Viverci è difficile, ma non è colpa della città
Viverci è difficile, ma tu ce la farai, perché hai un sogno
Fatti forza, tu che sei al tuo primo anno a Tokyo!


Takehara Pistol, "Tokyo Ichinensei", 2014


In una Tokyo popolata da animali antropomorfi si muove il taxi di Hiroshi Odokawa, tricheco quarantenne asociale e solitario, che non parla mai molto di sé e non ha molti amici, ma che trasporta da una parte all'altra della città le persone più svariate e in qualche modo queste entrano nella sua vita, coinvolgendolo in un mistero che parte dalla sparizione di una studentessa liceale e si spande poi in differenti diramazioni...

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Odd Taxi è una produzione originale targata P.I.C.S. in collaborazione con OLM, diretta da Baku Kinoshita (il qualche ha anche ideato il character design originale) che ha lavorato ampiamente in altri campi dello spettacolo prima di cimentarsi nell'animazione, mentre la sceneggiatura è curata da Kazuya Konomoto. L'anime vi ricordiamo che è andato in onda su TV Tokyo in 13 episodi tra aprile e giugno 2021 ed è disponibile su Crunchyroll.

Quella che abbiamo di fronte è una serie stranissima e affascinante, che si presenta in un modo e poi è tutt'altro, ribaltando continuamente ciò che lo spettatore pensa. Sulle prime sembrava la classica commedia slice of life urbana condita con un po' di denuncia sociale e dove i personaggi sono animali antropomorfi, come va molto di moda negli ultimi anni, da Aggretsuko a Africa no Salaryman. E sì, c'è anche questo aspetto, ma Odd Taxi è principalmente e inaspettatamente un giallo e a renderlo unico è proprio il modo in cui lo slice of life di critica sociale e il thriller si intersecano alla perfezione.

Il giallo che parte dalla sparizione di una liceale di Nerima si arricchisce via via di misteri, risvolti, colpi di scena, domande, risposte che ci vengono date a poco a poco e quando meno te lo aspetti. In Odd Taxi nulla è ciò che sembra (in molti, troppi sensi) e ogni dettaglio ha il suo scopo e la sua ragion d'essere. Odokawa incontrerà nel corso della storia numerosi personaggi, e ognuno di loro ha una parte più o meno grande nel giallo e nel costruire l'impagabile atmosfera della serie: scimmie che cercano moglie con le dating app, gattine e cagnoline idol, ippotami youtuber che cercano la fama sul web, suricati poliziotto, medici gorilla e infermiere alpaca che fanno capoeira, mafiosi, rapper, attori di rakugo e comici del manzai e via dicendo.

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La Tokyo di Odd Taxi è estremamente viva e reale, nonostante l'uso di animali antropomorfi (rimane una cosa quasi puramente grafica, non vengono indagati psicologicamente in base alla loro razza come succede, ad esempio, in Zootopia o Beastars). Ognuno di questi personaggi ha la sua storia, e tutte queste piccole storie sono tasselli di un mosaico più grande che collega tutto. Perciò, anche quando, molto spesso, la serie si prende del tempo per parlare singolarmente dei personaggi, raccontare le loro storie e il loro passato, bisogna stare attenti, ci saranno sicuramente dei dettagli da cogliere che torneranno alla ribalta anche molto dopo. Non è raro che un personaggio secondario venga presentato, si spenda del tempo per parlare di lui, ti sembra che non serva a niente, ma poi tot puntate dopo, quando meno te lo aspetti, questo torni in qualche modo e si scopre che in realtà la sua storia ci aveva fornito un altro importante tassello che all'epoca ci era sfuggito.

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Percorrendo una strada che ormai ha perso di vista
il confine tra riconoscenza ed espiazione
Per soldi, sarei disposto a fare di tutto
Ma solo se avessi la garanzia che poi coi soldi potrei comprare tutto.


Takehara Pistol, "On the road", 2019


E' una serie da seguire con attenzione, Odd Taxi, perché è ricchissima di dettagli, non detti, mezze frasi, frasi buttate lì per caso, discorsi apparentemente futili (e ce ne sono tantissimi, dai programmi passati dalla radio del taxi di Odokawa alle conversazioni apparentemente triviali che fa con i suoi clienti), focus su oggetti o particolari apparentemente ininfluenti, ma poi tutto assume un senso, e risulta anche particolarmente stimolante riguardarlo daccapo sapendo già cose che ti saranno rivelate molto più avanti, si fa molta più attenzione a certi dettagli e si capisce quanto ben fatta sia la scrittura della serie. Basti pensare che anche solo il video della sigla iniziale ti butta lì un sacco di elementi apparentemente inutili ma se poi lo si riguarda una volta conclusa la serie ci si rende conto che, in realtà, ti aveva già detto tutto, ma tu non avevi gli elementi per capirlo.

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Te l'ho detto, non puoi cambiare il mondo con una canzone.
Non puoi cambiare le persone con una canzone.
Ciò che può cambiare il mondo
E' abbracciarlo con sincerità.
Ciò che può cambiare le persone
E' abbracciarle con sincerità.

Takehara Pistol, "Tatoeba Hiro, omae wa sou datta you ni", 2017


Odd Taxi non poteva essere ambientato in un'altra città. Tokyo è in un certo senso un personaggio della serie: il boss finale che tira le fila di tutto; proprio come se fosse un assassino che nella scena post credits del film si rivela essere ancora vivo e, beffandosi dei personaggi che credevano di averlo sconfitto, se la ride perché in realtà hanno sempre fatto il suo gioco e continueranno a farlo; colei che ai personaggi dà sogni e glieli toglie, li irretisce con promesse di fama e denaro rubando loro l'anima, li stressa, li plasma, li spinge a fare qualsiasi cosa, anche scendere a compromessi e sporcarsi le mani, per realizzare i propri desideri. Il palcoscenico della nostra storia è, inevitabilmente, la Tokyo degli enormi grattacieli di Shinjuku e Shibuya, dove nascono, crescono e muoiono mode, vite, sogni. I nostri personaggi sono tutti alla ricerca di un sogno: chi cerca l'amore, chi vuole diventare famoso, chi vuole diventare ricco. C'è chi, per realizzare il proprio sogno, abbandona i propri amici; chi si allontana dalla propria famiglia; chi impazzisce, chi perde di vista ciò che era. Si intersecano perfettamente nel nostro giallo i vari tipi di critica sociale che la serie ci offre. Da quella al mondo dello spettacolo, dove per raggiungere la fama devi essere disposto ad abbandonare tutto e tutti, anche te stesso; a quella al mondo del lavoro, alla scuola, alla società stessa, le quali stressano talmente tanto la gente da creare mostri che ricercano la felicità in personaggi di finzione, vip, videogiochi, al punto da diventarne ossessionati e perdere la propria anima.

Odd Taxi non manca di avere personaggi cinici, tristi, squallidi, ma in certe cose tristemente realistici e inequivocabilmente giapponesi. Eppure, si sforza di dare alla quasi totalità di loro una speranza, a farci capire il perché del loro comportamento, come si vede proprio dal nostro Odokawa, che ha vissuto una vita non facile ma ha sempre un izakaya dove tornare la sera e degli amici sinceri su cui può sempre contare, anche se lui non se ne rende conto.

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I disegni di Odd Taxi sono molto semplici e simpatici: animali disegnati con pochi tratti ma immediatamente riconoscibili, con tratti distintivi che li rendono unici e su cui poi gli autori si divertono a giocare in vari modi: gli occhi spioventi di Odokawa, la barba del dottor Goriki, la peluria bicolor del gangster Dobu, la cicatrice sul volto del bodyguard Sekiguchi, i vaporosi capelli dell'idol barboncina Nikaido sono tutti segni particolari che poi in qualche modo ritornano. I personaggi si muovono in una Tokyo fatta di grattacieli, strade, ponti, locali ovviamente dipinti in maniera realistica, per aiutare il coinvolgimento nel nostro thriller urbano in salsa di soia. I dialoghi sono estremamente brillanti: mezze frasi, non detti, dialetti, cose apparentemente inutili ma in realtà importanti, giochi di parole, gag. Il doppiaggio è particolarissimo: un Natsuki Hanae evidentemente sotto steroidi, nel ruolo di Odokawa, guida un cast di talent, comici, musicisti prestati per dar voce a questi animali antropomorfi così bizzarri eppure allo stesso tempo così un realistico specchio di Tokyo e dei suoi abitanti. E che dire del tapiro boss della mafia con la voce (Takaya Kuroda) di Kazuma Kiryu, celeberrimo protagonista della serie Yakuza?
La serie gioca in continuazione col mondo della comicità, con la radio del taxi e i numerosi schermi televisivi di Shinjuku e Shibuya che mandano di continuo gli sketch di varie coppie di comici manzai, alcuni dei quali hanno anche un ruolo importante nella storia, e gioca di continuo anche con la musica. Basti pensare al personaggio di Yano, mafioso-rapper che parla esclusivamente in rima e ha avuto anche l'onore di ottenere una spassosissima canzone a lui interamente dedicata.


La sigla iniziale, "Odd Taxi" di Skirt e Punpee, è in stile rap ed è stata accompagnata da un music video estremamente significativo, girato (ovviamente) tra Shibuya e Shinjuku, con i cantanti reali che si intersecano coi personaggi animati e i molti talent che gli hanno prestato la voce a fare camei. La sigla finale "Sugarless Kiss", invece, cambia completamente registro, essendo la classica canzoncina "moe moe kyun" allegra e caramellosa, ma il testo della canzone in realtà nasconde anche altro, come ci si aspetta da Odd Taxi.
È la tipica canzoncina da idol femminili, queste ultime anche un elemento molto importante nella storia, eseguita dalla doppiatrice della barboncina Nikaido, Suzuko Mimori (che di idol se ne intende...) e accompagnata dalle doppiatrici delle altre idol della serie nel relativo video musicale.
A metà serie, Odd Taxi ci regala anche una bella chicca abbastanza significativa: la ending speciale del sesto episodio, "Kabe no mukou ni waraigoe ga kikoemashita ka?" ("Hai sentito una voce ridere da aldilà del muro?"), eseguita dal comico-cantante Tony Frank. Una canzone folk dal sapore delle tantissime ballad costantemente passate dalle radio giapponesi (come, tu guarda, quella del taxi di Odokawa), un po' sullo stile dei brani di Eisukeichi Takeda o del cantante-attore Takehara Pistol, che parla delle difficoltà di un duo di comici manzai, e non a caso viene proposta in parallelo, anche nel relativo video musicale, alle vicende di Baba e Shibagaki, duo di comici molto importante per la trama.

 

Odd Taxi è una delle produzioni più originali, interessanti, curate e significative dell'ultimo periodo, che ha ovviamente conquistato il cuore dei giapponesi adulti e che è stata lanciata con in parallelo anche un adattamento manga, un audio drama che svela nuovi dettagli della storia e persino l'account Twitter di Taichi Kabasawa, uno dei personaggi della serie, che posta davvero i tweet da lui scritti nelle puntate, importanti per la vicenda. Un thriller urbano dall'anima profondamente giapponese che non manca di conquistare i suoi spettatori portandoli dentro una storia dove nulla è ciò che sembra, ogni dettaglio è importante e ci dice molto più di quanto ci sembri all'inizio. La psicologia dei personaggi è scritta benissimo e ci si affeziona a tutti quanti, l'atmosfera di una Tokyo ricchissima di luci e ombre è resa in maniera splendida e la storia è intrigantissima, anche se procede a piccoli passi ed è molto discorsiva, quindi magari all'inizio può risultare pesante perché sembra che si indugi in particolari inutili. Non lo saranno.
Gli posso imputare, personalmente, soltanto un difetto, ossia quegli ultimissimi secondi del finale che ci portano verso una direzione che, per quanto solo suggerita, non ho gradito molto. Ma non cambia le emozioni che questo viaggio in taxi attraverso il bene e il male di Tokyo mi ha regalato lungo tutto il percorso. Una serie interessantissima e diversa dal solito, che magari non piacerà a tutti, ma non manca di incantare per vari motivi e senza dubbio vale un'occhiata, riuscirà a farsi amare e ricordare.