Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Witchcraft WorksSengoku musou e Shirobako.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Strana, a tratti surreale. Si potrebbe aggiungere altro su "Witch Craft Works", una serie anime le cui uniche qualità evidenti sono l'impatto visivo sorprendente e una ending a dir poco divertente e molto più brillante della trama stessa della serie? Forse, ma ogni parola sarebbe votata alla delusione per una scatola finemente ornata ma il cui contenuto sparisce paragonato alla confezione. La trama, comunque, presentava spunti interessanti che avrebbero potuto elevarla facilmente alla qualità artistica dell'opera: Takamiya è uno studente normale, la cui unica sfortuna è quella di essere costantemente fiancheggiato, in classe, da Ayaka Kagari, la figlia della preside dell'istituto nonché talentuosa studentessa sia nello studio sia negli sport. Non guasta il fatto che sia bellissima e carismatica, tutte qualità che portano un enorme numero di ammiratrici attorno a lei, che, con le loro spropositate moine verso la "principessa", non fanno altro che disturbare la povera e pacifica vita dello studente. Takamiya è profondamente infastidito da tutto ciò, ma non sa che, in realtà, Kagari è una strega potentissima in grado di manipolare le fiamme e che è sempre stata vicino a lui per proteggerlo dagli assalti delle Streghe della Torre, una fazione di maghe i cui scopi sono solitamente malvagi ed egoistici, che da sempre lottano con le Streghe della Bottega, una fazione che si occupa di mantenere la pace nelle città e di proteggere i civili dalla magia. Kagari è la figlia della leader delle Streghe della Bottega che tutelano la città in cui Takamiya vive, ma perché è proprio lui a essere fra le mire delle Streghe della Torre? Cos'è quella cosa "bianca", sempre e volutamente non specificata, sigillata nel suo corpo che loro bramano?

Gli elementi che avrebbero reso l'opera un prodotto divertente e piacevole, capace di tenere incollato lo spettatore fino all'ultimo episodio, erano presentati sin dai primi istanti, a cominciare non solo dalla grande cura artistica, fatta di colori sgargianti, animazioni che scorrono fluide sullo schermo come acqua e un character design originale e ricolmo di colori, ma anche da un interessante inversione dei ruoli fra damigella in pericolo e cavaliere senza macchia e senza paura (in questa serie è Honoka Takamiya ad essere continuamente salvato da Ayaka Kagari) e da una comicità scandita dal cambio fra le scene d'azione e quelle legate alla vita quotidiana. In particolare, il comparto sonoro della serie accompagna egregiamente lo scambio repentino fra momenti pacifici e di tensione, aiutando a suscitare emozioni di tenerezza soprattutto nei flashback che illustrano piccoli pezzi del passato in cui Kagari e Takamiya si sarebbero incontrati.

Purtroppo, gli elementi interessanti non solo vengono sfruttati male, ma sono anche seguiti da una trama fumosa e da personaggi chiusi in una caratterizzazione fissa: l'inversione dei ruoli verrà accolta da più di un sospiro irritato dello spettatore, per via della misera personalità dei due protagonisti, che ripetono pedissequamente gli stereotipi della damigella senza carattere e del cavaliere integerrimo e taciturno. Honoka, infatti, è un ragazzo noioso e non solo per via della sua eterna indecisione, della sua autostima pari a zero e della sua effettiva incapacità nell'aiutare Kagari durante gli scontri. Il vero problema che rende impossibile provare un minimo di simpatia per lui è la sua completa inettitudine: Takamiya è un mezzo tramite il quale il pubblico osserva la perfezione della coprotagonista, non ha scopi, né hobby che siano rilevanti o che lo liberino dalle catene che lo tengono prigioniero nel suo ruolo di "donzella" in pericolo. Stesso discorso vale anche per Kagari, la cui aura d'invincibilità, seppur approfondita a metà serie, lascerà i suoi combattimenti con risultati facilmente intuibili e senza un briciolo di tensione o pathos. Il misterioso attaccamento che prova per il ragazzo, inoltre, sarà utilizzato a più riprese per le scenette comiche della serie, ma senza un ulteriore sviluppo della sua personalità, esattamente come per Takamiya.

Ad eccezione del quintetto di Streghe della Torre presente sin da inizio serie (divertentissime e unici personaggi che effettuano un cambiamento nel corso dell'anime), il triste destino dei protagonisti spetta anche ai comprimari e ai villain: i primi risultano anch'essi ancorati a una visione ripetitiva - un esempio eclatante è sen'altro Kasumi, la sorellina di Honoka, il cui desiderio morboso di stare sempre assieme al fratellone verrà sfruttato a scopo comico in modo più o meno riuscito, facendola sembrare più inquietante di Kagari (inutile dire che non verrà spiegato il perché di questo suo comportamento). I "cattivi", d'altro canto, godono di un'inconsistenza straordinaria, con motivazioni ambigue o ridotte all'osso, come nel caso di Chronoire, la quale viene introdotta come una Strega della Torre che vuole ottenere il potere di Honoka, ma che in seguito farà ben poco per dimostrarsi tale, arrivando addirittura ad aiutare le Streghe della Bottega durante l'arco finale della serie. Anche Medusa sembra ugualmente indefinita, mentre Weekend, pur concludendo molto di più delle prime nonostante la tardiva introduzione, risulta un personaggio stereotipato e privo di alcun interesse, che verrà umiliato senza particolari ostacoli dai buoni e non solo.

Una situazione così stagnante per i personaggi viene permessa anche dalla totale assenza di conseguenze per gli stessi, grazie a deus ex machina inspiegabili che ricostruiscono in poco tempo la città ogni volta che gli scontri fra streghe avvengono. Persino la visione disperata della conclusione, che sembra produrre qualche effetto su Takamiya, verrà riportata alla situazione originale senza che ci siano postumi sui protagonisti.

Per concludere, "Witch Craft Works" è una serie assolutamente ineccepibile a livello artistico, forse con un uso eccessivo e poco armonioso del 3D, ma che abbandona altri elementi fondamentali come il contesto, la trama e i personaggi, lasciando un senso di opera incompiuta che sarebbe potuta essere tranquillamente una serie bella e piacevole.

Cinque, per la metà di lavoro ben realizzata, ma seguita da un prorompente: "What the heck?!"




7.0/10
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"Sengoku Musou" è una serie anime del 2015, lunga dodici episodi, ed è basata sul videogame "Sengoku Musou 4", quarto titolo principale della serie che in Occidente è conosciuta come "Samurai Warriors".

E' la seconda trasposizione animata tratta dal videogame dopo lo special "Sengoku Musou SP: Sanada no Shou", uscito nel 2014, a cui questa serie fa da sequel.
La storia dell'anime è incentrata sul periodo storico conosciuto come "Epoca Sengoku", ovvero degli "Stati in guerra", quando il Giappone era diviso in tanti piccoli staterelli in lotta tra loro. In questo periodo, molti uomini di grande potere e carisma hanno cercato di unificare il Paese, primo fra tutti il noto Nobunaga Oda.
La serie comunque non ha nulla a che vedere con Nobunaga, perché racconta gli eventi successivi alla famosa battaglia di Sekigahara, con la presa del potere di Ieyasu Tokugawa e la sua guerra contro Hideyori Toyotomi. Protagonista delle vicende è Yukimura Sanada, un giovane guerriero molto forte e con grande senso dell'onore, che per via della guerra si ritrova a lottare contro il fratello Nobuyuki, che invece sceglie di schierarsi nella fazione opposta.

Per quel che riguarda la trama, non si può dire molto, quella è: è basata su eventi e fatti storici e il finale della serie risulta pertanto prevedibile, non ci si può fare molto. Non conosco benissimo la storia giapponese per dire se la serie è effettivamente ben fatta, ma i punti importanti sicuramente sono rispettati, in quanto nei vari episodi vengono spiegati gli eventi con tanto di date.
Di sicuro però, gli autori della serie si sono presi molte libertà per quel che riguarda l'aspetto di tutti i personaggi. Yukimura e tutti gli altri sono dei bellocci che potrebbero sembrare dei 'tronisti' anziché dei guerrieri consumati dalla guerra. Inoltre, i vari guerrieri sono vestiti in modo decisamente pacchiano ed eccessivamente vistoso, al punto da poter essere definiti tranquillamente tamarri o truzzi. La stessa cosa si può dire per le armi che usano: spade enormi, mazze, lance, tutte grosse almeno il doppio di chi le maneggia. In un videogame una cosa del genere non dà fastidio e serve sicuramente a caratterizzare meglio i personaggi, ma nell'anime non rende allo stesso modo.

Viene facile paragonare "Sengoku Musou" a "Sengoku Basara", altra serie di videogame simile nel gameplay da cui sono pure stati tratti degli anime. A parte l'aspetto di Yukimura e Masamune Date, che sono davvero identici tra le due serie, gli altri personaggi sono stati tutti molto differenziati, e ciò mi fa pensare che forse nessuna delle due serie si basi sulla realtà (all'epoca non c'erano fotografie, ma dei ritratti di queste persone ci saranno sicuramente).
Altro punto in comune tra le due serie è l'avere per protagonisti dei guerrieri fortissimi, capaci da soli di spazzare via interi gruppi di soldati nemici con un solo colpo di spada o quel che è, che rendono praticamente le varie battaglie campali tra soldati comuni decisamente inutili. "Sengoku Musou" è però un filo più realistico, perlomeno non ci sono cyborg volanti...
Va pure detto che la serie è molto all'acqua di rose: nonostante si parli di guerra e ci siano eserciti che si affrontano in dure battaglie, non ci sono morti cruente e le ferite inflitte da spade e lance non sanguinano, cosa che inficia un po' la qualità complessiva, facendo perdere di credibilità anche alle scene in cui muoiono alcuni dei protagonisti, che sembra si siano solo addormentati.

Sul lato visivo, è tutto abbastanza ben fatto. I personaggi sono ben disegnati e molto carismatici, sempre per via delle loro vesti e armi esagerate, e i vari fondali sono ben realizzati, in particolare i vari castelli e i loro interni. Durante le grandi scene di guerra, quando sullo schermo ci sono centinaia di soldati, è stato fatto ricorso alla computer graphic per animarli, con un effetto simile a quello dei recenti film cinematografici di "Berserk", e, anche se la cosa risulta meno invasiva, si nota comunque un distacco netto tra la CG e gli elementi disegnati tradizionalmente.

La parte audio è uno degli aspetti meglio riusciti dell'anime. Un ottimo doppiaggio giapponese caratterizza ottimamente i personaggi, ma ancora di più le musiche, realizzate con un misto di strumenti tradizionali e moderni, sottolineano in modo perfetto le scene più importanti di ogni episodio, che sia la morte di un generale o gli eserciti che partono per la battaglia.

A volergli trovare a tutti i costi un difetto, potrei dire che nella serie si parla forse un po' troppo. A differenza di quello che ci si aspetterebbe, "Sengoku Musou" non offre solo battaglie, anzi, sono molte le scene in cui i personaggi parlano di politica e di ideologie mentre esprimono il loro pensiero su quello che dovrebbe essere il futuro del Giappone. Durante le battaglie, inoltre, vengono anche spiegate tramite l'uso di alcune cartine le varie strategie di guerra usate dagli eserciti, spezzando un po' l'azione.

Se poi non si è ferrati in storia giapponese antica in alcuni punti si rischia di perdere un po' il filo del discorso, essendo forse un po' difficile tenere a mente i nomi di tutti i generali, vivi o morti, o tutti i nomi dei posti in cui si è combattuto.

A parte questo, la serie è comunque piacevole da guardare, specialmente per chi è appassionato di storia giapponese o di quel particolare periodo storico. I fan del videogame forse ci troveranno anche qualcosa in più, io sinceramente non ho mai giocato nessun titolo della serie e perciò giudico la serie solo per quel che ho visto.
Nel complesso, è pur vero che alla fine è solo una delle tante serie con protagonisti i samurai, ma è ben fatta e intrattiene quanto basta.




9.0/10
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Un gioiellino, questo è "Shirobako". L'anime racconta le avventure di un gruppo di cinque ragazze la cui aspirazione sin dai tempi del liceo è quella di lavorare un giorno nel mondo dell'animazione. Alcuni anni più tardi le cinque sono a Tokyo e inseguono il loro sogno. La protagonista principale, l'instancabile Aoi, è una giovanissima assistente di produzione alla Musashino Animation, lo studio di animazione in cui è ambientata la serie. Poi ci sono Ema, animatrice nello stesso studio, Misa, che lavora in una ditta che si occupa di grafica 3D, Shizuka, aspirante doppiatrice che lavora part-time in un locale e infine la giovane Midori, universitaria che aspira a diventare sceneggiatrice.

Seguendo da vicino il duro lavoro di coordinazione di Aoi, la serie ci illustra in modo egregio quale e quanto lavoro ci sia dietro alla realizzazione di un anime, non trascurando nessun aspetto: animazione, doppiaggio, regia, sceneggiatura, arrangiamento musicale, suoni, e tanto altro. Ma "Shirobako" va ben oltre questo aspetto "didattico", proponendo una trama sobria ma comunque avvincente e un ampio cast di personaggi normali ma allo stesso tempo interessanti e assolutamente credibili.
La loro caratterizzazione e la gestione delle loro interazioni sono pregevoli e rappresentano il reale punto di forza di quest'opera così particolare. Nel corso delle puntate seguiremo le protagoniste attraverso le loro esperienze, i loro dubbi, la loro formazione e maturazione: cresceremo e impareremo insieme a loro, circondati da un gruppo di personaggi a cui ben presto ci affezioneremo.
E infine tutti ci ritroveremo a incoraggiare la dolce Shizuka nel suo tentativo di diventare doppiatrice. Gambatte!!!

Il tutto è condito con della sana ironia, altra grande protagonista della vicenda. Così ci si ritrova spesso col sorriso sulle labbra durante la visione: citerò da una parte le varie vicissitudini del regista bambinone (che ha in questa caratteristica la sua debolezza, ma anche la sua forza) e dall'altra le scene piuttosto trash di Exodus e di Dai san hikou shoujo-tai, gli anime che vengono realizzati dalla MusAni.

L'anime è pieno di citazioni e azzeccatissimi riferimenti al vero mondo dell'animazione e alcuni dei personaggi sono ispirati a persone reali. Come non citare per esempio la comparsa di Kanno, l'alter ego di Hideaki Anno. Inoltre troviamo vari inserti geniali e favolosi, come la sigla della vecchia serie Andes Chucky (il preferito di Aoi), in perfetto stile anime anni '70 sia per i disegni che per la musica. Sono piccoli dettagli che rendono questo gioiellino ancora più prezioso.

La realizzazione tecnica è molto buona, e viene naturale pensare che gli sforzi per creare un prodotto di qualità elevata, così ben descritti nel corso della vicenda, siano gli stessi compiuti da chi ha realizzato questo anime.

Consiglio vivamente la visione di "Shirobako": un lavoro fatto per chi ama gli anime da chi ama gli anime, con una grande dose di giusta ironia, passione e tanto, tanto cuore. Alcuni passaggi li ricorderete a lungo, come il magnifico episodio 12... Vedrete che non rimarrete delusi.