Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
Dieci anni fa, l'8 agosto 2008, veniva trasmesso sulle TV giapponesi il primo episodio della trasposizione animata del manga in 10 volumi di Kiminori Wakasugi.

Detroit Metal City racconta le demenziali vicende di Negishi Soichi, timido e impacciato cantante che si trasforma nell'imperatore del death metal Johannes Krauser II quando si trova alla guida della sua band. L'apparente incociliabilità di carattere tra Negishi e Johannes Krauser II darà il via a molte situazioni demenziali e divertenti.

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

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Di tutti i generi musicali il metal è forse quello di cui maggiormente si parla senza effettiva cognizione di causa: chi fa questo tipo di musica viene automaticamente etichettato come un mentecatto dedito al satanismo, mentre di chi l'ascolta la cosa più gentile che si dice è che non abbia ben chiara la differenza tra suono e rumore. Sacrifici umani, rituali di dubbio gusto, matrici politiche, influenze pagane, attrazione morbosa verso la cultura della morte, fomentazione di condotte più o meno antisociali... il campionario di stereotipi sul tema è vasto, poco lusinghiero e in continuo aggiornamento. Pensate che <i>Detroit Metal City</i> cerchi di sfatare questi “miti”? Spiacente, ma avete preso un granchio da Guinness.

Soichi Negishi è cresciuto nella tranquilla prefettura di Ōita, lontano dai pericoli e dalle tentazioni delle grandi metropoli. Anima semplice e gentile, amante del pop svedese e dello Shibuya-kei, gli piacerebbe diventare musicista a sua volta, ma in una regione la cui economia si basa principalmente sull'agricoltura le opportunità per sfondare in quest'ambito non sono molte. Con la scusa dell'università il ragazzo parte quindi per Tokyo in cerca di fortuna, valigia in una mano e chitarra nell'altra; la dolce Yuri Aikawa, una sua compagna di corso, diventa ben presto la musa di tutte le sue composizioni. Ma ahimè, pare proprio che non ci sia posto per Negishi nel panorama musicale della capitale. O meglio, un posto ci sarebbe, ma nel Death Metal, genere che lui odia con tutto il cuore. Senza sapere bene chi ringraziare il poveretto si ritrova così a vestire gli scomodi e scenografici panni di Johannes Krauser II, controverso leader della band più “politically scorrect” del momento, i Detroit Metal City: tutto ciò che li riguarda da vicino è ammantato di leggenda, anche grazie al furioso <i>battage</i> messo a punto dalla sboccata, infaticabile e mefistofelica presidentessa della Death Records, la loro etichetta discografica. Disgustato da quello che gli tocca fare ma al tempo stesso incapace di ribellarsi, Negishi fa del suo meglio per impedire al suo ingombrante alter-ego d'interferire nella sua vita privata, ma Krauser non è certo il tipo che accetta di essere messo da parte come se nulla fosse.

L'anime si compone di 12 OAV, a loro volta suddivisi in due episodi da circa cinque minuti l'uno. È un'opera che parla di dualità, del perenne conflitto tra ciò per cui vorremmo che gli altri ci ricordassero e ciò che effettivamente traspare dai nostri comportamenti. L'apparenza inganna, si sa, e il metal, inteso questa volta come fenomeno di costume, capitalizza molto su questo tipo di contrasto: una metafora perfetta, quindi, per lo scopo di <i>Detroit Metal City</i>. A parte forse la Presidentessa e Camus, il batterista della band - talmente dedito al suo ruolo che neppure la prospettiva di rimanere arso vivo riesce a farlo smettere di suonare -, quasi tutti i personaggi vivono delle piccole o grandi situazioni di conflitto interiore: Yuri non sa più cosa pensare di Negishi e dei suoi repentini cambiamenti, il bassista Wada (in arte Jagi) fa di tutto pur di compiacere la Presidentessa senza fermarsi a chiedersi cosa sia meglio per lui, e via discorrendo. Pur non approfondendo molto queste questioni - DMC resta pur sempre un anime demenziale -, il livello di scavo introspettivo resta comunque molto alto viste le iniziali pretese.

Il comparto tecnico presenta delle animazioni francamente non brillanti, ma controbilanciate da un sonoro di tutto rispetto: il doppiaggio è efficace, variegato e frizzante, con una sceneggiatura che gioca molto sui cambi di registro e sulla sovrapposizione delle varie voci (in particolare quelle di Daisuke Kishio e Yuji Ueda, rispettivamente Negishi e Krauser); la colonna sonora è vitale e sempre puntuale, mai banale, mai invasiva. Promosse a pieni voti anche l'opening <i>Satsugai</i> e l'ending <i>Warui Koibito</i>, che oltre a essere - ognuna a modo suo - molto gradevoli riassumono perfettamente la condizione di Negishi.

Anche la durata globale è perfetta: un maggior numero di episodi avrebbe seriamente esposto l'anime al rischio di diventare ripetitivo, trasformando in difetti la maggior parte dei suoi punti di forza. L'unico neo, almeno secondo il mio parere, è che allo spettatore non è dato sapere quali siano le circostanze che hanno spinto Negishi a diventare l'Imperatore del metal, in altre parole cos'abbia determinato questo incredibile “incontro ravvicinato del terzo tipo” tra due mondi tanto inconciliabili tra loro. Non togliendo nulla alla comprensione delle dinamiche per l'opera, tuttavia, non mi sento di considerarlo come un vero difetto quanto, piuttosto, come un “di più” che non mi sarebbe dispiaciuto vedere.

Per concludere: se siete alla ricerca di un anime corto, atipico e divertente <i>Detroit Metal City</i> potrebbe fare la caso vostro. Se oltre a ciò amate il metal, tanto meglio.


CONTRO 

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Per me è un anime sbalorditivo, non c'è che dire, ma negativamente parlando. 'Detroit Metal City' è uno degli anime che mi hanno fatto una maggior impressione negativa in assoluto.
Non poteva mancare, prima o poi sarebbe stato fatto: una commedia demenziale con protagonista la tanto discussa musica metal, il genere musicale più criticato al mondo sia positivamente che negativamente parlando.
Il mio voto così basso è dovuto al fatto che considero l'anime una totale schifezza, sia nel disegno, sia nell'animazione, sia nella trama, sia per i personaggi e la musica metal in esso contenuto, è tra le peggiori ma non inascoltabile.

Probabilmente non avrò recepito il messaggio, ma quando a tutti è sembrato che l'anime volesse in un certo senso parlare bene della musica metal, d'incentivarla, a me è parso l'esatto opposto, per come è stata proposta, a me è sembrato che in questo modo la musica metal ottenesse un ennesima gettata di fango addosso. Togliendo il luogo comune della musica metal, l'anime resta comunque pessimo in ogni suo aspetto: per me la comicità che propone è di bassissimo e infimo livello, per nulla divertente e infilata a casaccio e ovunque, come a cercare di prendere per i fondelli tutti quanti, in un certo senso. Le tantissime gag sono organizzate senza un minimo adeguatezza, non mi hanno fatto proprio ridere (ma noto che sono piaciute a tutti, sono allibito) e anzi le ritengo del tutto pessime, non ne salvo una. Il livello grafico e l'animazione sono terribili e mi sorprende che in rete abbia ricevuto voti così alti.

La trama è banale, quasi inesistente, piena d'incoerenze dappertutto. I personaggi hanno quasi tutti problemi mentali o comunque sono fortemente disturbati, e agiscono in maniera del tutto improvvisata giusto come scusante per creare tante gag orrende e squallide. In particolar modo il protagonista, ha una delle psicologie più sballate che abbia mai visto in un personaggio principale in un anime e non riesco a capire come sia riuscito a piacere così tanto invece.
Disegno e animazione sono fatti talmente male che bastano solo quelli per fare vedere ulteriormente con cattivo occhio una musica che veniva vista di cattivo occhio già da prima da molte persone. E direi che è abbastanza ovvio che la stragrande maggioranza di spettatori di 'Detroit Metal City' sono quasi tutti simpatizzanti del genere musicale e si fanno ingannare dalle apparenze dell'anime che finge di esaltare il loro genere musicale preferito.

Quasi tutti quelli che l'hanno visionato, l'hanno gradito a tal punto da non tenere in considerazione l'aspetto grafico e meccanico dell'anime, fidandosi delle apparenze e degli inganni facilmente identificabili. 'Detroit Metal City' è un'opera malvagia ma fortunatissima, vincente nonostante la sua evidente mostruosità.
Non è mediocre, non è brutto, lo trovo semplicemente orrendo. Per me 'Detroit Metal City' è un capolavoro di oscenità e indecenza, che merita attenzione, in quanto è riuscito a farsi amare da così tante persone, nonostante lo trovo in realtà così pessimo.

Disegni ★☆☆☆☆
Storia ★☆☆☆☆
Personaggi ★☆☆☆☆
Musiche ★★☆☆☆

Voto in decimi: 2,5.

Non me ne vogliate più di tanto, amanti di 'DMC', riconosco la mia stranezza e il mio azzardo, nel mal giudicare un'opera che è piaciuta praticamente a tutti.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensate di Detroit Metal City?