Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
Il motto di Kintaro è “imparo, imparo, imparo…”. In questo si riassume la sua filosofia di vita. Lascia infatti l’università visto che questa non aveva niente più da insegnargli e parte con la sua mountain bike con l’intenzione di viaggiare per l’intero Giappone. Il ragazzo si dimostra un prodigio in tutto quello che fa, ha notevoli capacità di apprendimento e nella sua ingenuità si dimostra persona affidabile e generosa. Queste sue doti lo fanno entrare nelle simpatie delle belle ragazze che incontra, che in molti casi, nonostante l’impatto iniziale certamente non idilliaco, si innamoreranno di lui. Ma proprio sul più bello Kintaro parte per una nuova esperienza, piantandole in asso con il rammarico per la persona stupenda che si sono lasciate scappare…

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

9.0/10
-

Se è costume dire “il primo amore non si scorda mai”, per quanto mi riguarda potrei adattare la frase in un qualcosa del tipo “il primo ecchi non si scorda mai” parlando di Golden Boy.
Eh già, proprio così, avrò avuto un dodici-tredici anni quando m'imbattei un po' per caso nella prima storica edizione dell'Anime Night di Mtv. I titoli proposti inizialmente dall'emittente, che di lì a poco sarebbe diventata un punto di riferimento per tutti i fan dell'animazione risiedenti, in Italia erano Cowboy Bebop e appunto Golden Boy, ovviamente sconosciuti al sottoscritto fino a quel momento.
Se il primo si presentava senza particolari “stranezze” dopo il primo episodio, di tutt'altro impatto è stato invece Golden Boy. Io che fino a quel momento vivevo l'animazione sotto forma dei vari “Dragon Ball”, “I Cavalieri dello Zodiaco”, “Holly e Benji”, “Maison Ikkoku”, “Kiss me Licia”, “Lupin”, “Ken il Guerriero”, “L'uomo Tigre” e numerosi altri titoli dai contesti ben delineati, mi ritrovai con un genere di “cartone animato” completamente nuovo, e solo diversi anni dopo conobbi la definizione che racchiude questa tipologia: l'ecchi appunto.

Ma Golden Boy non è solo belle ragazze, anzi. Vi è infatti una comicità demenziale davvero esilarante che ci accompagna episodio dopo episodio e che vede come artefice principale il protagonista, Kintaro Oe, 25 anni, libero professionista dopo avere deciso di abbandonare la facoltà di legge dell'Università di Tokyo, perché a suo dire, aveva imparato tutto quello che gli studi potevano offrirgli.
In sella alla sua amata bicicletta “Mezzaluna” girovaga dunque per tutta la nazione in cerca di occupazioni che possano insegnargli qualcosa.
Ogni episodio è dunque una lezione per Kintaro e difatti i titoli per ciascuno di essi hanno come apertura un incipit con la scritta “Lesson 1”, “Lesson 2”, “Lesson 3” e via dicendo. Tutto ciò che apprende nel lavoro e dalla vita stessa viene inoltre puntualmente annotato in un'agenda personale in modo tale da risultargli utile in futuro se capiterà l'occasione propizia.

La caratterizzazione del nostro protagonista è ben lampante: all'apparenza può sembrare un ragazzo come tanti, ma in realtà nasconde un cuore d'oro e un grande intelletto che, come detto, va riscontrato per la sua continua voglia di conoscere sempre cose nuove. Il suo motto “imparo, imparo, imparo...” sarà una costante in ogni puntata.
Non fa mistero inoltre, e non potrebbe essere altrimenti visto il genere, di avere la passione per le belle ragazze su cui tenta di fare colpo in ogni modo con risultati che starà a voi scoprire.
In un contesto principalmente formato da avvenenti personaggi femminili dal design per lo più provocante con l'aggiunta di gag esilaranti, vi è anche un forte segnale che l'autore Tatsuya Egawa - creatore del manga che ha dato spunto per la realizzazione di questi episodi animati - vuole mettere in evidenza e cioè quello di un degrado della società giapponese sempre più visibile a occhio nudo e a cui è sempre più difficile porre rimedio.

Il comparto tecnico si attesta su buoni livelli considerando che gli OAV in questione risalgono alla metà degli anni '90: ci ritroviamo quindi con disegni davvero splendidi soprattutto per quanto riguarda le fisionomie femminili. I colori sono vivaci in molti casi, un po' meno in altri, ma comunque fanno la loro figura così come le animazioni del resto. Le usiche invece non sono propriamente il punto di forza anche perché non ve ne sono molte. Carina comunque è l'opening, decisamente meno apprezzabile l'ending invece.
Buonissimo inoltre il lavoro svolto dallo staff che ne ha curato l'edizione italiana (Dynit) e menzione doverosa per Davide Lepore, doppiatore di Kintaro, che ha saputo elevare al massimo tutte le sfaccettature del nostro biker.

In conclusione consiglio la visione di Golden Boy a tutti quelli a cui piacciono le atmosfere leggere con un contorno di personaggi femminili davvero niente male, e lo consiglio inoltre a chi non ha mai avuto a che fare con una tipologia d'anime simile e la vorrebbe provare. Essendo uno dei migliori di questa cerchia, se non soddisferà affatto i vostri gusti allora difficilmente lo farà in futuro qualche altro titolo di questo stampo.


CONTRO 

5.0/10
-

Recensire una serie OAV è sempre un po’ problematico in quanto, senza la giusta conoscenza di ciò che ci sta dietro risulterebbe alquanto ardua come impresa.
Gli OAV di Golden Boy, presentati in 6 puntate autoconclusive, rappresentano le prime vicende di Kintaro Oe, protagonista dell’omonimo manga di Egawa Tatsuya. Un OAV scarno a mio avviso, che non aggiunge nulla al manga, anzi, probabilmente da allo spettatore la sensazione che si parli di tutt’altro.
Kintaro Oe, il protagonista, decide di lasciare l’università di Tokyo in quanto ha appreso da questa tutto il necessario (stando al suo modo di pensare) e si avventura per le strade del Giappone con la sua bicicletta deciso ad apprendere il più possibile sulla vita e sulla gente. Guardando gli OAV lo spettatore che non abbia letto il manga pensa subito a qualcosa di comico e demenziale. Ed è per questo motivo che io giudico questa serie scarna e insufficiente per rappresentare quello che è un capolavoro come Golden Boy.
Parliamo del manga, per capire meglio di cosa stiamo parlando. L’opera cartacea, anche se in chiave ironica all’inizio, tratta tematiche molto serie (è un seinen infatti), attraverso gli occhi e le esperienze del suo protagonista, i temi spaziano dal lavoro, alla yakuza, alle tematiche ambientali, fino all’amore, vero punto cardine di quest’opera. In quanto Sarà proprio Kintaro a decretare che, grazie alla forza dell’amore è possibile insegnare a chi sbaglia la via della redenzione. Ed è l’insegnamento appunto, la chiave di volta dell’intera opera, al grido di “Imparo” del nostro Kintaro. Insomma, non è una commediola demenziale da 4 soldi, bensì una serie carica di significati etici, morali e filosofici, che spingono il lettore a riflettere ad ogni pagina. Vero scopo di Egawa Tatsuya è infatti dimostrare l’inutilità del sistema scolastico nipponico, in più di 100 capitoli (l’OAV ne comprende 5 più uno modificato), Kintaro Oe attraverso le sue esperienze e il suo rapporto con Yoko (assente nell’anime) dimostrerà al pubblico che un sistema d’istruzione che non incentivi lo sviluppo anche umano della persona è praticamente inutile e per farlo chiamerà in causa politici, personaggi storici e vicende del passato. Toccando le più nascoste fibre dell’animo umano. Tutto ciò nell’anime non esiste.
La presentazione è quindi incompleta. Si pensi che su questo stesso sito, questa serie di OAV è catalogata tra Ecchi e Harem. Sia ben chiaro, il giudizio espresso da chi ha inquadrato questi OAV è azzeccatissimo, in quanto, non sono altro che questo. Una serie di puntate demenziali a sfondo sessuale, come del resto si presenta il manga nel primo volume.
Il disegno è ottimo (come nel manga) e precorre di gran lunga i tempi, mostrando un tratto e un colore singolare negli anni 90. Luci e ombre, sfumature, tutte cose per le quali, bisognerà aspettare almeno un altro 5/6 anni per averle come standard.
In definitiva una serie spicciola, riduttiva, che scredita l’opera cartacea riducendola a una commediola ridicola. Decisamente insufficiente. Cinque.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensate degli OVA di Golden Boy?