Manca meno di un mese dall'arrivo nelle sale italiane del film City Hunter the Movie: Angel Dust, previsto in un evento speciale di tre giorni, il 19,20 e 21 febbraio 2024 . 
Ne approfittiamo per parlare di uno degli elementi che hanno sempre contraddistinto il successo di questo franchise: la componente musicale


L'anime di City Hunter si è sempre fatto notare per la sua curatissima colonna sonora e le sue bellissime canzoni, dai brani interpretati da Akira Kamiya, doppiatore di Ryo, come "Chance", alla bellissima "Sara" dei Fence of defense. Ma c'è una canzone che vi verrà immediatamente in mente, a chiunque di voi, al solo associare la musica a City Hunter. Scommettiamo?

 

Get wild and tough
Abbracciando il puzzle dell'amore che non posso risolvere da solo
Get wild and tough
Non voglio contare sulla gentilezza, in questa città
Get chance and luck
Da qualche parte c'è qualcosa che solo tu puoi proteggere
Get chance and luck
Da solo, non puoi nemmeno riprenderti il tuo sogno infranto

 

 

Ci ho preso, no? Ovviamente parlo di "Get Wild" dei TM Network, prima ending della serie animata che nel 1987 ha riscosso un successo incredibile, finendo a lungo nelle classifiche di Oricon e lanciando la band formata dal cantante Takashi Utsunomiya, dal chitarrista Naoto Kine e soprattutto dal successivamente famosissimo chitarrista Tetsuya Komuro. I TM Network si sono formati nel 1983, ma è proprio con "Get Wild" che hanno raggiunto il successo nazionale, finendo per essere definiti "la band che usa il sintetizzatore del futuro" e per legare ancora il loro nome agli anime. E' loro, infatti, anche "Beyond the time", ending di Mobile Suit Gundam: Il contrattacco di Char. Il brano diventerà famosissimo, data la popolarità del brand Gundam, e finirà per essere ripreso in molteplici versioni.

Ma non famoso quanto "Get Wild", che ha avuto innumerevoli cover, remix e rielaborazioni nel corso degli anni, diventando un caposaldo delle anison ancora oggi cantatissimo nei karaoke giapponesi e conosciuto in tutto il mondo: dalla versione più disco "Get Wild '89" (1989) a quella espressamente discotecara cantata da una voce femminile "Get Wild '97" (1997), che compare nello special City Hunter: La rosa nera; da "Get Wild (Techno Overdub Mix) (1993) che sembra uscita dalla discoteca di un villaggio turistico degli anni novanta alla versione del 1992 di Dave Rodgers (al secolo Giancarlo Pasquini, dj italiano che ha trovato fortuna legandosi al genere eurobeat e alla colonna sonora di Initial D), che un po' ci riporta alla colonna sonora di Killer Instinct e un po' ai tornanti del monte Akina dove corre la Toyota Trueno di Takumi Fujiwara. E ancora, dal 2011 è stata la canzone d'entrata del wrestler professionista Manabu Soya, che nell'ultimo periodo della sua carriera nella Wrestle-1, la compagnia di Keiji Mutoh, non si è accontentato di salire sul ring accompagnato dal brano registrato, ma ha cominciato a prendere un microfono in mano e ad eseguirla dal vivo insieme al compagno El Lindaman. La Wrestle-1 ha chiuso i battenti nell'aprile del 2020 e Soya attualmente lotta per la Pro-Wrestling Noah ma ha cambiato tema d'entrata, perciò la sua ultima esibizione su "Get Wild", avvenuta al Korakuen Hall di Tokyo il 1 aprile del 2020, ha avuto un effetto estremamente malinconico, complice anche il fatto che è avvenuta in un'arena senza pubblico per via del coronavirus. Fortunatamente, è possibile vederne un filmato, ma osservare un omone di più di cento chili cantarla su un ring di wrestling a 33 anni dalla sua incisione ci dà un'idea ben chiara di quanto la canzone dei TM Network abbia lasciato un segno profondissimo nella cultura pop giapponese.

 



Il ritmo elettronico e il testo che evoca immediatamente l'atmosfera notturna, le luci al neon e il fascino della Shinjuku by night hanno fatto il successo di un brano ancora oggi popolarissimo e inscindibilmente legato al suo anime d'appartenza, al punto che "Get Wild", stavolta nella sua versione più iconica, quella originale del 1987, ritorna come ending del film revival del 2019 City Hunter: Private Eyes, per il quale è stata anche cantata in italiano da Stefano Bersola per la nostra versione del film, e ritorna anche, nello stesso ruolo, in City Hunter the Movie: Angel Dust. Ma non solo, perché i TM Network hanno firmato anche "Whatever Comes", la sigla iniziale del film, un brano completamente inedito ma che ci evoca immediatamente le stesse atmofere di "Get Wild", ed è un grosso punto a favore visto che, invece, il film è completamente ambientato ai giorni nostri e ogni tanto si fa fatica a ritrovarvi la Shinjuku anni ottanta di City Hunter.

 

 


"Get Wild" non è la sola vecchia conoscenza a tornare in City Hunter: Angel Dust. Anzi, in realtà, è proprio un altro brano, prima di "Whatever Comes", ad aprire il film. Un brano che forse in Italia non è famosissimo, dato che è stato sostituito con uno dei brani più iconici di Cristina D'Avena, ma che ogni giapponese che ha superato i quarant'anni conosce, al punto che di recente mi è capitato di andare al karaoke a Tokyo insieme a due cantanti-youtuber: Haruko "White Haru" Kitano e Shinichi Anzai, molto diversi per età e background, ma entrambi lo conoscevano e l'hanno interpretato insieme a me (e non sono stato io a sceglierlo!).
Sto parlando di "Cat's Eye" di Anri, l'iconica prima sigla di Occhi di gatto.

Ti guardo, Cat's eye
Magic play is dancing
Con sospetto, Cat's eye
Sotto la luce della luna
We get you, mysterious girl

 

 

Quando è uscita "Cat's Eye", Anri (Eiko Kawashima), che ha debuttato nel 1978, era già famosa, ma nel 1983, quando esce questo suo tredicesimo singolo, la fama accresce ancora di più, dato che "Cat's Eye" scala le classifiche e si piazza per bene quattro settimane nella prima posizione della chart di Oricon.
Il segreto del successo? Siamo nel 1983 e anche in Giappone si stanno formando "gli anni Ottanta" propriamente detti, quelli dei film americani, del fitness, della musica city pop e degli anime per un pubblico più smaliziato e non soltanto infantile: "Cat's Eye" mischia tutto questo: un ritmo inconfondibilmente anni Ottanta, un'atmosfera ricca di fascino e mistero e tre belle ragazze in tutine attillate, al servizio di un anime che parla di tre sexy ladre nella Tokyo degli anni Ottanta. "Cat's Eye" è il primo brano pop della storia usato come sigla di un anime. Sì, cita il titolo della serie e più o meno ne evoca anche le atmosfere, ma è ben diverso dalle solite sigle per un pubblico infantile ed è riuscito ad arrivare a un pubblico più vasto. Le rielaborazioni non si contano: dalla più annacquata "Cat's Eye 2000" della stessa Anri, incisa per il film live action del 1997, alla versione eurobeat, passando per quella metal.
City Hunter the Movie: Angel Dust ci offre una versione completamente nuova, che apre il film in maniera misteriosa e accattivante, anche se lasciamo a voi il piacere di scoprire la scena folle a cui fa da accompagamento!

 

 


Ricordiamolo: il 19,20 e 21 febbraio 2024City Hunter the Movie: Angel Dust potrà essere visto nei cinema di tutta Italia.
 
 
Trama dal comunicato stampa. Quando la video creator Angie bussa all’agenzia investigativa City Hunter in cerca di un gatto scomparso, Ryo Saeba e Kaori Makimura pensano di avere un caso semplice fra le mani. Un attentato alla vita di Angie cambia però le carte in tavola, lasciando Ryo nel mirino di misteriosi sicari sulle tracce di Angel Dust, una tecnologia militare in grado di creare super soldati. Sotto l’occhio del padre adottivo Kaibara, Ryo dovrà fare i conti con un passato da cui troppo a lungo ha tentato di fuggire.
 
City Hunter the Movie - Angel Dust - Poster Italiano Ufficiale