Makoto Yukimura è uno di quegli autori che gode di una fama indiscussa qui in Italia sia per la qualità dei disegni che per il suo modo di raccontare una storia. La sua carriera ha avuto inizio con la pubblicazione di Planetes ed è proseguita con un manga d’azione e di genere storico di nome Vinland Saga, da cui è stata tratta l’omonima trasposizione animata ad opera di Wit Studio, famoso per aver prodotto anche la serie L’attacco dei giganti. Nel caso di Vinland Saga, stiamo parlando di una serie con ventitré volumi all'attivo che da un paio di mesi è entrata finalmente nel suo quarto e ultimo arco. L’anime, iniziato nell'estate 2019, comprende un totale di ventiquattro episodi che coprono soltanto il primo arco narrativo, ovvero il prologo incentrato sull'infanzia e l’adolescenza del protagonista.
 
 
La storia è ambientata nel Nord Europa all'inizio del XI secolo, durante la guerra tra Danimarca e Gran Bretagna. In quel periodo i vichinghi, conosciuti anche come norreni, erano soliti depredare i villaggi passando da un’isola all'altra tramite le loro imbarcazioni dalla prua a forma di drago. Alcuni compivano queste azioni per divertimento, mentre altri per orgoglio, tanto che molte persone fin dalla più tenera età ambivano a diventare dei guerrieri per uccidere un fantomatico “nemico” e avere così diritto a raggiungere il Valhalla dopo la morte, ovvero la sala a cui possono accedere solo i guerrieri più valorosi scelti da Odino in persona.
Lo stesso desiderio è condiviso anche da Thorfinn, un bambino di sei anni che risiede in una zona costiera dell'Islanda assieme alla sua famiglia e che possiede un grande spirito d’avventura alimentato dai racconti di un mercante di nome Leif. Quest’ultimo, infatti, gli ha spesso parlato dei suoi viaggi e dell’esistenza di una terra ricca e tranquilla di nome Vinland, ovvero quella che quasi cinquecento anni dopo è stata ribattezzata con il nome di America.
Un giorno, però, la sua vita tranquilla viene scossa da un imprevisto che vedrà l’uccisione di una persona a lui cara ad opera di un gruppo di mercenari capitanati da Askeladd. Accecato dall’ira, Thorfinn deciderà di seguire quest’uomo allo scopo di ottenere un duello onesto che soddisfi il suo desiderio di vendetta, fatto che lo porterà a trasformarsi gradualmente in un assassino esattamente come le persone che tanto odia.
 
3 vinland


Questa sua evoluzione può apparire strana vista da un esterno, tanto da far credere che il personaggio in questione sia banale, ma non è così. A conti fatti stiamo parlando di un bambino che dall'età di sei anni a quella adulta ha sempre vissuto con un gruppo di persone che metteva a ferro e fuoco i villaggi per puro divertimento, quindi, senza alcun genitore o amico che potesse spiegargli cos'è giusto e cos'è sbagliato. Si tratta sicuramente di un personaggio viziato a causa della mancanza di educazione ricevuta durante la sua crescita, ma perfettamente coerente con la vita vissuta finora.

Dall'altro lato troviamo l’antagonista e in questo caso sorge spontanea una domanda: chi tra gli spettatori non ha tentato in tutti i modi di portargli almeno un minimo di rancore? Dovrebbe essere spontaneo condannare una persona che ha commesso delle simili atrocità, eppure non ci si riesce perché non stiamo parlando di un villain qualsiasi, ma di un personaggio veramente ben costruito. Negli anime come questi, gran parte dei protagonisti sono caratterizzati da un passato traumatico che talvolta li porta a passare dalla parte del torto, ma spesso risulta difficile empatizzare per loro dato che a volte i flashaback danno l’impressione di essere banali o improvvisati sul momento. In Vinland Saga, però, questo non avviene. Askeladd ha indubbiamente trascorso un’infanzia molto difficile esattamente come moltissime altre persone, ma ciò è stato raccontato adeguatamente ed è questo a fare la differenza. Non stiamo parlando di un flashback raccontato a casaccio, ma di una spiegazione giunta dopo molti episodi in cui abbiamo avuto modo di approfondire meglio questo personaggio dalla mentalità calcolatrice, praticamente opposta a quella di Thorfinn, tanto da dare l’impressione che il vero protagonista di questo arco fosse in realtà quest’uomo dalla volontà di ferro e l’intelligenza fuori dal comune.
 
15 vinland


La via di mezzo tra i due è sicuramente Thors, il quale, dopo aver commesso a sua volta molte atrocità durante il suo servizio in una delle flotte dei Jomsviking, è arrivato a ripudiare la violenza e a chiedersi cosa significhi essere un vero guerriero. Di fatto, la sua opinione è molto simile a quella di Askeladd, con la differenza che i due hanno deciso di portare avanti il loro ideale in modo completamente differente. Sebbene questo personaggio non riceva molto spazio, i suoi messaggi contro la guerra sono chiari allo spettatore, ma non a coloro che vivono in mezzo a tanta violenza o, al contrario, a coloro che non l’hanno mai sperimentata. In particolare, fin dai primi episodi viene evidenziato come quest’uomo e le persone a lui vicine vivano in due mondi completamente differenti. Thors, infatti, dopo aver combattuto per tanti anni ha deciso di rigettare ogni genere di scontro, mentre i suoi compaesani, che non hanno mai partecipato ad uno scontro vero e proprio, tendono a mistificare la cosa e a rallegrarsene dando per scontato che combattere sia divertente e soprattutto che i nemici non abbiano alcuna possibilità di vittoria.

Uno dei tanti pregi di Vinland Saga è che la serie riesce ad accostare uno sviluppo coerente dei personaggi con eventi storici documentati. Purtroppo, questi ventiquattro episodi non sono sufficienti ad approfondire tutte le figure più importanti, ma alcune di esse subiscono indubbiamente una notevole evoluzione e un buon approfondimento. L’unico a risultare un po’ incoerente è Thorkell, in quanto la forza conferitagli dall'autore crea un certo contrasto con l’accuratezza che aveva riservato al resto della serie, tuttavia, una volta accettato questo fatto, gli episodi scorrono tranquillamente e senza intoppi.

La storia raccontata nell’anime è abbastanza fedele al manga. Le vere differenze risiedono principalmente nell'ordine in cui sono stati raccontati alcuni eventi, in quanto Wit Studio ha deciso di adottare l’ordine cronologico, mentre Yukimura ha iniziato a partire dalla storia raccontata nel quarto e quinto episodio, per poi procedere con un lungo flashback che nell'anime corrisponde ai primi tre episodi. Altre leggere differenze risiedono in qualche flashback, specialmente quelli presenti nella prima metà della serie, che sono stati leggermente allungati per rientrare nel minutaggio degli episodi, ma si tratta di piccolezze di poco conto. Inizialmente l’anime assomiglia molto ad un battle shounen, soprattutto a causa di un personaggio esageratamente forte come Thorkell, tuttavia, con il trascorrere degli episodi prende una piega sempre più seria diluita adeguatamente nel tempo, nel senso che non sono i singoli episodi a spiccare, ma l'insieme degli stessi.
 
14 vinland


L’anime è molto interessante ed anche le animazioni, seppur accompagnate da molta CG, non sono da meno, eppure a volte sembra che manchi qualcosa. Questa impressione è percepibile soprattutto da chi ha seguito il manga e la ragione, almeno nel mio caso, ritengo risieda soprattutto nei disegni ed in alcune inquadrature. Effettivamente, questa è la prima esperienza per Takahiko Abiru come character designer, tuttavia, non ritengo che la mancanza di resa sia dovuta alla sua inesperienza.
Come già testimoniato in alcune vecchie interviste ai dipendenti di Wit Studio, nel momento in cui viene rimodellato il design dei personaggi per le trasposizioni animate, solitamente vengono omesse delle linee o delle ombre lasciando solo i tratti distintivi più importanti per identificare i personaggi. La ragione è che in questo modo per gli animatori diventa più semplice e rapido realizzare i vari disegni chiave che andranno poi a costituire i cut animati. Si tratta di un processo che viene fatto per ogni serie e che solitamente non va ad intaccare in modo rilevante la resa delle atmosfere, tuttavia, nel caso di Vinland Saga ha comportato una perdita parziale del tratto cupo e “sporco” del manga, vista la cura nei minimi dettagli che Yukimura aveva dedicato nei suoi disegni. L’anime è indubbiamente godibile da un punto di vista visivo e non è stato eliminato il suo lato macabro, ma a volte si ha l’impressione che sia stato in parte smussato, tant’è che in quelle poche scene in cui è stato mantenuto uno stile fedelissimo all’originale, si è percepita subito un’atmosfera completamente diversa rispetto alle precedenti. Purtroppo, è abbastanza improbabile che il tratto di Yukimura possa essere trasposto perfettamente, ma non posso fare a meno di pensare a come sarebbe stato l’anime se ciò fosse stato possibile.
 
6 vinland


Dal lato tecnico, la serie si trova ben al di sopra della media con una qualità costante delle animazioni, tuttavia si trova di contro al di sotto delle precedenti produzioni di Wit Studio. In particolare, si è visto necessario l’utilizzo di una massiccia dose di animazioni in CG, visto l’elevato numero di scene con navi e schiere di soldati in movimento durante le battaglie, che avrebbero reso difficile fare diversamente. Inoltre, come abbiamo già potuto notare con l’ultima stagione dei giganti, da un po’ di tempo Wit Studio ha preso l’abitudine di realizzare sempre meno cut originali per le sigle di apertura e chiusura, andando a ripescarli direttamente dagli episodi. Il risultato finale però è buono, specialmente nel caso della prima opening intitolata "Mukanjyo" che molti ricorderanno per essere stata cantata dagli Survive said the Prophet, la stessa band che l’anno precedente si era occupata della sigla di apertura di Banana Fish. La seconda opening, invece, è cantata dai Man with a Mission e mantiene altrettanto alta l’adrenalina, anche se alcune scene utilizzate durante la fase di montaggio nella parte del ritornello a volte non sembrano particolarmente azzeccate, in quanto le scene che rappresentano movimenti al rallentatore vanno un po’ a frenare il ritmo frenetico trasmesso dalla canzone. Le sigle di Vinland Saga sono indubbiamente ben fatte, ma riescono ad arrivare ancora più facilmente al cuore dello spettatore grazie alla presenza di molte strofe in lingua inglese che permettono anche a noi occidentali di apprezzare il testo. Alle due sigle di apertura, si contrappongono due sigle di chiusura molto tristi. La prima, dal tono molto dolce, è cantata da Aimer e sembra una lettera o una sorta di triste ninna nanna rivolta al piccolo Thorfinn per spronarlo ad andare avanti nonostante ormai sia rimasto solo al mondo. La seconda, invece, sebbene mantenga l’obiettivo di incoraggiare l’ascoltatore, è chiaramente rivolta ad una persona più grande ormai abituata e rassegnata alla crudeltà del mondo, ma costretta ad andare avanti. Si tratta di due sigle perfettamente coerenti con la serie per cui sono state create e veramente belle da ascoltare.
 
4 vinland


Anche le OST hanno ricoperto un ruolo importante nella storia e sono state utilizzate in modo corretto senza mai risultare fuori luogo. Nelle scene d’azione hanno indubbiamente contribuito a rendere meglio l’atmosfera, ma i momenti in cui sono riuscite a dare il meglio di sè sono quelli più tranquilli o tristi, caratterizzati anche da qualche scena realizzata per rimanere impressa nello spettatore, come quella che conclude l’ultimo episodio di questa prima serie.
 
In sostanza, per produrre Vinland Saga è stato svolto un ottimo lavoro, anche se talvolta non sembra tale in quanto il manga è veramente su un livello ancor più elevato. Si tratta di una di quelle serie che si avvicinano molto al concetto di capolavoro e di conseguenza non è così facile rappresentarla. Al momento, è stato trasposto nella versione animata solo il primo di quattro archi, quindi, la storia è ancora lontana dalla conclusione.
Ancora non sappiamo se verrà mai realizzata una seconda stagione, ma a prescindere da ciò, ne consiglio la visione e se la serie riesce a conquistarvi vi consiglio caldamente anche il manga perché merita assolutamente di essere letto. Non è facile trovare serie raccontate così bene che riescono ad affiancare fatti storici a personaggi che subiscono una lenta, ma notevole evoluzione.