Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Appuntamento dedicato a tutti gli amanti dei gatti: Nekojiru-sou, Chi, casa dolce casa e Poyopoyo Kansatsu nikki.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


10.0/10
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"Nekojitu-sou" (Cat Soup) è un cortometraggio onirico, ricco di significati e di citazioni, prevalentemente di tipo nonsense, dotato di scene che emanano una bellezza assai grottesca quanto affascinante.
Inequivocabilmente inquietante come una fiaba nera, "Nekojitu-sou" trasporta lo spettatore in un mondo distorto, laddove la colonna sonora e la totale assenza dei dialoghi aumentano il senso di smarrimento e di inquietudine provato da chi visiona questo particolare prodotto. Ansiogeno, delirante, macabro, disturbante, allarmante, disarmante e terribilmente affascinante: "Nekojitu-sou", attraverso i suoi silenzi e le scene d'estrema crudezza che si susseguono, riesce ad atterrire lo spettatore e a trasmettere una sensazione di soffocamento, di paura mista a profondissima angoscia.
"Nekojitu-sou" trasmette emozioni negative, poiché diversi elementi, magistralmente combinati tra loro, vanno a intaccare la sfera emotiva dello spettatore, che viene condotto all'interno delle scene più violente e significative. La cura dei dettagli è straordinaria, perché rende le scene ancor più complete, che si distinguono per le loro atmosfere perse tra il sogno e l'incubo.

Saremo complici di Nyatta nel corso del suo viaggio, guardando con i grandissimi occhi neri del felino il mondo che si staglia dinnanzi a noi come un enorme incubo, finché non ascolteremo la dolcissima musica di un carillon che porrà fine a questo cortometraggio dal quale sono rimasta stregata.
Il protagonista, Nyatta, attraverserà luoghi simbolici in una discesa verso l'Inferno (o così potremmo cercare di definirlo in qualche modo), cercando di recuperare metà dell'anima di sua sorella Niako. "Nekojiru-sou" è la storia di due felini umanizzati, di una sorella morta e di un fratello che vuole salvare la sua anima e che, per portare a compimento questo suo viaggio, dovrà affrontare molte peripezie.

La totale assenza di dialoghi, espressi raramente all'interno dei balloon, è un pregio dal valore inestimabile, poiché sono presenti soltanto suoni, rumori e musiche che accompagnano il lungo e tortuoso viaggio che compiono Nyatta e Niako per raggiungere il loro obiettivo. L'attenzione si concentra dunque sulle ambientazioni ricolme di particolari, nei silenzi e nei significati latenti.
I disegni, che talvolta distorcono intenzionalmente la prospettiva, le forme e le figure, utilizzano questo metodo in modo da aumentare la sensazione di turbamento e di profondissimo smarrimento provata dallo spettatore, che è come se si ritrovasse in prima persona a vagare all'interno delle atmosfere terrificanti tipiche di "Nekojitu-sou". Mediante l'uso di due colori potenti come il nero e il rosso, viene evidenziata la parte più oscura che contraddistingue "Nekojitu-sou", mettendo in luce un colore come il nero, che domina la quasi totalità delle scene, ma anche la potenza sconcertante che possiede un colore come il rosso del sangue.

Se non siete avvezzi al genere sperimentale annesso al nonsense, vi sconsiglio la visione di "Nekojitu-sou", che invece consiglio vivamente a chi sta cercando un prodotto senza alcun dubbio particolare, a tratti allucinante, decisamente impressionante per la durezza di svariate scene, per i significati celati dietro ai mille silenzi, per i disegni che talvolta distorcono volutamente forme e figure con lo scopo di donare un aspetto malato a tutto ciò che circonda i felini protagonisti, che appaiono smarriti e vittime di questo mondo inverosimile in cui faranno la loro comparsa personaggi bizzarri di ogni sorta.



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"Chi's Sweet Home" è un anime composto da 104 episodi della durata di 3 minuti ciascuno ed è la prima serie delle avventure di Chi. La protagonista è una gattina, che un giorno perde di vista la madre durante una passeggiata e si ritrova a vagare per la città in cerca della propria casa. A fine giornata si accascia per terra stremata e viene così raccolta dalla famiglia Yamada, che, nonostante il divieto di tenere animali nel proprio appartamento, decide di accudirla fino a quando non le avranno trovato un padrone. La gattina dal canto suo vorrebbe tornare a casa dalla propria madre, ma per un motivo o per l'altro si ritrova sempre a rimandare il momento del ritorno.
Trovare persone disposte ad accogliere la gattina, che nel frattempo è stata chiamata Chi, non è affatto semplice e così lei trascorre molti giorni presso la famiglia Yamada, passando le giornate a esplorare, giocare e imparare un sacco di cose, affezionandosi sempre più alla nuova famiglia.

Il tema principale della storia è quindi la vita di Chi e le gioie e le difficoltà della convivenza tra umani e gatti, ma allo stesso c'è un'altra tematica importante, che fa da sottofondo a tutta la storia ed è l'importanza della propria casa. Come dice il titolo, traducibile come "La dolce casa di Chi" (riferimento al detto "casa, dolce casa"), questa storia dà molta importanza alla "casa" intesa sia come ambiente familiare in cui sentirsi al sicuro sia come famiglia. Chi inizialmente considera "casa" il luogo dove si trova la propria madre, poi col tempo, senza nemmeno rendersene conto, chiama "casa" l'abitazione della famiglia Yamada e la sua frase caratteristica "devo tornare a casa" assume così un nuovo significato.

Il punto di forza di questa serie è la profonda conoscenza dell'autore del mondo dei gatti. La piccola Chi è infatti credibilissima nel suo modo di agire e di ragionare e ricorda in tutto e per tutto un gattino vero. Ciascun episodio non è altro che un'avventura della gattina o della famiglia che deve rimediare ai problemi che comporta la convivenza con un gatto, ma ogni avvenimento non è mai esagerato o inverosimile, anzi la storia mantiene per lo più un certo realismo. Eppure ogni azione di Chi, per quanto sciocca o di poco conto, riesce a far sorridere: il suo infantilismo, la sua ingenuità… ma anche le birichinate, i momenti in cui è arrabbiata o quelli in cui è elettrizzata da un nuovo gioco. Chi riesce ad appassionare lo spettatore semplicemente con il suo essere gatto e il suo essere cucciola.

Il design è estremamente semplice ed essenziale, tipico di un anime per bambini piccoli, ma non è assolutamente sgradevole, anzi Chi risulta graziosa e vanta una grande varietà di espressioni per un gatto.
Da notare anche il doppiaggio di Chi, che in giapponese parla come una bambina, utilizzando vocaboli semplici e pronunciando male alcune lettere, cosicché "sugoi" (traducibile con "fantastico", "eccezionale") viene pronunciato "chugoi".
Consiglio vivamente "Chi's Sweet Home" a tutti coloro che amano i gatti, ma è apprezzabile anche da chi vuole semplicemente vedere un anime leggero e divertente.



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"Poyopoyo Kansatsu nikki", ovvero cinquantadue episodi di morbidezza, fluffosità e "aaww" a raffica rivolti allo schermo. Nato dall'omonimo manga seinen di Ruu Tatsuki, l'anime, composto da episodi di circa tre minuti ciascuno, racconta le vicende di Poyo, un gattone sferico incredibilmente carino, e della sua permanenza presso la famiglia Sato, composta dalla sorella maggiore Moe, il fratello minore Hide e dal papà Shigeru.
Dopo una notte brava, Moe vaga ubriaca per la strada e nel tentativo di tornare a casa, barcollando a destra e a sinistra, s'imbatte in Poyo, che inizialmente non viene identificato come gatto, ma bensì come cuscino. Quando Moe realizza che il morbido ammasso di pelo che ha tra le mani è un micio, decide di portalo a casa; Poyo diventa così a tutti gli effetti un membro della famiglia Sato.
Le puntate ci mostrano la vita del gatto e dei suoi amorevole padroni, senza dimenticare le interazioni con i vicini, felini e non, e con il vasto mondo che si estende davanti agli occhi del piccolo e morbido Poyo.

"Poyopoyo kansatsu nikki" è un anime semplice e lineare: dietro la sfericità di Poyo, le sue vicende, le sue gioie e dolori, non si nasconde alcun messaggio profondo e filosofico, ma solo semplicità di un grande amore per gli animali, per la vita di campagna e grande rispetto per la tradizione. La famiglia Sato è specchio di un ideale di famiglia dai grandi valori, una famiglia in cui si lavora duro e ognuno compie il suo dovere allo scopo di mandare avanti il tutto, nel rispetto totale della natura, degli animali e delle persone.
Accompagnato da una grafica morbida, "pucciosa", infantile e "sferica", quest'anime si pone agli occhi dello spettatore come puro intrattenimento, o meglio ancora come sollazzo per amorevoli padroni di gatti, cani o altri piccoli animaletti domestici. Se è vero che "Poyopoyo kansatsu nikki" non ha altro scopo che suscitare sorrisi e una voglia matta di strapazzare lo sferico gatto, è anche vero che chi possiede un animale, non potrà fare altro che rivedersi negli atteggiamenti di Moe, comportamenti che qualcuno potrebbe definire stupidi o ridicoli (solitamente è quello che pensa chi non ama particolarmente gli animali), ma con i quali sicuramente ogni felice padrone di gatti o cani avrà avuto a che fare. Moe antepone i bisogni di Poyo ai suoi e a quelli del resto della famiglia, canta canzoncine ispirate alla morbidezza di Poyo, realizza dolcetti a forma di Poyo, battezza oggetti con nomi che fanno riferimento a Poyo, porta Poyo con sé ovunque vada, entra nel panico più totale se gli succede qualcosa, lo strapazza di coccole, si comporta come se fosse la sua mamma, e come tale, vive una vita che ruota quasi del tutto attorno alle esigenze del piccolo amico. Detto questo, è certo che il padroncino di cui parlavamo prima, durante la visione dell'anime non può fare altro che sorridere come un'ebete di fronte alle azioni di Moe, poichè vi si rispecchierà al 100%, e vedendo la sua immagine riflessa nella ragazza, non potrà fare altro che sentirsi un po' stupido ma al contempo tanto felice e orgoglioso del suo amichetto a quattro zampe.
Allo stesso modo i vari personaggi che interagiscono con Poyo, ci mostrano come ogni persona abbia una determinata inclinazione verso gli animali e un'idea personale di quella che è la loro presenza in famiglia: l'anziana vicina di casa che vive da sola con il gatto Kurobe è molto amica di Moe, con lei condivide la passione per i felini e l'attaccamento materno e quasi morboso nei confronti dei rispettivi cuccioli, il signor Shigeru mantiene verso Poyo un atteggiamento coccoloso ma moderatamente espansivo, Hide non fa altro che litigarci (affettuosamente), la vicina di casa trasferitasi dalla città teme gli animali e non riesce neanche ad accarezzarlo (anche se la carineria di Poyo la spinge a provarci), gli abitanti del quartiere e i bambini in particolare, lo trovano estremamente carino e lo riempiono di complimenti. La vita quotidiana di Poyo ci offre al contempo la possibilità di scoprire usi e costumi di una tradizionale famiglia contadina giapponese, difatti, l'anime è costellato di riferimenti alle feste, alle credenza, alle tradizioni e alla cucina giapponese.

Come già accennato, la grafica di "Poyopoyo kansatsu nikki" è semplice ed essenziale, molto infantile e tondeggiante, arricchita da colori pastello e personaggi altamente carini e coccolosi. Questa semplicità si dimostra estremamente funzionale alla storia e alla narrazione, difatti permette di calarsi immediatamente nel dolce e tondeggiante mondo di Poyo, ponendo l'attenzione principalmente sulla sfericità del felino protagonista. Una menzione speciale va alla colonna sonora, difatti la sigla iniziale è un vero colpo di genio: una sorta di filastrocca che è l'esaltazione della sfericità, accompagnata dai miagolii di Poyo, i suoi dolcissimi "Yaa". Impossibile resistergli, basta ascoltarla una sola volta e si finisce per cantarla in loop, coinvolgendo amici e parenti; a quel punto la diffusione non avrà fine (lo giuro, mi è successo) e tutto il mondo si ritroverà a cantare quest'inno alla rotondità!

"Poyopoyo kansatsu nikki" è uno di quegli anime a cui bastano tre minuti per risollevare una giornata storta, per far sorridere anche quando si è tristi, è una storia che sprizza tenerezza, amore e dolcezza da tutti i pori. Consigliatissimo agli amanti dei gatti e non solo, chiunque ami gli animali non potrà fare altro che affezionarsi in maniera esagerata al piccolo Poyo, e se il pensiero non ha finora sfiorato la vostra mente, vi ritroverete inevitabilmente a desiderare di vivere in un mondo tondo e fluffoso come quello di "Poyopoyo kansatsu nikki", accompagnati ovviamente da un gatto sferico.