Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Love Live, La sirenetta, la più bella favola di Andersen e Seitokai yakuindomo.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Devo ammettere che è con occhi abbastanza scettici che, un anno fa, mi sono accostata a questa serie per via di un'amica. Le acclamazioni della friendlist di Facebook mi convincevano poco, ancor meno mi convinceva il gioco: rhythm game? Definitely not my cup of tea.
Chi l'avrebbe detto che, un anno dopo, avrei accumulato un rewatch completo di entrambe le serie, il film e, in quattro mesi, un discretamente appagante rank 84 sull'applicazione per smartphone?
Cercherò quindi di lasciare da parte le waifu e i costumi 'sbrilluccicosi' per essere il più oggettiva possibile in questa recensione. Premessa fondamentale: se al solo sentir nominare la parola idol storcete il naso, se ritenete il j-pop l'ennesima 'trashata' inascoltabile, se pensate che il moe sia Satana fatto anime, lasciate perdere. "Love Live!" non fa evidentemente per voi.

Honoka Kousaka, studentessa del secondo anno dell'Accademia femminile Otonokizaka, una volta scoperto che la scuola è sul punto di chiudere a causa del basso numero di nuove iscrizioni, è determinata a fare di tutto per salvarla, al punto di arrivare a proporre alle sue amiche più care - Umi Sonoda e Kotori Minami, della stessa classe - di formare un gruppo di school idol. Con il grande successo che le giovani cantanti stanno riscuotendo in quel periodo, Honoka è sicura di riuscire a portare più visibilità alla sua scuola, così da riaccendere l'interesse negli studenti delle medie e impedire la chiusura dell'istituto.
Circa metà serie è incentrata sulla formazione delle μ's, dal nucleo originale nato dalle studentesse del secondo anno sino alla loro composizione definitiva di nove membri. Gli episodi restanti si suddividono tra lo slice of life e il desiderio di arrivare a gareggiare sul palco del Love Live, una sorta di X-Factor per school idol giapponesi.
La trama, non originalissima, deve molto a "K-On!", di cui riprende una notevole quantità di situazioni, dal ritiro nella casa al mare della riccona di turno alle difficoltà nello studio di alcune componenti del gruppo. Tuttavia in "Love Live!" ogni cosa è infinitamente più dinamica, trascinata dalla vitalità frizzante di Honoka, simile in certi tratti eppure antitetica a Yui: i pomeriggi spesi a mangiare dolci e chiacchierare del più e del meno delle Houkago TeaTime vengono qui sostituiti da allenamenti, prove, difficoltà e ostacoli di natura creativa e non. Così, tra colpi di scena non troppo sconvolgenti, la serie giunge al suo finale, anch'esso tutto sommato prevedibile, eppure gradevole e carico di emozioni e nostalgia, perché alla fine il percorso delle μ's è appena iniziato e la strada è ancora lunga, ma guardandosi indietro si possono apprezzare i risultati raggiunti. Confesso di aver versato qualche lacrimuccia in certi passaggi, perché da sportiva posso capire bene la volontà di arrivare lontano, la gioia di trovare persone con cui condividere la propria passione, ma anche la delusione nel non raggiungere l'obbiettivo prefissato e l'amarezza delle sconfitte. Tutte queste emozioni "Love Live!" le comunica a dovere, senza un messaggio finale preciso, ma con il semplice percorso di Honoka da scansafatiche disorganizzata e pigra a leader di un gruppo di school idol in ascesa.
Merito anche dell'allegro e variegato cast di personaggi: simpatie e antipatie sono normali e probabilmente pure prevedibili o volute, ma è innegabile che ciascuna ragazza rivesta un ruolo specifico e fondamentale non solo nella creazione, ma anche nel successo delle μ's. Senza la severità di Eli e di Umi, senza l'affetto materno di Nozomi, senza l'orgoglio di Nico, senza la freddezza di Maki, l'entusiasmo di Rin, la timidezza di Hanayo, la fantasia di Kotori e l'ottimismo di Honoka, le μ's non sarebbero le μ's, e questo è un concetto su cui la serie torna svariate volte, forse il suo stesso fulcro. Ciascuna di loro, per un motivo o per l'altro, decide di unirsi al gruppo di school idol e di seguire il folle progetto di Honoka: chi più convinta, chi meno, ciascuna di loro finirà per sentirsi irrimediabilmente legata alle altre otto ragazze.
Un po' come, inevitabilmente, accade allo spettatore dopo quei tredici, leggerissimi episodi.

Essendo un anime quasi totalmente incentrato sulla musica e la danza, ci si aspetta che questi due aspetti siano particolarmente curati: è senz'altro vero, ma con qualche eccezione.
Le melodie sono studiatissime, ciascuna è sin da subito riconoscibile; sono generalmente tutte quante orecchiabili, ma le preferenze vanno ovviamente a gusti personali. Giusto una o due non mi hanno fatto impazzire ("Wonder Zone" e "Korekara no Someday"), la stragrande maggioranza le ho assolutamente adorate, merito forse anche del gioco correlato. Trovo anzi che, se "K-On!" rimane un pelo migliore per quanto riguarda trama e personaggi, e senz'altro parecchie spanne sopra per il comparto grafico, le musiche di quest'ultimo non siano nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di "Love Live!", che vince su quasi tutta la linea (giusto la prima opening e la prima ending di "K-On!" possono forse competere con il livello medio delle school idol).
Stessa attenzione è riposta nelle coreografie, oserei dire di precisione geometrica: non è infatti un caso che le μ's siano nove, e ciò permette la creazione di infinite combinazioni sulla base di schemi a terzetti o a 4+5 (quattro davanti e cinque dietro). Memorabili anche i costumi di scena, in pieno stile idol, pieni di gonnelline a ruota e a balze, tanti fru-fru, ma mai eccessivamente carichi di particolari o carenti di armonia generale.
Tuttavia lo stesso non si può dire delle animazioni, a volte scandalose considerato che l'anime è del 2013: alcuni passaggi risultano legnosi o giusto abbozzati, con una anatomia discutibile che spero verrà corretta e migliorata nel film. Anche i balletti, per la maggior parte in CG, non sono particolarmente gradevoli all'occhio, e si poteva fare certamente di meglio.

"Love Live!" è insomma un prodotto che intrattiene, e lo fa anche discretamente bene, gestendosi magistralmente i dialoghi e i passaggi "verbosi" con l'alternanza di sequenze di danza o di allenamento. La profondità della trama e l'introspezione dei personaggi sono lineari, niente di eccezionale e al contempo niente di noioso o forzato. Si tratta di un prodotto leggero, che non punta a diventare il capolavoro dell'anno, semmai mira ad espandersi sul mercato il più possibile: ci è senz'altro riuscito e, devo dire, con non pochi meriti.
Sette totalmente meritato: se cercate qualcosa di leggero per staccare dalle preoccupazioni quotidiane, lasciatevi trascinare nel tunn... ehm, coinvolgere da queste nove simpatiche ragazze!



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A chi è ignota l'affascinante storia de "La Sirenetta", una delle più belle fiabe dello scrittore danese H.C. Andersen, ispiratrice, fra le altre cose, di uno dei classici Disney? Se, però, in questa celeberrima versione il lieto fine è assicurato, non così, com'è noto, nell'originale. Una scelta indubbiamente dettata dagli scrupoli legati ai destinatari dell'opera, ovvero i bambini, e che, se da un lato è comprensibile, dall'altro causa lo snaturamento del modello di partenza, dai contenuti meno allegri ma ben più significativi, intimamente connessi alla psicologia dell'autore. Che cosa può allora guardare chi desidera rivivere le atmosfere provate leggendo? Una risposta potrebbe essere quella di vedere la trasposizione, sempre animata, della Toei Animation. Scopriamo perché.

Disegni
Per far comprendere quanta importanza sia stata giustamente attribuita all'aspetto grafico di questo titolo, basterà dire che il character design, dal tratto così inconfondibilmente elegante, pulito, delicato (specialmente nel delineare le figure femminili) è di Shingo Araki, la cui immortale mano è stata dietro a parte del successo di popolari serie del calibro di "Lady Oscar", "Ufo Robot" e "I Cavalieri dello Zodiaco". E gli sfondi non sono di livello inferiore, sposandosi perfettamente sia con lo stile di disegno di un tale maestro, sia con il contesto fiabesco della storia. Parole di plauso, queste, che risultano ancor più meritate considerando che questo prodotto risale al lontano 1975, benché accusi i suoi anni davvero poco.

Storia
Come si è già accennato, la fedeltà di questa versione all'originale è innegabile; in più, trattandosi di un lungometraggio, gli sceneggiatori hanno avuto l'opportunità di inserire elementi assai godibili che non tradiscono lo spirito della vicenda, evitando, anzi, di creare una sterile riproduzione della fiaba per mezzo dei fotogrammi. C'è ad esempio l'inserimento nel "cast" del delfino Fritz, inseparabile compagno di avventure sottomarine della protagonista Marina, corrispettivo (ovviamente adeguato all'ambiente) delle varie mascotte a quattro zampe delle eroine degli shojo anime dell'epoca. Risulta poi importantissimo per la caratterizzazione dei personaggi principali l'approfondimento dei rapporti fra la sirena Marina e il suo bel principe che, se non sono oggetto di una profonda analisi in Andersen, qui vengono ampiamente trattati, fra cavalcate nei boschi e intrighi di corte che conferiscono profondità e credibilità all'affetto che provano l'uno per l'altra i due giovani e che, se per la fanciulla non è certo semplice amore fraterno, per il suo amato, come è risaputo, non si evolverà mai in qualcosa di più. Ottima anche la gestione delle scene incentrate sul drammatico dilemma finale che tormenterà la ragazza. In definitiva, anche in questo caso il risultato è ineccepibile.

Personaggi
Se già i comprimari sono convincenti e la loro condotta è quella che ci si aspetterebbe, il personaggio di Marina è curato in special modo. Ciò potrebbe essere quasi scontato, considerato che è la protagonista. In realtà, è un altro pregio di questo titolo da non sottovalutare, poiché, a mio avviso, ideare partendo pressoché da zero una personalità, una maniera di agire e comportarsi per una figura fiabesca, la cui presenza è comunque circoscritta a una quantità esigua di pagine, non è una fatica irrilevante. La nostra sirenetta, infatti, risplende di luce propria: è un'adolescente come tante, piena di vita, curiosa, con dei sogni, un tenero sentimento d'amore che la farà maturare enormemente, ed è dotata, oltretutto, di un forte spirito di sacrificio e di un animo di rara nobiltà. Per lo spettatore, inoltre, è facile provare simpatia per lei: corona (e neppure completamente) il suo sogno unicamente a un alto prezzo e, anche allora, si trova ad affrontare svariate difficoltà. Alla fine, oltretutto, dalla sua ultima decisione trapela un importante messaggio: ricorrere ai sotterfugi e alle scorciatoie, come scelta, non paga. Un monito immortale almeno quanto la fiaba del celebre narratore danese.

Giudizio globale
Se non assegnassi a questo titolo un 10, non gli renderei minimamente giustizia. La protagonista, la qualità dei disegni, l'originalità di alcuni punti cruciali della trama e la fedeltà al modello fanno, a parer mio, di questo lungometraggio un'opera di rara bellezza e dolcezza, che nulla ha da invidiare alla edulcorata, e più nota, versione della Disney. Una vera perla dell'animazione giapponese degli anni '70, per tutte le età. Imperdibile.



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Un anime così è difficile da trovare, soprattutto per la normalità e la semplicità con cui riesce a trattare temi spinosi a sfondo sessuale senza farli apparire volgari o pretenziosi. "Seitokai Yakuindomo" è una serie di tredici episodi, costituita da vari sketch che raccontano la vita scolastica di Tsuda Takatoshi e delle fanciulle che, insieme a lui, formano il consiglio studentesco della Osai Academy.
Una commedia scolastica irriverente e assolutamente divertente, che, per tutti gli amanti del genere, non può essere evitata.

La storia incomincia nel più classico dei modi: un ragazzo che, nel suo primo giorno alle superiori, si reca spensierato verso la sua nuova avventura. I ciliegi sono i fiore e i petali rosati abbelliscono la scena, dandole un pizzico di melodia e romanticismo. Peccato che l'atmosfera verrà irrimediabilmente rotta da Amakusa Shino, presidentessa del consiglio studentesco. Questa rimprovera severamente Tsuda per il modo in cui indossa la divisa e, dopo una serie di inspiegabili eventi, lo costringe a iscriversi al consiglio studentesco, dove si trovano già Shichijou Aria, del secondo anno e coetanea di Shino, e Hagimura Suzu. Un inizio assai bislacco, che si protrarrà per tutta la serie, tra una vicenda e l'altra.
In sé la storia non ha nulla di particolare, tanti piccoli avvenimenti tipici di ogni commedia scolastica, che acquisteranno però un colore totalmente diverso dopo essere passati sotto il torchio di Shino e Aria. Saranno soprattutto queste due a sconvolgere ogni cosa con le loro continue allusioni sessuali. Tsuda e Suzu, d'altra parte, cercheranno in tutti i modi di limitare la bramosia/libidine delle due compagne.
Può veramente continuare in questo modo la vita scolastica del nostro protagonista? A voi il piacere di scoprirlo.

Il segreto di questa serie è, a mio avviso, la purezza con cui vengono trattati argomenti tendenzialmente sconci. Nonostante i continui riferimenti e, soprattutto, i doppi sensi di classe (alcuni dei quali incomprensibili a tutti coloro che non conoscono il giapponese), non si avrà mai l'idea di un anime volgare. L'ecchi è assente, o comunque non gli viene dato tutto quel peso che avrebbe avuto in altre opere.
Ogni protagonista ha il proprio "fattore stranezza", che può andare dalla sbadataggine estrema all'altezza ridotta (vedi Suzu Hagimura). Non ci sono dei personaggi veramente normali, salvo forse Tsuda, che, d'altra parte, sarà un po' l'ago della bilancia in mezzo a tutti questi squinternati. Eppure, ancora una volta, tale stranezza non sfocia nell'assurdo o nell'incomprensibile. Un accenno di psicologia è presente e, se proprio si va ad analizzare nel dettaglio la vicenda, si potrebbe notare pure un lieve sviluppo nelle relazione tra i vari protagonisti.
Passando ora alla storia in sé, non si può poi dire molto, in quanto una vera e propria storia non esiste. I giorni passano tra una disavventura e l'altra e, senza nemmeno il tempo per accorgersene, un anno finirà. Sorge dunque una domanda legittima: c'era veramente bisogno di una storia? Personalmente non credo, l'anime possiede una forza tutta sua, che esprime a furia di sketch e incomprensioni. Nulla di più, nulla di meno.

La grafica, con mia grande meraviglia, risulta veramente bella. Gli sfondi sono ben curati e mostrano una cura per i particolari più che mirabile. Alcune inquadrature sono spettacolari ed evidenziano un'attenzione superiore alla maggior parte delle commedie di tal tipo. Tuttavia, come contropartita, il design dei personaggi è piuttosto abbozzato, con tratti veloci e semplici, che alleggeriscono l'effetto generale.
Ottimo il doppiaggio e quasi perfetto il comparto musicale. L'opening e l'ending mi sono piaciute molto e anche la colonna sonora non è male, anzi, riesce a trasformare situazioni "normali" in vicende spettacolari e sconvolgenti. Un gioco di colori e musiche capace di emozionare e stupire, esaltando così ancor di più determinate situazioni.
Per quanto riguarda la regia, credo che non ci sia nulla da dire: è stata in grado di creare una serie compatta e sensata, sebbene la forte divisione in mini-vicende e la mancanza di un vero e proprio obiettivo.

E, dunque, siamo arrivati alla fine di questa recensione, anche se, in realtà, la conclusione dell'anime è ancora ben lontana. La prima serie ha termine con la chiusura del primo anno scolastico del nostro protagonista; una buona mossa, che pone uno stop alla vicenda, ma lascia aperti possibili spiragli per il futuro. Spiragli che, come ben sappiamo, sono stati più che sfruttati. L'opera (datata 2010), conta infatti un buon numero di OAV e, ovviamente, una seconda stagione che ci attende; senza contare che il manga è ancora in continuazione.
Forse "Seitokai Yakuindomo" non sarà un capolavoro, ma, a suo modo, riesce a coinvolgere e appassionare. Ricorda molto "Seitokai no Ichizon" (a proposito di consigli studenteschi), anche se, a essere onesti, appare ancora più irriverente ed esuberante rispetto a quest'ultimo.

Voto finale: 7