Chi ha la mia età si ricorderà come veniva etichettata l'animazione proveniente dal Giappone: violenta, pornografica, fascista e disegnata male (ne parlai a lungo qualche anno fa QUI). Oggi ancora paghiamo molti stereotipi e false etichette date in passato, gli anime infatti sono quasi spariti dalla tv con la rara eccezione dei titoli esclusivamente destinati ai bambini o di shonen famosissimi. Inutile ricordare servizi come quello delle Iene che non hanno di certo migliorato la situazione. Servizi pieni di errori e imprecisioni (piccoli se presi uno per uno, ma che messi tutti insieme diventano un colossale stravolgimento dei fatti) che solo chi conosce un minimo gli argomenti trattati (manga, anime, cultura giapponese) coglie.
Fa quindi piacere constatare che una volta tanto la nostra passione viene ricordata e citata non in maniera negativa ma addirittura come esempio e non da un un personaggio legato all'ambiente ma bensì da un uomo pubblico della rilevanza culturale di Roberto Saviano.
Lo scrittore di Gomorra, tutt'ora sotto scorta a causa della camorra, mi ha davvero sorpreso ieri quando, in un suo post sul suo profilo Facebook (divenuto in questi anni il veicolo diretto del suo pensiero e del suo scambio di opinioni con gli italiani), ha rivelato di essere cresciuto con i manga giapponesi e di averne tratto esempio. Il riferimento è in primis al personaggio dell' Uomo Tigre di cui Saviano posta proprio un'immagine. Di seguito il suo lungo post.
 
uomo tigre


" La foto che vedete per me significa molto.

L'Uomo tigre (ai giovanissimi, che magari non lo conoscono, suggerisco di cercare informazioni, perché è un personaggio immenso e incredibilmente affascinante) mi ricorda la mia infanzia. Mi ricorda la mia formazione avvenuta sui manga giapponesi, un universo di senso lontanissimo da quello che un ragazzino del sud Italia poteva vivere negli anni Ottanta, eppure così travolgente dal punto di vista emotivo. E poi mi ricorda che aiutare è importante ed è importante dirlo, per fare in modo che altri seguano l'esempio.

Ma ecco cosa volevo raccontarvi oggi.
Da quando ho attivato l'email per organizzare i miei incontri nelle scuole e nelle università ([email protected]) ho ricevuto moltissimi inviti. Sto rispondendo personalmente e le mail le sto leggendo tutte, ma ciò che diceva Troisi a proposito dei libri (loro sono milioni e io sono uno a leggere) vale per me e le vostre mail, che non sono milioni ma sono comunque moltissime.
Ci tengo però a leggerle personalmente perché vivo il contatto con studenti e professori come una ricompensa, quindi vi chiedo pazienza. Poi il testimone passerà a una persona che mi aiuterà a suddividere gli inviti per aree geografiche e a individuare delle date.

Quello che mi ha colpito delle vostre mail è la passione che da studenti e professori mettete nella vita, non semplicemente nello studio o nel vostro lavoro, ma proprio nella vita. Vi ringrazio per le sollecitazioni e per le informazioni che mi date sullo stato delle scuole e dell'istruzione in alcune realtà del nostro Paese e prometto che se c'è qualcosa che potrò fare per portare luce dove serve, ci sarò.

Approfitto di questo lungo post per darvi anche un'altra informazione. Spesso ci sono festival ed eventi a cui vengo invitato e che offrono, in cambio della mia presenza e del mio lavoro, un rimborso spese. Non ho mai accettato soldi e sono sempre intervenuto a titolo gratuito, ma ora non voglio rinunciarvi perché è il mio lavoro e soprattutto perché con questo lavoro voglio finanziare associazioni. Quindi, quando ci saranno rimborsi o cachet li userò per finanziare realtà il cui lavoro ritengo meritevole di attenzione e di sostegno. Il Nuovo Teatro Sanità, Medici Senza Frontiere, Nigrizia, il Cam di Casoria, l'Associazione Luca Coscioni. 
Dato che a qualcuno il dito sulla tastiera partirà veloce, prima del ragionamento, mi aspetto questa obiezione: "Saviano, beneficenza si fa e non si dice". Intanto non è beneficenza, ma sostegno a un lavoro che spesso viene fatto per la comunità, a titolo gratuito, con molto impegno personale e utilizzando risorse proprie. E poi mi permetto di dissentire. Sostenere il lavoro di chi si impegna per migliorare il mondo in cui viviamo deve esser fatto, detto e urlato, perché serve a creare emulazione. Se fate cose che ritenete giusto fare, imparate a dirlo, così chi è accanto a voi si sentirà spronato a fare lo stesso.

Nel Giappone degli anni Ottanta, emulando la magnanimità dell’Uomo tigre, agli orfanotrofi arrivarono moltissime donazioni sotto lo pseudonimo di Naoto Date, l'uomo che indossa la maschera del Tigre. Il buon esempio è ciò su cui la società, per prima cosa, calibra le proprie azioni."

Fonte consultata:
Profilo Facebook ufficiale di Roberto Saviano