Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
Le bugie sono proibite, l'amore è doppiamente proibito. In un futuro non molto lontano, quando i giovani giapponesi raggiungono i sedici anni, il governo gli assegna un partner da sposare. In tal modo nessuno deve sforzarsi di trovare un partner adatto e tutti accettano di buon grado il fatto che sia il governo a trovare per loro un compagno compatibile con cui essere felici. Yukari Nejima ha quindici anni, vive in un angolo remoto del paese e non ha grandi aspettative per il futuro; dentro di lui però c'è un cuore che arde di passione. In un mondo in cui l'amore è proibito, cosa succederà al ragazzo quando si innamorerà?

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

7.0/10
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In onda dal luglio di quest’anno e conclusosi ieri, “Koi to Uso” (恋と嘘) - o “Love and Lies” - è la trasposizione animata (regia: Takuno Seiki; studio: Liden Films) dell’omonimo manga, concepito da Musawo Tsugumi e pubblicato da Kodansha.
Lo svolgimento è molto più semplice di quanto si potrebbe pensare leggendo la sinossi, ma offre comunque un ampio ventaglio di punti di vista che, insieme alle ambiguità più o meno rilevanti dei personaggi, rende il tutto più interessante.

“Koi to Uso” è un anime sentimentale (tuttavia classificato come shounen e non come shoujo, cioè rivolto a un pubblico maschile piuttosto che femminile) ambientato in un universo “distopico”. Perché “distopico” fra le virgolette? Perché, se è questo l’elemento che, leggendo la sinossi, mi ha intrigato di più, devo dire che purtroppo nello svolgimento della storia non è poi così presente, soprattutto in quanto verranno rivelati diversi metodi per contrastarlo senza grosse ripercussioni.
Ma in che cosa consiste questa distopia costruita male (dall’autore o dall’universo stesso in cui vivono i personaggi)? Il Governo, dopo un attento studio delle personalità e degli interessi, assegna un partner a tutti coloro che hanno compiuto sedici anni. Una volta avvenuta l’assegnazione, i due ragazzi - monitorati dal Governo - inizieranno a frequentarsi e con ogni probabilità - essendo la loro unione basata sulla compatibilità - si sposeranno e metteranno su famiglia.
Nejima Yukari sta per compiere sedici anni, ed è innamorato di Takasaki Misaki dalle elementari; la sera prima del suo compleanno, credendo di non essere ricambiato, decide di confessarle il suo amore, e inaspettatamente anche Takasaki dice di provare lo stesso per lui. Scattata la mezzanotte, Yukari riceve un SMS in cui viene informato del nome della sua partner, che si rivela essere proprio Takasaki. Pochi istanti più tardi, il suo cellulare si spegne, e due lavoratori del Governo gli consegnano i documenti ufficiali relativi alla sua futura moglie. Il nome presente sui documenti è quello di Sanada Lilina e, quando Nejima dice loro dell’SMS apparso sul suo cellulare, gli viene comunicato che l’unica modalità ufficiale e sicura per venire a conoscenza del nome del proprio partner è attraverso i documenti cartacei consegnati dal Governo.

Tali premesse sollevano fin da subito moltissimi interrogativi: chi ha inviato l’SMS al protagonista? È davvero il documento cartaceo a dichiarare la verità? La sua partner predestinata è davvero Sanada Lilina? Oppure si tratta di Takasaki Misaki, ma il governo ha deciso di usare il loro caso come esperimento per dimostrare i pregi - o al contrario i difetti - del sistema adottato? E soprattutto: Nejima continuerà ad amare Takasaki? Oppure conoscere la sua futura moglie farà vacillare i suoi sentimenti nei confronti della prima?
Devo ammettere che all’inizio l’idea di una commedia amorosa ambientata in un universo distopico ha smorzato il mio entusiasmo, ma al contrario delle aspettative i primi episodi mi sono piaciuti molto - merito, probabilmente, del contesto in cui viene inserita la vicenda.
Come ho già detto in precedenza, fin dal primo episodio vengono sollevati moltissimi interrogativi che stuzzicano la curiosità dello spettatore, in quanto l’intreccio che si viene a creare (ovvero il triangolo protagonista maschile-ragazza da lui amata-sua futura moglie, con l’aggiunta extra del migliore amico di Yukari) è fin da subito molto movimentato.
L’elemento preponderante è sicuramente quello sentimentale, mentre la distopia è piuttosto blanda e, ribadisco, mal costruita (insomma, se state pensando a qualcosa come “1984” di G. Orwell, smettete pure di illudervi); per quanto riguarda la commedia, invece, le gag sono piacevoli e ben distribuite, anche se con l’avanzare della vicenda si eclissano a causa del teen drama amoroso che coinvolge i quattro protagonisti.

Sono proprio i personaggi e le loro ambiguità il punto forte dell’anime - e in parte, paradossalmente, anche ciò che dopo un po’ ha cominciato a venirmi a noia. Questo non è necessariamente un male, infatti ho espresso un’opinione strettamente personale; se si considera il tutto con oggettività, i difetti dei personaggi sono stati resi tanto bene, da renderli a tratti insopportabili, e questo accade spesso e volentieri anche nella realtà.
Yukari si può definire senza problemi un inetto; è una persona non particolarmente bella né particolarmente brava in qualcosa - e questo lo ammette lui stesso -, ma soprattutto è perennemente confuso e nella maggior parte dei casi non riesce a capire i sentimenti di chi gli sta intorno; Takasaki (che, sempre parlando personalmente, è stata per me il maggior motivo di disturbo durante la visione) è così ambigua da apparire spesso come un’ipocrita, ma d’altronde le persone coinvolte negli intrecci d’amore e che ne soffrono si comportano spesso in modo scorretto - se il titolo dell’anime contiene la parola “bugie” un motivo ci sarà, no? Lilina, che è molto diversa da come ci si potrebbe aspettare, appare sicuramente più innocente e buona di cuore rispetto a Misaki, ed è l’unico personaggio il cui comportamento pare evolversi e maturare. Nisaka, il migliore amico di Yukari, non mi ha colpito particolarmente, ma è una sorta di grillo parlante, ed è forse grazie a lui che ogni tanto il protagonista appare un po’ più sveglio del solito.
Fortunatamente i personaggi non sono divisi in chi mente e in chi ama. Inizialmente ci si potrebbe aspettare una sorta di dicotomia bugie/amore che opponga le protagoniste femminili, ma entrambe amano ed entrambe mentono, e così fanno anche i protagonisti maschili, rendendo labile il confine fra due elementi molto diversi fra loro, ma che troppo spesso - per bene o per male - coesistono.

Per quanto riguarda l’audio, le musiche passano in sordina, con una opening orecchiabile ma troppo monotona, mentre il comparto grafico - a parte gli occhi esageratamente grandi e i menti spesso inesistenti - è piuttosto buono (molto bello l’utilizzo dei colori e delle luci in alcune scene).

Purtroppo, dopo il plot twist del quarto episodio, l’anime è andato a rilento, e a tratti mi è sembrato perfino ripetitivo (vedasi le scene fra Nejima e Takasaki), inoltre il finale mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, perciò il mio giudizio conclusivo è un po’ più basso di quanto avevo stimato durante la visione della prima parte.
Tutto sommato, però, “Koi to Uso” mi ha piacevolmente intrattenuta e voglio assolutamente vedere come andrà a finire.


CONTRO 

5.0/10
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Peccato, un grandissimo peccato: ecco cosa mi sono detta una volta ultimata la visione di “Love and Lies”, un anime che era partito con un concept accattivante, per poi svilupparsi in una blanda storia d’amore senza infamia e senza lode.

La storia è ambientata nel futuro, dove il governo ha ideato un sistema per combinare i matrimoni, trovando il partner più adatto per ognuno attraverso vari calcoli. Tale è la procedura adottata allo scopo di risolvere il problema del crollo delle nascite. Ma il protagonista della storia, Yukari Nejima, è innamorato di una ragazza, Misaki Takasaki, la quale non è la partner scritturata dal governo per lui. E’ stato deciso, infatti, che Yukari dovrà unirsi a un’altra ragazza: Lilina Sanada. Dunque, ecco che prende forma un insolito triangolo amoroso.

Come è già stato scritto, “Love and Lies” ha un concept molto interessante, reso anche con un pizzico di originalità. E’ bastato leggere la scheda di Animeclick.it per suscitarmi il giusto interesse per iniziare questa serie. Le aspettative erano alte: non la solita e becera storia d’amore adolescenziale da due soldi, ma una commedia romantica con un’ambientazione distopica. Peccato che proprio quest’ultimo elemento venga accantonato nel corso degli episodi per dedicare maggior tempo alla storia d’amore tra Yukari, Misaki e Lilina. Procedendo in questo modo, il ritmo della narrazione crolla tremendamente e la noia arriverà già a metà serie, avviandosi verso il finale a forza di: “Scegli lei”, “No, scegli lei”. E ovviamente la storia non è finita, quindi il finale delude ulteriormente, se si pensa che alla fine una scelta non c’è, dal momento che il protagonista è così lento di cervello, da rendere le protagoniste dei reverse harem degli scienziati da Premio Nobel.

Oltre al fesso protagonista anche gli altri personaggi col proseguire delle puntate diventano sempre più antipatici. Misaki sembra avere la personalità di una mozzarella: dà sempre l’impressione di essere una ragazza egoista, che vuole avere Yukari tutto per sé, pur sapendo che questo non è possibile, senza magari pensare alla felicità di lui. Tutto mantenendo intatta quella sua maschera da ragazzina fragile e indifesa. Lilina invece parte molto bene come personaggio: non avendo interesse per il suo promesso sposo Yukari, lo aiuterà a rendere legittimo il suo amore per Misaki. Ma, come vuole la classica commedia romantica, anche Lilina si innamorerà di Yukari, pur non volendo ammetterlo. C’è da dire che il personaggio di Lilina non è il peggiore tra quelli proposti, ma allo stesso tempo non le viene data la caratterizzazione necessaria per renderla un personaggio indimenticabile: fino alla fine lei farà la parte del terzo incomodo, il che non può che infastidire. Infine c’è Nisaka, l’amico di Yukari, il quale l’unica emozione che suscita nello spettatore è la compassione: vedere questo poveretto provare un profondo amore che non potrà mai essere corrisposto per un sempliciotto come Yukari non fa altro che pena.

Per quanto riguarda l’apparato tecnico, esso rappresenta perfettamente la mediocrità di tutto il prodotto, dalle animazioni ai disegni, fino alle musiche. Non è possibile scrivere ulteriori righe su come sia graficamente quest’anime: è quanto di più anonimo si possa vedere.

In conclusione, “Love and Lies” è un anime mediocre: è quel tipo di serie che si vede senza impegno e che si dimentica senza impegno. Un paio di elementi riescono a salvarsi, come la sotto-trama dei due impiegati del governo o i vari spunti di riflessione che potevano essere avviati mettendo in scena una società come quella effettivamente presentata, ma questo non basta a dare la sufficienza a una serie simile. Le premesse erano carine, ma non vengono sviluppate. Si poteva decisamente fare di meglio.



Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensate di Love and Lies?