Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo ad anime sportivi, con Kuroko no Basuke, One Outs: Nobody Wins, but I! e Ookiku furikabutte.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Ci sono alcuni anime che semplicemente non si possono superare, non si possono imitare, si può solo tenerli lì, prenderli come esempio, come pietra fondante e da essi costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. In questo caso l'anime irraggiungibile del genere è "Slam Dunk" e il nuovo e promettente è "Kuroko no Basket". Ma quest'ultimo è in grado di raggiungere vette talmente alte da ricordare il più blasonato predecessore, tanto da poter accostarsi alle sue pesanti orme. Tuttavia, il paragone tra i due anime si esaurisce qui, in quanto, "Kuroko no Basket" ha una propria distinta, quanto evidente, identità.
La prima cosa che si nota è il grado di "fantascienza" che c'è in questa serie. Pur essendo a tutti gli effetti un anime sportivo centrato sul basket, cerca in tutti i modi di trovare la propria originalità nell'estrosità e nell'incredibile, o meglio, nell'impossibile. Già, perché i cinque membri della famigerata Generazione dei Miracoli (anche se in questa serie ne compaiono solo 3) sembrano avere tutti dei poteri "sovrannaturali" legati al basket. Chi è in grado di segnare infallibilmente da ogni zona del campo, chi può copiare le mosse degli avversari dopo averle viste anche per una sola volta e chi sembra semplicemente inarrestabile, capace di segnare in ogni modo e maniera. Poi ci sono Kuroko e Kagami, i due protagonisti dell'anime, la coppia che cerca di integrare le proprie capacità eccezionali con l'obiettivo di battere, insieme, tutti i membri della Generazione dei Miracoli, di cui Kuroko, tra l'altro, faceva parte come sesto uomo. La sua abilità eccezionale (per non ripetere "fantascientifica") è quella di effettuare passaggi impossibili, precisi e infallibili. Kagami, invece, è il classico giocatore fisicato e irruento, che salta come un marziano e schiaccia come nessuno mai. Grandi capacità e grandi margini di miglioramento, determinazione incrollabile e voglia di giocare a basket che prevale su tutto.
E' un anime che non mi ha preso subito dalla prima puntata, che non mi ha strabiliato o lasciato senza fiato, ma è un anime solido, che sa quello che sta offrendo, che mantiene nella forza dei propri personaggi tanto del suo appeal. Che racconta di basket e, seppur con qualche effetto speciale, non ne stravolge le regole, i colori, i suoni e le emozioni che solo questo sport è in grado di dare. E come ogni anime sportivo che desideri andare oltre al semplice gioco, narra anche di emozioni e di sentimenti, di storie e di vita vera.
Gli manca ancora qualcosa per essere eccellente, per essere al livello dei migliori. Però ho notato un progressivo miglioramento con lo scorrere delle puntate, non dovuto solamente ad un mio maggiore coinvolgimento con la storia, ma ad un'effettiva ed esponenziale capacità di stupire. Quei personaggi e quelle storie che inizialmente sembravano un po' avulse e forzate, si sono mischiate, si sono miscelate e sono state in grado di tirare fuori molto di più di quello che mi sarei aspettato. Davvero un bellissimo anime, di quelli che non riesci ad aspettare. E poiché finisce sul più bello, credo che proseguirò con il manga, dato che lo ritengo altrettanto meritevole.
Buona visione a tutti. La palla arancione a spicchi non delude mai, e se per caso anche tu ami il basket, guardarlo ti farà solo venire una gran voglia di giocarci!



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Lo sapevo, che un anime tratto da un manga di Shinobu Kaitani non avrebbe potuto che essere grandioso!
Impossibilitata a reperire il manga, mi sono buttata a pesce sull'anime, e ho avuto ragione. Benché fortemente incentrata sul gioco del baseball, del quale a onor del vero non potrebbe importarmi di meno, questa serie trova il suo punto di forza in ben altro. Le strategie psicologiche e i trucchi escogitati da tale Tokuchi Toua per venire a capo di ogni difficoltà in campo sono il vero sale di questo titolo.

Ma facciamo un passo indietro. Tokuchi, in realtà, non è affatto un lanciatore per professione. Il suo talento lo incontriamo per la prima volta in un campo in cui lo esercita per scommesse, con le particolari regole del one out. Dopo centinaia di sfide, il nostro è imbattuto. Ci vuole un battitore professionista di fama, Hiromichi Kojima, stella dei Lycaons (squadretta da quattro soldi) per infrangere in qualche modo il suo record: alla fine di una drammatica sfida in cui Kojima si gioca la carriera e Tokuchi il braccio, quest'ultimo si ritroverà a lanciare per i Lycaons con l'intento di portarli a vincere il campionato. Non sarebbe grave, se il contratto che Tokuchi stipula con lo spregevole padrone della squadra non fosse un capestro, con una corda sempre più stretta che gli impone praticamente di non sbagliare mai. Ciononostante, Tokuchi è talmente bravo che, nonostante un contratto a lui sfavorevole, il suo credito nei confronti della proprietà aumenta tanto da indurre il padrone dei Lycaons a cospirare contro di lui in ogni modo possibile, anche a discapito della squadra: solo i soldi interessano a costui. Gli stessi compagni di squadra, inizialmente avversi al giovane outsider imposto dal loro campione, si ricredono ben presto nei suoi confronti.

Ma com'è possibile tutto ciò? Il biondo Tokuchi è un giocatore d'azzardo puro, la sua specialità è "leggere" l'avversario. Non c'è trucco, sottigliezza psicologica, regola del baseball - ma quando li ha imparati, se faceva solo one out? - che non conosca e non sappia sfruttare a proprio vantaggio. Quelli che, a un profano, possono sembrare lanci di palla tutti uguali, e ribattute parimenti simili, generano in realtà una serie di combinazioni impressionante che, assieme alle altre regole del baseball, formano una quantità inimmaginabile di possibilità. Inimmaginabile agli occhi di un profano, ovviamente. Chi bazzica nel mondo del baseball avrà ovviamente un quadro molto più chiaro di alcune situazioni di quanto possa averlo una ignoramus come me.

Nell'arco delle 25 puntate della serie ci vengono presentate alcune partite, ciascuna contro avversari di pericolosità crescente, senza trascurare l'ipotesi di squadre dedite a tattiche pesantemente scorrette, in molti sensi. L'intelletto di Tokuchi e la sua abilità, assieme a quella dei compagni di squadra, saranno messi a dura prova.

Quest'anime ha, secondo me, due difetti fondamentali, anche se non letali. Il primo è che, pur terminando in maniera pseudo-soddisfacente, in realtà non ha un finale: finisce quando il campionato è ancora agli inizi. Non solo, in realtà la situazione di Tokuchi, per via del suo particolare contratto di ingaggio, che deve mantenere segreto a tutti a pena di multe salatissime, è quanto di più precario si possa immaginare, specie perché è lo stesso padrone che, non disposto a rimetterci una barcata di soldi, ma nemmeno a cedere e rinegoziare il contratto, cospira per farlo cadere in trappola. E i suoi mezzi sono talmente sporchi da poter essere definiti luridi.
Il secondo difetto riscontrabile in questa serie è che, pur basandosi sullo studio caratteriale degli avversari, e a volte anche degli alleati, per determinare le loro future azioni, in realtà non offre molto studio dei protagonisti. In effetti, ci vengono presentate le storie di alcuni dei personaggi secondari, perché sono funzionali alla storia, ma non abbiamo idea, ad esempio, di come sia nato il "fenomeno" Tokuchi. Chi è costui? Che studi ha fatto? Come ha potuto diventare così temibile, al punto che il suo sguardo di ghiaccio riesce a mettere in soggezione degli armadi d'uomini che sembrano usciti da un campo di rugby? Ebbene, non lo sappiamo. Intendiamoci, se ne fa anche a meno, però sarebbe stato carino avere un po' di background anche sul fenomeno: in fondo, è l'asse su cui si regge tutta la serie.

Quella su cui non si può fare appunto, invece, è la colonna sonora. A me è piaciuta tutta, a partire dalle due sigle, per finire al commento musicale che sottolinea con molta efficacia alcune azioni di gioco.
Il comparto disegni svolge, anch'esso, tutta la sua funzione. Gli sfondi sono sufficientemente curati e le animazioni, pur con qualche quadro fisso, fanno tuttavia il loro lavoro in modo più che adeguato. Così come nel manga, i vari protagonisti sono molto differenziati e riconoscibili, uomini "veri", per così dire. Da sottolineare che, in puro stile sportivo maschile, a parte una giornalista che cerca di intervistare Tokuchi, non appare una sola donna in tutto l'anime! Si segnala, quindi, la più completa assenza, da questo titolo, di ogni qualsiasi romanticheria.

In definitiva, parrebbe che il personaggio meno realistico, dal punto di vista del chara design, sia proprio Tokuchi. Passino i capelli schizzatissimi - anche sotto la pioggia scrosciante - probabilmente biondi di pacchetto, ma il suo viso è talmente lungo e aguzzo da spiccare chiaramente in mezzo a tutti gli altri. Potrebbe essere un simbolo della sua acutezza mentale? Ad ogni modo, quando si leva la maglietta - cosa che non ricordo aver visto nel poco di manga che ho letto - il torso che ne emerge è così magro da essere quasi scheletrico. Né si capisce perché inserire queste poche scene di semi-nudo inesistenti nell'originale (ma potrei sbagliarmi), dal momento che questo titolo è così orientato verso un pubblico decisamente maschile. E, del resto, non si può dire che Tokuchi sia dipinto in maniera attraente: non ha certo il fisico di un atleta, e la cosa viene sottolineata anche nel corso della serie.
Non è neppure particolarmente simpatico: infatti, benché praticamente invincibile nelle battaglie d'intelletto, il luciferino Tokuchi ha una personalità respingente. Solitario, pieno di sé, freddo e calcolatore, sprezzante nei confronti delle debolezze altrui, comprese quelle dei suoi compagni di squadra, con la lingua tagliente e la risposta sempre pronta a qualsiasi provocazione: questo è Tokuchi Toua. Prendere o lasciare.
Io ho preso, e felicemente decreto che la mia presa vale 8. Sarebbe bello se ci fosse un sequel. Io aspetto fiduciosa.



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"Ookiku Furikabutte" racconta la storia di Mihashi, un adolescente a cui piace da matti il baseball, in particolare ama giocare come pitcher, ed è questo il ruolo che riveste nella squadra della scuola media Mihoshi. Per essere all'altezza del compito, nonché per passione verso lo sport e insicurezza caratteriale, Mihashi si allena duramente, al limite del danno fisico, a lanciare. I suoi compagni tuttavia sono convinti non abbia la stoffa per giocare e tanto meno come titolare, e lo accusano di essere un raccomandato e un egoista perché non vuole cedere il mound ad altri ragazzi reputati più capaci. Con il tempo, la situazione si fa insostenibile per Mihashi che al termine delle medie cambia istituto in favore di un altro con una squadra di baseball in cui la sua cattiva fama non sia arrivata e possa migliorarsi.
Durante la ricerca del club giusto per lui, Mihashi viene trascinato a partecipare a una sessione di allenamento del team del liceo Nishiura. L'allenatrice Momoe e il catcher Abe si accorgono che Mihashi non è affatto un cattivo giocatore: forse non possiede doti immediatamente riconoscibili quali pura potenza o velocità nei lanci, in compenso ha un ottimo controllo della pallina e una precisione nei tiri rara per uno studente. Caso mai, quello che è necessario per Mihashi è maggiore fiducia in se stesso e nelle sue capacità; a questo proposito, è spronato dal supporto e dalla competenza in qualità di catcher di Abe. Mihashi è entusiasta e si unisce così al Nishiura.

Ren Mihashi è l'atipico protagonista di "Oofuri": atipico perché se nei titoli sportivi non è inusuale che il protagonista e la sua squadra partano da zero per poi affermarsi tramite costanza e duro lavoro, Mihashi ha già delle particolarità spiccate e un carattere piuttosto difficile da gestire. Mihashi infatti, anche per colpa dei suoi ex-compagni, ha sviluppato un coriaceo senso di inferiorità e incertezza, caratteristiche che determinano il suo intero personaggio: è estremamente timido, quando parla si esprime separando le frasi in piccole parti che pronuncia gradualmente a seconda della reazione (o della reazione che si aspetta) dell'altro. Quando è sotto pressione, si agita, diventa rosso in viso e ha un'espressione da pulcino indifeso. Anche in campo non è affatto fiducioso nella sua abilità, si affida totalmente alle direttive di Abe. È probabile che Mihashi susciti due differenti tipi di reazione nello spettatore: lo si può apprezzare e adorare in quanto fa leva sul proprio spirito paterno/materno, oppure lo si vorrebbe picchiare. Anche tra i suoi compagni del Nishiura c'è chi lo accetta prontamente (Tajima e Izumi) e chi fa fatica (Abe).
Takaya Abe è il catcher della squadra e il coprotagonista della serie, e forma la battery principale del Nishiura insieme a Mihashi. Il rapporto di amicizia e sostegno che si instaura tra Abe e Mihashi è uno dei temi portanti di "Oofuri". Dovendo giocare in coppia, è necessario che Abe riequilibri l'attitudine negativa, a tratti disfattista, di Mihashi e lo sproni a tirar fuori il suo pieno potenziale; in questo, il carattere di Abe è strutturato bene: mentre Mihashi ha un comportamento (per quanto involontariamente) fatalista, Abe è calmo, logico e razionale, è consapevole delle sue possibilità e di quelle altrui, siano essi i suoi compagni (nel qual caso si impegna per valorizzarle, in primis con Mihashi) o i suoi avversari (in questo caso studia la loro tattica di gioco e tenta di svantaggiarli). Se il suo atteggiamento cool è prezioso nel baseball, quantomeno non è sempre positivo nei rapporti umani: nella sua relazione con Mihashi alle volte sembra lo stia manipolando e trattando con condiscendenza.
Un elemento che agisce da collante tra i membri del Nishiura è Tajima, il cleanup hitter. Caratterialmente è solare, estroverso e chiassoso, e spesso fa da "interprete" per Mihashi, suggerendo cos'è che vuole dire. Il suo spirito allegro si riflette nel modo di giocare, molto versatile meno che per gli home run a causa della sua costituzione piuttosto piccola: ciò lo spinge a cercare ancora di più l'interazione dei compagni.
Mihashi e Tajima appartengono anche alla stessa classe, assieme a Izumi. Izumi ha un carattere più posato e serioso stile Abe e condivide la versatilità di Tajima, anche se sul campo e in gruppo brilla meno proprio per il suo atteggiamento più pacato, tanto che non è cerimonioso neanche nei confronti degli allievi più grandi, come Hamada.
Hamada è un amico d'infanzia di Mihashi e compagno dalle elementari di Izumi. In precedenza giocava anche lui a baseball (da piccolo Mihashi riceve il suo primo guantone come regalo da Hamada), ma ha smesso per via di un problema al gomito, spiega, ma la cosa non è del tutto chiara. Comunque anche Hamada è appassionato di baseball e organizza e dirige il gruppo di tifosi del Nishiura.
Rispetto a tanti club, il Nishiura è speciale. Uno dei motivi è che non ha un allenatore uomo che svolge il suo lavoro con metodi paterni, bensì ha un'allenatrice che lavora anche part-time. Il suo nome è Maria Momoe, ed è un personaggio davvero singolare: ha una grande forza fisica (durante il primo episodio offre ai neoiscritti un succo d'arance spremute a mani nude) e quando il suo team segna un punto nel corso delle partite si entusiasma in un modo tale che pare abbia un orgasmo (di certo il suo seno spropositato non aiuta a dare un'impressione diversa). Nonostante gli avversari a volte si dicano imbarazzati e perplessi nel vedere un'allenatrice, Momoe è estremamente dedita al suo ruolo (i ricavati dei suoi lavori extra vanno a coprire le spese del club), competente e ha idee molto chiare: per lei una dote irrinunciabile in ogni squadra che si rispetti è la coesione tra i membri. In effetti una delle prime attività che organizza è un ritiro.

Al termine del ritiro, il Nishiura affronta in un'amichevole il Mihoshi, l'ex-squadra di Mihashi. È grazie a questo incontro che Mihashi compie un ampio passo nel lasciarsi alle spalle il passato e accettare senza rimorsi di coscienza la maglia numero 1.
Il match con il Mihoshi mi ha colpito per una serie di motivi. Personalmente non sono un amante del genere sportivo: di solito trovo che la narrazione penda troppo sul fronte dell'azione (comprensibilmente, mi rendo conto che l'aspettarsi diversamente è un mio limite), mentre a me piace seguire i personaggi e il loro sviluppo; in questo modo però c'è il rischio non si parli più di sport. Ookiku Furikabutte mi ha soddisfatto poiché equilibra queste due tendenze: appunto nel corso della partita Nishiura-Mihoshi si nota la maniera davvero magistrale in cui i caratteri dei vari personaggi si riflettono nel loro stile di gioco, come i personaggi si amalgamano tra loro e nei rispettivi compiti, intanto che la partita è mostrata in modo comprensibile anche per chi di baseball non sa nulla e mettendone in luce aspetti meno appariscenti (le varie tattiche del catcher e dell'allenatore, il modo in cui i due team tentano di leggere le intenzioni avversarie).
Infine, è chiaro a tutti che se il Mihoshi non è una squadra competitiva la colpa non è di Mihashi ma dell'atteggiamento individualista preso dai suoi giocatori, pronti soltanto ad affidarsi a talenti personali piuttosto che ad allenarsi duramente e lavorare in squadra. Il Nishiura all'opposto premia queste qualità, e quindi vince.
L'opposizione bravura individuale-gioco di squadra mi ricorda molto la premessa di "Kuroko no Basket" (d'altronde è possibile che Tadatoshi Fujimaki si sia ispirato all'opera di Asa Higuchi). Come Mihashi, anche Kuroko si ritrova escluso dalla sua squadra, nota ai fan come Generazione dei Miracoli, in quanto gli altri cinque appartenenti prendono le distanze l'uno dall'altro, affidandosi solamente al proprio talento e perdendo di vista il fatto che il basket, come il baseball, è un gioco di squadra. Per dimostrare la validità della propria convinzione e modo di giocare, "Kuroko" si iscrive in un'altra scuola superiore e cerca di instaurare nella sua nuova squadra un rapporto di fiducia e collaborazione con cui battere e "convertire" i restanti membri della Generazione. Anche Kuroko è un protagonista parecchio atipico: non sembra affatto il personaggio principale di uno shounen con la sua natura assai poco appariscente (il suo stile di gioco sfrutta proprio il fatto che viene poco notato per passare la palla), però si differenzia da Mihashi nella fiducia delle proprie capacità, mentre Mihashi predilige uno stile di gioco più realistico ("Oofuri" non mostra fanta-baseball come in "Kuroko's Basket" si gioca fanta-basket. "Oofuri" non si chiama "Mihashi no Baseball").

Chiusa la parentesi, oltre all'armonia tra la parte sportiva e di character development un altro pregio riguarda il comparto tecnico: lo studio d'animazione innanzitutto ha compiuto un ottimo lavoro nel migliorare lo stile di disegno dell'autrice originale e nel conferire alla produzione un carattere unitario. Il character design risulta tutto sommato ben realizzato considerando che si basa su disegni di partenza piuttosto bruttini (nelle prime tavole del manga Mihashi sembra un parente stretto di E.T.) e nel complesso le animazioni sono molto fluide; in generale, "Ookiku Furikabutte" anime presenta uno stile magari non all'avanguardia tecnicamente ma piacevole a seguirsi proprio in virtù della sua ricercata semplicità. Lo stesso vale per le musiche: la soundtrack è interamente composta di pezzi privi di accompagnamento canoro, il che permettono di sottolineare alcuni passaggi centrali degli episodi senza sviare l'attenzione richiamandola sulle tracce musicali.
Il risultato di tutto ciò è una serie animata gradevole da guardare e ascoltare (merito anche dell'azzeccato doppiaggio) la cui storia si evolve gradualmente e in cui ogni passo (nel fervore della partita, nell'evoluzione dei caratteri) è necessario per lo sviluppo globale.
L'unico difetto che ho avvertito durante la visione è lo scarso numero di episodi totali: se ventisei puntate sono sufficienti per un prodotto dallo svolgimento rapido, non bastano per uno che al contrario fa della crescita in tempi dilatati il suo punto di forza. Dopo tutto in questa prima stagione si mostrano solamente due partite, e lo spazio dedicato allo slice of life è ristretto; d'accordo che se i rapporti tra i personaggi hanno modo di emergere anche sul diamante il bisogno di mostrare i protagonisti al di fuori di esso è minore, tuttavia avere spazio anche per trattare della vita quotidiana dei giocatori del Nishiura sarebbe stato tutt'altro che negativo.

"Ookiku Furikabutte" è una produzione che tratta di sport e amicizia, e lo fa con simpatia, dolcezza, una nota di drammaticità e tanta, tanta intelligenza. Tramite le vicende di Mihashi e compagni "Oofuri" fonde sapientemente sport e introspezione, creando un grande affresco del significato dell'adolescenza: crescere, profondendo tutto l'impegno possibile in compagnia di numerosi amici e persone care con cui condividere quest'esperienza indispensabile e indimenticabile. L'unico rimpianto è che la serie non duri di più e il vuoto interiore che lascia dietro di sé è davvero grande, ma a ogni modo penso sia un titolo da vedere, una piccola perla da aggiungere al proprio tesoro.