Negli ultimi 3-4 anni, il Giappone sta vivendo un vero e proprio boom turistico: l'anno appena passato ha registrato un record di presenze (si stimano quasi 20 milioni di persone che hanno speso circa 3.480.000.000.000 di yen, pari a circa 26.770.000.000,00 di euro) e il trend sembra confermato al rialzo anche per quest'anno.
Se aggiungiamo il fatto che nel 2020 Tokyo ospiterà le Olimpiadi, non c'è da stupirsi se tutte le prefetture del paese si stanno attrezzando per ospitare al meglio i viaggiatori che sia potenziare il wifi nelle strutture di ricezione (aeroporti, alberghi e ristoranti) oppure fare corsi ad hoc per insegnare maggiormente la lingua inglese a chi deve rapportarsi con gli stranieri.
 

In quest'ottica il GSI, cioè l'Autorità di Informazione Geospaziale del Giappone, ha deciso di adottare sulle mappe e cartine destinate ai turisti, dei nuovi simboli per indicare i luoghi di maggior interesse.
Così 18 edifici frequentati dai viaggiatori o utili in caso di emergenza saranno rappresentati con una nuova grafica, in modo da essere più comprensibili. Fino a febbraio questi nuovi simboli saranno, per così dire, in prova: se saranno apprezzati verranno ufficializzati e usati dappertutto.
 

Ma come sono stati decisi? La GSI è andato al tempio Sensoji ad Asakusa a Tokyo e ha intervistato 1000 stranieri, iniziando così a capire quali fossero quelli meno riconoscibili.
Per indicare gli hotel sembra preferibile usare un letto al posto della H (che per alcuni era l'ospedale); così come quella specie di T che indica la posta in genere e che verrebbe sostituita da una più universale busta.
 

I problemi maggiori sono sorti con la X che rappresentava il posto di polizia (ora sostituito con la figura stilizzata di un agente) e il Manji, cioè la svastica di origine sanscrita con cui sono indicati i templi buddisti e che tanti confondevano con la croce uncinata usata dal regime nazista. Così si è pensato di mettere al suo posto una pagoda a tre piani. Ma non tutti sono d'accordo.
 

Anche se il Manji non sparirebbe da tutte le cartine, ma solo da quelle stampate apposta per gli stranieri, in molti non gradiscono la cosa. Anche se a molti ricorda il simbolo nazista, in realtà il Manji è stato usato per secoli come un segno sacro e di buon auspicio prima che i nazisti se ne appropriassero. Inoltre bisogna sottolineare che mentre il Manji è sempre disegnato con i bracci che girano in senso antiorario, il simbolo nazista va invece in senso orario.

Intervistato dal Telegraph, Makoto Watanabe, esperto di comunicazione della Hokkaido Bunkyo University, ha dichiarato che secondo lui, sarebbe meglio continuare ad usare il Manji sulle mappe in modo da forzare gli stranieri a capire il suo vero significato.
Se le persone provenienti dall'estero vedranno il simbolo, potrebbero chiedere che cosa significa e da dove ha avuto origine e così ci si sbarazzerebbe di tutta le negatività associata a questa icona.

Fonti consultate:
Telegraph
EnRocketNews
NipponConnection