L’organo genocida è l'ultimo adattamento animato tratto da un romanzo di Project Itoh, pseudonimo dello scrittore di fantascienza Satoshi Itō (1974-2009), un titolo già disponibile nel catalogo Prime Video, distribuito dal 24 settembre in dvd e blue ray da Anime Factory. Inizialmente doveva essere un film live action (per la regia nientemeno che di Park Chan-wook), poi invece ne è stato tratto un manga disegnato da Gatō Asō (edito in Italia da Star Comics) e l'anime in questione per la regia di Shuko Murase. Insieme alla distopia Harmony e all’avventura steampunk L’impero dei cadaveri (entrambi tratti da romanzi dello stesso autore) L’organo genocida completa un trittico di film del tutto indipendenti che però in qualche modo dialogano fra loro con la proposta di temi pregnanti, l’ambiziosa messa in scena futuristica a base di spettacolari animazioni in CGI, e la visione d’insieme tutto sommato coerente, fredda e spietata, che si riflette in modo inquietante sulla nostra attualità.
 
L'organo genocida recensione AnimeClick.it
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In un mondo sempre più connesso ma umanamente alienato, l'orrore dell’11 settembre ha spinto le nazioni più ricche a rinchiudersi in fortezze iper protette. Uno stato di sorveglianza tecnocratica dove i cittadini hanno ceduto le libertà personali e la privacy in cambio di sicurezza: volti, retine, onde cerebrali e battiti cardiaci sono monitorati in modo da mantenere bassa la soglia di paura percepita, e anche l'acquisto di pizza e birra richiede una scansione biometrica. D'altro canto, nei paesi più poveri si accendono, uno dopo l’altro, diversi focolai di guerre civili che sfociano in massacri di massa, dividendo di fatto il mondo in due blocchi. Dopo un’esplosione nucleare di origine terroristica nel cuore della vecchia Europa emerge il nome di un sospettato: John Paul, misterioso linguista americano, ufficialmente consulente governativo nei paesi in via di sviluppo e immancabilmente presente ovunque si verifichi un episodio di pulizia etnica, sembra essere l’architetto dietro i genocidi che stanno gettando il mondo nel caos. Per ricercarlo viene quindi sguinzagliata una squadra di forze speciali sotto la guida dell'agente Clavis Shepherd, supersoldato e spia con licenza di uccidere che, come il resto dei suoi commandos nanotecnologici, è stato potenziato fisicamente ed emotivamente in modo da non provare dolore, paura e rimorso.
 
L'organo genocida recensione AnimeClick.it

 

“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.”
Giovanni 1,1-18


A grandi linee, L’organo genocida ricalca lo schema del classico Cuore di tenebra di Joseph Conrad, o, ancora meglio, della sua moderna incarnazione cinematografica, Apocalypse Now: un ufficiale ligio al dovere ma tormentato dal rimorso viene inviato in territorio nemico per stanare un suo ex collega ormai diventato un pericoloso rinnegato: quando il cacciatore raggiunge finalmente la sua preda, scopre che l'uomo che stava braccando è l'incarnazione di quell'ultima spinta di cui aveva bisogno per andare completamente oltre il limite. Un altro parallelo lo si può tracciare con Snow Crash di Neal Stephenson, in esso infatti si afferma il linguaggio come "codice sorgente" della "macchina" umana, e hackerare il linguaggio significa manipolare la mente delle persone: ma il virus di Stephenson funziona su base individuale, riprogrammando il cervello delle sue vittime, mentre l’organo genocida di Itoh ha un impatto su vasta scala e punta a riscrivere il sistema operativo di un’intera società.

Ne L’organo genocida i personaggi si muovono in uno scenario futuribile (la stesura del libro di Itoh risale al 2007) che mescola fatti realmente accaduti (l’attacco dell'11 settembre) alla finzione (la bomba atomica “sporca” esplosa a Sarajevo): "Il giorno in cui le torri gemelle di New York sono cadute qualcosa dentro di noi è cambiato", afferma Clavis, "la portata delle nostre libertà si è ridotta per permetterci di combattere il terrore". Consapevole di ciò a cui sta rinunciando, Clavis viene spedito nelle zone calde del pianeta a caccia di terroristi con esecuzioni mirate, ma pian piano inizia a nutrire dei dubbi morali sul suo “lavoro” e il suo percorso verso John Paul passa attraverso un terzo personaggio, Lucia Škroupova, insegnante di lingua ceca e femme fatale di cui Clavis si invaghisce, che per prima espone le teorie sul linguaggio e su come il cervello secerne grammatica e sintassi allo stesso modo in cui il pancreas secerne l'insulina. John Paul, nel perpetrare una tremenda vendetta contro gli uomini che hanno ridotto in cenere la sua famiglia, userebbe questa grammatica del genocidio per indurre le nazioni che sponsorizzano il terrorismo ad autodistruggersi attraverso un complesso sistema di messaggi subliminali in grado di liberare gli istinti omicidi delle persone. Questa teoria perversa andrebbe oltre la distruzione a breve termine di un gruppo etnico per mirare alla sopravvivenza a lungo termine della razza umana. “Noi due siamo uguali” dice John Paul a Clavis, e ciò che alla fine quest’ultimo vede in lui non è un mostro da eliminare ma una sorta di nemesi, una chiave per risolvere i dilemmi esistenziali che lo assillano.

In effetti la trama subisce una certa semplificazione rispetto al libro (e al manga), i tagli più evidenti riguardano Clavis e i suoi incubi: quando questi è tormentato dal rimorso per aver staccato la spina a sua madre dopo l’incidente d'auto che l'aveva ridotta in stato vegetativo; o quando gli si presentano i fantasmi di coloro a cui ha tolto la vita. Episodi che ci mostrano il personaggio sotto una luce diversa dal freddo sicario dei servizi segreti e ci fanno comprendere meglio il suo punto di vista.

Il suo lavoro consiste nell’uccidere senza pietà anche i bambini soldato, e il suo cervello è condizionato in modo aggressivo per non provare nulla al riguardo ma, nonostante le inibizioni, le emozioni riescono a trapelare in qualche modo attraverso la sua coscienza, e lo scopo del viaggio in fondo al suo “cuore di tenebra” non è appagamento personale o pace interiore, piuttosto ricerca di un senso di espiazione. “È il mio lavoro” viene ripetuto come un mantra da Clavis nel corso dell’avventura, ma John Paul saprà ribattere rinfacciandogli tutta la crudeltà scaturita da questa innocua affermazione da parte di uomini mediocri (Williams) durante lo sterminio nazista, alludendo a La banalità del male di Anna Aarendt.
 
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“Il linguaggio è un virus proveniente dallo spazio.”
William S. Burroughs


Nella scena di apertura si vede un turista che seleziona "giapponese" in un'app/audioguida sul suo telefono, un corto circuito meta discorsivo che da un lato fornisce un pretesto ai personaggi americani per parlare giapponese (che diventa italiano nel doppiaggio), dall’altro dichiara sin dall’inizio che il tema centrale sarà proprio il linguaggio. Infatti, gli elementi de L'organo genocida che sembrano avvicinarsi in modo più inquietante alla nostra realtà non sono tanto i bio-gadget utilizzati nelle sequenze di guerra tecnologica (che ricordano film come Zero Dark Thirty, 2012), bensì quelli che fanno riferimento a uno dei retaggi più antichi e ancestrali della comunicazione umana, appunto il linguaggio, in questo caso partendo dalla teoria della “grammatica generativa” usata come arma di sterminio di massa.

La grammatica generativa è una teoria linguistica sviluppata principalmente da Noam Chomsky che collega la nostra comprensione della realtà alla struttura delle lingue, sostenendo che la struttura profonda di una data lingua è fondamentalmente sempre simile (soggetto, verbo, predicato), uno scheletro ereditato da una grammatica innata e universale (da qui il doppio significato di “organo”, come parte del corpo e come strumento musicale). Questo linguaggio strutturale è poi riempito di parole che portano significati specifici, sullo strato superficiale della comunicazione. Ne L’organo genocida, John Paul è in grado di influenzare la struttura cognitiva di intere popolazioni agendo al livello di inconscio collettivo e innescando una spirale d'odio attraverso la semplice scrittura dei discorsi ufficiali dei capi di stato poi diffusi dai mass media.

Gli intriganti dialoghi a sfondo filosofico/antropologico/letterario tra Clavis, Lucie e John Paul spaziano da Il Castello di Kafka a L'impero del sole di James G. Ballard, da Goethe al misticismo della Bibbia, fino a toccare l'ipotesi Sapir-Whorf, conosciuta anche come "ipotesi della relatività linguistica". Nella sua forma più estrema, questa ipotesi assume che il modo di esprimersi determini il modo di pensare (fra gli esempi citati nel film del determinismo linguistico vi è lo studio di Whorf sul linguaggio degli Inuit, che usa differenti parole per indicare la neve).
 
Docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT), Noam Chomsky è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo. La teoria della grammatica generativa, di cui alcuni elementi essenziali sono già presenti nell'opera Syntactic Structures del 1957, si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale, elemento distintivo dell'uomo come specie animale, superando la concezione della linguistica tradizionale incentrata sullo studio delle peculiarità dei linguaggi parlati. L'influenza del pensiero di Chomsky va al di là della stessa linguistica, fornendo interessanti spunti di riflessione anche nell'ambito della filosofia, della psicologia, delle teorie evoluzionistiche, della neurologia e della matematica, come nel caso della "gerarchia di Chomsky". Noto anche per il suo attivismo ed impegno politico di ispirazione socialista libertaria, la costante e aspra critica nei confronti della politica estera di diversi paesi, in particolar modo degli Stati Uniti, così come l'analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale statunitense e mondiale.
 
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“What's the ugliest part of your body? What's the ugliest part of your body? Some say your nose. Some say your toes. But I think it's your mind!”
Frank Zappa


L'organo genocida ha avuto una produzione piuttosto travagliata. Nato sotto l'egida della storica major Toho, originariamente lo sviluppo del progetto era stato affidato a Manglobe (Samurai Champloo, Michiko & Hatchin), ma una volta completato circa il 30% del progetto la produzione ha dichiarato bancarotta passando la palla allo studio Geno che ha assunto un nuovo regista/sceneggiatore, Shuko Murase (Ergo Proxy, Witch Hunter Robin, Gangsta), che in questo caso si occupa anche di character designstoryboard, animazioni chiave e direzione generale delle animazioni.

Il tema dello sterminio di massa alza di molto la posta in gioco dei contenuti e il regista deve maneggiare un argomento molto delicato correndo il rischio di ridurlo a mero intrattenimento animato: il risultato è che in alcuni momenti questo viene evocato in modo un po’ approssimativo o con troppa leggerezza (ad esempio quando viene elencata tutta una serie di casi di genocidi realmente accaduti nel corso della storia senza però accennare minimamente a quanti e quali gruppi etnici specifici ne sono stati coinvolti), d'altronde propone un'interessante digressione sulla discendenza della famiglia di Kafka e sulla diaspora ebraica. Il film presenta un’escalation di sequenze di combattimento tanto spettacolari quanto drammatiche che si ispirano a veri scenari di guerra e che mettono a dura prova la sensibilità degli spettatori con scene splatter, crude e raccapriccianti, che non hanno nulla da invidiare a un’opera live action quanto a realismo.

Come già citato in precedenza, lo script sacrifica una parte interessante dell’introspezione del protagonista senza però togliere sostanza al soggetto, tutto concentrato sul complesso rapporto tra i personaggi e sulla teoria della grammatica generativa applicata al genocidio. Inoltre il film evita accuratamente di mostrare esplicitamente le terrorizzanti scene del finale (mostrate invece nel manga), lasciando all’immaginazione dello spettatore un epilogo più aperto e meno pessimistico.

Il comparto grafico gode di un eccellente lavoro di ambientazione, con i dettagliatissimi fondali che assomigliano in modo convincente alle loro controparti reali (particolare attenzione viene prestata alle strade di Praga), così come le scene nella foresta e nel veldt africano sono lussureggianti e immersive. Allo stesso modo, il character design completa il quadro complessivo dal sapore decisamente adulto della storia. Le animazioni, frutto di un attento lavoro di motion capturing, sono fluide e danno il meglio nelle adrenaliniche scene di battaglia (con inquadrature che rimandano ai classici FPS), nei giochi di luce e negli effetti particellari, e sono coadiuvate da un buon uso della CGI, sempre ben integrata e quasi mai fuori luogo, utilizzata per il movimento dei mezzi di trasporto (come auto, treni, aerei etc.).

La colonna sonora di Yoshihiro Ike è di ottima fattura, rimanda da un lato ai toni epici e sofisticati dei film di James Bond - 007, dall'altro alle atmosfere tese degli stealth games alla Metal Gear Solid. Nella parte iniziale ospita come musica di sorgente la celeberrima sonata Al chiaro di luna di Beethoven, mentre sui titoli di coda la scatenata canzone Reloaded del duo Egoist (Guilty Crown, Psycho-Pass, Kabaneri of the Iron Fortress) miscela in modo eclettico: canti gregoriani, indiavolati ritmi techno, stridenti sonorità industrial e vocalizzi distorti da filtri claustrofobici.
 
L'organo genocida recensione AnimeClick.it
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Con la sua ambiziosa messa in scena e i pregnanti spunti di riflessione sull’attualità, L’organo genocida risulta in definitiva una visione alquanto stimolante. L'idea che l’ascolto di una parola o l’osservazione di un'immagine possa scatenare la follia omicida è molto suggestiva ed già stata usata efficacemente come espediente narrativo in horror nipponici come Cure (1997) o Ring (1998), ma ciò che più inquieta ne L'organo genocida è come questa idea appaia meno fantasiosa e più verosimile, soprattutto se associata a certe dinamiche cui assistiamo nella vita reale.
"Se una persona sente troppe frasi contenenti la grammatica del genocidio si verifica un cambiamento in una parte del suo cervello (...) La sua bussola morale si spegne".
La nostra vulnerabilità a tali messaggi non è nuova, la vera novità è l’assuefazione e il modo in cui diventano qualcosa di diverso dalla propaganda, attraverso un’innocua "condivisione tra amici”, ed è proprio questa leggerezza a renderli subdoli e striscianti, soprattutto quando il messaggio è di odio e di sfiducia verso il prossimo. Da questo punto di vista le idee di Itoh potrebbero non aver unito tutti i pezzi del puzzle per creare il quadro complessivo che oggi abbiamo davanti agli occhi, ma ne ha raccolti abbastanza per far sembrare il suo racconto in qualche modo preveggente. Quando assistiamo all'inquinamento morale e al bombardamento delle fake news che si verifica ogni giorno all'interno delle camere d'eco e delle bolle epistemiche dei social media, con la propaganda xenofoba sottilmente camuffata per generare click a qualsiasi costo emotivo, probabilmente qualcuno sta suonando una qualche specie di organo genocida.
 

Dal 24 settembre è disponibile in home video grazie a Anime Factory e Yamato Video, sia in formato blu ray che in dvd.

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Dati tecnici edizione Blu Ray

Durata: 115 minuti (Extra esclusi)
Video: 1080p @24 1.78:1
Audio: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Giapponese 5.1 DTS-HD Master Audio
Sottotitoli: Italiano
Extra:
- Promotional video
- Commercial video
- Trailer
- Sequenza titoli originali
- Anteprime
- Booklet esclusivo di 28 pagine con disegni preparatori, illustrazioni, gallery, studi preparatori, note.
- Maxi Card della locandina cinematografica originale del film



Diamo uno sguardo ai contenuti del blu ray mentre in Gallery trovate alla fine la foto dell'unboxing di questa nuova edizione targata Anime Factory e Yamato Video