Basquash 1Da qualche parte nell'universo esiste una galassia nella quale c'è un pianeta chiamato Earthdash. Se su questo pianeta alzi gli occhi al cielo scoprirai che la sua luna ospita una città chiamata Mooneyes. Più luminosa del sole di giorno e più scintillante delle stelle di notte quella città rappresenta i sogni e le speranze della gente. Tutti sognano di andare a vivere sulla luna, prima o poi...

Shouji Kawamori, nume tutelare dell'animazione giapponese sin dai tempi del primo Macross, pare non farsi alcun problema ad utilizzare i mecha nei modi più inconsueti e improbabili, tuttavia con Basquash! arriva probabilmente a superare se stesso. Non contento di averli fatti surfare in aria in Eureka Seven, stavolta decide di... giocarci a basket! Ma solo dopo aver fatto loro indossare un bel paio di scarpe giganti targate Nike!
Con un incipit del genere difficile aspettare una serie che si prenda troppo sul serio, e così infatti è: in Basquash gli sceneggiatori sembrano essersi divertiti molto ad inserire tutto ciò che passava loro per la testa. Feticiste dei piedi che parlano solo con loro perchè “i piedi non mentono mai”, uomini fissati con le sfere perfette, siano esse palle da gioco, bolle di sapone o tette, strani animali parlanti di origine ignota, ragazze in cerca dei geni di uomini forti che si bagnano ogni volta che trovano un uomo in grado di sconfiggerle, tette lunari che sfidano la gravità terrestre, giganti, mafiosi, esseri umani potenziati artificialmente, canestri in grado di registrare il “grado di leggenda” di ogni tiro sono solo alcune delle cose che potremo trovare in Basquash!. Insomma, una cosa è certa: Kawamori e soci hanno dato libero sfogo alla fantasia quasi come se ad ogni nuova idea avessero pensato: “Oddio, questa è una figata, dobbiamo inserirla ad ogni costo!”. Ovviamente tutto ciò ha come principale conseguenza negativa una certa perdita di credibilità e coerenza, tuttavia, come accennato sopra, Basquash non è neanche lontanamente un titolo ambizioso come potevano essere Macross, Escaflowne o Eureka Seven, risultando più facilmente accostabile ad un Aquarion, ed è perciò apprezzabile al meglio solamente ponendosi nel medesimo ordine d'idee dei suoi autori e lasciandosi trasportare dalla narrazione, mettendo già in conto la presenza di scene e comportamenti a volte abbastanza insensati e buchi narrativi.

Nonostante tutto questo, tuttavia, non si può definire Basquash! un anime superficiale, in fondo tra i suoi creatori c'è sempre uno dei maggiori talenti dell'ultimo trentennio d'animazione. Diverse sono le tematiche affrontate, alcune dichiaratamente, altre più in sottofondo; a farla da padrone sembra tuttavia, come già era stato in Escaflowne, il dualismo tra scienza e miracolo generato dalle mani dell'uomo, tra logica e sentimenti, tra mente e cuore.

Basquash 2

Perfettamente in linea con lo spirito della storia è la caratterizzazione del protagonista Dan JD, insulso tappetto dai capelli alla supersayan di rara stupidità ma con una grande abilità nel basket e lo scopo dichiarato di distruggere l'BFB (Big Foot Basket), la lega sportiva in cui squadre di tre giocatori si sfidano alla guida dei loro possenti mecha.
Abbastanza canonica la decisione di assegnare a ciascuno dei personaggi principali un passato doloroso e tormentato da cui non sono ancora stati in grado di affrancarsi e i cui strascichi li condizionano ancora oggi. Questo non solo permette l'inserimento di diverse sottotrame legate alle vicende dei singoli personaggi ma anche di guidarne la crescita e la maturazione psicologica su binari prestabiliti di pari passo al superamento del dolore degli eventi passati e l'accettazione del presente. Maturazione dei personaggi che è si presente, in Basquash, ma non eccessivamente enfatizzata, limitandosi più che altro alla smussatura degli angoli più appuntiti del carattere dei vari personaggi, mantenendone pressochè inalterate le singole caratterizzazioni.

Ispirata a Macross è la profonda compenetrazione tra musica e storia, grazie al gruppo Idol delle Eclipse, le cui canzoni acquisiscono nell'economia della vicenda un'importanza superiore a quella di mera colonna sonora, così come già era stato per Minmay e il suo Kyun Kyun, sebbene il paragone sia per certi versi ingeneroso verso una delle figure maggiormente iconiche dell'animazione giapponese tutta. Per il resto, l'OST riesce a supportare più che bene le immagini in ogni situazione, dando tuttavia il meglio di sé con le potenti melodie che accompagnano le partite di Basquash!, altamente spettacolari e con animazioni e giochi di luce in grado di rendere al meglio dribbling, passaggi e schiacciate portati all'eccesso di questi enormi robot.




L'estetica di Kawamori, in grado di segnare un'intera generazione di creativi e araldo della nuova era dell'animazione profetizzata da Nagano a Shinjuku nel 1981, è qui presente più forte che mai ed esplode in tutta la sua fantasia e il suo estro creativo non essendo limitata da esigenze di coerenza e credibilità narrativa. Basquash! è un po' di tutto, uno spokon, un racconto di formazione, una commedia sentimentale, una storia di fantascienza, un'epopea epica... Proprio per questa sua natura indefinita, Basquash! può parimenti risultare una visione incredibilmente appassionante come venire recepito come una colossale puttanata, in base al proprio grado di “sospensione dell'idiozia” e al diverso peso che si vuole dare, nell'analisi dell'opera, all'incoerenza e insensatezza di alcune situazioni.