Nato a Tokyo il 5 gennaio 1941, Hayao Miyazaki visse un'infanzia relativamente tranquilla e felice grazie al padre che, producendo componenti per aerei da guerra, potè garantire alla propria famiglia un benessere economico durante la seconda guerra mondiale e il successivo dopoguerra. Il lavoro del padre fece nascere nel figlio un grande passione per il volo e gli aerei, amore che sarebbe durato per tutta la vita e avrebbe influenzato molte delle sue future opere. Altra sua grande passione era il disegno, in cui scoprì di avere molto talento.
Il 22 ottobre 1958 fu una data fondamentale non solo per Miyazaki ma anche per l'animazione giapponese tutta. Era infatti uscito nei cinema La leggenda del serpente bianco, primo lungometraggio animato a colori mai realizzato in Giappone, con cui la neonata Toei Doga diede il via all'animazione giapponese moderna. Il giovane Miyazaki, prossimo agli esami di ammissione all'università, rimase particolarmente colpito dalla pellicola e si innamorò della protagonista Bai Niang, cosa che gli fece comprendere come anche tramite l'animazione fosse possibile esprimere una vasta gamma di emozioni. Fu grazie a questa esperienza che Miyazaki avrebbe poi deciso di dedicarsi all'animazione.
Sarebbe poi stata proprio Toei Doga la ditta a cui Miyazaki si sarebbe unito terminati gli studi universitari, debuttando nel 1963 come intercalare in Wan wan chuushingura. Dopo una breve gavetta come intercalatore in opere come Ookami shonen ken e Gulliver no uchu ryoko arrivò per Miyazaki il salto di qualità con la promozione alle animazioni chiave in Shonen ninja kaze no Fujimaru e Hustle Punch. Negli anni successivi Miyazaki divenne uno degli animatori principali in forza a Toei, formando un forte sodalizio col mentore più anziano Yasuo Otsuka e coi compagni Isao Takahata e Yoichi Kotabe, con cui avrebbe in futuro collaborato con incredibili risultati; fu anche un periodo che lo vide molto impegnato in battaglie sindacali coi vertici aziendali Toei.
E poi arrivò Hols... Il principe del Sole – La grande avventura di Hols, il primo capolavoro di Isao Takahata che è oggi ritenuto il film che ha cambiato per sempre l'animazione giapponese espandendone i limiti artistici e narrativi fino a livelli prima impensabili. Ma all'epoca nessuno (ad eccezione del veterano Yasuji Mori) riusciva a capire cosa Takahata stesse facendo, cosa volesse raccontare con quell'opera e la complessa caratterizzazione psicologica di Hilda era per tutti un mistero. E se per Otsuka questo portò alla consapevolezza di non possedere l'abilità necessaria per fare il regista, per Miyazaki segno l'inizio di un periodo di “apprendistato” accanto a Takahata, così da assorbire parte delle sue capacità e del suo approccio intellettuale all'animazione.

Sempre più insoddisfatti dell'ambiente lavorativo e delle opere a cui erano costretti a lavorare, Miyazaki e Takahata abbandonarono Toei a inizio degli anni '70 per andare in aiuto di Otsuka che stava faticando nel trasporre in una serie televisiva il celebre manga Lupin III. Miyazaki ebbe così la possibilità di debuttare alla regia di alcuni episodi della prima serie di Lupin III in collaborazione con Takahata. L'anno dopo fu la volta della sua prima regia completamente in solitaria, sebbene si trattasse solamente dell'episodio pilota di pochi minuti di una serie mai realizzata tratta da un manga di Tetsuya Chiba. Seguirono alcuni anni particolarmente significativi alla Zuiyo prima e Nippon Animation poi, in cui Miyazaki collaborò tra le altre cose alla trilogia meisaku di Takahata (Heidi, Marco e Anna dai capelli rossi) per infine compiere il definitivo salto di qualità con la regia di un'intera serie televisiva: Conan, il ragazzo del futuro.
Otsuka, a cui Miyazaki aveva chiesto aiuto per dirigere le animazioni della serie, notò un forte cambiamento nel suo vecchio allievo con cui non collaborava dai tempi di Lupin IIIMiyazaki aveva accumulato un'incredibile esperienza, era diventato non solo un animatore completo ma realizzava anche i layout di base e persino le singole espressioni dei personaggi e aveva pienamente compreso come i personaggi dovessero muoversi e la gestione delle scene. Aveva inoltre appreso da Takahata l'importanza di inserire un messaggio sociale attorno a cui far ruotare le proprie opere. Per Otsuka era come se una persona normale si fosse trasformata in Hulk, sembrava di lavorare con un mago dell'animazione. Miyazaki ora non aveva più bisogno di lavorare sotto Takahata, aveva ottenuto le capacità e la sicurezza per farcela da solo, per proseguire con le proprie forze.
L'anno successivo, il 1979, Tokyo Movie Shinsha affidò a Otsuka la regia del secondo film dedicato a Lupin III, che tuttavia rifiutò consigliando Miyazaki per il ruolo. Inizialmente titubante, Miyazaki infine accettò di dirigere il suo primo lungometraggio cinematografico, il primo di una lunga e fortunata serie: Lupin III - Il castello di Cagliostro.
 

Otsuka tuttavia non lasciò da solo il suo vecchio allievo in questo compito così delicato, ma si occupò, come già fatto per Conan, della direzione delle animazioni e assistette il regista anche nel Character Design. Miyazaki non si limitò alla sola regia, realizzando personalmente il soggetto, la sceneggiatura e gli storyboard, seguendo quindi tutte le fasi principali dello sviluppo narrativo dell'opera. Purtroppo, a causa del poco tempo a disposizione per completare il film, fu necessario modificarne alcune parti in modo da non sforare i tempi di consegna previsti.
 
Dopo un colpo fallito in cui ha rubato solamente del denaro falso, Lupin III segue la pista dei falsari fino alla piccola nazione europea di Cagliostro. Le indagini di Lupin si intersecano con le vicende di Clarisse, figlia del defunto Arciduca di Cagliostro e prigioniera del perfido Conte di Cagliostro, che ambisce alla sua mano per riunire le due antiche casate e trovare un misterioso tesoro. Tuttavia Lupin, che sembra avere un vecchio legame con Clarisse, decide di ostacolare i piani del conte.

Alcuni fan storici dell'originale Lupin III di Monkey Punch storsero il naso a vedere un protagonista così diverso dall'avido e crudele ladro del manga. Il Lupin di Miyazaki è invece un gentiluomo disposto a tutto per salvare Clarisse, arrivando addirittura ad innamorarsi della sua dolcezza e per questo cercando di tenerla a distanza così da non sporcarla con la sua oscurità da fuorilegge. Ed è anche un Lupin meno astuto e infallibile, più volte messo in estrema difficoltà dagli uomini del Conte. Lupin diventa il principe azzurro al salvataggio della principessa tenuta ostaggio nell'alta torre (letteralmente!) da un perfido arrivista senza scrupoli, perdendo completamente di vista tesori e ricompense. Anche Fujiko diventa più delicata rispetto al passato, mostrando anche lei una certa tenerezza e interesse nei confronti di Clarisse - pur non rinunciando tuttavia alla refurtiva. Relativamente secondario è il ruolo di Jigen e Goemon, mentre coerente col suo personaggio è invece Zenigata.
 
Locandine di Lupin III - Il castello di Cagliostro

Otsuka e Miyazaki diedero pieno sfogo al loro amore per le macchine con numerose scene di guida: nell'immaginario dei fan memorabile è rimasto l'inseguimento iniziale, in cui compaiono anche le stesse automobili guidate dai due all'epoca della realizzazione del film. Lo stesso fece Miyazaki con la sua passione per il volo, con l'inserimento di numerose sequenze aeree grazie al particolare mezzo volante del Conte di Cagliostro.
Ma un grande prova venne dato da tutto lo staff di animatori, in grado di realizzare un lungometraggio ancora oggi estremamente gradevole, con animazioni fluide e meravigliosi fondali. Seppur non fosse stato previsto un viaggio di studio per realizzare tali fondali, Miyazaki prese spunto sia dal lavoro svolto anni prima in Heidi che da una guida dettagliata alle città italiane. 

Inizialmente il film non ebbe molto successo, ottenendo risultati inferiori al predecessore, ma conquistò con le repliche e il passaparola successivo grande notorietà e molto apprezzamento. Le numerose trasmissioni televisive ottennero buoni ascolti (in alcuni casi superiori al 20% di share) e il film vinse anche diversi premi, conquistando specialmente gli amanti dell'animazione.
Il personaggio di Clarisse fu devastante per gli appassionati dell'epoca. La purezza e l'innocenza che avevano stregato Lupin avevano fatto breccia nel cuore degli spettatori, che la votarono come miglior personaggio femminile nei sondaggi della rivista Animage. Vide la luce una marea di dojinshi dedicate al personaggio, persino una serie di fanzine completamente dedicate a lei dal nome "Clarisse Magazine". Tutti amavano Clarisse, sognavano Clarisse... gli appassionati di animazione (ancora non si chiamavano otaku all'epoca) crescevano in numero dopo aver visto Clarisse e cercavano altre ragazze come Clarisse. Clarisse portò all'esplosione dell'estetica lolicon, le riviste del settore dedicarono articoli e speciali alla questione, vennero date in omaggio carte da gioco a tema lolicon, i personaggi di Hideo Azuma vennero retroattivamente rivalutati nel momento in cui stava nascendo la sua seminale rivista Cybele. L'impatto avuto da Clarisse sull'immaginario otaku fu senza precedenti e non inferiore a quello avuto nei decenni successivi da Rei Ayanami.
 
Clarisse Magazine, le fanzine dedicate a Clarisse

Le ragazze degli anime diventarono oggetto di un feticismo mai visto prima, non ancora demonizzato e ostracizzato come sarebbe avvenuto successivamente ai fatti di Tsutomu Miyazaki e dell'Aum Shinrikyo.
Miyazaki avrebbe successivamente preso le distanze da questo fenomeno, ma secondo lo psichiatra ed esperto in sessualità otaku Saito Tamaki non si trattò di un caso che proprio colui che da giovane aveva scelto la via dell'animazione dopo essersi innamorato di un personaggio animato avesse inconsciamente dato vita al sogno otaku, un personaggio femminile in grado di far innamorare folle di anime-fan. Un regista escapista che avrebbe poi continuato a creare i suoi mondi ideali abitati dalle sue giovani eroine per tanti anni a venire, con un successo di pubblico e critica sempre maggiore in Giappone come nel mondo.