È da ormai un po' di tempo che mi pongo una domanda: cosa significa davvero crescere? So che può sembrare una domanda a tratti qualunquista, ma pensateci: per buona parte della nostra vita, ci sentiamo dire che dobbiamo crescere, che dobbiamo cambiare, maturare… Ma cosa significa davvero crescere? Rinunciare ai propri sogni in favore della sicurezza? Maturare caratterialmente per sopravvivere? Cambiare radicalmente a causa delle circostanze?  Personalmente, non credo di essere ancora arrivato ad una risposta certa, ma ora come ora sono sempre più convinto che crescere significhi trovare un equilibrio fra altruismo e sano egoismo e, soprattutto, trovare il proprio posto nel mondo. In sostanza, ritengo che crescere significhi autoaffermarsi.
 
Weathering with you
 
La recente visione di Weathering With You, ultima fatica di Makoto Shinkai, dà in tal senso ulteriori spunti di riflessione su cosa significhi maturare. La pellicola, infatti, fornisce la personale visione del mondo del regista, con la quale si può essere perfettamente concordi ma al contempo prenderne le distanze. La storia di Hodaka e Hina presenta difatti diversi punti interessanti e in grado di far riflettere lo spettatore. Sarà riuscita a soddisfare le aspettative? Direi di scoprirlo insieme.  

Innanzitutto, è doveroso fare un plauso a Shinkai: da quando ha deciso di intraprendere il suo percorso sul tema “Amore e distanza”, il regista non aveva mai davvero osato articolare su più piani la trama. Qui, per la prima volta, decide di delineare anche delle sottotrame con premesse decisamente interessanti, e sviluppare le tematiche menzionate poc’anzi non solo attraverso la storia dei protagonisti, ma anche attraverso i personaggi secondari. Il ritmo della narrazione, pertanto, pur restando molto simile a quello di Your Name e di altri film del regista, risulta più interessante. Se l’intento è lodevole, però, la resa è deludente, in quanto lo spazio dedicato a tali personaggi è talmente esiguo, e per alcuni quasi nullo, da risultare troppo scarno per un vero approfondimento. La conseguenza sono quindi delle storie secondarie approssimate, e di alcune non sapremo neanche il finale né vedremo un minimo sviluppo. La speranza è che in futuro Shinkai insista in questa direzione, visto e considerato che molte delle piccole cose che accadono in questo film si rivelano alla fine collegate, anche se alcune lo sono in modo casuale e fastidioso.
 
Weathering with you

Inoltre, la stessa trama principale pecca in molti punti: sono presenti infatti un paio di snodi fondamentali per gli eventi della stessa che non sono logicamente spiegabili. Non si tratta di cose relative alla componente mistica, a quello ci arriveremo dopo, ma di situazioni “comuni” che non potrebbero accadere e di eventi eccessivamente casuali. Va detto che qui si sente decisamente molto “l’effetto Your Name”. Il sapore di Weathering With You è infatti molto simile a quello della precedente opera del regista. Le similitudini e i collegamenti fra i due film non sono necessariamente un problema, in quanto si percepisce che quest’impronta stilistica di Shinkai sia voluta, e la divisione in macroparti della pellicola è decisamente meno accentuata di quanto lo era in Your Name. Gli eventi del film appaiono molto più collegati e scorrono decisamente meglio, dando così alla pellicola una maggiore chiarezza generale. 

Purtroppo, causa un forte legame con sua precedente opera, determinati eventi all’interno del film e chiare citazioni a Your Name, sfociano in un fanservice molto fastidioso e fuori luogo. Shinkai, probabilmente, dovrebbe imparare a scindere il citazionismo dal fanservice, che quando fatto bene può anche piacere e rendere contenti i fan.
 
Weathering with you

Rimanendo sempre in ambito trama, va approfondito un altro aspetto: la componente mistica, citata prima. In questo specifico caso, il regista ha deciso di dedicarsi ad un altro aspetto della religione Shintoista, spostandosi dal tema del filo rosso del destino al rapporto uomo-cielo e uomo-natura. Qui è meno accentuata che in Your Name, in quanto “relegata” ai soli poteri atmosferici della protagonista, ma molte cose non troveranno una spiegazione a meno che non si abbiano ricche nozioni di Shintoismo, che in certi passaggi non sarebbero comunque sufficienti. È chiaro che il film sia stato fatto per un pubblico giapponese, che per la maggior parte è in possesso di queste conoscenze, ma non è propriamente sensato menomare in tal senso la componente esplicativa del film.

Shinkai dimostra ancora una volta di avere problemi a gestire la sceneggiatura di un film nel momento in cui decide di introdurre elementi mistici. Il Giardino delle parole, probabilmente il suo lavoro migliore, è vincente proprio per la semplicità con cui affronta la sua tematica (l’amore e la differenza di età). Non c’è assolutamente niente di male nell’introdurre elementi di mitologia e religione per arricchire la narrativa e la profondità del film, ma sarebbe decisamente meglio escluderli se ciò servisse a rendere il film più scorrevole.
 
Weathering with you

Facendo un focus sui personaggi, va detto che sicuramente a spiccare sono i protagonisti, grazie all’enorme disparità di screentime che hanno rispetto agli altri. Anche qui la componente romantica che li avvolge è preponderante, soprattutto a partire da un certo punto del film. Sebbene sia solamente abbozzata, e non siano chiari i motivi per i quali i due protagonisti trovino un’intesa romantica, anche se più evidenti di quelli di Your Name, il coinvolgimento che Shinkai riesce a creare è decisamente buono. Il rapporto tra i due parte decisamente bene, e anche l’incontro fra Hodaka e i suoi colleghi, Natsumi e Suga, non sfocia in assurdità. La costruzione dei loro legami risulta, quindi, umana, ed è possibile empatizzare con i personaggi e le situazioni che vivono, tenendo sempre presente che il fatto che una persona si comporti in modo diverso dal proprio non significa necessariamente che sia sbagliato. È proprio nei rapporti umani che Shinkai sviluppa meglio la tematica del crescere e della contrapposizione tra altruismo ed egoismo: tutti i personaggi si muovono costantemente su questa linea, quasi in attesa che una folata di vento li sposti prima da una parte e poi dall’altra. Si tratta probabilmente della componente meglio riuscita della pellicola, assieme al comparto tecnico-sonoro.

È importante sottolineare che il regista avrebbe potuto insistere di più sulla caratterizzazione dei personaggi: alcune azioni, parole e dichiarazioni appaiono un po' forzate e senza dei validi motivi per accadere. I personaggi in molti punti appaiono finti, e sembrano assumere determinati comportamenti solo perché la trama ha una disperata necessità che compiano determinato azioni. In questi casi è necessaria un po' di sospensione dell’incredulità per poter accettare alcune cose. Certe scelte dei personaggi sono moralmente sbagliate, e una determinata decisione del protagonista farà molto discutere e dividerà gli spettatori. 
 
Weathering with you

Il film, in questo, è forse un po’ troppo buonista, appare evidente come comunque gli eventi, nonostante tutto, girino a favore dei protagonisti. Inoltre, certi risvolti di caratterizzazione sono stati sprecati: ci sono alcune scene in cui i personaggi affrontano una vera maturazione improvvisa e una presa di coscienza di alcuni eventi. Tuttavia, per taluni, queste occasioni vengono bruciate, in quanto la loro caratterizzazione viene portata su un piano decisamente banale e deludente.

Visivamente, l’opera comunica particolarmente bene: Shinkai è molto bravo soprattutto nelle inquadrature a tutto campo e sui primi piani dei personaggi, dove questi ultimi risultano essere più espressivi. L’utilizzo dei colori è mirato, ben studiato, e la palette tendente al tetro rende bene l’atmosfera di una città infestata dalla pioggia. Il film non si distingue di certo per momenti sakuga, ad eccezione di quelli in cui si attivano i poteri di Hina. Nelle suddette scene, spesso l’inquadratura passa a un profondo primo piano sul viso della ragazza, con le gocce di pioggia che vengono spazzate via da un’improvvisa folata ascendente. La resa grafica di questa particolare animazione è decisamente realistica e coinvolge nella scena. Osservando meglio si nota come molte animazioni siano state realizzate in intercalari, seppur comunque la cosa non cozzi e non risulti essere un pugno negli occhi. Ciò che invece non è apprezzabile è la quasi totalità dei mezzi di trasporto animati in CGI.
 
Weathering with you

I modelli 3D delle macchine e dei furgoni sono veramente fastidiosi da vedere, soprattutto all’inizio del film. Più si va avanti, infatti, più l’occhio ci fa l’abitudine e non risultano troppo evidenti, mischiandosi meglio nel film. Il character design è praticamente identico a quello di Your Name, il che è un pregio: lo stile morbido adoperato bene si sposa con la pellicola e la rende gradevole. In particolare, i personaggi sono armonici nei movimenti e anatomicamente corretti. Non ci sono parti del corpo che diventano statiche o si muovono a caso rendendo quindi piacevoli alla vista anche le piccole cose.

Sui fondali e sui campi lunghi, invece, solo elogi: qui Shinkai dà realmente il meglio del suo stile di regia, con disegni mozzafiato che immergono pienamente lo spettatore nel concetto “poetico” che vuole trasmettere con questo film. La scelta dei colori, delle luci, delle inquadrature è decisamente migliorata rispetto a Your Name, dove già era di buon livello. La fotografia generale del film presenta inquadrature che fanno entrare meglio nelle scene, le descrivono in modo più puntuale, senza farne perdere elementi importanti. La gestione delle scene risulta così decisamente più chiara e meno confusionaria. 
 
Weathering with you

Tutta questa emozionalità visiva è ampliata grazie all’accompagnamento musicale: la colonna sonora, nuovamente curata dai Radwimps, presenta meno brani di quella di Your Name, ma resta altrettanto iconica: in particolare, Grand Escape, il brano creato in collaborazione con Toko Miura, merita elogi per il distacco che i Radwimps prendono dal loro classico J-pop. Non segue la formula della doppia strofa con ritornello tanto cara al gruppo, ma risulta essere un’unica strofa con finale corale che ben accompagna la scena del film in cui è presente, restituendo davvero la sensazione dello spazio sconfinato in cui si trovano in quel momento i due protagonisti.  A livello di mix, il film è decisamente buono, la musica non sovrasta mai gli eventi e le voci dei personaggi, complice sicuramente un’ottima cura del doppiaggio italiano.  

Annalisa Usai (Yui in Sword Art Online) e Simone Veltroni (Ryuji Takasu in Toradora) sono assolutamente perfetti su Hina e Hodaka. Le loro voci sono leggere e spensierate come ben si addice a dei ragazzi della loro età, ma hanno anche un timbro tale da risultare proprio nella fase della loro maturazione fisica e mentale, modulando la voce senza mai andare in 'doppiaggese' e risultando espressivi in ogni battuta. Scelta migliore non poteva essere fatta. Ottima interpretazione anche per Marco Bassetti (Bobby Shearer in Inazuma Eleven) e Roisin Nicosia (Gwen Stacy in Spiderman - Un Nuovo Universo) nei ruoli di Suga e Natsumi, che hanno saputo dare colore a dei personaggi secondari decisamente interessanti. Menzione d’onore anche per Alessandro Muraca, nuova leva del doppiaggio che abbiamo già potuto ascoltare nel ruolo del Gigante Bestia ne L’Attacco dei Giganti, che qui interpreta un personaggio di cui, per motivi anti-spoiler, è meglio non dire. Il doppiaggio italiano, come al solito, si attesta su un livello davvero eccezionale. 
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Weathering with you
 
In conclusione, nonostante molte pecche, alcune gravi e altre un po’ meno, Weathering With You è assolutamente promosso. Il suo pregio più grande, come in quasi tutti i film di Shinkai, è la capacità di far entrare gli spettatori nella dimensione psicologica ed emozionale dei personaggi. Diverse scene, grazie al connubio audio-video, sono in grado di far venire gli occhi lucidi e diversi brividi agli spettatori, e nonostante qualche elemento fanservice decisamente di troppo e una componente mistica spiegata bene solo a tratti, il film si lascia guardare. I personaggi sono interessanti, sebbene i secondari abbiano delle storyline solo abbozzate e mal spiegate. 
La storia di Hodaka e Hina è davvero una grande lezione sul significato del crescere, e ci insegna che sta solamente a noi decidere come farlo e trovare il nostro posto nel mondo accanto a qualcuno. E che sia “giusto” o “sbagliato” il modo, soltanto noi abbiamo la capacità di capirlo e deciderlo.