Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

-

“Boogiepop wa Warawanai: Boogiepop Phantom” è una serie di dodici episodi realizzata nel 2000 dallo studio Madhouse. L’anime è ispirato a una serie di light novel scritte dai Kouhei Kadono e illustrate da Kouji Ougata, e presenta una storia originale che si configura come sequel degli eventi narrati nel primo volume dei romanzi.

L’opera si svolge cinque anni dopo una serie di omicidi ancora irrisolti: in seguito all’apparizione di una misteriosa colonna di luce, in una cittadina del Giappone cominciano a scomparire degli studenti. Secondo una leggenda metropolitana, il responsabile sarebbe un Dio della Morte meglio conosciuto col nome di Boogiepop.

Allo spettatore che ha appena terminato quest’anime appare ben chiaro che, per poter aver un quadro completo della situazione, è indispensabile essere al corrente dei fatti narrati nella novel. La storia presentata in “Boogiepop Phantom”, infatti, non solo è complessa e di difficile comprensione se non si presta la massima attenzione a ciò che avviene sullo schermo, ma contiene anche alcuni rimandi a personaggi ed eventi di cui non verrà mai fornita l’esatta origine o spiegazione.

Tuttavia, accanto a una trama orizzontale ricca di incognite, l’anime ci offre una solida trama verticale che ne rappresenta il vero fulcro e punto di forza. La serie, infatti, si compone di episodi autoconclusivi legati sapientemente gli uni agli altri e sempre riconducibili alla storia principale: protagonisti di ogni puntata saranno una miriade di personaggi diversi, quasi tutti possessori di misteriosi poteri. Ed è proprio nella caratterizzazione di questo folto cast che l’opera mostra le sue carte vincenti: “Boogiepop Phantom” è infatti un horror psicologico dalle tinte cupe e angoscianti, capace di raccontare le vicende più disparate e affrontare temi di un certo spessore. La serie, in particolare, si concentra sul cambiamento e su quanto sia difficile accettare il mondo che si trasforma davanti ai nostri occhi: operazioni, queste, che sfociano spesso in un tentativo di fuga della realtà, il quale assume le forme più variegate. Abbiamo, ad esempio, chi è alla ricerca di una figura femminile da possedere come nelle visual novel, chi ha deciso di rassegnarsi e accogliere la crudele bellezza del mondo, chi invece trova rifugio nei ricordi della propria infanzia. A supporto di quest’ultima soluzione, l’anime introdurrà inoltre una figura tanto affascinante quanto inquietante: il piccolo Poom Poom, una sorta di Pifferaio Magico che prende con sé chi desidera rimanere ancorato alle tenere illusioni del proprio passato.

Altro punto di forza dell’anime è rappresentato dalla direzione di Takashi Watanabe, in grado di creare un’atmosfera buia e disturbante grazie a studiatissime scelte di regia e soprattutto a un comparto tecnico curato nei minimi dettagli. La ristretta palette di colori utilizzata, dalle tinte fredde e oscure, si affianca così a una fotografia che offusca le già tenebrose scene con la tecnica della vignettatura; una colonna sonora sperimentale che si rifà a generi diversi si accompagna a un sonoro maestoso che fa largo uso di riverberi e distorsioni. Anche le sigle risultano perfettamente adatte al contesto, così come il character design ispirato all’originale di Ougata; un peccato, però, che disegni e animazioni presentino una qualità inferiore agli standard a cui ci ha abituato lo studio Madhouse.

In conclusione, “Boogiepop Phantom” è un’opera profonda e impegnativa in cui l’ottimo comparto tecnico e la straordinaria introspezione psicologica si uniscono per creare un’intrigante atmosfera dalle tinte oscure e angoscianti. L’unica pecca sarebbe in questo caso rappresentata dalla trama che lascia alcuni punti in sospeso, a cui in realtà si potrebbe rimediare leggendo la light novel o, più semplicemente, dando un’occhiata all’anime trasmesso nell’inverno del 2019. Voto: 8 e mezzo.

-

Incuriosita dalla premessa, ho iniziato la visione di questa serie, senza sapere bene cosa aspettarmi.
Siamo nel campo della fantascienza, sci-fi, come viene chiamata adesso, e non manca qualche elemento fantasy.

La storia, ambientata in Giappone, racconta della discesa in questo mondo di uno strano oggetto, un cubo (chiamato Kado) di proporzioni gigantesche, che atterra sulla pista di un aeroporto e ingloba un aereo con tutti i suoi passeggeri a bordo. E' il mistero che avvolge la vicenda che accende l'interesse dello spettatore sugli accadimenti: il cubo è un oggetto che pare vivere di vita propria, affascinante nella resa grafica di una superficie che vibra e riesce ad animarsi, modificarsi a seconda delle esigenze. Al suo interno, uno strano essere, alieno o dio non lo sappiamo con certezza - domanda che resta sottintesa fino alla fine, e forse non è neppure importante dare una risposta -, entra in contatto con l'umanità, in particolare con Kojiro Shindo, un passeggero dell'aereo, funzionario/negoziatore che lavora per il governo del Giappone.
Il rapporto tra questi due personaggi crea tutta la dinamica della vicenda, che presenta non pochi misteri e costringe a più di qualche domanda sulle reali intenzioni del misterioso essere venuto da chissà quale dimensione fra le tante a cui potrebbe appartenere.

Chi è Zashunina? Che cosa vuole dall'umanità? Che cosa cerca? Quello che viene a portare al mondo sono 'doni' positivi, reali benefici all'umanità, o non è altro che una trappola pericolosa? Il progresso accelerato, la rivoluzione tecnologica che sembra stia per cambiare 'in meglio' il destino dell'umanità intera, può davvero portare alla felicità? L'umanità è davvero pronta a ricevere un'eredità del genere, una fonte di energia illimitata e alla portata di tutti?
Queste sono solo alcune delle domande che suscita la visione di questo anime. Indubbiamente ci sono concetti affascinanti, che possono essere letti quasi in chiave mistica; Zashunina ha tutta l'aria di essere un benefattore, un portatore di luce che vorrebbe distribuire il 'pane' a tutta l'umanità. Sembra lontano anni luce dal banale concetto di interesse personale del singolo, individuo o Paese che sia, sembra oltre i concetti di bene e male, un essere superiore, e Shindo che fa da tramite tra lui e il governo centrale gli presta fede, almeno all'inizio. Qualche dubbio che ci fosse sotto qualcosa di nefasto mi è venuto, quando l'alieno ha proposto di togliere il sonno per migliorare l'efficienza umana.
E' questo il progresso? E' questa la felicità? Ecco, qui ho iniziato a storcere il naso, e difatti scopriamo insieme a Shindo che le intenzioni del misterioso essere non sono del tutto nobili.

Accanto ai due protagonisti principali, ci sono poi una serie di personaggi secondari che hanno una loro funzione all'interno della vicenda: il giornalista rappresentante dei mass media, canale per accedere alle informazioni, il primo ministro giapponese, la scienziata geniale e un po' bambina che studia il fenomeno e il cubo, la giovane Saraka, l'altro negoziatore poco favorevole alle interferenze dell'alieno... tutti personaggi con una loro precisa collocazione, ma neppure particolarmente sviluppati se non in funzione del loro ruolo, a parte forse Saraka, figura un poco più tratteggiata che riserverà qualche sorpresa.

Che dire in definitiva di questo anime? Non è un'opera perfetta, a volte ho avuto la sensazione di trovarmi dentro un videogioco e qualche volta ho trovato l'animazione un po' legnosa e poco fluida, ma sono molto belle le musiche, opening ed ending. Shindo, che dovrebbe essere un abile negoziatore, emerge poco caratterialmente e sembra subire il fascino misterioso di Zashunina, che per forza di cose resta maggiormente impresso, risulta inquietante e allo stesso tempo innocente nel suo desiderio egoistico di non restare solo, nell'impossibilità di capire perché il suo mondo è inconciliabile con lo spazio in cui si muove la vita umana.
Nonostante i limiti, è un'opera che ho visto con piacere e che è riuscita a coinvolgermi, che dunque consiglio. Voto: 7

9.0/10
-

"Liar Game" è forse il miglior manga psicologico che io abbia letto finora.
I dialoghi e i giochi incalzanti che coinvolgono il lettore in questo turbine di inganni e bugie rivelano i punti sia deboli che forti di ogni personaggio e mettono in luce gli aspetti psicologici di ogni essere umano. La protagonista Kanzaki è la tipica ragazzina ingenua, altruista ed onesta che s'abbatte al primo errore, ma nel corso della vicenda la sua personalità cambierà incredibilmente diventando più forte e più intelligente, grazie anche all'aiuto dell'astuto e misterioso Akiyama che si mostra il miglior risolutore di ogni gioco elaborando o scovando piani ingegnosi e infallibili senza mai battere la fiacca. Il gioco che mi è piaciuto di più è stato quello del contrabbando dove i personaggi tentano di unire le forze, cercare sotterfugi e scampare dalla sconfitta: lo scopo di ogni gioco è quello di mostrare cosa l'uomo può arrivare a compiere per alte somme di denaro, qui i personaggi da una parte hanno paura di perdere e tentano di allearsi ma vengono prontamente raggirati e mandati allo sbaraglio a causa delle loro debolezze o essendo vincolati a qualcuno superiore che riesce a convincerli (Yokoya); dall'altra parte vengono "consolati" e accolti da Kanzaki e Akiyama che offrono tutto il loro aiuto e i loro soldi non per egoismo e perbenismo ma per puro altruismo e orgoglio di sé stessi. L'unica pecca di questo splendido manga è il finale che lascia un po' di amaro in bocca, a parer mio avrebbe dovuto argomentare un po' di più cosa sarebbe successo dopo la scoperta inaspettata del vero scopo degli organizzatori del gioco.
In conclusione manga leggermente pesantuccio con una caratterizzazione dei personaggi ottima ma che non lascia sicuramente troppo delusi .