Milano e Parigi sono probabilmente le prime due città che vengono in mente quando si parla di moda. Ma se si parla invece di cultura fashion e di nuovi trend in questo settore, va citata Tokyo, soprattutto nei quartieri di Shibuya e Harajuku, da decenni luoghi in cui i cacciatori di tendenze vanno per fotografare l'incredibile creatività dei giovani giapponesi.
Nelle strade della capitale sono nate alcune delle mode più iconiche e stravaganti, che hanno attraversato oceani e confini per arrivare fino a noi e creare vere culture. Vediamo di scalfire la superficie di questo mare magnum e indicare i principali movimenti che si sono affermati negli ultimi decenni.
 

Lolita è probabilmente una delle sottoculture di moda giapponesi più conosciute all'estero. Lo stile è fortemente influenzato da una visione ultra femminile del tradizionale stile vittoriano ed edoardiano di abbigliamento per bambini.
Nato nei primi anni 2000 come una derivazione dagli stili gotici e aristocratici del movimento Visual Kei, ha diversi sottogeneri di cui il più mainstream è lo stile "kawaii" più femminile, dominato da colori pastello e tonalità rosate. Uno dei posti più popolari per trovare abbigliamento Lolita è il centro commerciale Shibuya 109 a Tokyo.
 


Alcuni dei principali filoni all'interno del movimento Lolita sono gli stili "gotico", "punk", "marinaio" e "country". La più affermata è senza dubbio la Dark Lolita o Gothic Lolita. Come quella classica, la sua base risiede nello stile della moda dell'epoca vittoriana, ma con sfumature gotiche appunto, quindi tanto nero e occhi bistrati.

A pari merito con lo stile Lolita, uno dei movimenti di moda più influenti della cultura giapponese contemporanea è il Visual Kei. Il nome Visual Kei comprende così tanti e diversi sottogruppi minori, che ci vorrebbe un altro articolo per trattare il tutto in modo molto approfondito.
Come infarinatura tuttavia, possiamo dire che il Visual Kei è diventato popolare negli anni '80 con l'ascesa di band come gli X Japan che hanno unito heavy metal, glam rock e ideologie punk in Giappone.
 


Lo stile è definito da trucco e acconciatura elaborati, assieme a sfumature quasi gotiche. Si potrebbe dire che il Visual Kei fu la risposta giapponese alle band glam rock occidentali che erano popolari nello stesso periodo. A metà degli anni '90, la popolarità del movimento iniziò a declinare, tuttavia durante gli anni 2000, una moderna incarnazione del movimento noto come Neo-Visual Kei ha riportato lo stile sulla scena.

Lo stile Rockabilly non è un'invenzione giapponese, ma qui è stato adottato in modo univoco. Se passate dallo Yoyogi Park di Harajuku nella maggior parte dei fine settimana potreste imbattervi facilmente in gruppi di ballerini in stile Rockabilly che si esibiscono davanti ad un nutrito pubblico di curiosi.
Questi ragazzi dimostrano che per molte persone la moda non è solo un modo di indossare vestiti, ma un modo di vivere. L'avvento del Rockabilly risale a circa 30 anni fa quando iniziò a spopolare ad Harajuku. Il suo fascino internazionale e lo stile da cattivo ragazzo catturarono l'attenzione degli amanti del denim e dei più giovani.
 


Nonostante la sua popolarità sia decisamente diminuita negli ultimi decenni, permangono ancora alcuni irriducibili che si dedicano a mantenere viva la tradizione ad Harajuku e nella vicina Ura-Harajuku, nota anche come Urahara.

Uno degli stili moderni più controversi e che attirano l'attenzione è il movimento Gyaru. La parola "Gyaru" deriva dalla pronuncia giapponese di "gal". Si gioca su ciò che molti presumono essere la cultura pop adolescenziale americana, con trucco esagerato, ciglia finte, capelli biondi, abbronzatura eccessiva e accessori extra glamour (come le unghie molto lunghe e glitterate). Il movimento è stato molto popolare fra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000.
 


Il fulcro centrale della cultura Gyaru era Shibuya e il suo centro commerciale Shibuya 109. Al giorno d'oggi se ne vedono sempre meno ma se si resta abbastanza a lungo nel quartiere si potrebbero incontrare anche perché il loro stile è talmente colorato e eccessivo che si notano facilmente.
All'interno del movimento Gyaru nacque un'incarnazione ancora più esagerata conosciuta come Ganguro Gal. È simile per le sue caratteristiche distintive (pelle abbronzata, trucco pesante e capelli cotonati e biondi) ma il tutto spinto all'estremo. Altre derivazioni sono chiamate banba, manba e yamanba style; questi stili combinano la tipica moda Gyaru con ispirazioni tratte dagli anime come capelli e parrucche color caramella.
 


Gyaruo è invece l'equivalente maschile dello stile Gyaru. Come lo stile Gyaru, le caratteristiche principali sono i capelli biondi, gli accessori esagerati e l'abbronzatura marcata. Passeggiando per le strade di Kabuki-cho, il quartiere della vita notturna di Shinjuku, si potranno vedere le pubblicità di club in cui i Gyaruo sono pronti a bere e ad incantare la clientela femminile fino a quando i soldi non finiscono o fino a quando non sorge il sole.
 


Lo stile Mori Girl è un po' più difficile da definire. È una delle sottoculture più moderne, divenuta popolare durante la metà degli anni 2000. "Mori" in giapponese significa "foresta". È uno stile generalmente stratificato, pensato per evocare la sensazione di qualcuno che vive in un ambiente naturale, campagnolo, vicino ai boschi. I colori sono spesso tenui e richiamano le tinte della natura mentre gli abiti sono morbidi ed accoglienti, elemento tipico del look a strati della Mori Girl.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

어딜가도 벌써 크리스마스?

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Sebbene ci sia la parola "ragazza" nel nome, è uno stile spesso adottato anche dagli uomini, poiché può essere comunque unisex. Avendo un che di vintage, è facile vederlo e comprarlo nei negozi di Koenji, Shimokitazawa o Kichijoji, quartieri di Tokyo amanti di questo genere.

Lo stile Salon Boys nasce nelle strade di Harajuku, perchè è qui che hanno la sede alcuni dei saloni per capelli più stravaganti della città. Questo stile unisce indumenti firmati da marchi di stilisti famosi con pezzi vintage. Le persone che hanno guidato questo movimento sono i parrucchieri e i loro apprendisti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Lo stile Salon Boys pone particolare attenzione anche agli accessori e dal 2002 ha anche la sua rivista di moda: CHOKi CHOKi (Snip Snip).

Ispirandosi alla moda streetwear degli Stati Uniti, Street Kei è la versione giapponese della classica moda di strada. Si prende lo skate, il basket e la cultura hip-hop e li si mescola aggiungendo l'occhio giapponese per i dettagli. Le sneaker firmate sono un elemento chiave del movimento Street Kei.
 


Questa sottocultura ha molti crossover con gli stili hypebeast degli Stati Uniti; per ammirare i ragazzi vestiti da Street Kei basta andare davanti ai negozi Supreme e Comme des Garcons: saranno in coda per acquistare le ultime novità.

Kireime Kei è uno stile che si concentra su uno stile senza tempo indipendente da mode e tendenze. Kireime Kei significa mantenere un'immagine pulita, classica, con abiti ben tagliati e tradizionali. È una sorta di equivalente giapponese dello stile preppy, senza però l'aspetto di ricchezza o di marca di alta moda.
Jeans aderenti, camicie dal taglio deciso, scarpe classiche ma ben realizzate (spesso artigianalmente) e giacche di velluto a coste sono gli elementi portanti dello stile Kireime Kei.
 


Fonte consultata:
TsunaguJapan