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Gabbo2002

Volumi letti: 14/14 --- Voto 9,5
"Platinum End" è un manga particolare, non penso che tutti lo apprezzerebbero; inizialmente non ero convinto che mi sarebbe piaciuto, confidavo per lo più nella bravura di Obata e Ohba, due autori che già con Death Note sono riusciti a farci emozionare tutti.
La trama è molto semplice: vengono scelti 13 candidati, tra persone che hanno perso ogni sprazza per la vita e solo uno di loro potrà diventare il nuovo Dio, ogni partecipante ha un suo angelo che a seconda del livello gli conferisce ali e due tipi di frecce.
La storia prosegue come un normale manga pieno di combattimenti e personaggi intriganti, ognuno dei quali ha una sua storia che lo ha portato ad essere scelto da un angelo come possibile successore alla divinità.
A metà lettura la storia sembra giungere al termine (quasi come in "Death Note"), per poi ritornare ad alti livelli ma con meno combattimenti; la storia diventa più riflessiva e vengono messi in evidenza diversi dubbi del tutto contemporanei: io stesso mi sono ritrovato in alcune battute dei personaggi.
Le riflessioni che vengono fatte rispecchiano perfettamente, a mio parere, la situazione mondiale di oggigiorno dove credere in qualcosa "superiore" è sempre più difficile.
I disegni sono fenomenali, lo stile di Obata è inconfondibile ed impossibile da non essere considerato stupefacente.
Per non parlare del finale, io quando ho visto che piega stavano prendendo gli eventi sono rimasto shoccato, del tutto mindblowing, al che non potevo non fare una recensione.

Nel complesso veramente un bel manga che inizia tranquillamente per poi evolversi, analizzando questioni complesse e finire con il botto e soprattutto con il fiato sospeso.


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Andrea Contemplano

Volumi letti: 14/14 --- Voto 6,5
Platinum End non è un manga per tutti, anzi, è un manga per pochissimi e che sicuramente deluderà buona parte dei lettori che arrivano da Death Note o che leggendo il sommario penseranno di trovarsi in un altro Battle Royale.

ATTENZIONE, CONTIENE LIEVI SPOILER

Bisogna subito dire che questo manga ha una struttura quantomeno curiosa, che non è chiaro se sia voluta dagli autori stessi o da decisioni editoriali. Fatto sta che l'opera può benissimo essere divisa in due parti distinte e che funzionano in maniera molto diversa.

La prima parte è decisamente più uno shonen classico. C'è un antagonista che vuole diventare Dio uccidendo gli altri candidati e il gruppo di buoni che lo combatte.
Questa parte sarà sicuramente la più apprezzata dal lettore medio, che si troverà a seguire dinamiche classiche e ben note. Tuttavia non brilla per originalità e l'antagonista stesso non l'ho trovato molto interessante o quantomeno avrebbe potuto essere sviluppato meglio.

La seconda parte è invece molto più particolare ed è ciò che rende questo manga interessante rispetto ad altri e che può dare un motivo per leggerlo.
Sostanzialmente è un manga anticlimatico. Laddove lo shonen è sempre un susseguirsi di nemici più forti, in Platinum End, si arriva a metà storia senza un nemico particolare e questo abbassa il ritmo della trama, o per meglio dire, ne sposta totalmente il baricentro.
Da una lotta tra candidati si passa ad un manga riflessivo, dove la filosofia e la ricerca del senso della vita e di quello che vivono i personaggi prende il sopravvento. Qui si cominciano a respirare di più i dialoghi alla Death Note, fatti di discorsi complicati e non sempre facili da capire, ma molto affascinanti e ricchi di spunti di riflessione.

Questo rende Platinum End un manga anomalo, che lascerà buona parte dei lettori delusi e annoiati dall'evoluzione della trama. Ma i restanti potrebbero trovarsi in mano un'opera che li lascerà seriamente colpiti e increduli per quello che hanno letto.

Bisogna però ammettere che l'esperimento è riuscito solo in parte.
Questo suo essere diviso in due parti così diverse è il suo punto debole, in quanto tende naturalmente a deludere le aspettative dei lettori a metà lettura e pare di trovarsi a due opere con target differenti, rendendola quasi inadatta a qualunque pubblico.

Mirai è un protagonista debole. Pare l'esatto opposto di Light Yagami, quindi un personaggio estremamente buono, moralista e che odia la morte e la sofferenza altrui. Nonostante il personaggio non sia piatto nella caratterizzazione, è comunque prevedibile e molto standard per uno shonen per ragazzi.
L'unico personaggio che ho davvero apprezzato e trovato interessante è Yoneda, che dona alla storia quel plus che risolleva la trama, elevandola dalla mediocrità dei temi che si rischiava di trattare.

Si nota a mio parere che la chiusura forse non è stata quella voluta dagli autori, anche per il fatto che alcune sotto trame lasciate intese nel manga non vengano chiuse o trattate. Tuttavia non si può dire che l'opera sia incompleta e che non porti a termine quello che si era prefissata.

Platinum End è quindi un manga coraggioso, ma riuscito solo a metà e che forse, se trattato da seinen avrebbe raggiunto un livello molto più alto.

A monte di tutto devo però ammettere che PE è uno dei manga col finale più devastante e assurdo che abbia mai letto. Una chiusura davvero impensabile ma che secondo me risolleva le sorti della storia e ci dona qualcosa su cui seriamente riflettere.
Se però preferite qualcosa di standard, il consiglio è fermarvi al penultimo capitolo.

Il mio voto è quindi 6,5. Un manga non riuscitissimo, ma nella sostanza coraggioso e meritevole della sufficienza, anche solo per come vi lascerà atterriti.


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RoLLHanzo

Volumi letti: 14/14 --- Voto 8
Sono da sempre un fan del duo Obata-Ohba, fin dai tempi di Death Note, ma soprattutto Bakuman, la loro opera che ho preferito di più. Quando ho scoperto dell’esistenza di Platinum End, mi sono fiondato a prendere tutti i volumi disponibili. Al momento siamo al 13/14, motivo per cui ho completato la lettura online, e recupererò l’ultimo volume appena uscirà.
La recensione contiene spoiler.

All’inizio, dopo che lessi la trama la prima volta, mi tornò in mente l’opera finale che gli Ashirogi Muto crearono in Bakuman, REVERSI. Sia per l’incipit della trama, che per il fatto che lo conclusero solo dopo 49 capitoli, un po’ come è stato fatto per Platinum End (anche se a onor del vero i capitoli sono più lunghi delle canoniche 20 pagine circa). Ovviamente una volta che inizierete a leggerlo, vi accorgerete che non c'entra con REVERSI, anche se sotto molti aspetti credo si siano ispirati proprio a questo.
Andrò con ordine a spiegarmi i motivi del mio voto.

- Storia: credo che per Platinum End, la storia non sia stato il punto forte dell’opera. Ho trovato meno azione di quanta mi aspettassi e più conflitti interiori, molta introspezione da parte dei personaggi, soprattutto del protagonista, sempre combattuto sul fatto che “uccidere è sbagliato”, un po’ il contrario di quanto succedeva in Death Note con Light. In Platinum End Mirai, il nostro protagonista, sarà sempre restio a voler uccidere chiunque, anche chi cerca di uccidere lui e mezzo mondo. Anche se all’inizio può sembrare un po’ cliche come cosa, diciamo che andando avanti migliora abbastanza sotto questo aspetto. Per lo meno, per gli altri personaggi, sia che siano angeli o umani, è difficile riuscire a fare una distinzione tra buono o cattivo. Nonostante all’inizio ho scritto che la storia non è il punto forte dell’opera, sia chiaro che la storia non fa schifo, anzi, più andavo avanti con la lettura, più mi teneva incollato. Volevo vedere assolutamente come ogni candidato a diventare dio si comportava.

- Personaggi: non ce ne sono troppi di personaggi, forse è stata una scelta per dare una forte caratterizzazione e un bel background, cosa che a mio avviso non è riuscita appieno. Per quanto mi siano comunque piaciuti i due principali protagonisti, non li ho trovati caratterizzati a dovere. Credo che Police Man abbia ad esempio avuto una caratterizzazione migliore, e soprattutto era l’unico antagonista che si comportava da antagonista, o meglio, l’unico che aveva davvero preso in considerazione l’idea di diventare dio, eliminando gli altri candidati. La sua dipartita ha segnato un cambio della narrazione, rallentandola un po’ (un po’ come successo dopo la morte di L in Death Note). Comunque, per quanto non troppo caratterizzati a mio avviso, sono per lo meno coerenti con le proprie azioni, e sono tutti abbastanza godibili.

- Disegni: sono la parte a mia avviso che alza il valore dell’opera, ma d'altronde già Bakuman e Death note a livello artistico erano eccezionali. Obata ha un tratto sempre molto fine e pulito, e le tavole si susseguono senza sbavature, in un crescendo di tecnica. Ogni tavola è sempre molto dettagliata, per non parlare delle pagine doppie, che sono veramente una gioia per gli occhi.

Per concludere, come mai il mio voto è così alto? Il finale, è qualcosa che non mi sarei mai aspettato, ma che suppongo sia perfetto per quest’opera. Mi ha lasciato di sasso per tipo 30 secondi, ma una volta ripreso, l’ho apprezzato veramente tanto. Quindi, chiunque sia fan del due di Bakuman e Death Note, non posso far altro che consigliarlo.