Se siete amanti della cucina, probabilmente vorreste visitare Kappabashi-dori, una lunga strada nel quartiere di Asakusa a Tokyo, totalmente dedicata a tutto quello che può servire per divertirsi ai fornelli. Passeggiando da quelle parti vedreste una strana mascotte: un incrocio fra una tartaruga, un umano e un uccello.
Il suo nome è Kappa ed è uno dei più celebri yokai del folklore nipponico. Chi ha visto Inuyasha avrà ben presente Jaken; ebbene lui è appunto ispirato ad un kappa.
Scopriamo insieme questa mitica figura e come affrontarla se dovessimo averci a che fare....
 

Partiamo dalle basi: cosa vuol dire "kappa"? Esistono varie versioni: la più accreditata ed antica traduce il kanji 河 童 come "figlio del fiume" oppure come "creature o uomini dei corsi d'acqua" (il kappa infatti ha anche come nome alternativo kawatarō o kawako). Esiste però anche una teoria secondo cui il termine kappa deriverebbe dalla veste (la "capa" appunto) usata dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo che con la loro tonsura e il mantello potevano richiamare alla mente l'aspetto di questo yokai.
Infatti il kappa si presenta come una creatura delle dimensioni di un bambino, con mani e piedi palmati, senza pollice, un becco e un guscio simili a una tartaruga e una pelle elastica e impermeabile che puzza di pesce, squamosa e che varia da un verde profondo, terroso ad un rosso brillante e perfino al blu.
 

Nonostante la loro piccola statura sono fisicamente più forti di un uomo adulto e hanno la caratteristica inusuale di essere muniti di tre ani: questo consente loro di emanare il triplo di gas rispetto agli umani. I loro avambracci sono attaccati l'uno all'altro all'interno del guscio, quindi se si tira un braccio da una parte, l'altro si accorcerà.
Ma la loro caratteristica più distintiva è una depressione nella parte alta del cranio, circondata da capelli ispidi e corti (che danno il nome anche ad una pettinatura, la okappa atama). Questa cavità, che deve essere sempre piena di acqua, è anche la fonte del potere dei kappa. Se per un qualunque motivo l'acqua si rovesciasse, il kappa non riuscirà più a muoversi e potrebbe persino morire. Per questo motivo questa cavità è spesso protetta da un cappuccio di metallo.
 

Ci sono diverse teorie sull'origine dei kappa. Una immagina che si siano sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti. Un'altra che fosse un sistema per tenere lontani i bambini dai corsi d'acqua ed evitare che potessero annegare accidentalmente.
Il kappa potrebbe poi essere stato ispirato nelle fattezze alla tremenda malattia infantile definita Ittiosi Arlecchino, relativamente comune in Asia. Questo spiegherebbe le scaglie, il guscio rotto, metafora forse della sacca placentare e l'aspetto infantile, visto che fino al secolo scorso era impossibile sopravvivere per i bambini colpiti da questa deformità.
 

Ma i kappa sono creature benevole o no? Dipende. Se si sanno prendere per il giusto verso, possono dimostrarsi fedeli servitori. Hanno infatti un profondo senso della lealtà e quindi se si riesce ad obbligare un kappa a promettere aiuto, egli non potrà far altro che mantenere la parola data. Possiedono un'intelligenza acuta, adorano giocare a shogi e sono uno dei pochi yōkai in grado di imparare le lingue umane. Inoltre sono grandi esperti di medicina e pare che siano stati loro ad insegnare agli esseri umani come guarire le fratture delle ossa.
 

Spesso aiutano i contadini ad irrigare i campi visto che l'acqua è il loro habitat per eccellenza. Per questo alcuni santuari shintoisti sono dedicati proprio a kappa particolarmente benevoli.
Inoltre sono ghiotti di melanzane, zucche, soba ma soprattutto di cetrioli (per questo motivo il sushi ripieno di cetriolo è chiamato kappamaki). L'espressione "kappa no kawa nagare" (traducibile come "un kappa che si fa portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti possono sbagliare.
 

Ma non è sempre così. Sarebbe bene essere diffidenti nei confronti dei kappa. A seconda del loro carattere possono compiere piccole marachelle come infilarsi sotto ai kimono delle signore oppure arrivare a rubare il bestiame o addirittura ad uccidere gli umani. I kappa infatti sono appassionati lottatori, adorano il sumo e nonostante il loro aspetto sono molto forti. Se viene data loro la possibilità, in uno scontro cercheranno a tutti i costi di rimuovere dal corpo dell'avversario lo shirikodama, una sfera che si dice contenga l'anima.
 

Essa si trova nell'ano, quindi potete immaginare quanto potrebbe essere doloroso e letale. Per questo nella campagna giapponese potreste trovare cartelli che avvisano le persone di stare attenti ai kappa quando camminano vicino ai fiumi.
Alcune famiglie scrivono i nomi dei loro bambini (o i loro nomi) sui cetrioli e li lanciano nelle acque di fiumi infestate dai kappa per placarli e permettere così alla famiglia di poter fare il bagno.
 

Se proprio si dovesse affrontare un kappa, ricordatevi che odiano il sesamo e lo zenzero. Se non avete questi ingredienti a portata di mano, non disperate. I kappa sono ossessionati dall'educazione e dalle buone maniere. Se lo salutate facendo un inchino profondo, lui si sentirà obbligato a rispondere allo stesso modo. Così facendo chinerà il capo e l'acqua contenuta nella fossa sul cranio finirà a terra.
Privato del suo potere, la creatura si ritroverà bloccata nella posizione di inchino e non sarà più in grado di muoversi e quindi di attaccarvi. A questo punto a voi la scelta: potete scappare oppure aiutarlo e riempire nuovamente la cavità con acqua. Così avrete la sua gratitudine eterna e diventerà vostro servitore.

Fonti consultate:
Grapee
Yokai