Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
"I maghi guaritori non possono combattere da soli." Keare, per via di questa comune conoscenza, viene sfruttato più volte dagli altri. Un giorno, nota cosa può esserci oltre la guarigione e si convince che la magia curativa sia superiore alle altre. Però, quando riesce a raggiungere il suo pieno potenziale, viene privato di tutto. Così Keare decide di usare la magia sul mondo stesso per poter tornare indietro di quattro anni, ricominciare da capo e vendicarsi nel modo più estremo possibile nei confronti di coloro che fino ad ora lo avevano sfruttato e torturato per il proprio tornaconto personale.

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

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Questo anime si chiama "Redo of Healer", una serie super-criticata da tantissimi utenti online, distruggendone a parer mio ogni significato (per quanti ne possa avere).

Prima di tutto concentriamoci sulla trama. Tutto inizia con il protagonista che, scelto per diventare eroe, parte per la capitale, dove però verrà sfruttato e abusato in ogni modo possibile a causa della sua magia curativa; grazie alla pietra filosofale riuscirà a riavvolgere il tempo e a rincominciare la sua vita da prima che venisse scelto come eroe, mantenendo però i suoi ricordi e la sua sete di vendetta. Tutta la serie gira intorno al protagonista (decisamente simile a Light Yagami di "Death Note", a parer mio) mezzo matto che vuole vendicarsi, torturando e uccidendo tutti quelli che gli avevano fatto del male.

Questa, riassumendo al massimo, è la storia. Analizzando a mente fredda la trama, la trovo decisamente interessante, e si distingue a livello di originalità da molti altri anime tutti uguali, dove il protagonista è molto debole e poi con tanto sudore e olio di gomito diventa over-powered, e nel frattempo si innamora e ha una relazione con un personaggio. Qui partiamo già con il protagonista che è praticamente immortale, ma soprattutto mezzo matto e senza alcuna intenzione di crearsi una relazione stabile. Questo a parer mio è già un punto a favore per questa serie, che è stata in grado di distinguersi da molte altre.
Tuttavia, l'aspetto che più mi ha colpito (sia in positivo che in negativo) di questa serie è il concetto di violenza contenuto al suo interno. Questo anime a parer mio è uno dei più violenti che io abbia mai visto, la violenza di questo anime è basata sullo stupro e sulle violenze sessuali in generale, oltre ovviamente alle varie scene classiche dove ci sono persone che muoiono dissanguate. Credo che l'intenzione fosse quella di imprimere le scene di violenza nella mente dello spettatore, in modo da far capire la crudeltà e l'anti-eticità dello stupro, cercando così di mitigare (per quanto possibile) tale fenomeno, che purtroppo avviene anche nella realtà. A parer mio ci sono riusciti in pieno. Io non sono mai rimasto così sconvolto come è successo in questo anime, tutto grazie a scene a dir poco raccapriccianti. Qua e là siamo incappati in qualche bucherello di trama, ma niente di troppo grave, a parer mio.

Passiamo alla questione sesso. Questa serie secondo me è un ecchi, ma è proprio al limite, sarebbe stato definibile tranquillamente anche hentai. Ci sono tante (davvero tante) scene di sesso, anzi forse addirittura troppe, o più che altro senza alcun significato... Buttate là per riempire il tempo tra una vicenda e l'altra. Devo dire che a parer mio hanno un po' esagerato.

Il character design lo ho trovato abbastanza carino e "originale", ma si poteva fare decisamente di meglio. Le animazioni in particolare nelle scene frenetiche dei combattimenti mi hanno stupito, in quanto sono davvero fatte bene, e si vede che c'è stato impegno nel realizzarle. Anche l'aspetto grafico dell'anime non è per niente male, gli ambienti e i paesaggi sono davvero ben strutturati e disegnati.

Credo che questa serie non sia vagamente paragonabile ai grandi capolavori (senza fare nomi), tuttavia ha un suo perché. In fase di produzione c'è stato molto lavoro e impegno nel tentativo di far uscire qualcosa di quantomeno guardabile, e questa cosa si nota a livello di trama e contenuti, dimostrando così la differenza tra qualcosa in cui c'è stato un minimo di impegno rispetto a qualcosa di buttato là tanto per fare qualcosa.
L'ho trovata carina e godibile, ma mi aspetto qualcosa di più nella ipotetica seconda stagione, meno errori, meno buchi di trama ecc.
In sostanza, non credo che sia un abominio, come descritto da tanti utenti nel web, certo ci sono delle cose contestabili, ma una valutazione inferiore ad 8 non mi sento di dargliela, in quanto mi ha saputo intrattenere, si è distinta sia in positivo sia in negativo da tantissimi altri anime, e l'obbiettivo di rendere orripilanti le scene di violenza è stato centrato in pieno.
I fattori sopra riportati, come l'originalità della serie, la bellezza delle ambientazioni e dell'aspetto fisico dei personaggi, la pulizia e la tecnica delle animazioni, ma in particolare saper intrattenere lo spettatore, credo che siano i fattori più importanti per definire quanto sia bello un anime, e sicuramente una valutazione inferiore ad 8 non sarebbe corretta, perché questi pochi fattori sono stati tutti (qualcuno di più, qualcuno di meno) rispettati.

Sicuramente non è tra le serie migliori esistenti, e senza ombra di dubbio ci sono persone a cui questa sua originalità non è piaciuta, tuttavia io personalmente non ho riscontrato molti dei fattori negativi che altri utenti hanno riportato su questa serie e che li hanno portati a dare una valutazione estremamente bassa. Questa serie non è adatta a tutte le persone, tuttavia ci sono serie decisamente peggiori. Mi sento in grado di poter dire che, se cercate qualche serie violenta e che vi sappia intrattenere, questa è un buon candidato, tuttavia, se cercate qualcosa che vi appaghi a livello emotivo, questa serie non è la migliore, in quanto raramente è riuscita a trasmettere emozioni positive.


CONTRO 

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Un sotterraneo dai riflessi bluastri, un ispettore con la fronte madida di sudore, gli sguardi smaniosi dei poliziotti che, ipnotizzati, si posano sull’algida silhouette dell’interrogata, la quale, all’apice della provocazione, accavalla le gambe con movenze scabrose, mentre una sigaretta si consuma tra le sue dita.
Non c’è bisogno di aggiungere altro, è una scena cult che ha fatto la storia del cinema.
Se mi chiedessero tuttavia di contestualizzarla all’interno dell’intreccio del film, avrei serie difficoltà: tolti i passaggi più crudi e gli amplessi dei protagonisti, non ricordo con precisione altri dettagli; fatto sta che, vuoi per la trovata scandalosa, vuoi per le polemiche che hanno animato diatribe infinite tra puritani indignati e assertori entusiasti di questo linguaggio cinematografico, la suddetta scena ha garantito a “Basic Instinct” un’indiscutibile immortalità artistica.
Non è il primo caso, non sarà certamente l’ultimo.

«Il sesso è una delle cose più importanti del mondo, non credete? L’altra è la violenza. Il sesso in generale è percepito come creativo e la violenza come distruttiva, ma talvolta la violenza è necessaria e anche il sesso a volte diventa violenza.»
Parole del regista Paul Verhoeven, che sottintendono una ricerca “filosofica” dietro questa scelta stilistica. Non certo originale, e opinabile quanto volete, ma pur sempre frutto di un meditato processo creativo.

Un concetto che, tra la folta schiera di epigoni desiderosi di emularne il successo, sembra essere passato in cavalleria. Ciononostante, mondati di ogni lettura in senso anagogico, sesso e violenza restano un sempreverde specchietto per le allodole, un facile strumento per provare ad ottenere immediata fama, secondo il celebre adagio di Oscar Wilde, «Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli».

Forte di queste (tutto sommato ovvie) considerazioni, cosa sarà frullato nella mente di quel geniaccio di Rui Tsukiyo, autore della light novel fonte della trasposizione animata oggetto della recensione, per tentare di farla emergere dal gorgo dell’anonimato? Rispolverare e riproporre per l’ennesima volta una spudorata componente ecchi in chiave fantasy? Per quanto spinto, l’ecchi è un genere decisamente inflazionato, ingabbiato oltretutto in rigidi cliché. Ecco quindi scaturire la necessità di alzare l’asticella, optando per qualcosa di più estremo, da scovare spulciando nei tabù di norma relegati alle produzioni pornografiche riservate ad un pubblico adulto. Tentativo parzialmente fallito, in quanto, sia la light novel sia il manga ad essa ispirato, in un mercato avvezzo a simili stratagemmi, dalla mediocrità non si sono mai smarcati. Dove sta quindi la folgorante idea, che ha dato all’opera, nella sua serializzazione televisiva, la tanto agognata visibilità? Non certo nella commistione di hentai e fantasy (ampiamente esplorata negli anni dall’animazione di settore), quanto piuttosto nella consapevole finzione di commercializzare un’opera per il pubblico generalista (ignaro dell’esistenza del lavoro originale), aggiungendovi surrettiziamente sesso e violenza a fiotti, destreggiandosi con mestiere tra i limiti imposti a questo tipo di produzione. Pur di passare il vaglio della censura, la regia di Takuya Asaoka non lesina infatti, con funambolica perizia, inquadrature strategiche, oggetti posizionati ad hoc, rozze metafore e grossolane allusioni, mentre serve senza remore tutto ciò che di più licenzioso e sadico è consentito mostrare, nella speranza di incuriosire e attrarre lo spettatore in cerca di emozioni forti. Surfando al contempo con scaltrezza sull’onda delle polemiche scatenate dalla liceità o meno di mostrare in TV programmi così espliciti - gliene va dato atto, la sezione marketing in questo caso ha svolto un ottimo lavoro.

«La mediocrità è perdere il fine attraverso i mezzi.» (Oliviero Toscani)
Purtroppo, depurato da mattanze e abusi sessuali, “Redo of Healer” (alias “Kaifuku Jutsushi no Yarinaoshi”) è, al netto della trama, un anime che, eufemisticamente, si potrebbe definire mediocre, la trita, ritrita, scialba storia di vendetta che calca le orme di un canonico isekai, con tanto di rinascita e annessi super-poteri del protagonista. Un prodotto, tra l’altro, di caratura assai modesta, con abbondanti incoerenze narrative ed evidenti lacune di sceneggiatura - trama ed hentai sono, a ben guardare, due concetti quasi antitetici.
Sorvolando sull’irritante frivolezza di alcune parti, va però detto a suo favore che l’unione di una scrittura indecente e di scene di pessimo gusto, più che cagionare repulsione nello spettatore, ha dato vita a uno spettacolo grottesco, talmente trash da risultare godibile per la sua involontaria comicità, alimentando addirittura nel sottoscritto, durante la messa in onda, una costante e spasmodica attesa per l’episodio successivo. Principale fonte di ilarità è stata l’abborracciata caratterizzazione dei personaggi, dal comportamento alieno ad ogni basilare nesso di causa-effetto, tanto da far sorgere (erroneamente) il sospetto che l’anime fosse una parodia di genere, e non si prendesse poi così sul serio; per fortuna, il finale di stagione fuga questi malevoli dubbi.
Un innocuo passatempo, nelle fasi di stanca, è stato raccogliere tutti i tag hentai presenti nelle varie puntate:
#rape #torture #lesbian #furry #defloration #threesome #gangbang #sadism #fellatio #yaoi #urination #forniphilia #futanari #cannibalism #incest...
A voi il piacere di ampliare e arricchire l’elenco.

Dal lato strettamente tecnico, non c’è granché da raccontare: a parte i dettagli ginecologici, e qualche fugace fotogramma di lotta, disegni e animazioni sono assai poco curati, frutto di un lavoro non certo ispirato e figli di un budget, con tutta probabilità, alquanto risicato. L’OST non è memorabile, tutt’altro, ma questa è una costante del genere di appartenenza, dove l’attenzione è rivolta principalmente alle grida di piacere nei momenti topici (oltretutto, in certi frangenti fuori sincrono).

«Fu vera gloria?»
La risposta al manzoniano interrogativo è ovviamente retorica: una volta dissipato il famigerato polverone, la popolarità inopinatamente raggiunta si sfalderà come neve al sole. Conscio dell’ineluttabile crepuscolo, persino l’autore della light novel si è adoperato con sollecitudine nel tentativo, quasi commovente, di smerciare i suoi precedenti lavori, cavalcando quella risonanza mediatica andata oltre le più rosee previsioni: roba da mercato del pesce di Wuhan.
A dispetto dei ragazzini convinti di aver scovato, in virtù degli aspetti più controversi, una pietra miliare dell’animazione giapponese, al punto da ergersi a paladini di questo presunto capolavoro proibito, quel che rimarrà ai posteri è un anime insulso, sguaiato nei toni e risibile nella sostanza, un feticcio d’ispirazione a onanisti incalliti, prima di pesanti sessioni di autoerotismo. Condannato all’oblio dalla prossima cafonata multimediale.
A chi, più in là con gli anni, lo paragona invece a “Berserk”, consiglio di limitare l’uso di sostanze psicotrope.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensate di Redo of Healer?