Gli amici di Gokin.it (ex MetalRobot) ci propongono la recensione dettagliata del nuovo Soul of Chogokin Bandai dedicato a Mazinger Z, che inaugura la nuova linea Dynamic Classic, brand rivolto a una riproduzione maggiormente fedele del design originale dei robot visti nei classici animati di Toei Animation. Il disegno del Mazinger Z per questa linea è opera di Kazuhiro Ochi, animatore e illustratore ben noto anche in Italia per le copertine delle edizioni del manga d/books e dei box originali giapponesi delle stesse serie in DVD. Il modello, uscito a gennaio 2017 e venduto al prezzo di 14.000 yen, è già andato esaurito, ma sarà ristampato il prossimo luglio.
 

DIMENSIONI SCATOLA E CONTENUTO
 
Nella scatola, di dimensioni 20x35x8CM (profondità, larghezza e altezza), troviamo tre contenitori, due di plastica e uno di polistirolo. All’interno del contenitore in polistirolo troviamo il GX-70 Mazinger Z senza il pilder come potete vedere dalle immagini. 
 
 



Nel secondo contenitore di plastica trasparente troviamo gli accessori della basetta espositiva e quest’ultima la quale contiene al suo interno due paia di mani intercambiabili, due Jet Pilder e un volto intercambiabile. Nel terzo contenitore in plastica trasparente troviamo il Jet Scrander e i suoi accessori, vi sono anche i due Iron Cutter.



IL MODELLO

Il modello risulta fin da subito ben assemblato e verniciato, tutte le articolazioni sono realizzate in materiale plastico, le uniche a scatto sono quelle delle ginocchia, il resto sono tutte ad attrito. La testa ha un ottimo sculpt e risulta essere ben dettagliata e fedele alla sua controparte originale. Le parti in metallo sono, le gambe, il busto, il bacino e le braccia mentre tutto il resto è realizzato in plastica.



La Bandai in questa nuova versione del Mazinga Z ha inserito due Jet Pilder, uno con le ali e un altro senza che può essere agganciato sulla testa del modello. L’inserimento sulla testa avviene tramite una calamita, una soluzione innovativa se la paragoniamo agli altri Mazinga Z prodotti in passato dal colosso giapponese. A seguire le foto dei pilder inseriti in questa edizione, l’Hover Pilder sarà invece inserito nel set GX-70VS in uscita tra pochi giorni.



JET SCRANDER

Il Jet Scrander è realizzato in plastica e presenta delle forme più sinuose rispetto ai modelli precedenti.



L’azienda per l’occasione lo ha dotato di due cinture alternative, una fissa e più larga da usare nel caso vogliamo esporre lo Scrander sulla rampa di lancio, l’altra invece è più piccola ed è mobile e deve essere utilizzata per agganciare lo Scrander al Mazinger Z. Grazie poi a delle parti intercambiabili è possibile modificare il profilo delle ali dello Scrander. L’aggancio del Jet Scrander avviene tramite il perno presente dietro la schiena del modello, successivamente si passa a chiudere la cintura.

Molti hanno avuto problemi con la cintura che sembra non chiudersi bene, il problema al momento sembra essere più frequente nelle copie europee. Personalmente credo che non sia un problema di “Edizioni Jap” o “Edizioni Europee”, è che in alcune copie l’ancoraggio risulta difficile perché la Bandai non ha curato troppo questo dettaglio e può capitare di poter non chiudere perfettamente la cintura. Nella mia copia, ad esempio, ho dovuto forzare non poco per avere il risultato sperato.



POSABILITA’ DEL MODELLO

Il modello appena tolto dal suo contenitore in polistirolo ha una buona (non eccezionale) mobilità generale. Le braccia hanno diversi punti di snodo, il busto può muoversi ed assumere anche pose estreme per un S.O.C, ma la nota dolente sono le articolazioni delle anche del bacino. Infatti per piegare la gamba e far assumere determinate pose al modello dobbiamo cambiare la parte anteriore della “mutanda” sostituendola con un’altra che troviamo negli accessori. Soluzione veramente discutibile e anche molto poco pratica che pone di fatto il colosso giapponese indietro anni luce rispetto ai Riobot Mazinkaiser della Sentinel.

Le caviglie hanno una mobilità generale abbastanza limitata che però può aumentare (di poco) allungando un po’ l’articolazione telescopica che collega il piede alla gamba. Sicuramente in linea di massima questo nuovo GX 70 si pone per stabilità, estetica e posabilità al di sopra del GX 01 senza ombra di dubbio ma a distanza di venti anni ci si aspettava sicuramente qualcosa di più eclatante.



GLI ACCESSORI

Gli accessori sono tutti racchiusi all’interno dello stand display ad eccezione degli Iron Cutter. La realizzazione e buona e molto fedele alla loro controparte animata, possiamo simulare il lancio del missile centrale (Missile Punch), dei Missili Perforanti (Drill Missiles) e la Scure Atomica (Iron Cutter), inoltre con le mani intercambiabili presenti è possibile ricreare molte dellee scene viste dell’anime.



CONSIDERAZIONI FINALI

Questo Mazinger Z si fa preferire agli altri Mazinger della linea S.O.C. per le sue forme sinuose, esteticamente è molto accattivante e nel complesso si fa apprezzare. Tecnicamente non aggiunge nulla, le articolazioni sono nella media mentre trovo brutta la soluzione del gonnellino extra per aumentare la posabilità e i movimenti al modello, insomma il vecchio GX-01 dopo tanti anni non sfigura completamente se lo confrontiamo a questo GX-70. Non fraintendetemi, la Bandai nel complesso ha migliorato di molto il suo Mazinger Z ma non siamo a livelli del Mazinkaiser della Sentinel che in alcune scelte tecniche è nettamente superiore. OK, molti diranno che i prezzi sono diversi e sono pienamente d’accordo, ma realizzare un gonnellino come lo ha fatto la Sentinel senza staccare niente non è poi chiedere troppo. Nel complesso è un’uscita che non mi ha entusiasmato moltissimo e forse potendo tornare indietro non so se rifarei l’acquisto... anche se poi... al cuore non si comanda!


Ringraziamo ancora Gokin.it per la recensione e il servizio fotografico a cui abbiamo attinto per l'impaginazione dell'articolo, e vi invitiamo a visitare la loro pagina per maggiori dettagli e foto.