Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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"It’s a go! Go, go, go, go, go, go, go, go, go, go, go, go, go!"

"Zombie Land Saga" è un anime di dodici episodi andato in onda da ottobre a dicembre 2018.

Sette ragazze provenienti da luoghi e epoche diverse del Giappone si risvegliano in un edificio abbandonato, per scoprire di essere state riportate in vita da Kōtarō Tatsumi, il quale vuole trasformarle in un gruppo di idol di successo per salvare dall'oblio la prefettura di Saga. Inizia così la nuova vita delle ragazze-zombie fra canzoni, performance, sparatorie, perdite di memoria e, in generale, follia allo stato puro.

Quando lessi la trama dell’anime e vidi per la prima volta il trailer, ero sicura di aver finalmente trovato il degno erede di "Osama Game", un anime trash, fatto male e senza alcun senso. Uscì, poi, un secondo articolo nel quale si leggeva che ai Giapponesi andati a vedere in anteprima il primo episodio non solo era piaciuto, ma ne erano rimasti entusiasti. Dall'alto del mio piedistallo, e con sguardo sprezzante alla Meryl Streep ne "Il Diavolo veste Prada", li giudicai pazzi, e mi preparai alla visione dell’anime sicura di abbandonarlo dopo pochi minuti o di vedere l’intera serie per poi demolirla a fine stagione.
Immaginate, dunque, il volo che ho fatto quando il suddetto piedistallo si è sgretolato sotto le mie risate incontrollate dopo la prima puntata. Ho cominciato a ridere dopo il primo minuto e non mi sono fermata fino alla fine dell’episodio. Non solo mi sono dovuta ricredere, ma sono rimasta sinceramente sorpresa, perché non mi aspettavo nulla del genere. Il trend positivo è poi continuato nella puntata successiva, l'anime sembrava davvero una parodia ben riuscita, e introduceva generi musicali, quali il death metal e il rap, mai associati agli idol prima d'ora. Credevo, a questo punto, di aver trovato l’anime della stagione. Poi, però, è arrivato il terzo episodio, e da lì in avanti le zombie si sono trasformate in "vere" idol con canzoni e balli e sorrisi e tutto quello che ti aspetteresti da una serie del genere, perdendoci, in definitiva, sia in originalità che in comicità.
Con questo non voglio dire che l’anime sia brutto, anzi. È demenziale al punto giusto, esilarante in alcuni momenti, certamente vale la pena guardarlo, se si vuole vedere qualcosa di rilassante senza impegno. Considerando, inoltre, che le ragazze sono zombie che devono nascondere la loro vera natura agli spettatori e ai finanziatori, si aprono potenzialità comiche infinite e situazioni che superano abbondantemente i limiti dell’assurdo. Semplicemente, se avessero osato e non fosse venuto meno il coraggio e la fantasia, avrebbero potuto renderlo un prodotto una spanna superiore agli altri.

Per quanto riguarda i personaggi, sono tutti simpatici, in particolare Kotaro, il manager, che, fra un abuso verbale e un concerto dell’ultimo minuto, sprona le ragazze ad essere la migliore versione (deceduta) di sé stesse. Sakura, poi, è il vero cuore del gruppo, si impegna davvero tantissimo, ma la sua sfortuna è così leggendaria, da costringere Meredith Grey e Sansa Stark a inchinarsi e uscire di scena. Ma, in generale, ad ognuna delle ragazze viene lasciato il proprio spazio per brillare e soprattutto mostrare come sono morte, e, credetemi, le persone normali non muoiono in questi modi.

Dal punto di vista del comparto tecnico, il chara mi è piaciuto, ma devo per forza citare la CGI inguardabile durante le esibizioni delle ragazze. Veramente cominciano a sanguinare gli occhi a un certo punto. Il doppiaggio invece mi è piaciuto tantissimo, in particolare Mamoru Miyano nei panni di Kotaro fa un lavoro eccezionale.

Per quanto riguarda l’ultimo episodio, può essere sicuramente considerato un finale di serie, ma lascia comunque alcune questioni in sospeso e una porticina aperta per una possibile seconda stagione.

Riassumendolo in una frase o meno: "La vera essenza di un idol si manifesta di fronte alla morte, letteralmente"


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Per chiunque avesse voglia di una storia semplice e divertente, che appassioni per la sua vena demenziale e un pizzico di ecchi, allora “Kore wa Zombie desu ka?” è l’occasione giusta per poter passare un po’ di tempo in allegria. Dodici puntate sotto il segno della stranezza e della stravaganza, dove la commedia riesce a mescolarsi alla perfezione (più o meno) con l’azione e l’horror (se così possiamo chiamarlo). Una storia che sfuma subito nel sovrannaturale, ma che, allo stesso tempo, non abbandonerà mai le sue origini “comuni”.

La vicenda ha inizio con la presentazione del nostro protagonista, Ayumu Aikawa, che, da semplice studente liceale, si ritrova trasformato di colpo in uno zombie. Ad avviare tale mutazione è stata una tenera ragazzina dai capelli argentati, Eucliwood, che ritrova il ragazzo ormai agonizzante in una pozza di sangue e, presa da un moto di compassione, lo riporta in vita.
Da quel momento in poi, Ayumu, vivrà con l’unico scopo di trovare il proprio assassino e vendicarsi. Ma sarà poi così vero? Giusto un paio di giorni ed ecco che il nostro zombie si ritroverà coinvolto in altre disavventure, grazie alle quali farà la conoscenza della geniale maghetta Haruna e del vampiro ninja Seraphim. Di colpo la casa di Ayumu verrà inondata da queste tre magnifiche fanciulle, che, in un modo o nell’altro, renderanno la sua esistenza da zombie veramente stancante.

Fin dall’inizio, l’intera commedia appare come un’opera semplice e con l’obiettivo primario di divertire. Eppure, con il passare delle puntate, si potrà osservare con felicità come la vicenda si evolva, alle volte, in maniera più profonda e introspettiva. I protagonisti, dai tratti abbastanza banali e stereotipati, assumeranno così sfumature diverse, più affascinanti.
Ayumu è il classico protagonista di harem, dal cuore tenero e con un pizzico di perversione. Tuttavia nasconde in sé una rabbia profonda per il proprio assassino, che modifica in parte la classica immagine del ragazzo per bene. Lo stesso vale un po’ per tutte le varie fanciulle che incontrerà lungo il suo percorso. L’iniziale semplicità caratteriale cela dentro di sé un prospetto psicologico tormentato, o comunque maggiormente sfaccettato. E allora abbandoniamoci a questa storia, che contiene un po’ tutte le buone qualità necessarie per un anime harem/comico/soprannaturale degno di nota.
La storia si costruisce man mano e procede in maniera quasi caotica, o così potrebbe sembrare. Eppure, alla fine, si può vedere un disegno ben preciso, che lega saldamente tutte le varie puntate e ne armonizza i toni con colpi di scena interessanti e sviluppi rapidi e coinvolgenti. Bene la parte dedicata all’ecchi e alla commedia, ma altrettanto positivi gli scontri e le battaglie magiche che avremo modo di vedere.

La grafica è tutto sommato positiva. Per un anime di tal genere, datato 2011, non c’è male. Disegni carini, sfondi ben curati e un interessante utilizzo dei colori, sempre carichi e pieni di passione. I creatori della serie sono riusciti a fondere assieme lo stile che “Kore wa Zombie desu ka?” aveva cercato di assumere fin dall’inizio (ovvero una sorta di pseudo-horror) e la luminosità tipica di ogni commedia harem.
Buono il doppiaggio e interessante la colonna sonora, capace di assecondare al meglio i vari momenti della vicenda.

Per quanto riguarda il finale, non posso che complimentarmi con la regia. Come già detto in precedenza, l’apparente disordine iniziale trova, con il passare degli episodi, un proprio rigore, raggiungendo il climax nelle puntate finali. Lo spettatore si ritrova coinvolto nella visione e non riuscirà più a staccarsi, anche perché, tra una gag e l’altra, il divertimento è assicurato.
“Kore wa Zombie desu ka?” è un anime per tutte le età e per tutti i gusti. Non troppo horror, non troppo ecchi e non troppo d’azione. Un giusto equilibrio che coinvolge tutti e non lascia nessuno insoddisfatto. Ho apprezzato molto il coraggio dimostrato nel mostrare del sangue e la crudeltà di alcune scene, così come la simpatia di alcuni personaggi.
Insomma, in un modo o nell’altro, tale opera riesce comunque ad entusiasmare e appassionare.

Voto finale: 7 e mezzo


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Una delle prime cose che spesso mi domando quando leggo opere come questo "Magical girl of the end" è: ma l'autore aveva già ben chiaro dall'inizio come si sarebbe dovuta svolgere l'intera storia, oppure la sua evoluzione è stata il risultato di più momenti creativi? Il motivo di una domanda del genere risiede nella grande complessità che avvolge un opera che, nei piani dell'autore, doveva essere molto ambiziosa ma che, dopo un ottimo inizio, ha poi finito per perdersi un po' per strada. Proprio per questo motivo credo che l'opera sia nata "incompiuta" nella testa dell'autore e che poi quest'ultimo abbia dovuto successivamente provvedere a completarla usando idee che se da un lato miravano a stupire il lettore dall'altro finivano per rendere la narrazione piuttosto confusa e spesso incoerente.
Alcuni cenni sulla trama: in un giorno qualsiasi il mondo viene sconvolto dall'invasione delle "magical girls", ossia di un numero indefinito di maghette, dall'aspetto molto simile a delle bambole, che vengono giù dal cielo e cominciano a fare stragi di civili. Tra le persone impegnate a nascondersi dalla furia omicida delle magical girls ci sono anche Kii Kogami, un ragazzo che era solito lamentarsi della sua vita "troppo tranquilla" e la sua amica d'infanzia Tsukune Fukumoto; si scoprirà molto presto che i due ragazzi hanno un ruolo molto importante nello svolgimento di questi strani eventi.
"Magical girl of the end", quindi, inizialmente è un survival dove i personaggi cercano di scampare all'apocalisse portata da queste entità sconosciute. Questa impostazione, però, durerà solo fino alla fine del primo arco, che termina col volume numero otto. Dal secondo arco in poi, invece, lo scenario cambierà più volte con molteplici viaggi temporali tra passato e futuro e addirittura viaggi tra universi paralleli alla ricerca di una soluzione che riporti il mondo in condizioni di sicurezza.
Devo dire che l'inizio di questo manga mi aveva impressionato molto positivamente: sostituire gli zombie (che comunque ci sono ma hanno un'importanza secondaria) con queste "ghotic magic dolls" m'era sembrata un'idea "spaventosamente" divertente; tutti i personaggi, inoltre, sono caratterizzati veramente bene e raccolgono facilmente il consenso del lettore. Insomma c'erano tutti i presupposti per una storia bella ed avvincente; poi, però, forse perché colto da un insano desiderio di strafare, l'autore decide di mettere troppa carne sul fuoco e la puzza di bruciato comincia a diffondersi nell'aria.
I personaggi, infatti, cominciano a spostarsi continuamente da un mondo all'altro creando una confusione che ho trovato davvero irritante. Questi viaggi piegano le logiche spazio-temporali e le teorie sui mondi paralleli al piano che viene ideato sul momento, creando evidenti paradossi e rendendo troppo complicata la comprensione della storia. In certi momenti si fa fatica anche a capire chi è il personaggio che c'è sulla scena dato che in un dato momento in un dato mondo sono presenti fino a tre versioni dello stesso personaggio (quello originario di quel mondo, quello proveniente dal futuro e quello proveniente dal mondo parallelo); e se si tiene conto che i personaggi "modello base" raccontati in questo anime sono comunque tanti, si può intuire la "Babele" che si viene a creare in determinati momenti. E tutto questo al fine di creare un finale che, a parere di chi scrive, non è certamente da annoverare tra gli "indimenticabili".
Questo aspetto finisce inevitabilmente per influire molto sul giudizio finale dell'opera, ed è un peccato perché "Magical Girl of the end" è un manga che per almeno due terzi della sua durata riesce a catturare l'attenzione spettatore e lo spinge ad assumere un atteggiamento attivo nei confronti del manga, al fine di comprendere con esattezza quello che sta succedendo; quello stesso atteggiamento, però, finirà per essere frustrato dalla grande confusione contenuta nell'ultima parte.
Tenendo conto di quanto detto, mi risulta abbastanza difficile dare a questo manga la giusta valutazione; nonostante i suoi difetti supera ancora la sufficienza, ma i punti persi inopinatamente per strada sono davvero tanti.