visive, e in generale la violenza, l'amore, la lussuria, sono tutte enfatizzate alla massima potenza, in maniera quasi letteralmente teatrale.
Ed è proprio questa la sensazione che si ha leggendo questo manga, come se si stesse quasi guardando una grande opera teatrale, ma su carta.
In tutto questo l'autore riesce anche a rappresentare precisamente l'abissale divario fra il marcio ceto nobile e il popolo, letteralmente ridotto alla fame.
Insomma, i 9 volumi di Innocent ve li consiglio caldamente, anche se voglio precisare che l'opera non ha un vero e proprio termine in quanto la storia prosegue in Innocent Rouge, in corso in Giappone ma non ancora disponibile in Italia in questo momento.


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Iulius Caesar

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
Innocent è un manga destinato ad essere dimenticato, sorte questa infausta quanto comune nel mondo dell'arte, in qualunque forma essa si presenti.
Le vicende dell'opera trovano luogo nel tardo diciottesimo secolo in una Parigi affamata, furiosa, che si prepara ad essere teatro della Rivoluzione Francese dell'89 e riguardano la vita di Charles Henri, che verrà in seguito conosciuto come il Boia di Parigi, e, in seguito, della sorella minore Marie Joseph; i due fratelli fanno parte della dinastia dei Sanson, celebre famiglia di esecutori che agisce sotto i diretti ordini della famiglia reale.
La ricostruzione storica è a dir poco impeccabile, sia sotto l'aspetto grafico (ambientazioni realistiche e costumi ricchi di dettagli) che quello narrativo: non mancano mai riferimenti ad eventi realmente accaduti o trascrizioni di estratti delle memorie dei Sanson. Inoltre a inizio volume è spesso presente una breve introduzione al contesto storico in cui è ambientato il racconto.
Dal punto di vista grafico, non penso esistano parole che possano rendere alle illustrazioni più giustizia di un semplice sguardo. Sakamoto è un maestro del dettaglio ai livelli di Miura, autore di Berserk, ma a differenza di quest'ultimo ha un tratto più netto e più fresco.
Primo dei molti temi affrontati nel corso della vicenda è quello di un mondo corrotto e malato che corrompe l'integrità del singolo e distrugge i suoi ideali in modo da inserirlo in una società corrotta; esempi lampanti di questa visione estremamente pessimista di Sakamoto possono essere riscontrati nei capofamiglia Sanson nel corso delle varie generazioni, in particolare in Charles Henri e nel padre Jean Baptiste: entrambi dotati di un animo gentile e sensibile, sono stati costretti a sporcarsi le mani di sangue, il sogno di un mondo senza violenza etichettato come mera fantasia d'infanzia. Nel corso del manga assistiamo ad un radicale cambiamento di Charles Henri, che è quasi commovente: dal quattordicenne che giura sulle ceneri dell'amico deceduto di abolire le esecuzioni dalla faccia della Terra ad un trentenne capofamiglia Sanson disilluso, malinconico, inghiottito dallo stesso Sistema che aveva così ardentemente desiderato di distruggere.
Secondo, la ricerca della libertà di Marie Josephe in una società in cui la donna aveva ruolo marginale di moglie e madre: la sua determinazione nell'ottenere ció che desidera è immensa; è in netto contrasto con Charles Henri: lei impulsiva, lui calcolatore; il patibolo di lei sempre imbrattato di sangue, quello di lui impeccabilmente intonso; entrambi che lottano contro il loro destino per ragioni opposte e complementari: lei per diventare esecutrice, lui per smettere di esserlo.
Terzo, il titolo dell'opera, Innocent, che genera fin da subito una contraddizione: cosa ci può essere di innocente in una storia di boia? Tutto. Dopotutto, che colpa può avere un Sanson di essere nato tale, sempre che eseguire gli ordini, per quanto infelici, del re si possa considerare una colpa?
Una domanda a cui, forse, non verrà mai data risposta.
I personaggi secondari sono numerosi, ognuno con la propria personalità, le proprie luci e le proprie ombre.
In conclusione, Innocent è un manga che merita di essere letto soprattutto a scopo di riflessione personale.


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AlexG

Volumi letti: 6/9 --- Voto 10
Conosciuto per il più famoso "The Climber", Shinichi Sakamoto si appresta a portare in scena con quest'opera la storia del boia Charles Sanson, personaggio realmente esistito, attivo durante la fine del diciottesimo secolo. Com'è facile intuire dopo questa premessa, "Innocent" è un manga a sfondo storico, ambientato nella Francia di fine '800, a cavallo della rivoluzione francese, sulla base del romanzo "Il boia Sanson" di Masakatsu Adachi.
In patria ha riscosso non poco successo, candidandosi per diversi premi prestigiosi. Ed è proprio in virtù di questi riconoscimenti e dell'indubbia originalità della trama, che mi sono approcciato a questa opera, rimanendone pienamente soddisfatto.

La trama narra le vicende della famiglia Sanson, deputata all'esecuzione delle pene capitali per conto della monarchia francese. Mi riesce difficile parlare di un intreccio vero e proprio: è più giusto dire che l'opera faccia quasi unicamente perno sull'evoluzione e la maturazione del protagonista, utilizzando la narrazione come mero espediente, in un'ottica molto simile al classico romanzo di formazione.
Chiaramente appaiono diversi altri personaggi, anche piuttosto rilevanti e ben costruiti, come la sorella Marie Sanson. Probabilmente è la magnifica particolarizzazione psicologica di ognuno di questi a risultare il miglior pregio dell'opera. Particolarizzazione che trova la sua summa, come detto, nel protagonista, che personalmente ritengo uno dei personaggi più particolari e meglio riusciti dell'ultimo decennio.
Altro indubbio punto a favore del manga è la minuziosa ricostruzione della Francia settecentesca. Contestualmente, anche le pene comminate ai vari malcapitati diventano parte integrante (in alcuni casi anche prevalente) della narrazione: si trovano diverse scene macabre, molto forti, addirittura urtanti, ma mai fini a se stesse ed è questa la cosa importante.

Graficamente l'opera raggiunge delle vette altissime: l'ambientazione è fantasmagorica, dettagliatissima, i personaggi perfettamente riconoscibili e sempre ritratti con una dovizia di particolari incredibile (gli abiti sono qualcosa di indicibilmente elaborato). Non esagero se dico che ogni vignetta è una piccolo quadro.

L'edizione J-pop è caratterizzata da un'ottima stampa, con pagine a colori magnifiche, e da volumi con sovraccoperta. Unico neo è il formato, piuttosto piccolo, probabilmente non adattissimo per gustarsi fino in fondo gli splendidi disegni di Sakamoto.

In conclusione non posso che consigliare il manga a chiunque intenda approcciarsi ad un'opera matura, caratterizzata da un ritmo piuttosto compassato, che permette una descrizione profonda (anche se in alcuni casi un po' ermetica) della psicologia dei personaggi. Faccio presente che non si troveranno mai scene comiche o passaggi leggeri, riposanti per il lettore, ma l'intera vicenda manterrà sempre un tono serio, rigido, impegnativo. A chiunque sia disposto ad accettare queste premesse, posso garantire che la lettura non deluderà.


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luna82sc

Volumi letti: 6/9 --- Voto 9
La storia (romanzata) di Charles Henri Sanson diventa l'occasione per raccontare la storia di un uomo che sin da giovanissimo è costretto a subire e a percorrere un progetto di vita che altri hanno costruito per lui, in ossequio ad una tradizione risalente nel tempo. Da questo tema l'autore dipana tutta una serie di temi che, pur radicati in un'epoca storica lontana e ben definita, tuttavia rispecchiano problemi e tematiche del tutto attuali: da quello più generale sulla pena di morte, a quello più intimo sul diritto di decidere della propria vita e della propria persona, al rapporto dell'uomo con il male, la corruzione, la vanità e il potere. Il tutto raccontato, a mio avviso, in modo magistrale, attraverso una regia sapiente, dettagliata, ma al contempo asciutta e priva di fronzoli, dove l'avanzare della trama è accompagnata da tavole che lasciano spazio a metafore dal sapore surreale, dai toni a volte estremamente crudi e al contempo poetici. I caratteri dei personaggi sono delineati in maniera eccellente, rappresentandone tutte le possibili sfaccettature sia positive che negative, senza mai cadere nella banalità della tipizzazione stereotipata. La ricchezza dei dettagli, lo scavare a fondo nella realtà delle esecuzioni capitali offre al lettore un po' delicato di stomaco un buon motivo per chiudere il volumetto; ma se si ha il coraggio di andare avanti, si noterà come ogni volta che l'autore trascina il lettore nell'abisso, poi non manca di condurlo verso vette altrettanto eccelse. Come dire che al dolore, allo strazio del corpo e della mente, all'angoscia del pensiero di una fine orribile fa da contraltare una sorta di liberazione ed estasi. (tpico esempio è quello dell'episodio dello squartamento). Il susseguirsi di alti e bassi, bene e male, colpevolezza e innocenza, sadismo e pietà acquista una dimensione metastorica, a tratti addirittura moderna ( e non mancano accenni in tal senso in alcune tavole), come se la storia di Samson e sorella, ( ma anche quella di molti altri personaggi secondari realmente esistiti) al di là della connotazione geografica e temporale, sia un po' la storia di qualunque persona di qualunque epoca, alle prese con le sfide della vita e con la lotta individuale tesa al raggiungimento dei propri obiettivi, nel tentativo di preservare, per quanto è possibile, la propria originaria innocenza.
Ottima l'edizione della J-Pop, unica pecca il formato, troppo piccolo, che non rende al meglio l'opulenza dei disegni.
Consigliato ad un pubblico maturo.


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Irene Tempesta

Volumi letti: 5/9 --- Voto 6
Devo dire che leggendo il primo, sono rimasta incantata dalle doti artistiche di questo autore: i disegni sono impressionati, dettagliatissimi, simili a delle foto. Davvero incantevoli.
La trama è molto cupa se si pensa che ruota intorno alla famiglia Sanson, una famiglia famosa in Francia prima e durante la rivoluzione francese perchè composta da Boia, e portano con orgoglio questo mestiere da molte generazioni.
Charles, il protagonista, inizialmente non vuole fare questo mestiere, ma viene obbligato dal padre e dalla famiglia.
Il volume 5, è senza dubbio il migliore che ho letto fin'ora, e devo dire che mi ha convinto a proseguire nell'acquisto dei prossimi fascicoli, perché nei numeri precedenti... ragazzi, ho fatto davvero fatica a proseguire,devo dirlo! questo perché è stata mostrata la pena dello squartamento, nei minimi dettagli! è stato orribile! l'ho trovato macabro! quasi nauseante! O forse sono io troppo sensibile, non so.
La scena dello squartamento ha occupato quasi due fascicoli, non ne potevo più di tutto questo dolore inflitto sul patibolo!!
Non so se ci si possa identificare molto nei protagonisti. Io ho fatto fatica. Questa è la mia opinione personale.
Marie Sanson, la sorella del protagonista, è davvero interessante. È l'elemento che per me, per ora, ha salvato la serie. E continuerò a seguire. Almeno per ora. Il voto 6 l'ho messo per i disegni, assolutamente fantastici. Meravigliosi!

Dunedain

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Dunedain

Volumi letti: 1/9 --- Voto 9
Innocent rappresenta l'evoluzione dei pregi che Sakamoto ha dimostrato di avere con The Climber, il suo è un disegno che tende al realismo, pulito, preciso, complesso e ricco di dettagli.
A livello narrativo è drammatico, sarà arduo non provare pietà e apprensione per il giovane Charles-Henri, costretto a brandire la spada della giustizia, divenendo, dunque, "morte", sin dall'adolescenza, un'adolescenza plasmata da dolore e solitudine.
Com'è di buona norma per i manga storici, questo è istruttivo, ma mai banale. Ho dovuto dunque riflettere per carpirne i messaggi, quali l'esistenza della giustizia, l'inutilità e crudeltà della pena capitale e l'innocenza dell'animo umano, che sembra venir meno quando l'autore ci rivela le perversioni dei personaggi (ben caratterizzati sia verbalmente che, e soprattutto, graficamente), perversioni derivanti da istinti comuni a tutti gli uomini, qualsiasi sia il loro periodo storico.
Una menzione d'onore alla "simulazione" di Parigi, splendidi edifici e interni, monumenti e tanti altri elementi che intensificano un'atmosfera che ospita un susseguirsi di vicende scandite da flashback e metafore grafiche, crude e realistiche.

In conclusione un ottimo primo volume, di pregevole fattura l'edizione, consigliato a coloro che apprezzano le storie tragiche e profonde... D'obbligo per chi apprezza il periodo storico.