Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati" e che i nostri detrattori scarseggiano a fantasia, ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo, questa volta anime, che questo mese sarà argomento della disputa!
Il successo di pubblico dei due eventi cinematografici "Le Notti dei Superobot", l'ultimo dei quali si è concluso martedi, hanno riportato prepotentemente alla ribalta non solo i mecha storici creati da Go Nagai ma tutta un'intera generazione che si è ritrovata, pop corn in mano, a entusiasmarsi per i suoi eroi di bambino anni 70/80.
Posto che i film mandati al cinema non hanno il valore delle serie originali, cercando però di contestualizzare questi eroi eliminando l'effetto nostalgia, possiamo davvero parlare di personaggi fondamentali per l'animazione?
A questo scopo oggi trattiamo il robottone dell'epoca forse tra i più famosi, anche se in Italia forse non al pari di Goldrake per vari motivi che saranno sviscerati nelle recensioni. Stiamo parlando di Mazinga Z ovviamente, il capostipite del genere Super Robot di naganiana memoria!
La serie anime è del 1972 ma fu trasmesso per la prima volta solo a partire dal 21 gennaio 1980 da Rai 1 (all'epoca Rete 1), epoca in cui molti di voi di sicuro non erano nati.
A confrontarsi su questo storico titolo infatti chiamiamo due pesi massimi dell'argomento che però, data l'età, non potevano esserci durante quelle prime storiche trasmissioni tv. Può bastare per avere un giudizio imparziale e non nostalgico?
Scendano in campo quindi God87 e AkiraSakura!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
Mazinga Z
5.0/10
Il Giappone è in grande pericolo da quando il malvagio dott. Hell rinviene, nell'isola di Bardos, numerosi, giganteschi automi da guerra appartenuti alla scomparsa civiltà di Mikene, e decide di potenziarli e utilizzarli per conquistare il mondo. Lui e il suo braccio destro, l'inquietante barone Ashura, non immaginano però che un altro illustre scienziato, il professore Kabuto, ha ideato una potente contromisura: il devastante robottone Mazinger Z, realizzato con la straordinaria, indistruttibile Lega Z. Mortalmente ferito dagli uomini di Ashura, con le sue ultime forze Kabuto riesce tuttavia ad affidare la sua invenzione al nipote Koji, che, assistito dal suo collega, prof. Yumi, e dallo staff di quest'ultimo risiedente nell'Istituto per la ricerca dell'energia fotoatomica, diventa il pilota di Mazinger Z e, conseguentemente, l'ultimo baluardo della Terra.
L'occasione di visionare un classico del livello di "Mazinger Z" permette non solo di riscoprire, con meraviglia, i motivi che hanno portato questa lunga serie animata a raggiungere indici di ascolto tra i più alti della storia nella televisione nipponica (uno share medio del 30%), ma anche di constatare, con grande amarezza, come grandissimi meriti e importanza storica di oggettive pietre miliari non necessariamente si coniugano con una qualità tale da resistere allo scorrere del tempo.
A "Mazinger Z", è giusto dirlo chiaramente, l'animazione robotica deve tutto: anche se esistono dei predecessori (il preistorico manga/anime "Tetsujin 28" di Mitsuteru Yokoyama del '56, il fumetto "Giant Robot" sempre dello stesso autore e la serie animata "Astroganga", che debutta giusto due mesi prima, nell'ottobre 1972), è lui, solo lui, a creare dal nulla uno dei generi narrativi più famosi, rappresentativi e influenti del Paese del Sol Levante, ipotizzando gli scontri di un robottone gigante che, rispetto ai precedenti, è dotato di armi portentose, azionabili da un pilota che lo guida dall'interno. L'idea viene in mente, come si sa, all'autore di fumetti Go Nagai, che un giorno, assistendo a un imbottigliamento stradale, immagina quanto sarebbe bello se un guidatore potesse far spuntare delle gambe alla propria vettura per farle scavalcare tutte le altre. Il controverso ideatore di "Scuola senza pudore", "Mao Dante" e del "Devilman" televisivo e cartaceo trova quindi nuova complicità con lo studio Toei Animation, ben interessato all'idea di una serie d'azione avente come protagonista un colosso di metallo pilotabile e dotato di micidiali armi da battaglia che vengono, di volta in volta, scelte, urlate e usate dal protagonista per distruggere i suoi avversari. Questi ultimi non possono che essere altri robottoni, carne da macello puntualmente inviata, episodio dopo episodio, da un essere abietto che intende, sfruttando i loro poteri, conquistare il mondo. L'eroe risiederà stabilmente, quindi, in un'avanzata fortezza scientifica, ultimo baluardo dell'umanità, dove è anche custodito il robottone: suo compito sarà quello di scacciare il nemico ogni volta che tenterà un nuovo attacco. Queste caratteristiche principali, oltre alla concezione nippocentrica che condisce il tutto (conquistare il Giappone è come essersi impossessati del mondo!) e all'idea di infondere nell'automa di metallo protagonista l'epica dei samurai, renderanno la serie uno straordinario successo commerciale: trasmesso ogni domenica alle 19 su Fuji TV, "Mazinger Z" diventa una delle produzioni più seguite in assoluto della televisione in quegli anni, entusiasmando sia bambini (target principale) che adulti, tutti galvanizzati dall'idea di un nuovo, enorme idolo guerriero che in ogni puntata, con, di sottofondo, la scoppiettante sigla iniziale (cantata in inglese nelle versioni internazionali), annienta eroicamente mostri meccanici che intendono distruggere Tokyo.
In quegli anni, purtroppo per le nuove generazioni, lo schema narrativo tipico è ereditato dai telefilm tokusatsu: ogni episodio è uguale all'altro, autoconclusivo e inizia e finisce allo stesso modo seguendo canovacci collaudati, che mostrano Koji e compagni vivere una piccola mini-avventura (un semplice pretesto) e poi affrontare, nel finale, l'immancabile nemico della settimana ("monster of the week") inviato dal dott. Hell, distruggendolo; l'epilogo è dato dall'inquadratura conclusiva che guarda al tramonto, con le risate liberatorie di sottofondo degli eroi dopo una gag finale. La quasi totale assenza di continuity a legare le puntate per l'epoca è la norma: nessun giapponese stava a lamentarsi della cosa, ci era abituato, e questo proprio perché gli anime godevano di pochissima considerazione, rivolti com'erano unicamente ai bambini, nessuno si sognava di renderli o richiederli più avvincenti o articolati. "Mazinger Z" è proprio questo: un'opera estremamente infantile, ripetitiva al massimo, dalla trama basicissima che non evolve pressoché mai, basata interamente su interminabili combattimenti tra robot che occupano il 70% del tempo, che alla sua epoca creava un sense of wonder indimenticabile con i suoi pugni a razzo, i raggi termici e l'idea di pilotare colossi di metallo altissimi (idee che apriranno la strada a un'enormità di seguiti e cloni che imperverseranno per tutti i Settanta, arrivando quasi tutti, tra l'altro, in Italia), ma che oggi, onestamente, è inguardabile, pur con tutti i buoni propositi di contestualizzazione.
In contemporanea con l'anime, Go Nagai disegnava, come nel caso di "DevilMan", anche una controparte cartacea, immancabilmente più tenebrosa, violenta e sensuale. Da quel fumetto (pubblicato in Italia da d/visual e J-Pop), "Mazinger Z" verrà conosciuto dalle masse per la sua tematica di ambiguità bene/male, data dalla possibilità che l'automa possa diventare, a seconda degli usi che se ne fanno, il salvatore dell'umanità o il suo peggior nemico (Mazinger in giapponese si pronuncia "Majinga", "Ma" per demone e "Jin" per divinità). È una dicotomia che verrà esplorata da Nagai sia in quel caso che in successive riletture, sempre a fumetti; peccato questo tema proprio non esista nella serie animata di Toei Animation, che si limita ad appiattire il tutto riducendolo alla stregua di un robottone eroico e buono che combatte all'infinito contro avversari e strategie nemiche. Tolto questo, e tolto pure il minimo approfondimento a qualsiasi personaggio (legati a una nettissima dicotomia Bene/Male, senza sfumature), tutti addirittura privi del minimo background e ingabbiati in atmosfere quasi sempre leggere, scanzonate e supereroistiche, l'anime si risolve in una serie-fiume che ripete a tempo indeterminato le stesse cose, senza nessuna diversificazione (mini-avventura e lunghissimo combattimento, mini-avventura e lunghissimo combattimento, acrobazie di Koji contro gli uomini di Hell, gli scagnozzi di quest'ultimo eternamente sconfitti e rimproverati dal loro padrone, etc), per novantadue episodi stressanti, che simboleggiano, per il pubblico odierno, l'ovvietà che per conoscere nell'interezza l'intera "storia" basta guardare presumibilmente il primo e ultimo episodio. Non basta qualche timida variazione (un power up, un nuovo elemento che entra nel cast di buoni o cattivi, un nuovo robot alleato ad affiancare quello protagonista) ogni venticinque/trenta episodi per salvare la serie da una noia che è pressoché implacabile, fin dall'inizio. Chara e mecha design sono senz'altro iconici, ben rappresentativi della mano di Go Nagai (il luciferino e demoniaco Hell, il sessualmente ambiguo Ashura, il rozzo teppista Boss, i robottoni dal design camaleontico, a volte buffo o stravagante, a volte figo, a volte a metà tra l'uno e l'altro), così come sigla e le musiche di Michiaki Watanabe... Ma c'è ben poco oltre a questo: si può capire all'epoca perché la serie fu un trionfo (mai si era visto un concept simile), ma anche perché oggi, con i mille successori che hanno perfezionato le sue caratteristiche narrative, ormai è terribilmente vetusto, inguardabile, al punto che solo chi vuole farsi una cultura personale potrebbe stare a visionarlo.
Neppure tecnicamente l'opera è in grado di farsi ricordare o recuperare dignità, non reggendo minimamente la competizione con anime contemporanei ben più stellari dal punto di vista di budget, animazioni e fotografia ("Gatchaman" e "Heidi" gli esempi più illustri). Questo anche dal punto di vista del comparto visivo, martoriato da un budget mai davvero importante che, seppur globalmente sufficiente, si esprime in disegni spesso rozzi e mal curati, che talvolta fanno assumere ai giovani personaggi (Koji Kabuto in particolare) delle fattezze involontariamente grottesche (talvolta sembrano vecchi, talvolta sotto effetto di stupefacenti). A tale proposito, "Mazinger Z" sfigura nettamente addirittura a confronto con il "Devilman" televisivo trasmesso quasi in contemporanea (l'Uomo Diavolo appare in TV cinque mesi prima) e sempre a opera di Nagai, che seppur più breve e di minor successo almeno era disegnato e curato con tutti i crismi.
Questo, in sintesi, è "Mazinger Z", il capostipite di tutti i giganti d'acciaio: visione irrinunciabile nel 1972 e titolo fondamentale nella codificazione del genere, ma superato già nel suo decennio da molti dei suoi "figli". Molto, molto meglio recuperare, a questo punto, i due manga serializzati in contemporanea in quegli anni: quello, già accennato, di Go Nagai, o specialmente l'adattamento del suo collaboratore Gosaku Ota (sempre disponibile in Italia per d/visual e J-Pop), considerato dallo stesso Nagai la versione "definitiva" della storia. Pur al prezzo di ignobili disegni infantilissimi e del seguire inizialmente le atmosfere animate, l'opera di Ota ha quantomeno il merito di discostarsene successivamente, approfondendo notevolmente i personaggi e rendendo più matura e meno ripetitiva la trama.
Nota: in Italia "Mazinger Z" viene trasmesso sulle reti Rai dopo il successo di "Ufo Robot Grendizer", il suo secondo seguito (ma trasmesso per primo). Visti i disegni, i colori e le animazioni superati rispetto al successore, è probabilmente per questo che è stato doppiato per poco più di metà, giusto 52 episodi su 92, prima di venire interrotto per (probabile) flop di trasmissione. L'adattamento è tutt'altro che ben fatto, distinguendosi per i numerosissimi tagli interni per ridurre la durata delle puntate, il cambio del nome dell'eroe da Koji Kabuto a Ryo Kabuto, e dialoghi infedeli che spesso non ci azzeccano proprio nulla con quanto si vede su schermo. L'unico modo di "godersi" "Mazinger Z" consiste nell'attendere l'annunciata edizione in DVD a cura di Yamato Video, che sottotitolerà tutto in modo fedele, comprese le quasi quaranta puntate mai doppiate (che il recensore, con onestà, ha guardato in lingua originale).
L'occasione di visionare un classico del livello di "Mazinger Z" permette non solo di riscoprire, con meraviglia, i motivi che hanno portato questa lunga serie animata a raggiungere indici di ascolto tra i più alti della storia nella televisione nipponica (uno share medio del 30%), ma anche di constatare, con grande amarezza, come grandissimi meriti e importanza storica di oggettive pietre miliari non necessariamente si coniugano con una qualità tale da resistere allo scorrere del tempo.
A "Mazinger Z", è giusto dirlo chiaramente, l'animazione robotica deve tutto: anche se esistono dei predecessori (il preistorico manga/anime "Tetsujin 28" di Mitsuteru Yokoyama del '56, il fumetto "Giant Robot" sempre dello stesso autore e la serie animata "Astroganga", che debutta giusto due mesi prima, nell'ottobre 1972), è lui, solo lui, a creare dal nulla uno dei generi narrativi più famosi, rappresentativi e influenti del Paese del Sol Levante, ipotizzando gli scontri di un robottone gigante che, rispetto ai precedenti, è dotato di armi portentose, azionabili da un pilota che lo guida dall'interno. L'idea viene in mente, come si sa, all'autore di fumetti Go Nagai, che un giorno, assistendo a un imbottigliamento stradale, immagina quanto sarebbe bello se un guidatore potesse far spuntare delle gambe alla propria vettura per farle scavalcare tutte le altre. Il controverso ideatore di "Scuola senza pudore", "Mao Dante" e del "Devilman" televisivo e cartaceo trova quindi nuova complicità con lo studio Toei Animation, ben interessato all'idea di una serie d'azione avente come protagonista un colosso di metallo pilotabile e dotato di micidiali armi da battaglia che vengono, di volta in volta, scelte, urlate e usate dal protagonista per distruggere i suoi avversari. Questi ultimi non possono che essere altri robottoni, carne da macello puntualmente inviata, episodio dopo episodio, da un essere abietto che intende, sfruttando i loro poteri, conquistare il mondo. L'eroe risiederà stabilmente, quindi, in un'avanzata fortezza scientifica, ultimo baluardo dell'umanità, dove è anche custodito il robottone: suo compito sarà quello di scacciare il nemico ogni volta che tenterà un nuovo attacco. Queste caratteristiche principali, oltre alla concezione nippocentrica che condisce il tutto (conquistare il Giappone è come essersi impossessati del mondo!) e all'idea di infondere nell'automa di metallo protagonista l'epica dei samurai, renderanno la serie uno straordinario successo commerciale: trasmesso ogni domenica alle 19 su Fuji TV, "Mazinger Z" diventa una delle produzioni più seguite in assoluto della televisione in quegli anni, entusiasmando sia bambini (target principale) che adulti, tutti galvanizzati dall'idea di un nuovo, enorme idolo guerriero che in ogni puntata, con, di sottofondo, la scoppiettante sigla iniziale (cantata in inglese nelle versioni internazionali), annienta eroicamente mostri meccanici che intendono distruggere Tokyo.
In quegli anni, purtroppo per le nuove generazioni, lo schema narrativo tipico è ereditato dai telefilm tokusatsu: ogni episodio è uguale all'altro, autoconclusivo e inizia e finisce allo stesso modo seguendo canovacci collaudati, che mostrano Koji e compagni vivere una piccola mini-avventura (un semplice pretesto) e poi affrontare, nel finale, l'immancabile nemico della settimana ("monster of the week") inviato dal dott. Hell, distruggendolo; l'epilogo è dato dall'inquadratura conclusiva che guarda al tramonto, con le risate liberatorie di sottofondo degli eroi dopo una gag finale. La quasi totale assenza di continuity a legare le puntate per l'epoca è la norma: nessun giapponese stava a lamentarsi della cosa, ci era abituato, e questo proprio perché gli anime godevano di pochissima considerazione, rivolti com'erano unicamente ai bambini, nessuno si sognava di renderli o richiederli più avvincenti o articolati. "Mazinger Z" è proprio questo: un'opera estremamente infantile, ripetitiva al massimo, dalla trama basicissima che non evolve pressoché mai, basata interamente su interminabili combattimenti tra robot che occupano il 70% del tempo, che alla sua epoca creava un sense of wonder indimenticabile con i suoi pugni a razzo, i raggi termici e l'idea di pilotare colossi di metallo altissimi (idee che apriranno la strada a un'enormità di seguiti e cloni che imperverseranno per tutti i Settanta, arrivando quasi tutti, tra l'altro, in Italia), ma che oggi, onestamente, è inguardabile, pur con tutti i buoni propositi di contestualizzazione.
In contemporanea con l'anime, Go Nagai disegnava, come nel caso di "DevilMan", anche una controparte cartacea, immancabilmente più tenebrosa, violenta e sensuale. Da quel fumetto (pubblicato in Italia da d/visual e J-Pop), "Mazinger Z" verrà conosciuto dalle masse per la sua tematica di ambiguità bene/male, data dalla possibilità che l'automa possa diventare, a seconda degli usi che se ne fanno, il salvatore dell'umanità o il suo peggior nemico (Mazinger in giapponese si pronuncia "Majinga", "Ma" per demone e "Jin" per divinità). È una dicotomia che verrà esplorata da Nagai sia in quel caso che in successive riletture, sempre a fumetti; peccato questo tema proprio non esista nella serie animata di Toei Animation, che si limita ad appiattire il tutto riducendolo alla stregua di un robottone eroico e buono che combatte all'infinito contro avversari e strategie nemiche. Tolto questo, e tolto pure il minimo approfondimento a qualsiasi personaggio (legati a una nettissima dicotomia Bene/Male, senza sfumature), tutti addirittura privi del minimo background e ingabbiati in atmosfere quasi sempre leggere, scanzonate e supereroistiche, l'anime si risolve in una serie-fiume che ripete a tempo indeterminato le stesse cose, senza nessuna diversificazione (mini-avventura e lunghissimo combattimento, mini-avventura e lunghissimo combattimento, acrobazie di Koji contro gli uomini di Hell, gli scagnozzi di quest'ultimo eternamente sconfitti e rimproverati dal loro padrone, etc), per novantadue episodi stressanti, che simboleggiano, per il pubblico odierno, l'ovvietà che per conoscere nell'interezza l'intera "storia" basta guardare presumibilmente il primo e ultimo episodio. Non basta qualche timida variazione (un power up, un nuovo elemento che entra nel cast di buoni o cattivi, un nuovo robot alleato ad affiancare quello protagonista) ogni venticinque/trenta episodi per salvare la serie da una noia che è pressoché implacabile, fin dall'inizio. Chara e mecha design sono senz'altro iconici, ben rappresentativi della mano di Go Nagai (il luciferino e demoniaco Hell, il sessualmente ambiguo Ashura, il rozzo teppista Boss, i robottoni dal design camaleontico, a volte buffo o stravagante, a volte figo, a volte a metà tra l'uno e l'altro), così come sigla e le musiche di Michiaki Watanabe... Ma c'è ben poco oltre a questo: si può capire all'epoca perché la serie fu un trionfo (mai si era visto un concept simile), ma anche perché oggi, con i mille successori che hanno perfezionato le sue caratteristiche narrative, ormai è terribilmente vetusto, inguardabile, al punto che solo chi vuole farsi una cultura personale potrebbe stare a visionarlo.
Neppure tecnicamente l'opera è in grado di farsi ricordare o recuperare dignità, non reggendo minimamente la competizione con anime contemporanei ben più stellari dal punto di vista di budget, animazioni e fotografia ("Gatchaman" e "Heidi" gli esempi più illustri). Questo anche dal punto di vista del comparto visivo, martoriato da un budget mai davvero importante che, seppur globalmente sufficiente, si esprime in disegni spesso rozzi e mal curati, che talvolta fanno assumere ai giovani personaggi (Koji Kabuto in particolare) delle fattezze involontariamente grottesche (talvolta sembrano vecchi, talvolta sotto effetto di stupefacenti). A tale proposito, "Mazinger Z" sfigura nettamente addirittura a confronto con il "Devilman" televisivo trasmesso quasi in contemporanea (l'Uomo Diavolo appare in TV cinque mesi prima) e sempre a opera di Nagai, che seppur più breve e di minor successo almeno era disegnato e curato con tutti i crismi.
Questo, in sintesi, è "Mazinger Z", il capostipite di tutti i giganti d'acciaio: visione irrinunciabile nel 1972 e titolo fondamentale nella codificazione del genere, ma superato già nel suo decennio da molti dei suoi "figli". Molto, molto meglio recuperare, a questo punto, i due manga serializzati in contemporanea in quegli anni: quello, già accennato, di Go Nagai, o specialmente l'adattamento del suo collaboratore Gosaku Ota (sempre disponibile in Italia per d/visual e J-Pop), considerato dallo stesso Nagai la versione "definitiva" della storia. Pur al prezzo di ignobili disegni infantilissimi e del seguire inizialmente le atmosfere animate, l'opera di Ota ha quantomeno il merito di discostarsene successivamente, approfondendo notevolmente i personaggi e rendendo più matura e meno ripetitiva la trama.
Nota: in Italia "Mazinger Z" viene trasmesso sulle reti Rai dopo il successo di "Ufo Robot Grendizer", il suo secondo seguito (ma trasmesso per primo). Visti i disegni, i colori e le animazioni superati rispetto al successore, è probabilmente per questo che è stato doppiato per poco più di metà, giusto 52 episodi su 92, prima di venire interrotto per (probabile) flop di trasmissione. L'adattamento è tutt'altro che ben fatto, distinguendosi per i numerosissimi tagli interni per ridurre la durata delle puntate, il cambio del nome dell'eroe da Koji Kabuto a Ryo Kabuto, e dialoghi infedeli che spesso non ci azzeccano proprio nulla con quanto si vede su schermo. L'unico modo di "godersi" "Mazinger Z" consiste nell'attendere l'annunciata edizione in DVD a cura di Yamato Video, che sottotitolerà tutto in modo fedele, comprese le quasi quaranta puntate mai doppiate (che il recensore, con onestà, ha guardato in lingua originale).
Mazinga Z
8.0/10
Recensione di AkiraSakura
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Al giorno d'oggi, esattamente nel momento in cui il genere robotico è stato sviscerato in tutti i modi possibili, e si è evoluto o involuto a seconda del contesto, del target di riferimento e del periodo storico di maggiore o minore fertilità artistica degli autori, affrontare la visione di "Mazinger Z" significa tornare indietro nel tempo a osservare, con interesse storico e culturale, com'era il robotico ai suoi primordi; "Mazinger Z" è infatti il grande capostipite del genere, uno degli anime più influenti della storia e il primo paradigma che detterà legge fino all'avvento degli altrettanto epocali "Gundam" e "Macross".
Il predecessore di "Mazinger Z" è il "Tetsujin 28" di Yokoyama, la prima serie televisiva della storia ad essere incentrata sulla figura del robot pilotato da un essere umano; tuttavia, l'opera era molto diversa da "Mazinger Z", giacché quest'ultimo poteva essere pilotato dall'interno, mentre invece "Tetsujin 28" solo dall'esterno, per mezzo di un telecomando; in "Tetsujin 28" mancavano scene di agganciamento tra le componenti del robot; robot ben lungi dall'essere un colosso meccanico in grado di rappresentare concettualmente la fusione uomo/macchina simboleggiante la modernizzazione e l'industrializzazione del Giappone postbellico. Tutti i robotici antecedenti a "Mazinger Z" erano sulla falsariga di "Tetsujin 28" ("Giant Robo", il contemporaneo "Astroganga"), e non avevano quegli elementi innovativi - anche a livello di marketing - dell'opera di Go Nagai.
"Mazinger Z", nonostante la sua carica estremamente innovatrice, è palesemente ispirato al tokusatsu televisivo tout court. Intorno al 1971, show come "Spectreman", "Ultraman Returns" e "Kamen Rider" andavano regolarmente in onda riscuotendo un grande successo, sopratutto "Kamen Rider", l'opera che consacrava il suo creatore Shotaro Ishinomori (tra l'altro maestro di Go Nagai) a vero e proprio "Dio del tokusatsu". In questo show era presente un'organizzazione malvagia detta "Shocker", la quale mandava ogni settimana un suo lacchè ad essere matematicamente sconfitto dall'eroico protagonista. Questa formula vincente del "mostro della settimana" veniva utilizzata per la prima volta in animazione dal nagaiano "Devilman", andato in onda cinque mesi prima di "Mazinger Z", e dal seminale "Gatchaman", show nel quale cinque ragazzi si trasformavano in supereroi al fine di combattere contro i mostri robotici inviati dalla banda criminale Galactor. E' proprio in questo clima di grande attrazione del pubblico verso il tokusatsu in tutte le sue forme e manifestazioni che nasceva "Mazinger Z", il quale era anch'esso caratterizzato dall'idea di base presente nel contemporaneo "Kamen Rider": un'organizzazione malvagia intenta a conquistare il mondo (in questo caso formata dagli scagnozzi del Dottor Hell e dalle loro truppe) invia ogni settimana un mostro ad attaccare il Giappone, il quale verrà puntualmente sconfitto dagli eroici protagonisti. E' inoltre da notare che la scena dell'agganciamento tra il veicolo volante del pilota (il cosiddetto Pilder) e il robot gigante Mazinger segue chiaramente lo stile introdotto dallo show fantascientifico "Thunderbirds" del lontano 1966, opera la quale introdusse per la prima volta nella storia le famose scene di agganciamento tra veicoli. La presenza delle scene di agganciamento in "Mazinger Z" (si pensi anche a qualla del Jet Scrandler) sarà fondamentale nel rendere più appetibili i robot giocattolo ai bambini, il target primario dell'opera. Ergo "Mazinger Z" è stato un'innovatore anche nelle strategie di marketing, allo stesso modo di "Gundam", "Macross" ed "Evangelion", i quali introdurranno a loro volta nuove modalità di consumo legate indissolubilmente al contesto storico e al loro rispettivo target di riferimento.
E' molto interessante studiare ed analizzare "Mazinger Z" nella sua totalità, giacché la serie è in continua evoluzione e presenta in molte puntate determinati elementi che verranno riutilizzati ed omaggiati nei robotici successivi. La prima particolarità, chiave di volta dell'intera opera, è l'ambivalenza nei confronti della scienza: il nome stesso del robot, Mazinga (Ma-Jin-Ga), significa sia Dio (Jin) che Demonio (Ma); all'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica, nel quale sono presenti gli scienziati e gli eroi che difendono la terra, si contrappone l'organizzazione del malvagio Dottor Hell, anch'egli uno scienziato costruttore di robot giganti. L'energia fotoatomica, inoltre, non è altro che un nome fantasioso per indicare l'energia nucleare: "Mazinger Z" nasce nel dopoguerra giapponese, ed è caratterizzato, allo stesso modo delle produzioni fantascientifiche ad esso contemporanee, da un timore reverenziale nei confronti della scienza occidentale misto ad un desiderio viscerale di superarla. A tal proposito, si pensi alla costruzione del robot Mazinger da parte degli scienziati giapponesi, un colosso meccanico tecnologicamente all'avanguardia e in grado di affrontare mostruosità create da una scienza estranea le quali puntualmente attaccano esclusivamente il Giappone, provenendo da una località oscura e remota la quale, inconsciamente, simboleggia l'occidente. L'impero di Mikene nascosto nel sottosuolo è un evidente rimando fantasioso all'Antica Grecia, la culla primigenia in cui ebbe origine la scienza occidentale. Non mancano inoltre riferimenti diretti al secondo conflitto mondiale, come ad esempio una puntata in cui il tirapiedi ermafrodita del Dottor Hell, tale Barone Ashura, trova dentro ad una montagna un potentissimo cannone utilizzato dai giapponesi durante la guerra e lo impiega per cercare di distruggere l'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica.
L'addestramento del pilota, il quale deve faticare e sudare sangue per imparare a pilotare il robot; la storia d'amore tragica (si pensi alla splendida puntata in cui compare Minerva X, robot omaggiato moltissimo dai posteri, oppure alla triste e malinconica vicenda nella quale Koji s'innamora di una spia nemica); la presenza di un personaggio che alleggerisce la serie con le sue gag (l'esilarante teppistello Boss ed il suo ridicolo robot costruito con dei rottami); la bambina, simbolo della bellezza e dell'innocenza, immolata in modo crudo e atroce (la triste ed indelebile vicenda di Lorelei); la bambina/ragazza in carrozzella che impara a camminare; la morte tragica di uno degli antagonisti principali con tanto di funerale in grande stile, lacrime dei cattivi e discorso commemorativo grondante sete di vendetta; la compagna femminile del pilota che deve a tutti i costi dimostrare di essere superiore all'uomo, e che quando perde un combattimento somatizza (Sayaka, il prototipo di Asuka e di tutte le "tsundere" del robotico successive); l'antagonista militare sadico, cattivo, calcolatore, che utilizza le sue forze armate per assalire la base dei buoni attraverso innumerevoli scontri all'arma bianca (il luciferino Conte Blocken); gli attacchi strampalati e devestanti dei mostri nemici - attacchi anche psichici, si pensi all'episodio in cui i protagonisti vengono ipnotizzati mediante uno strano gioco di specchi illusori -; la colonna sonora specifica per l'agganciamento; il nome dell'attacco gridato ad alta voce; le torture, i rapimenti e i sotterfugi operati dagli antagonisti (la tragica puntata in cui il fratello del protagonista, piccolo e quantomai bisognoso di una figura materna, viene ingannato dai cattivi mediante una finta mamma robot); la massa ruspante che si ribella ai suoi protettori venendo istigata dai cattivi; la solitudine dei piloti dei robot, ragazzi che si ritrovano ad essere isolati dal resto del mondo ed indissolubilmente legati al loro veicolo (Sayaka che piange in riva al lago dopo la distruzione di Afrodite A)... questi sono alcuni degli innumerevoli elementi introdotti da "Mazinger Z" che verranno successivamente riutilizzati e/o aggiornati nelle opere robotiche successive. L'opera è una vera e propria enciclopedia del robotico anni '70, che verrà ulteriormente aggiornata da "Raideen", il quale introdusse il colpo finale; da "Getter Robot", che introdusse le trasformazioni (in "Mazinger Z" sono presenti soltanto agganciamenti); e da "Combattler V", che inaugurerà il "robotico alla Nagahama" o "robotico di transizione" di fine anni '70, nel quale i personaggi avranno più spazio rispetto agli standard nagaiani.
Suparata la prima metà della serie (tra l'altro mai uscita in Italia), il primo vero robotico della storia diventa molto più cupo e drammatico rispetto alla parte iniziale. Se in precedenza erano presenti molte gag comiche ed una certa tendenza all'autoparodia (si pensi a Mazinger che si aggancia ai missili usciti dal seno di Afrodite A per volare), la seconda parte incomincia a manifestare le atmosfere tragiche e cupe tipiche del celebre sequel della serie, il formidabile "Great Mazinger". In parecchie puntate l'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica viene quasi distrutto; i piloti sanguinano, piangono e compiono sforzi sovrumani per difendere la terra; il tutto è estremamente coinvolgente nella sua sincera genuinità. I simpaticissimi litigi tra la collerica ed irascibile Sayaka e Koji, che da teppistello delle strade diventerà un ragazzo dotato di un grande senso del sacrificio e del dovere, saranno comunque esilaranti, nonostante la tensione e la drammaticità dei continui, spesso disperati, attacchi nemici. Il finale della serie, che verrà altresì trasposto cinematograficamente nel celebre film "Mazinga Z contro il Generale Nero", è molto drammatico, e chiude la vicenda introducendo in modo epico il Grande Mazinga, Tetsuya, la Fortezza delle Scienze ed il demoniaco Generale Nero. I nuovi personaggi di "Great Mazinger" nella loro prima comparsa bucano immediatamente lo schermo, e fanno intendere che gli sviluppi della vicenda contenuti nel sequel di "Mazinger Z", il sommo "Great Mazinger", saranno quantomai epici e memorabili.
A livello registico, "Mazinger Z" è molto più vicino al fumetto che alla cinematografia (il termine "anime" è stato coniato dagli otaku: non a caso i cartoni giapponesi all'epoca venivano chiamati "Manga TV"); nell'opera abbondano primi piani intensi, scene ripetute, immagini statiche rese mobili grazie allo spostamento della telecamera. Essendo un prodotto destinato prevalentemente ai bambini, "Mazinger Z" non aveva grandi pretese tecniche e registiche: i registi di serie A come Osamu Dezaki all'epoca lavoravano in opere decisamente più mature, ossia i Meisaku e gli Spokon. Il design dei personaggi e dei mostri è comunque molto fantasioso e creativo, così come i vari combattimenti, i quali sono il fulcro di ciascuna puntata e devono essere risolti con varie strategie, versando lacrime e sangue; il robot, inoltre, viene spesso gravemente danneggiato, contrariamente ai robotici di fine anni '70, nei quali esso era praticamente invincibile e vinceva subito, senza alcun problema, negli ultimi minuti di ciascun episodio.
In conclusione, "Mazinger Z" è una visione irrinunciabile per tutti i veri appassionati del robotico, che sicuramente lo apprezzeranno e lo sapranno contestualizzare nella sua epoca, analizzandolo e comprendendo la sua fondamentale importanza nella definizione di uno dei generi più fecondi ed autorevoli dell'animazione giapponese di tutti i tempi.
Il predecessore di "Mazinger Z" è il "Tetsujin 28" di Yokoyama, la prima serie televisiva della storia ad essere incentrata sulla figura del robot pilotato da un essere umano; tuttavia, l'opera era molto diversa da "Mazinger Z", giacché quest'ultimo poteva essere pilotato dall'interno, mentre invece "Tetsujin 28" solo dall'esterno, per mezzo di un telecomando; in "Tetsujin 28" mancavano scene di agganciamento tra le componenti del robot; robot ben lungi dall'essere un colosso meccanico in grado di rappresentare concettualmente la fusione uomo/macchina simboleggiante la modernizzazione e l'industrializzazione del Giappone postbellico. Tutti i robotici antecedenti a "Mazinger Z" erano sulla falsariga di "Tetsujin 28" ("Giant Robo", il contemporaneo "Astroganga"), e non avevano quegli elementi innovativi - anche a livello di marketing - dell'opera di Go Nagai.
"Mazinger Z", nonostante la sua carica estremamente innovatrice, è palesemente ispirato al tokusatsu televisivo tout court. Intorno al 1971, show come "Spectreman", "Ultraman Returns" e "Kamen Rider" andavano regolarmente in onda riscuotendo un grande successo, sopratutto "Kamen Rider", l'opera che consacrava il suo creatore Shotaro Ishinomori (tra l'altro maestro di Go Nagai) a vero e proprio "Dio del tokusatsu". In questo show era presente un'organizzazione malvagia detta "Shocker", la quale mandava ogni settimana un suo lacchè ad essere matematicamente sconfitto dall'eroico protagonista. Questa formula vincente del "mostro della settimana" veniva utilizzata per la prima volta in animazione dal nagaiano "Devilman", andato in onda cinque mesi prima di "Mazinger Z", e dal seminale "Gatchaman", show nel quale cinque ragazzi si trasformavano in supereroi al fine di combattere contro i mostri robotici inviati dalla banda criminale Galactor. E' proprio in questo clima di grande attrazione del pubblico verso il tokusatsu in tutte le sue forme e manifestazioni che nasceva "Mazinger Z", il quale era anch'esso caratterizzato dall'idea di base presente nel contemporaneo "Kamen Rider": un'organizzazione malvagia intenta a conquistare il mondo (in questo caso formata dagli scagnozzi del Dottor Hell e dalle loro truppe) invia ogni settimana un mostro ad attaccare il Giappone, il quale verrà puntualmente sconfitto dagli eroici protagonisti. E' inoltre da notare che la scena dell'agganciamento tra il veicolo volante del pilota (il cosiddetto Pilder) e il robot gigante Mazinger segue chiaramente lo stile introdotto dallo show fantascientifico "Thunderbirds" del lontano 1966, opera la quale introdusse per la prima volta nella storia le famose scene di agganciamento tra veicoli. La presenza delle scene di agganciamento in "Mazinger Z" (si pensi anche a qualla del Jet Scrandler) sarà fondamentale nel rendere più appetibili i robot giocattolo ai bambini, il target primario dell'opera. Ergo "Mazinger Z" è stato un'innovatore anche nelle strategie di marketing, allo stesso modo di "Gundam", "Macross" ed "Evangelion", i quali introdurranno a loro volta nuove modalità di consumo legate indissolubilmente al contesto storico e al loro rispettivo target di riferimento.
E' molto interessante studiare ed analizzare "Mazinger Z" nella sua totalità, giacché la serie è in continua evoluzione e presenta in molte puntate determinati elementi che verranno riutilizzati ed omaggiati nei robotici successivi. La prima particolarità, chiave di volta dell'intera opera, è l'ambivalenza nei confronti della scienza: il nome stesso del robot, Mazinga (Ma-Jin-Ga), significa sia Dio (Jin) che Demonio (Ma); all'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica, nel quale sono presenti gli scienziati e gli eroi che difendono la terra, si contrappone l'organizzazione del malvagio Dottor Hell, anch'egli uno scienziato costruttore di robot giganti. L'energia fotoatomica, inoltre, non è altro che un nome fantasioso per indicare l'energia nucleare: "Mazinger Z" nasce nel dopoguerra giapponese, ed è caratterizzato, allo stesso modo delle produzioni fantascientifiche ad esso contemporanee, da un timore reverenziale nei confronti della scienza occidentale misto ad un desiderio viscerale di superarla. A tal proposito, si pensi alla costruzione del robot Mazinger da parte degli scienziati giapponesi, un colosso meccanico tecnologicamente all'avanguardia e in grado di affrontare mostruosità create da una scienza estranea le quali puntualmente attaccano esclusivamente il Giappone, provenendo da una località oscura e remota la quale, inconsciamente, simboleggia l'occidente. L'impero di Mikene nascosto nel sottosuolo è un evidente rimando fantasioso all'Antica Grecia, la culla primigenia in cui ebbe origine la scienza occidentale. Non mancano inoltre riferimenti diretti al secondo conflitto mondiale, come ad esempio una puntata in cui il tirapiedi ermafrodita del Dottor Hell, tale Barone Ashura, trova dentro ad una montagna un potentissimo cannone utilizzato dai giapponesi durante la guerra e lo impiega per cercare di distruggere l'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica.
L'addestramento del pilota, il quale deve faticare e sudare sangue per imparare a pilotare il robot; la storia d'amore tragica (si pensi alla splendida puntata in cui compare Minerva X, robot omaggiato moltissimo dai posteri, oppure alla triste e malinconica vicenda nella quale Koji s'innamora di una spia nemica); la presenza di un personaggio che alleggerisce la serie con le sue gag (l'esilarante teppistello Boss ed il suo ridicolo robot costruito con dei rottami); la bambina, simbolo della bellezza e dell'innocenza, immolata in modo crudo e atroce (la triste ed indelebile vicenda di Lorelei); la bambina/ragazza in carrozzella che impara a camminare; la morte tragica di uno degli antagonisti principali con tanto di funerale in grande stile, lacrime dei cattivi e discorso commemorativo grondante sete di vendetta; la compagna femminile del pilota che deve a tutti i costi dimostrare di essere superiore all'uomo, e che quando perde un combattimento somatizza (Sayaka, il prototipo di Asuka e di tutte le "tsundere" del robotico successive); l'antagonista militare sadico, cattivo, calcolatore, che utilizza le sue forze armate per assalire la base dei buoni attraverso innumerevoli scontri all'arma bianca (il luciferino Conte Blocken); gli attacchi strampalati e devestanti dei mostri nemici - attacchi anche psichici, si pensi all'episodio in cui i protagonisti vengono ipnotizzati mediante uno strano gioco di specchi illusori -; la colonna sonora specifica per l'agganciamento; il nome dell'attacco gridato ad alta voce; le torture, i rapimenti e i sotterfugi operati dagli antagonisti (la tragica puntata in cui il fratello del protagonista, piccolo e quantomai bisognoso di una figura materna, viene ingannato dai cattivi mediante una finta mamma robot); la massa ruspante che si ribella ai suoi protettori venendo istigata dai cattivi; la solitudine dei piloti dei robot, ragazzi che si ritrovano ad essere isolati dal resto del mondo ed indissolubilmente legati al loro veicolo (Sayaka che piange in riva al lago dopo la distruzione di Afrodite A)... questi sono alcuni degli innumerevoli elementi introdotti da "Mazinger Z" che verranno successivamente riutilizzati e/o aggiornati nelle opere robotiche successive. L'opera è una vera e propria enciclopedia del robotico anni '70, che verrà ulteriormente aggiornata da "Raideen", il quale introdusse il colpo finale; da "Getter Robot", che introdusse le trasformazioni (in "Mazinger Z" sono presenti soltanto agganciamenti); e da "Combattler V", che inaugurerà il "robotico alla Nagahama" o "robotico di transizione" di fine anni '70, nel quale i personaggi avranno più spazio rispetto agli standard nagaiani.
Suparata la prima metà della serie (tra l'altro mai uscita in Italia), il primo vero robotico della storia diventa molto più cupo e drammatico rispetto alla parte iniziale. Se in precedenza erano presenti molte gag comiche ed una certa tendenza all'autoparodia (si pensi a Mazinger che si aggancia ai missili usciti dal seno di Afrodite A per volare), la seconda parte incomincia a manifestare le atmosfere tragiche e cupe tipiche del celebre sequel della serie, il formidabile "Great Mazinger". In parecchie puntate l'Istituto di Ricerca per l'energia Fotoatomica viene quasi distrutto; i piloti sanguinano, piangono e compiono sforzi sovrumani per difendere la terra; il tutto è estremamente coinvolgente nella sua sincera genuinità. I simpaticissimi litigi tra la collerica ed irascibile Sayaka e Koji, che da teppistello delle strade diventerà un ragazzo dotato di un grande senso del sacrificio e del dovere, saranno comunque esilaranti, nonostante la tensione e la drammaticità dei continui, spesso disperati, attacchi nemici. Il finale della serie, che verrà altresì trasposto cinematograficamente nel celebre film "Mazinga Z contro il Generale Nero", è molto drammatico, e chiude la vicenda introducendo in modo epico il Grande Mazinga, Tetsuya, la Fortezza delle Scienze ed il demoniaco Generale Nero. I nuovi personaggi di "Great Mazinger" nella loro prima comparsa bucano immediatamente lo schermo, e fanno intendere che gli sviluppi della vicenda contenuti nel sequel di "Mazinger Z", il sommo "Great Mazinger", saranno quantomai epici e memorabili.
A livello registico, "Mazinger Z" è molto più vicino al fumetto che alla cinematografia (il termine "anime" è stato coniato dagli otaku: non a caso i cartoni giapponesi all'epoca venivano chiamati "Manga TV"); nell'opera abbondano primi piani intensi, scene ripetute, immagini statiche rese mobili grazie allo spostamento della telecamera. Essendo un prodotto destinato prevalentemente ai bambini, "Mazinger Z" non aveva grandi pretese tecniche e registiche: i registi di serie A come Osamu Dezaki all'epoca lavoravano in opere decisamente più mature, ossia i Meisaku e gli Spokon. Il design dei personaggi e dei mostri è comunque molto fantasioso e creativo, così come i vari combattimenti, i quali sono il fulcro di ciascuna puntata e devono essere risolti con varie strategie, versando lacrime e sangue; il robot, inoltre, viene spesso gravemente danneggiato, contrariamente ai robotici di fine anni '70, nei quali esso era praticamente invincibile e vinceva subito, senza alcun problema, negli ultimi minuti di ciascun episodio.
In conclusione, "Mazinger Z" è una visione irrinunciabile per tutti i veri appassionati del robotico, che sicuramente lo apprezzeranno e lo sapranno contestualizzare nella sua epoca, analizzandolo e comprendendo la sua fondamentale importanza nella definizione di uno dei generi più fecondi ed autorevoli dell'animazione giapponese di tutti i tempi.
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Mazinger Z non ha solo creato il genere, ma lo ha plasmato e definito trattando tutte le tematiche presenti poi nei lavori successivi rinominabili "super robot": nei vari episodi si vedono, seppur in maniera embrionale, tutte le vicende poi comuni al genere, dal momento del rifiuto del protagonista a salire a bordo del robot e rischiare la vita (ripreso anche in Gundam, Evangelion e Daltanious) al nemico che tenta di dare la colpa della guerra in corso ai protagonisti (tema fondamentale in Zambot 3), fino ad arrivare a esplorare pure delle vicende non più riprese altrove.
Quindi, sì, è un'opera fondamentale. NEL SUO GENERE.
Il punto è: quanto può ancora affascinare il grande pubblico, così com'è? Il genere funziona ancora (Gurren Lagann e Evangelion lo dimostrano), ma il modo di raccontare la vicenda può piacere solo a pochi bambini, al giorno d'oggi, ovviamente escludendo i nostalgici.
Un classico da vedere senza dubbio, ma solo se piace il genere.
P.S.
Tutt'oggi in Giappone gli anime vengono chiamati "terebii manga", abbreviato in "manga" (quindi se qualcuno dice "non sono cartoni", ridetegli in faccia), mentre i fumetti sono chiamati "comic" (komikku).
Voto l'opzione "la verità è nel mezzo", anche se non son completamente d'accordo con ciò che recita, diciamo che è una vecchia gloria, non penso sia "irrinunciabile" neanche per gli amanti del genere, quindi opterei più per il giudizio di God87, tuttavia resta una pietra miliare da elogiare comunque, non so quanto sia giusto confrontarla con titoli più giovani.
Vedendola con gli occhi di allora, non è affatto una serie normalissima (all'epoca gli anime erano pochi, non c'era molta scelta), ma riguardandola oggi è un po' ovvio che risulti invece esserlo. Ora come ora le alternative sono numerose, è giusto rigustare mostri sacri, purchè non si ignorino le novità.
Mazinga Z fa parte delle tante serie robotiche che seguivo da bambino, quando ancora seguivo le programmazioni televisive e (a dirla tutta) a questo modo non credo di essere mai riuscito a vedere una sola serie dall'inizio sino alla fine, ci si piazzava davanti alla tv all'ora di merenda o poco prima di cena ( avevamo degli orari decenti un tempo... un'utopia al giorno d'oggi!)
Per quanto mi riguarda si tratta soprattutto di un genere "superato" personalmente non posso fare meno di considerare troppo infantili le tematiche trattate ( i robot giganti antropomorfi che combattono) e dunque ciò che mi piaceva da bimbo ora non mi attira più minimamente. Facendo un discorso più ad ampio raggio direi che è anche un genere molto meno seguito rispetto a quei tempi, molto meno amato. Andando nello specifico poi, le generazioni attuali considerano vecchia e decrepita già un'opera di 15 anni fa, figuriamoci queste che ormai sono quasi solamente per "intenditori"...
Chi è cresciuto con tali opere le ricorderà e le riguarderà con piacere (specie se nostalgico) ma il confronto con le serie attuali in quanto a colori, animazioni, sonoro, dialoghi, trama etc etc etc sarebbe alquanto impietoso.
Io voterò per la scelta di mezzo perchè non mi piacerebbe definirlo "superato" (anche se probabilmente lo è) e perchè di certo non la potrei considerare un'opera imperdibile, forse neanche per i veri amanti del genere...
Certo la versione animata di Mazinger Z e' figlia del suo tempo e del suo target infantile. In questo senso la sua importanza oggi e' meno di zero. La storia e' infantile, 90+ episodi sempre uguali. Alla fine l'anime non lascia niente di rilevante ad uno spettatore moderno. Di fronte a qualche ragazzino di 7 anni forse puo' ancora fare qualche effetto. Ma per tutti gli altri e' roba giustamente da dimenticare. Questo senza togliere niente all'importanza storica del robot.
La sua influenza e' stata enorme, non solo durante tutti gli anni 70 ma anche dopo. Questo pero' non vuole dire che il genere super robotico sia rimasto in stasi. Molte cose sono cambiate da allora e un Gao Gai Gar che e' si erede di quel Mazinger Z come lo sono piu' o meno tutti i super robot resta comunque talmente diverso da sembrare un anime di un secolo successivo a quello di Mazinger Z. Il genere super robotico nasce con Mazinger Z ma non muore con lui (come invece pensano molti girellari). Quindi diamo a Cesare cio' che e' di Cesare ma niente dippiu'. Considerare oggi Mazinger Z come rilevante significa sputare su 40 anni di un genere che si evoluto tantissimo ed ha creato altri capolavori.
Invito tutti i fan dello stile tokusatsu e dei prodotti a target infantile (Kotaro sto parlando con te!) a vedersi Mazinga Z, perche' e' di gran lunga superiore alla maggior parte delle produzioni robotiche della sua epoca e contiene in nuce gia' tutto.
Adesso ho specificato "produzioni robotiche". Anche se guardiamo al non robotico a target infantile Mazinga Z si difende comunque bene. Ovviamente non e' in competizione con roba tipo Rocky Joe o Lady Oscar che non si rivolgevano a bambini di 6 anni.
Ovviamente era impossibile, fare 92 episodi su un manga di 5 volumi, era logico che sarebbe diventato ripetitivo, tuttavia se fosse durata di meno, sicuramente avrebbe avuto maggiori punti a favore, senza nulla togliera all'innovazione, portata da questo titolo.
Caspico che in Italia la cultura anime robotica si e' fermata alla fine degli anni 70 per colpa delle televisioni. Ma in Giappone patria del genere robotico le cose si sono evolute tantissimo. E si puo' benissimo essere fan del genere super robotico senza subire 90 episodi di un anime che al giorno d'oggi non ha piu' alcuna rilevanza. Le cose buone, le influenze di Mazinger Z quelle si sono trasmesse a traverso i decenni. L'anime in se' non ha piu' alcuna importanza checche' ne pensino i girellici nostrani.
La cosa da fare per chi è allergico al tokusatsu (genere che presso i bambini va ancora di moda oggigiorno, non dimentichiamolo, quindi è erroneo dire che è superato) sarebbe vedere le due prime puntate, le ultime due puntate e gli episodi chiave come Lorelei, Minerva X ecc. il che non fa mai male a nessun appassionato.
Uno storico e' uno che ha una visione di insieme sul genere anime in questione. Non e' storico colui che guarda solo vecchi anime. Non si puo' capire il genere robotico super/real eliminando 40 anni di progressi limitandosi solo a citare gli unici 3 robotici noti agli italiani, Mazinger Z, Great Mazinger e Grendizer.
Ho ragione quando dico che per gli italiani il genere super robotico nasce e muore con Mazinger Z.
Leggi almeno la recensione, no? Lo so che fa figo dare dei girellari a tutti, quindi ti capisco... LOL
E' un genere che, al contrario di Nyx, non mi ha mai preso quando ero piccolo mentre invece ho imparato a riscoprire crescendo e che ora trovo affascinante.
Ho visto solo la prima puntata e i film trasmessi qualche giorno fa al cinema, quindi non ho elementi per giudicare Mazinga Z, ma non escludo che potrei guardarlo tutto, un giorno o l'altro. Non ho alcun problema con la ripetitività dello "schema tokusatsu", che non è affatto superato come afferma spesso God. E' uno schema che va bene per le produzioni per bambini, che aiuta a sviluppare personaggi e contesti e che viene ancora oggi usato nelle produzioni per bambini, vedi Pretty Cure, Pokemon o, appunto, i telefilm supereroistici, sia pure con qualche variazione (non tutti i telefilm usano questo schema e non tutti i telefilm o i cartoni, pur usandolo, non aggiungono qualcosa di significativo ad ogni puntata).
Peccato che, non avendo visto la serie, ho dovuto votare l'opzione "Mai visto Mazinga, lo facevano all'epoca dei T-Rex?"
Poi ci lamentiamo se ci chiamano "puristi"...
Mazinga/Mazinger, Getta/Getter, Casshern/Kyashan, Yatterman/Yattaman... dai, sono sfumature, non è un cambio nome radicale, sono pronunce probabilissime degli stessi kana. Non stiamo parlando di Ashita no Joe /Rocky Joe o di Grendizer/Goldrake, su...
Chiamatelo Majinga, che è l'unica vera pronuncia ( fonte : 127.533.920 milioni di giapponesi che lo rponunciano così) e chiudiamola qua.
Di sicuro " Mazinga " è una pronuncia più corretta di MazinGHER ( che ndrebbe pronunciato Mazingar con la "r" quasi muta, tipo Getter/Ghettar o Grendizer/Grendaizar ).
Ma si sa, c'è gente che non sa nulla e fa lezioni agli altri.
Non sono d'accordo che per dimostrare che il genere robotico tiri ancora si mettano in ballo ose Gurren Lagaan o Eva, che la gente guarda per tutto, tranne che per i robot ( guardate in quanti spin off di EVA ci sono lo 01 e compagni e poi mi dite).
Per il resto Mazinga Z ha tutti i pregi e difetti di un opera innovativa : da una prte la novità e l' impatto travolgente, dall' altro varie magagne che verranno corrette e prefezionate e potenziate nei millemila seguiti e mitazioni.
Ma capostipite o meno , il Grande Mazinga se lo magna in un boccone, sia nella tecnica che nei contenuti.
Sarà che io faccio parte della generazione venuta dopo quella più legata al Gretto e a Tetsuya ma oggi come oggi non resisto dopo mezzo episodio, poi certo bisognerebbe vedere che effetto mi farebbe se avessi ancora otto anni, ma sinceramente di guardami 90 episodi di una roba fatta a quel modo non ci penso proprio.
Al massimo mi rivedo i film di montaggio, di cui in effetti Mazinga Z contro il Generale Nero è un gioiellino, con "il miglior Koji di sempre".
Comunque sulla polemica MazingaMazinger, io continuerò a scriverlo come lo chiamano i giapponesi Mazinga Zetto, dato che i giapponesi sono i primi a storpiare il nostro alfabeto, se vogliono il nome corretto imparino loro per primi a pronunciarlo come si deve, e che ca..o.
Forse dovevo nominare Dendoh...
Ritengo quindi che un grande appassionato di mecha dovrebbe prima o poi avvicinarcisi, ma non si dovrebbe sentire un "fan di serie b" se trovasse poco o nulla che lo invogli a continuare la visione... anche perchè non esiste la definizione "fan di mecha", ognuno può esserlo a suo modo...
Dire che e' l'archetipo del genere robotico (variante super non real) ignora tutta l'evoluzione del genere che vi e' stata dagli anni 70 fino agli albori del ventunesimo secolo.
Veramente no. Archetipo significa forma originale e primitiva, e Mazinga e' proprio questo. Tutti i robotici con mostro della settimana (ovvero la gran maggioranza dei super) hanno preso la sua forma, e questo non solo negli anni settanta, ma anche in anni molto piu' recenti.
Mazinger Z va rispettato come si rispetta un anziano, ma non va idolatrato come fai tu.
Veramente se leggi la mia recensione di Mazinga Z vedrai che lo considero inferiore al Grande Mazinga, a Goldrake e a vari altri.
Tifo AkiraSakura, la sua recensione è puntuale, dettagliata, filologica, impeccabile nell'analisi del contesto storico, e soprattutto mi trova d'accordo sul giudizio finale.
Il 5 di God87, secondo me, è ingeneroso e un po' forzato, almeno in rapporto ad alcuni giudizi categorici espressi nel testo.
Non sono d'accordo, i classici Disney continuano a perdurare nel tempo, così come molti film che han fatto la storia del cinema.
E non parliamo dei videogiochi... Davvero al giorno d'oggi è impossibile apprezzare Megaman e Alex Kidd?
Prova a far giocare un bimbo di 10 anni cresciuto con PS3 e XboX ad Alex Kid e Megamen e te li tira in testa.
Poi è un pragone improprio, perché i VG sono un prodotto nterattivo, mentre un anime è passivo.
Questo non vuol dire che un prodotto vintage non possa piacere a dei ragazzini, ma c'è caso e caso.
Hai fatto l'esempio dei videogiochi, anche quelli sono apprezzati meglio per quello che possono dare se provati nell'epoca della loro uscita... non sto dicendo che diventano brutti dopo 10-15 anni, ma chi non li conosce tenderà a non vederne gli aspetti positivi perchè magari hanno una grafica meno bella, sonoro antiquato ecc. ... per noi che invece magari ci siamo cresciuti, sappiamo apprezzare quelle piccole cose che rendevano quel titolo rivoluzionario per l'epoca...
Per ora mi limito a dire che chi si concentra sulla ripetitività, la scarsa cura grafica e gli evidenti limiti della sceneggiatura ha ovviamente ragione, ma canna di brutto il punto, e posso dire che non ha capito un tubo.
Perché la grandezza del Mazinger, ciò che lo rende non solo NON superato, ma intramontabile, è la fantasia.
Una fantasia vasta e sfrenata che mette in campo i mostri più belli/grotteschi di sempre e dal design migliore, i nemici più stupefacenti e orrorifici di sempre (qualcuno può forse negare che il Barone Ashura e il Conte Blocken restino impressi nell'immaginario in maniere vivida e indelebile, più di qualunque altro cattivo si sia mai visto?), e Koji che -dite quello che volete, i giapponesi lo sanno, in Italia l'idea fatica ad attecchire- è il pilota di robot migliore di sempre, per così tanti motivi che ci potrei scrivere un trattato, quindi non li specifico e vi lascio credere di essere un esaltato.
Perciò sì, si ci può concentrare sui suoi evidenti difetti (che più che altro nascono dal fatto che Mazinger sia il figlio del suo tempo) OPPURE sì può mantenere la mente aperta e guardarlo con gli occhi del bambino che è in noi e accompagnare Nagai in quello che ha sempre fatto (ma mai bene come in Mazinger Z) e cioè volare con la fantasia.
Perché la pronuncia giusta è Mazinga/Majinga e non si scappa ( ma tantè ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire).
Ma tiriamo fuori un vecchio discorso della d/visual sulla pronuncia di Mazinga e sui cosiddetti puristi, giusto per non dimenticare:
"Domanda: Visto che ho scoperto che produrrete 2 versioni anche per i manga, "nostalgica" e "purista", non sarebbe il caso di ripristinare il nome originale Great Mazinger piuttosto che Grande Mazinger?
Risposta: Approfittiamo del tuo intervento per specificare una cosa che avevamo gia' detto in passato (sul purtroppo scomparso "veccho" fastlane) e che non finiremo mai di ripetere.
L'EDIZIONE "PURISTA" E' UNA CA***TA BELLA E BUONA INVENTATA DA QUALCHE IDIOTA. Stop. Punto. Fine. Scusate il termine, ma quando ce vo' ce vo'.
Ne abbiamo piene le tasche (e non solo noi, ma anche gli autori) di una massa di redattori idioti e ignoranti che per farsi belli con una certa fetta di pubblico hanno inventato la balla della versione "purista" e di quella "inventata" o chissacche'. Questa massa di ipocriti - che se avessero un minimo di sale nella zucca, di dignita' e di rispetto per le persone, invece di autocelebrarsi come "esperti di manga" o chissa' che altro se ne starebbero a casa a fare i tortellini - ha iniziato nei primi anni novanta una campagna di lavaggio del cervello di tutti i fan di manga e anime italiani inventandosi l'idea che "solo loro erano i puristi del manga" perche' magari invece di "mazinga" scrivevano "mazinger". Un'idiozia incredibile, risultato di una assoluta ignoranza tanto del giapponese quanto dei manga, che pero' ha finito per inquinare l'editoria italiana e, soprattutto, per creare quelle aberranti figure di fan che si presentano a incontri e interviste dichiarando "sono un fan di MazinGER" pronunciato nei modi piu' astrusi, manco fosse una macchina da cucire. Vogliamo fare un esperimento? Va' da un tedesco (non UNO CHE SA il tedesco, ma da un tedesco lingua madre), mostragli un foglio con scritto "mazinger" e chiedigli di pronunciarlo. Sorpresa sorpresa, te lo pronuncera' "mazinga", come si pronuncia in giapponese, come ha sempre voluto farlo pronunciare Go Nagai e come lo hanno sempre pronunciato tutti in Italia PRIMA che arrivasse l'orda di quei "puristi" tanto altezzosi quanto ignoranti. Da quel giorno e' cominciata la "babele della mangologia", con gente che storceva la bocca per inventarsi pronunce astruse pensando che fossero piu' vicine al giapponese (falso, perche' la pronuncia giapponese e' quanto di piu' simile al mondo esista alla pronuncia italiana).
Per far fronte alle richieste di questo esercito di "puristi", ci siamo adeguati anche noi a fornire doppie edizioni, ad esempio di "Mazinkaiser", "Getter" e ora di "Goldrake" e "Jeeg" (parliamo degli anime). Pero' perlomeno, a differenza dei nostri predecessori, ci siamo presi cura di "istruire" i nostri doppiatori dicendo che la pronuncia alternativa non doveva essere "mazinGHER" ma "mazinGAr", con l'ultima "R" quasi muta (in realta' dovrebbe essere completamente muta, ma se l'avessimo fatto immaginati le proteste dei sedicenti "puristi"!)."
Non si guarda mai alla sostanza delle cose, si discute sempre su degli orpelli legati all'apparenza. Questo perché non sia ha nulla da dire, ma si vuole fare i fighi lo stesso, aggratis.
Complimenti, piuttosto di divulgare la nostra passione presso il pubblico generalista - a cui non interessano i dibattiti legati alla pronuncia di un nome - ci facciamo la guerra appioppandoci etichette che solo noi conosciamo e di cui non frega niente a nessuno.
Non sempre do ragione alle posizioni di AkiraSakura ma stavolta si, mi pare assurdo scannarsi su un nome invece di parlare di contenuti, aspetti tecnici e contesto storico.
Mi succede pure dal vivo che parlando dei "tempi di una volta" con altri della mia età mi ritrovo sempre l'espressione schifata del tipo di turno che mi riprende sul nome del robottone : "non si chiama così, proprio tu che sei dello staff di AC..."
vabbè ...
è antiquato sicuramente ma è pur sempre un pezzo di storia dell'animazione giapponese, se visto da questo punto di vista per me può piacere ancora molto. come certi film sicuramente superati ma che continuano a piacere (es. via col vento o Ben-hur)
la verità, come dico sempre, è che va contestualizzato, per i tempi che erano fu un fenomeno assolutamente innovativo ed è con questi occhi che va visto.
ragazzi, senza offesa ma non chiedetemi di fare l'elenco di tutti i cartoni, film e serie tv che, in passato, venivano doppiate in Italiano storpiando del tutto titoli, dialoghi, nomi ecc... tant'è varrebbe abolire del tutto il doppiaggio (e io non so se sarei poi cosi in disaccordo)
ma qui hanno chiesto di analizzare se l'anime in se può piacere ancora o meno.
Ammetto comunque che sia una bellissima opera nel suo genere ma ormai datata.
Oh l'edizione francese e' prettamente girellara. Anche loro c'hanno le fisse su queste cose. Tutto quello che e' andato in onda dalla fine degli anni 70, da Albator (aka Harlock) passando per Goldorak (Grendizer) e tutte le serie anime andate in onda sul ex canale La Cinq (canale 5 francese di proprieta' di Berlusconi decenni fa) e' considerato e viene venduto come girella.
Prima buttate la pietra e poi tirate indietro la mano ? Non si fa. Avete creato voi questo dibattito, assumetene tutti i risvolti. Io ho espresso chiaramente come la penso. Mazinger Z e' stato l'eroe della mia infanzia. Ma questo non mi preclude di dire che oggi Mazinger Z non e' rilevante perche' 40 anni di animazione post-Mazinger Z hanno migliorato il concetto iniziale. Quindi e' del tutto legittimo che un ragazzo nato negli anni 80-90 e non indottrinato con la girella degli anni 70 possa avere sviluppato una passione per il genere super robotico SENZA AVERE MAI VISTO I 90+ episodi di Mazinger Z. E non e' una cosa negativa.
Questo senza nulla togliere all'importanza storica dell'anime. Ma oggi nel 2014 uno che mi dice Mazinger Z e' il top come se 40 anni di storia robotica non fosse mai avvenuta mi fa cadere le @@ per terra. Mazinger Z deve stare in un museo. L'animazione robotica da allora e' andata avanti, non si e' fermata a Goldrake e Jeeg.
Mazinger Z e' il nome internazionale dell'anime. Punto. Tutto il resto sono pippe girellare.
Scusa, ma l'italiano lo capisci? Si parla di マジンガーZ, e non si sta facendo un discorso sulla storia del robotico. Se avessi dovuto fare un dossier sull'evoluzione del robotico non avrei scritto una recensione su マジンガーZ, ma una roba di tot pagine.
Evidentemente non capisci neanche che non dico che マジンガーZ è il top, dico che era il top per la sua epoca, o meglio, per i bambini della sua epoca. Si chiama contestualizzazione, ma ahimé contestualizzare è diventato troppo difficile. Meglio dare del girellaro a tutti come i bambini di 5 anni.
E se pensi che per me il robotico sia rimasto fermo agli anni settanta ha toppato pienamente, mi spiace. E le mie recensioni lo testimoniano (vedi quelle di Macross, Eva e compagnia bella). Ma evidentemente ormai anche leggere è diventato troppo difficile, meglio atteggiarsi a saccenti "puristi" generando flame ridicoli su che cosa? Sul nulla.
Io dico che tutte le opinioni sono valide, io stesso guardo questi robottoni con un senso di divertita nostalgia ma ovviamente ora sono abituato all'animazione di oggi e non sono più un bimbo quindi ok lo rivedo con piacere in compagnia nella notte dei super robots ma poi preferisco normalmente vedere altro.
Il mio era più che altro uno sfogo contro quel solito modo di fare (e non era rivolto a te Cobra ma a momenti di vita extra sito) di certe persone che ti guardano con sorrisino e ti fanno l'espressione solenne mentre ti dicono Grendizer...magari non l'hanno neanche visto e magari non hanno visto neanche successi più recenti ma godono a esprimere una superiorità per sta cosa..
ao, contenti loro
Al classico bimbo di 13 anni tutto "La grafica è tutto, poi viene il resto" ho fatto fatica a togliergli il controller tradizionale della Wii dopo un minuto di Wonder Boy...
Nirvash, l'epoca in cui vengono visti non conta molto, conta QUASI tutto. Pochi possono immaginare che shock fu per noi italiani che come massimo punto di riferimento robotico avevamo Patlabor e Rayeart trovarci davanti ai primi due episodi di Evangelion... per l'epoca era il meglio possibile! Poi non so se sarebbe stato lo stesso se pure G Gundam e l'altro "Brave" fossero arrivati da noi (sicuramente Gundam Wing seppur con anni di ritardo fu apprezzato per il reparto tecnico nonostante è contemporaneo a Eva), fatto sta che chi lo guarda ora che son passati vent'anni non può avere le emozioni che abbiamo avuto noi che l'abbiamo visto all'epoca.
Sarei curioso di sapere se in Francia, un mercato molto più fiorente dal punto di vista anime, ci siano tutte queste polemiche sul nome "Goldorak" che ancora brilla sulla recente edizio dvd transalpina.
No, le polemiche ci sono state per via dell'accelerazione video e conseguente audio "pitchato".
Non dimentichiamoci però che i gusti cambiano e, ai suoi tempi, poteva risultare molto più coinvolgente. Ora, purtroppo, è un pochino fuori moda. Rimarrà per sempre un Classico, ma, personalmente, non posso che reputarlo più come opera storica che come anime.
E' sopratutto un pochino fuori target, siccome ai bambini di 6 anni interessa vedere il mostro della settimana, anche oggigiorno (i tokusatsu esistono ancora, come ho già detto in precedenza, è errato dire che sono superati).
Il fatto è che se uno non riesce a guardare un'opera per bambini da adulto, è inutile che butti fango su di essa paragonandola ad opere per adolescenti come possono essere un Eva o un TTGL. Francamente è ridicolo, una cosa della serie "ti piace vincere facile".
La cosa veramente difficile è guardare le cose con gli occhi di un bambino da adulti, e non parlo di girella o di attaccamento all'infanzia, che sono cose estreme e malate, allo stesso modo dell'ossessione per la "purezza". Parlo di capacità di contestualizzazione, di sensibilita e di apertura mentale dello spettatore. Delle tematiche "adulte" ci sono pure in マジンガーZ, siccome dietro c'erano delle persone adulte che avevano qualcosa da dire in merito al Giappone in cui vivevano. E poi è nel sequel della serie, グレートマジンガー, - si pensi alla puntata "Il giovane Sangue sulla Neve" - che tali tematiche "adulte" verranno riproposte in modo più incisivo, in alcuni episodi fondamentali per la storia del robotico. Ah, andate a dare dei girellari anche ad Anno e a Imaishi, entrambi appassionati di tokusatsu e di robotico old style.
E adesso parliamo dell'opera in sé, per favore. Gli scleri dei puristi non interessano a nessuno. Penso di aver fornito abbastanza spunti di riflessione nella mia recensione.
Sposo la tesi di Conte Budino ( ciao carissimo!)
In teoria e' un discorso giustissimo e infatti un ragazzo giapponese nato negli anni novanta puo' essere diventato un fan del super robot vedendosi le Brave Series e senza aver mai visto una puntata di Mazinga. Ma in Italia il discorso e' molto piu' difficile. Gli unici super robot che sono girati sono quelli nagaiani quindi se non ha visto Mazinga ha visto un suo clone. Io stesso non sono diventato fan del super robot per Mazinga Z, ma per Goldrake e il Grande Mazinga.
Cio' detto il mio discorso non era "un vero fan del super robot deve aver visto Mazinga Z". Era invece "a un vero fan del super robot non puo' non piacere Mazinga Z". Infatti God e' un conclamato fan del real, non del super.
Ma chi dice che sono superati ? Lo schema "moster of the week" e' presente in tanti anime per bambini.
Ah ah ah scusa ma non sopporto l'ipocrisia. Questo sondaggio e' stato aperto sulla base di due recensioni, recensioni fatte da adulti. Allora di cosa diavolo parliamo ? Se volevamo ascoltare la voce della verita' bastava far recensire Mazinga Z ad alcuni bambini (il target perfetto per questo anime). E aspettare i loro commenti. Facile no ?
Noi adulti abbiamo una visione d'insieme che ci consente di dare un giudizio che va oltre "oh guarda quanto e' figo Mazinger etc....".
Io non ho mai confrontato Mazinger Z con Evangelion o TTGL. Ho detto che Mazinger Z ha fatto da spartiacque per il genere robotico cosi' come lo ha fatto Evangelion 25 anni dopo. Il confronto se confronto ci dev'essere l'ho fatto con Gao Gai Gar, questo si' un super robot che ha un target prettamente infantile. E cio' nonostante tralasciando la qualita' dell'animazione che si suppone sia migliore dopo 30+ anni, resta il fatto che la storia e' molto piu' intrigante che non quella di Mazinger Z. Vi e' un abisso in termine di struttura narrative tra Gao Gai Gar e Mazinger Z. In meglio.
Citi Anno e Imaishi ma non fai che portare acqua al mio mulino. Io ho detto che Mazinger Z ha influenzato decine e decine di anime robotici. E la sua influenza va ben oltre gli anni 70. Ed e' per via di questa influenza che Mazinger Z resta importante. Non per i 90+ episodi con schema monster of the week.
La questione era : OGGI Mazinger Z e' rilevante o no ? Ed io mi schiero con God87 seppur con una motivazione diversa. L'animazione di Mazinger Z e' quella che e', ma non e' questo il punto. Il fulcro della vicenda e' che quello che Mazinger aveva di buono si e' riversato su tanti altri robotici. Anime che nel corso dei decenni hanno migliorato il modo di raccontare il genere super robotico. Ed e' per questo motivo qui che Mazinger Z al giorno d'oggi e' irrelevante. Non vi e' il deserto creativo tra Mazinger Z e TTGL (per dire).
Ed evita di fomentare dibattiti sul nome di Majinga quando non hai nulla da dire. Ti schieri con God? Bene, ne prendo atto. Hai qualcos'altro da dire, a parte il solito copione purista che viene ripetuto a macchinetta ad ogni dibattito su un anime anni 70- 80?
E cio' nonostante tralasciando la qualita' dell'animazione che si suppone sia migliore dopo 30+ anni, resta il fatto che la storia e' molto piu' intrigante che non quella di Mazinger Z. Vi e' un abisso in termine di struttura narrative tra Gao Gai Gar e Mazinger Z. In meglio.
Ma grazie, secondo te non conosco questa cosa? Infatti nella rece ho scritto:
e lo sapranno contestualizzare nella sua epoca
Lo sai cosa vuol dire contestualizzare? C'è il vocabolario online.
E dato che la mia rece non l'hai letta in quanto evidentemente eri in preda ad un disturbante snobismo purista, ti riporto anche le prime considerazioni da essa, in cui dico che il robotico non è MAI stato fermo a Majinga.
Al giorno d'oggi, esattamente nel momento in cui il genere robotico è stato sviscerato in tutti i modi possibili, e si è evoluto o involuto a seconda del contesto, del target di riferimento e del periodo storico di maggiore o minore fertilità artistica degli autori, affrontare la visione di "Mazinger Z" significa tornare indietro nel tempo a osservare, con interesse storico e culturale, com'era il robotico ai suoi primordi
Citi Anno e Imaishi ma non fai che portare acqua al mio mulino. Io ho detto che Mazinger Z ha influenzato decine e decine di anime robotici. E la sua influenza va ben oltre gli anni 70. Ed e' per via di questa influenza che Mazinger Z resta importante. Non per i 90+ episodi con schema monster of the week.
E invece no, Anno è un fan del mostro della settimana, e la sua passione risale a Ultraman e compagnia, ovvero al tokusatsu televisivo. Hai mai visto una sua intervista o Insufficient Direction, in cui si veste da Kamen Rider? Anno è un adulto che si vede Kamen Rider, una roba che l'aveva appassionato durante l'infanzia. Vagli a dare del girellaro.
Dovrai rivedere i tuoi preconcetti e pregiudizi.
Cio' detto Mazinga Z non e' superato, contiene ancora tanti temi che sono stati persi nel robotico moderno e questo a grave colpa della modernita'. Certo gli effetti speciali fanno pieta' rispetto a quelli di GaoGaiGar, la trama e' molto piu' scarsa, ma ancora in molti punti lo batte (non in tutte le 92 puntate ovviamente). Quindi vale ancora la pena di vederlo oggi, anche se si sono visti super robot moderni come GaoGaiGar, Godannar, Gaiking Legend of Daiku Maru, Aquarion, Gurren Lagann e altri. In tutti questi non troverai la bambina paralitica o il ragazzino bullato, non troverai storie alla Minerva X o alla Spartan K-5, non troverai amori che si concludono con la morte di lei, tutte cose che sono entrate nel genere con Mazinga Z e che l'hanno fatto grande.
io credo di non averlo mai visto... ma forse ho visto qualche replica alla tv con mio padre quando ero piccola... ma non so se era questo o un altro anime mecha
Penso che sia un anime fondamentale per chi ama il genere.... come dire da dove è iniziato tutto
Un tizio che ha sempre scritto in ogni dove che Yamato sarebbe fallita con le loro " girelle ammuffite "?
Abbiamo visto, al cinema come la girella ammuffita, non tiri più.
Decisamente ( epure in edicola, dove Licari pare abbia detto che i dvd di Goldrake vendono 60.000 copie a volume).
Cmq Mazinga Z può benissimo a essesere apprezzato da un giovane, in quanto ha quel fascino vintage tipico dei classici ( quale giovane , appassionato dell' Uomo Ragno, non ha letto , e magari con gusto, le vecchie storie di Ditko e Lee ?).
Certo, magari non lo apprezzerà come un anime moderno e al passo coi tempi, ma da qui a dire che lo schiferà a prescindere...
@Darthroy
Il problema non che nascano nuovi Araki e Komatsubara, perché ci sono già.
Solo che questa gente, invece di lavorare negli anime, dove sei notoriamente pagato una miseria, vanno a lavorare nel più remunerativo campo dei videogame.
Avrai fatto caso che i personaggi dal design più fresco e innovativo vengono sempre da lì, no ?
E' un serpente che si morde la coa da cui è quasi impossibile uscire.
E' assai semplicistica come affermazione, in primis perché sottintende che Mazinger sia solo figo (ed è figo, per me l'unico super-robot più figo di Mazinger Z è lo Shin Getter. In ogni caso, qualunque amante del genere ha versato secchiate di bava sul chogokin Mazinger Z 40th anniversary edition), mentre come ha evidenziato Micheles c'è anche tanto contenuto; in secundis perché suggerisce che "oh guarda quanto è figo" sia un motivo sbagliato per farsi piacere qualcosa: tutto il genere dei super-robot si basa innanzitutto sulla figosità, la goliardia e la fracassoneria. Ovvio che da sole tutte queste cose non bastano per fare un buon anime super-robotico, ma senza esso perde la sua anima.
Sono nato nella seconda metà degli anni 80. Da bambino non ho visto che puntate sparse di robottoni vari (mai un Getter o un Goldrake, pochissime di Grande Mazinga, nessuna di Mazinga Z), e pur non disprezzandoli mai, compiuti i 10 anni già li trovavo decisamente noiosi e cambiavo subito canale.
Mi sono appassionato al genere che avevo passato i 20 anni, per la visione fortuita di Getter The Last day. Oggi, amo il Mazinger Z più di Getter, ma con l'anima proprio, mi ci trovo in affinità spirituale, mi sento come Benigni verso Dante.
Ora, secondo quanto dici, Cobra, io non dovrei esistere ...
Beh Wyvern di certo sei strano forte, sopratutto quando mi dici che Cesso a Pedali Z sarebbe più figo del Gretto e Gurendaiza cioè stiamo parlando di un robot che ha come base segreta una cazzo di piscina (che se ne fa poi un laboratorio di ricerca di una piscina in giardino... ) brutto come la peste e veloce ed agile quanto un bradipo ingessato, cioè perfino "Nel pazzo mondo di Go Nagai" i robot più moderni lo pigliano per il culo.
Come si suol dire "il mondo è bello perché avariato" Però arrivare a dire che Il Mazinger Z è figo... i giovani d'oggi non capiscono un tubo... U_U
cioè perfino "Nel pazzo mondo di Go Nagai" i robot più moderni lo pigliano per il culo.
La loro è tutta invidia
Da sempre i bulli sono persone cattive e invidiose ... e poi non a caso il capitolo del pazzo mondo dedicato a Mazinger Z si intitola "Sono IO la STAR"
Cesso a Pedali Z
Beh, il Cesso a Pedali non ha avuto bisogno di un Gigatesco Clistere (Great Booster) grigio come il Gretto per risollevarne la popolarità. Il Cesso a Pedali ha un Jet Scrander talmente figo che è autografato da Devilman, ma talmente figo "che si può avere nero", anche in versione Bat wing (Shin)
Dovrei preferire il Gurendaiza, che è talmente sfigato che pur essendo stato costruito nello spazio, da solo senza Spacer non vola? Talmente inutile che appena ha potuto, papà Nagai l'ha rimpiazzato nella continuity col Mazinkaiser, cioè il Cesso a Pedali 2000? Talmente impopolare che senza l'inserimento del Ciclista del Cesso, non avrebbe avuto neanche il permesso di essere mandato in onda?
[fanboy mode off]
Essì, sono strano forte, non lo posso negare.
Comunque, a lui la statua di 11 metri gliela hanno fatta ...
Senza tali serie quelle che oggi piacciono loro non ci sarebbero.
E poi, ovviamente, come al solito si degenera.
Mazinga Z non può diventare carne da macello!
@Antonio Se la situazione fosse rosea come la dipiggi allora perché sono anni che si aspetta inutilmente il seguito di Shin Mazinger, opera rimasta di fatto incompiuta? Di fatto credo ci sia meno voglia di Mazingo di quanto si speri.
E io il Gretto rivisto da Imagawa ci tenevo a vederlo, ed invece ci rimangono solo un paio di fotogrammi tutt'altro che chiari presenti nel primo spoileroso episodio.
@Wyvern Già il Mazinkaiser... quello che compare sempre dopo che Useless Z viene fatto a coriandoli. :V
Il punto è proprio quello, Mazinga Z (e Getter Robot, l'altro capostipite del genere) vende ancora come il pane...
perché sono anni che si aspetta inutilmente il seguito di Shin Mazinger?
LOL Davvero non è ovvio? Perché in Giappone il Great non se lo fila nessuno XD
Comunque, non "SE la situazione è rosea", la situazione E' rosea, punto. Hanno fatto persino modellini metallizzati di Garada k7 che sono più fighi di qualunque cosa abbiano mai fatto a tema Great Mazinger (e il merchandising Grendizer non è messo molto meglio).
Sia chiaro che pure io voglio il seguito di Shin Mazinger. Forse con la fine del manga di Yogo, "Shin Mazinger Vs Generale Nero" si sbloccherà qualcosa.
[fanboy mode on]
viene fatto a coriandoli
e con che stile! Bisogna aver classe per essere fatti a coriandoli e, dopo aver ricevuto qualche rattoppatura ad canis penem dal Barone Ashura, fare il culo a striscie al Grande Mazinga ... con qualche aiutino, ma ci sta XD
Tirando un po' le somme alla fine ho votato l'opzione "La verità è nel mezzo, è una serie normalissima che ha avuto la fortuna di essere tra le prime di un genere" anche se non mi vede proprio in totale accordo con tale definizione, visto che non la considero proprio una "normalissima serie", ma un titolo assai ricco di trovate geniali ed innovative che però è stato ben presto sommerso da altri (pure dello stesso Nagai) che ne hanno sfruttato a pieno ed ampliato le caratteristiche, tanto da surclassarlo e metterlo in ombra, specialmente al pubblico italiano (causa anche la sua incompletezza per il nostro mercato).
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