Come un treno che parte e arriva al volo
In qualunque posto tu sarai
A casa, sì, ti sentirai
Il treno parte e va...
Il last train home...
(Pat Metheny & Pino Daniele, "Last train home", 1995)

La vita dello studente Jotaro Kujo viene sconvolta dal ritorno di un antico nemico della sua famiglia e dal risveglio di un misterioso potere nel suo corpo. Questo darà il via ad una rocambolesca avventura in cui verrà coinvolto da suo nonno Joseph, protagonista di una delle precedenti saghe. Accompagnati da un gruppo di bizzarri personaggi (uno studente giapponese, uno spadaccino francese, un saggio egiziano e un cane straordinariamente umano) che si uniranno a loro in una missione comune, nonno e nipote partono alla volta dell'Egitto, in un viaggio ricco di imprevisti, adrenalina e scontri all'ultimo sangue.
La trama di base è molto semplice, così come lo è la struttura della serie, che vede i nostri eroi combattere contro i vari emissari del loro nemico nel tentativo di raggiungerne il covo.
Nonostante la semplicità della storia, Stardust Crusaders ben motiva il suo grande successo e il forte amore che i fans di JoJo provano nei suoi confronti, grazie a diversi elementi di grande fascino.
E' una storia dal ritmo serrato, ricchissima di combattimenti e battaglie, che non annoia mai, presentando ad ogni episodio un nuovo potere bizzarro, un nuovo nemico, un nuovo impedimento. Gli scontri sono tutti diversi uno dall'altro, grazie alla grandissima varietà di poteri che spesso e volentieri cambiano le carte (dei tarocchi) in tavola e offrono diversi tipi di scontri e atmosfere a seconda dei personaggi coinvolti. Raramente è la forza fisica a fare la differenza, quanto l'ingegno. le intuizioni, la fortuna, al punto che molto spesso gli scontri in cui Jotaro e compagni sono coinvolti non sono scazzottate o combattimenti, ma fughe o sfide d'ingegno. Si pensi alla parte finale dell'opera, dove fanno capolino alcuni degli scontri più avvincenti... e si tratta di sfide a giochi d'azzardo o ai videogiochi del Super Nintendo!
Il nostro gruppo di eroi è composto da personaggi piuttosto semplici caratterialmente, che puntano quasi tutto sul loro carisma, sull'estetica, sulle frasi a effetto, sui vestiti assurdi che indossano, sulla specificità dei loro poteri, piuttosto che su storie personali piuttosto elaborate.
Ciò non toglie che a Jotaro e compagni ci si affezioni con gran facilità e non sarà difficile notare un progressivo cambiamento nel modo in cui si relazionano tra loro man mano che prosegue il loro viaggio. Molto diversi per scopi e background, i nostri eroi imparano a convivere, a lottare insieme per lo stesso obbiettivo, a sacrificarsi l'uno per l'altro, fino ad arrivare al bellissimo finale dell'opera, dove l'amicizia che hanno cementato fra viaggi e battaglie viene suggellata da un virile e commovente abbraccio.
L'umorismo un po' volgarotto tipico dell'autore aiuta a completare il quadro e a rendere i personaggi simpatici allo spettatore, inserendo qua e là gags e uscite ad effetto a metà fra il pacchiano e l'esaltante.
Stardust Crusaders è la storia di un viaggio, e questo elemento è perfettamente esaltato dalla versione animata, che tratteggia con gran cura tutte le ambientazioni toccate dai nostri eroi nel loro cammino, senza lesinare scenari esotici, spiegazioni su monumenti, cibi, elementi culturali, usi e costumi e persino qualche bonario luogo comune. Viaggeremo dal Giappone all'India, passando per villaggi, città, deserti, montagne, mari, fino ad arrivare ad un Egitto straordinariamente affascinante a cui sarà dedicata ben metà della serie, con una particolare attenzione per la resa delle città, dei locali, dei templi, dei deserti e delle antiche divinità, che diventano un fondamentale elemento caratterizzante della storia.
La resa del manga originale è perfetta. Non sono state tagliate scene, personaggi o scontri, tutto è esattamente come Hirohiko Araki lo ha concepito. Anzi, l'adattamento animato è riuscito ad impreziosire l'opera con qualche scenetta aggiuntiva che dona più calore ai personaggi o riesce a migliorare l'esperienza cartacea donando maggior divertimento o inquietudine allo spettatore.
Disturba un po', come fu per la serie precedente, la censura operata nell'edizione televisiva, che annerisce le scene più efferate o i momenti in cui il protagonista, che è minorenne anche se gli daresti almeno dieci anni in più, fuma la sigaretta. L'edizione home video ha ripristinato le scene originali togliendo la censura.
Un importante elemento caratterizzante del fascino e dell'essenza intrinseca di JoJo è il suo estremo citazionismo. Anche Stardust Crusaders non si risparmia citazioni cinematografiche (Indiana Jones, Duel, Christine: La macchina infernale, Shining) ma soprattutto musicali: Enya, Oingo Boingo, Terence Trent D'Arby, Iggy Pop, Vanilla Ice, Mariah Carey, ZZTop sono solo alcuni dei moltissimi artisti, gruppi, album o titoli di canzoni citati più o meno esplicitamente nei nomi dei personaggi. Tanto stretto e importante è il rapporto fra questa serie e la musica che persino la trama e l'ambientazione sono state scelte perchè Ronnie James Dio, il musicista che dà il nome al cattivo, ha nel suo repertorio una canzone chiamata "Egypt".

Come già per la serie precedente, anche stavolta l'adattamento televisivo di JoJo non si risparmia tutte le bizzarrie di cui l'estro di Hirohiko Araki ha dato prova, esasperandole con un ribaltamento di colori "in negativo" (che diventano quindi acidi o psichedelici) durante le scene clou, facendo un bizzarro contrasto coi colori vivaci e il realismo con cui sono dipinte le ambientazioni, coloratissime onomatopee svolazzanti di qua e di là e variopinti effetti di luce. Disturbano un po' gli innesti in computer grafica, che risaltano in negativo quando usati per creare oggetti, edifici o veicoli.
Lo stile di disegno ricalca quello, tipico degli shounen di combattimento degli anni '80, del manga originale, rendendolo più definito e gradevole: avremo quindi personaggi maschili dal fisico massiccio e dall'espressione arcigna e personaggi femminili il cui corpo è quello di una fascinosa top model.
Il doppiaggio tratteggia i personaggi in maniera molto efficace, senza risparmiarsi urla, gridolini, risate, tormentoni onomatopeici, parolacce. Un elogio particolare va al sempre bravissimo Unshou Ishizuka, che è riuscito, con la sua voce profonda e divertentissima, ad amplificare la simpatia di Joseph, il personaggio migliore della serie, rendendolo protagonista di siparietti esilaranti e indimenticabili.

Discorso diverso per le sigle. Le due opening sono canzoni adrenaliniche e ricche d'energia, a cui si accompagnano scene da videogioco (sono realizzate in 3D) che mostrano il viaggio dei nostri eroi, fra bivacchi notturni nel deserto e combattimenti con onomatopee svolazzanti.
La vera chicca della serie, sono, però, le due sigle finali. Se la serie del 2012 ci aveva incantato utilizzando "Roundabout" degli Yes, qui il palcoscenico viene ceduto alle Bangles e alla loro hit del 1986 "Walk like an Egyptian", che accompagnano la prima metà della serie. La scelta di questa canzone ha del geniale, data l'ambientazione della vicenda, e sentire, come sigla di un cartone animato, una canzone famosissima come questa fa un effetto strano e fantastico allo stesso tempo.
Per la seconda metà della serie, le musiciste americane lasciano il palcoscenico al chitarrista Pat Metheny e alla sua splendida "Last train home". Un celeberrimo brano del 1987, esclusivamente strumentale, i cui virtuosismi di chitarra elettrica evocano atmosfere malinconiche e suggestive, che si adattano in maniera straordinaria alle immagini del viaggio di Jotaro e compagni nella sigla finale, firmando uno splendido accompagnamento sonoro ad una storia che, fra battaglie, combattimenti, fughe e drammi, è anche e soprattutto incentrata su una fortissima amicizia: si adattano stranamente bene all'opera e al suo finale le parole riportate in apertura, scritte dal compianto Pino Daniele per un'inedita versione con testo del brano di Pat Metheny, eseguito da entrambi i musicisti in una serie di concerti nel 1995.
La scelta di queste sigle particolari è stata accolta con grande entusiasmo, al punto che, nell'inverno 2015, è uscito, per il solo mercato giapponese, un disco che raccoglie "Last train home" e i maggiori successi di Pat Metheny, con Jotaro e compagni che campeggiano sulla copertina.
Una menzione speciale meritano, poi, le due ending a sorpresa che accompagnano alcuni episodi particolari: un vero spasso, sia come musica che come grafica.

Si può obbiettare a Stardust Crusaders che, dopo aver osato tantissimo nel corso del suo svolgimento, dopo aver giocato con la musica in più occasioni e aver esaltato lo spettatore con questi giochi come solo JoJo riesce a fare, si perda un po' proprio nelle ultimissime battute, senza una canzone particolare (eppure "Last train home", che ci sarebbe stata benissimo, l'avevano usata fino a un paio di puntate prima) ad accompagnare il bellissimo e simbolico finale.
Nella versione originale del manga l'elemento simbolico/musicale è evocato dalle note di "Get back" dei Beatles, canzone intrinsecamente legata alle origini e alla storia della serie ("Get back, Jojo. Go home. Get back to where you once belonged..."), che viene ascoltata al walkman da Joseph alla fine di ogni saga in cui compare. Mi è molto dispiaciuto non mantenere un elemento simbolico, o comunque non esaltare maggiormente l'elemento musicale, nel finale dell'anime, che, però, risulta splendido anche così come è stato raccontato, con l'unico dispiacere che non è ancora stata confermata o smentita una continuazione con l'adattamento della quarta saga del manga.
Nella sua semplicità, Stardust Crusaders si dimostra una storia ancora molto attuale, capace di affascinare anche le generazioni che non hanno vissuto i testosteronici anni '80 e dunque non possono comprenderne le mille e più citazioni o la grande forza innovatrice che questa storia ebbe sulla cultura popolare del periodo della sua pubblicazione. Davanti alla potenza di scene come il fantastico scontro finale, o a una serie che ancora una volta ci fa scoprire nuovi, bellissimi, brani musicali per ampliare la nostra collezione, però, tutto ciò non ha importanza.
La bizzarria e l'adrenalina di JoJo sono contagiose, e anche stavolta i loro colpi, rivolti al cuore di noi spettatori e scagliati con energia al grido di "Hora! Hora! Hora! Hora!", sono andati a segno.
Questa invece, è la serie dell'amicizia. Non per sottovalutare le altre, ma SC per me ha incarnato a pieno il sentimento che si prova a stare insieme, convivere brutte esperienze, andare avanti ed aiutarsi a vicenda, ridere per una cavolata e sopportarsi. E non importa se sei un cane, sarai comunque un figo capace di tirar su di umore un uomo di quasi due metri! Quando arrivi a scrivere un legame così genuino e forte con un cane, un vecchio, due liceali e due stranieri che si conoscono da 60 giorni, non puoi che applaudire, e non mi vergogno di dire che mi è scesa la lacrimuccia per qualche personaggio.
La loro introspezione psicologica non sarà stata delle migliori, ma sfido a criticare la profondità (per fare un esempio) dei monologhi a fine serie fatti da Iggy e Polnareff.
La mia critica alla David Production è solo una: Dio. Fino a quasi la fine era ovvio anche a chi non avesse letto il manga, che sarebbe stato una comparsa, ma quando era tempo di agire, per me doveva essere più d'impatto. Nella prima serie ti faceva gelare il sangue (e non per i suoi poteri da vampiro, lol). Negli OAV del 93 la sua cattivera era resa senza filtri ed era davvero come restare in apnea fino alla fine, mentre ho trovato un po' alleggerita la versione recente. Non c'entrano le censure, non so forse nella versione BD aggiungeranno qualche minuto extra più splatter che si sono sentiti di tagliare? Non sono stata l'unica a notare un calo di terrore, ma nel complesso un buon adattamento fedele, perché non è facile sceneggiare 48 episodi spesso così diversi tra loro, con cambi di atmosfera radicali.
Niente da dire sul resto, Kotaro nelle recensioni non lascia mai da parte nemmeno un dettaglio, complimenti!
E auguriamoci che ci animino anche la quarta, per me serve anche ad ampliare ulteriormente il carattere di personaggi apparsi in precedenza, mi dispiacerebbe se non tentassero di proseguire. Le vendite sono un po' calate, ma per una serie lunga quasi il doppio delle prime due, non potevano aspettarsi altro :/
Spero solo che non si fermino quì,e che ci daranno anche diamond is unbreakable.
Dalla terza in poi è una continua discesa per quel che mi riguarda, forse perché dopo la terza con l' "innovazione" degli stand l'autore di Jojo riutilizza sempre lo stesso schema per impostare la storia e i combattimenti, che comunque non risultano mai banali come pure i poteri stand (forse è questa la forza di Jojo).
Sulla terza animata per quel che mi riguarda, mi è piaciuta nel complesso se non fosse per le censure delle versione TV (evidentissime nelle cruente scene degli ultimi episodi, come nel rimando a GTA con la macchina sul marciapiede censurata in toto) e per l'eccessiva lungaggine derivante proprio dal manga...
SBR è stata forse la più noiosa (Jojolion non l'ho ancora iniziato)
Ricordo ancora quando iniziò Jojo e decisi di dropparlo perchè lo ritenevo un pò troppo.... mmm.. strano?
Mai scelta più azzeccata fu desistere dal dropparlo e continuare quest'anime.
Sono diventato un grandissimo fan di quest'opera e ora siamo alla 3° serie, spero fortemente venga sfornata una 4°! Trepido x l'attesa.
Ovviamente lo straconsiglio a tutti. E' uno di quegli anime che nonostante siano "lunghi", ad ogni puntata ti lascia quella voglia di sapere come andrà avanti, ti incuriosisce, ti rapisce, ti fa commuovere e tifare x i nostri eroi, cattura la tua attenzione con la sua irriverenza e la sua apparente semplicità.
Per quanto riguarda il comparto musicale, sono d'accordissimo con la recensione!
Daje Jojo!!!!!
Che c'entra GTA? La terza serie di JoJo è di fine anni 80 inizio 90, allora GTA non esisteva.
Per me è l'esatto contrario. Pur amando la seconda serie, e in generale tutte le altre, a mio parere le migliori non possono che essere Steel Ball Run e Stone Ocean.
La terza parte di JoJo è forse la peggior parte dell' intera serie.
-90% degli scontri potrebbero essere omessi e nulla cambierebbe
-Jotaro,il protagonista, ha la stessa personalità di un mattone
-metà degli scontri sono proprio di Jotaro e,ad eccezione di D'arby e Yellow temperance,sono tutti ugualmente banali :"prendere a pugni non ha funzionato? PUGNI PIU' FORTI! ORAORA!"
-abdul è l'incarnazione dell'inutilità
-lo scontro finale con Dio,che dovrebbe essere lo scontro migliore della serie viene risolto con Jotaro che risveglia il suo potere nascosto nel bel mezzo del combattimento.Guarda caso è lo stesso potere di Dio. Comodo vero?
Insomma David ha fatto il meglio che poteva e ha adattato il manga splendidamente(le sigle perfette,l'animazione e lo stile anche) ,ma il contenuto del manga in sè non è un granchè.Non che sia tutto da buttare,ma dalla parte 4 in poi gli scontri sono molto più intelligenti e ben strutturati.
Credo che, finora, la mia serie preferita resti la seconda, ma sono ansiosa di vederne altre, quindi spero che questo fantomatico adattamento della quarta serie si farà davvero.
Complimenti a Kotaro per la recensione dettagliatissima.
Con questa serie animata credo che sia stato fatto un ottimo lavoro, perché penso sia stata capace di rendere davvero giustizia al manga di Araki, e quindi ovviamente non posso che apprezzarla moltissimo.
Complimenti a Kotaro per l'ottima recensione, capace di sottolineare ogni aspetto di quest'opera.
All'autore della recensione (e manco all'autore del manga mi sa
Ad Araki temo che i cani piacciano, ma morti! Rendiamoci conto che l'unico animale a non crepare è una tartaruga: Coco Jumbo the real boss.
Comunque, il fatto che non ti piaccia Iggy è un'eresia :V
filler noiosissimi? avrai visto naruto mi sa, altro che jojo!
assenza di una narrazione? trama inesistente? ah beh certo allora il buon 99% degli shonen non dovrebbe avercela visto che sono basati su una serie di combattimenti, se cerchi trame ultracomplesse, intricatissime, stracolme di flashback nauseanti in cui descrivono ogni pg da quando è nato, vita, morte e miracoli per decine e decine di episodi pallosi che interrompono la narrazione del presente appesantendotela ti consiglio One Piece! O il già citato Naruto! Quelli sì che son "Capolavori", senza filler e della trama snella ed avvincente!! E soprattutto "Originali"! E' JoJo che ha copiato da loro bizzeffe di idee e poteri! E' di poco conto che sia stato creato decenni prima ovviamente!! Ahahahah!!!
Io comunque spero che si continui anche con la quarta serie.
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