“Il mondo dei Pokémon, pervaso di misteri e leggende, e delle storie di coloro che sognano di diventare allenatori di Pokémon e, naturalmente, di quelle dei Pokémon che vivono e lottano al loro fianco.”

Frasi di questo tipo, accompagnate da un’inconfondibile fanfara, sono diventate iconiche fra i fan dei Pokémon, in quanto introduzioni e conclusioni delle pellicole dedicate al franchise più famoso al mondo che, negli ultimi vent’anni e anche più, ha saputo emozionare e crescere milioni di fan pronti ad essere “i migliori di sempre, come nessuno lo è stato mai”
 

Tuttavia, ai suoi albori, questo franchise che oggi vediamo in forme variopinte e che prende sempre più piede nella quotidianità (soprattutto dei bambini) ha dovuto mostrare il suo pieno potenziale per iniziare ad affermarsi e diventare quello che è, tramite non solo i videogiochi sviluppati da Game Freak, ma anche grazie al gioco di carte collezionabili, al manga (che da noi ha iniziato la sua serializzazione solo negli ultimi anni grazie a J-POP), alla serie televisiva e ai film, e soffermandoci proprio sull’ambito cinematografico, corre oggi il ventesimo anniversario de L’incantesimo degli Unown, film del 2000 di OLM, Inc. (casa di produzione abituale dei film Pokémon) che rappresenta un punto focale per l’evoluzione del brand.
Con Pokémon 3, infatti, il cinema dedicato ai mostriciattoli tascabili dimostra di voler andare avanti e migliorarsi sotto ogni punto di vista, che sia tecnico, tematico o narrativo.
 
Prima di arrivare alla Lega Pokémon di Johto, Ash, Misty, Brock e Pikachu giungono a Greenfield, una rigogliosa città caratterizzata dai suoi campi verdeggianti, ma poco dopo il loro arrivo si trovano davanti a uno spettacolo inatteso: i luoghi caratteristici di Greenfield iniziano a mutare, trasformandosi in una landa di cristallo. La causa di questo evento disastroso sono gli Unown, misteriosi Pokémon dalla forma alfanumerica dotati di straordinari poteri psichici, che ritrovatisi involontariamente fuori dalla loro dimensione, uno spazio separato rispetto alla nostra realtà, hanno dato vita alle fantasie della loro involontaria evocatrice, Molly, una bambina triste che, dopo la scomparsa della madre e in seguito anche del padre, si è auto-intrappolata in quell’utopia fittizia creando una copia illusoria di Entei, un Pokémon Leggendario molto potente che ha come unico scopo quello di esaudire i desideri della sua creatrice. Toccherà al gruppo cercare di porre rimedio a questa situazione pericolosa e far affrontare la realtà alla piccola, dimostrandole che anche dopo gli eventi più tristi è necessario andare avanti.
 

Riassumere così la trama per evitare spoiler, purtroppo, racconta ben poco della profondità de L’imperatore della torre di cristallo (nome tradotto dal giapponese del film). Tuttavia, è già possibile intuire da questi accenni una naturale evoluzione della narrazione, già partita da buoni standard con Mewtwo colpisce ancora e migliorata in La forza di uno.
Pokémon 3 non ha paura di osare e raccontare una storia che, per quanto sia su dei binari tanto corretti quanto ovvi, sa parlare al suo pubblico di riferimento e insegnargli quelle lezioni che, molto spesso, gli adulti fanno pesare ai più giovani senza farle comprendere davvero.
Il dramma di Molly, orfana a pochi anni di entrambi i genitori, è una realtà che vivono tanti bambini, e che per rinnegare il dolore scaturito da quest’ultima si rinchiudono in una realtà idealizzata dove tutto va come vogliono loro, padroni di una vita che ai loro occhi è già stata troppo crudele.

Di conseguenza, il film svolge pienamente i suoi atti di narrazione, partendo correttamente da un “Punto A” e arrivando a un “Punto B” in modo coerente e senza contraddirsi anche laddove potevano esserci rischi.
Ciò in cui il film pecca è un effettivo approfondimento di alcuni suoi protagonisti: non mi riferisco a nessuno degli esseri umani, ma bensì ai misteriosi Unown.
Oggetto tutt'oggi di speculazioni da parte degli appassionati del mondo Pokémon con Teorie che li vedono protagonisti, assieme ad Arceus, della creazione del mondo, gli Unown vengono inseriti in modo chirurgico, per poi vedere ogni loro azione giustificata con dei banalissimi “Perché sì”, “Perché la trama ne ha bisogno”.
Non è chiaro lo scopo di queste creature, come mai esaudiscano i desideri di Molly e le azioni che li vedono protagonisti sul finale.

Come già detto prima, il Film ha una meta narrazione che punta più ad insegnare qualcosa al suo pubblico che a svelare approfondimenti di “Lore” dei quali, in verità, il fandom si sta curando solo adesso (anzi, lo stesso fandom che ora vuole approfondimenti di questo tipo nel 2000 era il pubblico di riferimento del film) e pertanto la cosa non intacca più di tanto lo svolgimento della pellicola.
Trattasi semplicemente di una di tantissime occasioni sprecate nel corso dell’evoluzione del franchise, cosa che per esempio in Mewtwo colpisce ancora e La forza di uno non era accaduta, in quanto le due pellicole antecedenti fornivano un ottimo background di supporto ai leggendari protagonisti della pellicola e agli esseri umani.
 

Parlando dell’edizione italiana, un piccolo focus è necessario: il doppiaggio nostrano di Pokémon, da sempre curato dal suo instancabile “Narratore” (Federico Danti, direttore del doppiaggio della serie sin dai suoi albori, è anche la voce del Narratore) è sempre stato di ottima qualità, e anche Pokémon 3 si conferma su questa linea, con lo storico cast che da ancora una volta prove attorniati decise e convincenti nella loro totalità (Davide Garbolino su Ash, Emanuela Pacotto su Jessie etc.).

Per concludere, l’evoluzione indubbiamente più importante l’ho lasciata per ultima: il lato tecnico.
Prima di cominciare, doverosa premessa: su questo versante, il film dedicato a Entei è un punto di svolta per la storia del franchise, per diversi motivi.
Innanzitutto, L’imperatore della torre di cristallo è stato l’ultimo film ad essere distribuito internazionalmente dalla Warner Bros., che non si sarebbe più occupata di nessun prodotto legato al franchise fino al 2019, con l’uscita di Detective Pikachu. Questa è, a una prima occhiata, una mossa senza una grande rilevanza, visto che la distribuzione è banalmente passata alla Miramax con produzione 4Kids, ma è probabilmente un primo passo di un iter che ha poi portato, nel corso degli anni, alla centralizzazione del brand in The Pokémon Company International, che prenderà in seguito a Lucario e il mistero di Mew il controllo del lato cinematografico.
 

Tornando in focus, Pokémon 3 si evolve in modo evidente rispetto a La forza di uno: il film dedicato a Lugia, seppur sfruttando ottimamente le tecniche tradizionali di animazione, non compie nessun tipo di balzo in avanti nello sfruttamento della camera rispetto a Mewtwo Strikes Back. Le due pellicole, da questo punto di vista, sono praticamente identiche.
Con Entei, invece, possiamo notare un gradevole miglioramento: il film, infatti, è il primo del franchise ad essere distribuito in formato IMAX (e la qualità grafica, a fronte di parità di restauri delle vecchie pellicole, si evidenzia nei netti passi avanti) e inoltre è il primo a sfruttare tecniche tridimensionali, e non solo nei piani e nelle inquadrature, ma anche nell'utilizzo di modelli tridimensionali per animare alcuni “attori”. Mi riferisco in particolare alle scene che vedono protagonisti gli Unown e i momenti in cui vengono creati i Pokémon illusori di Molly.
L’utilizzo della CGI, decisamente grezzo visto anche l’anno di produzione, si sposa però molto bene all'interno della pellicola, permettendo di conferire un senso di estraniamento rispetto a queste bizzarre creature e ai Pokémon illusori.
Tuttavia, non possiamo di certo gridare al miracolo: per quanto, come ovvio, il film dia il meglio di sé nelle grandi scene e nei combattimenti (cosa che la serie ha smesso di fare solo a partire da Sole e Luna) il resto della realizzazione è decisamente dimenticabile e non ha chissà quali punti a suo favore.
Anzi, spesso nei campi lunghi si manifesta la confusione della gestione delle scene e dei dettagli nei volti delle persone.

Perciò, al netto di tutto questo, Pokèmon 3: L’incantesimo degli Unown è un piacevole ricordo d’infanzia per una grande parte degli appassionati del mondo Pokémon e una possibile scoperta per i più piccoli che, in questi anni, muovono le loro prime avventure.
Forte di una narrazione che solo negli ultimi anni è tornata a farsi valere, il film pecca dal punto di vista dell’imprevedibilità, risultando fin troppo ovvio anche per una pellicola del genere.
Il pregevole comparto tecnico, migliorato rispetto ai suoi predecessori, e i suoi meriti storici, infine, lo rendono indubbiamente una pietra miliare del franchise, in grado di ricordare a tutti gli allenatori, grandi e piccoli, perché hanno preso in mano la loro prima PokéBall al suono di “Scelgo te”.