Domenica 10 luglio la coalizione di governo imperniata sul Jiminto, partito liberaldemocratico a cui fa capo il primo ministro Shinzo Abe, ha vinto in maniera decisa le elezioni parlamentari per il rinnovo di meta' della Camera Alta. In questo modo ha ottenuto la super maggioranza di due terzi dei seggi in entrambi i rami della Dieta, favorevole a cambiare la costituzione ultrapacifista dettata dagli americani e mai modificata in quasi 70 anni.
 

Sono infatti diversi anni che il premier vorrebbe cambiare il famoso articolo 9 della costituzione che così recita:

Comma 1
"Il popolo giapponese, aspirando sinceramente alla pace tra le nazioni fondata sulla giustizia e sull’ordine, rinuncia per sempre alla guerra quale diritto sovrano dello Stato, ed alla minaccia o all’uso della forza militare quale mezzo per risolvere le controversie internazionali."

Comma 2
"Per conseguire l’obiettivo del comma precedente, non saranno mantenute forze militari terrestri, marine o aeree, o altre forze militari. Non è riconosciuto il diritto dello Stato di dichiarare guerra."

Nel corso degli anni tale divieto è stato in parte rimosso con l'incoraggiamento degli Stati Uniti, che ai tempi della Guerra Fredda cercavano alleati nell'area asiatica, e così il Giappone ha ora una sorta di esercito chiamato Forza di Autodifesa.
 

Abe e i suoi sostenitori vorrebbero riscrivere questo articolo per far sì che le truppe giapponesi possano andare in soccorso delle navi americane, che si trovano a transitare nelle loro acque, oppure dare il loro supporto durante le missioni internazionali di pace. Ma cambiare una costituzione rigida come quella giapponese è molto complicato: ci vuole un voto nella Dieta in Parlamento a maggioranza qualificata dei 2/3 ed un referendum popolare.
Ora che Abe ha ottenuto la maggioranza che gli serviva, molti credono che, nei due anni che gli restano alla guida del governo, cercherà di farlo in tutti i modi. Gli investitori però sperano che, per concentrarsi sulla controversa revisione costituzionale, non dimentichi le riforme economiche, tra le ragioni della vittoria di Abe, oltre alla debolezza delle opposizioni e all'appeal della stabilita' di governo.
 

Per rassicurare i mercati che hanno risposto bene alla sua vittoria, Abe ha dichiarato che è ancora troppo presto per parlare di modifiche alla costituzione e che la riforma non sarà quindi una delle priorità. D'altronde bisogna sempre tener conto sia delle costanti tensioni con la Cina ,che non migliorerebbero se fosse abbandonato l’assetto pacifista, sia della maggioranza dell’opinione pubblica giapponese che nei sondaggi si dichiara sfavorevole ad una modifica della costituzione.

Fonte consultata:
IlPost