Che il Giappone guardi con occhio benevolo al vivace talento della mangaka Yama Wayama, è cosa evidente da numerosi fattori; il più recente di questi è senz'altro il duplice adattamento animato dedicato alle opere Andiamo al Karaoke! (Karaoke Iko!) e Captivated, by You (Muchū sa, Kimi ni.) che ha debuttato in streaming su Crunchyroll tra i mesi di luglio e agosto 2025.

Ricordiamo che l'annuncio era giunto a ottobre dello scorso anno e che il progetto ha potuto contare anche sulla presentazione sul palco del KyoMAF (Kyoto International Manga&Anime Fair) di Kyoto lo scorso 20 settembre 2025.
Entrambe le miniserie si compongono di cinque episodi, con Let's go Karaoke! che ha fatto capolino con i primi quattro lo scorso 24 luglio e gode di uno speciale extra, rilasciato al termine della messa in streaming dei quattro capitoli di Captivated, by You, iniziata il 21 agosto.
Sulla carta, ad accomunare le serie parrebbe che non vi possa essere quasi nulla, al di fuori di giovani protagonisti in ambo i casi scolari; chi si approccia alle creature di Wayama dopo averne saggiato un manga o una trasposizione live action delle sue opere ben sa, tuttavia, che non fungono da discriminanti l'età, l'estrazione sociale dei personaggi e nemmeno l'ambientazione scolastica o il genere slice-of-life delle vicende.
Ciò che rende immediatamente riconoscibili i suoi personaggi è che tutti condividono una qualche sorta di 'anomalia', una mancanza di allineamento rispetto alla -presunta- uniformità di cui si fa vanto in ogni contesto il Paese del Sol Levante. Si tratta di una atipicità che li rende decisamente fuori dell'ordinario, e al contempo straordinariamente ordinari.

Difficile, infatti, pensare di vedere affiancati uno studente di scuola media e un uomo adulto della yakuza, eppure le incalzanti interazioni dei protagonisti di Let's go Karaoke! hanno il loro focus precisamente su questa bizzarra accoppiata; lo sfondo di una sala da karaoke contribuisce a rendere il quadro ancor meno logico da focalizzare.
Come già esplicato nell'approfondimento dedicato all'omonimo manga, volume unico pubblicato da Dynit Manga per l'Italia, è fin troppo facile attribuire un potere speciale del tutto intangibile ai karaoke, luoghi amatissimi dai giapponesi: le loro stanze insonorizzate fungono alla stregua di una sorta di dimensione parallela, in cui può avvenire tutto e il contrario di tutto, dove si può osare l'impossibile, dove l'onta e la gloria si alternano senza soluzione di continuità, ma senza che il 'mondo fuori' ne abbia coscienza.

"I Karaoke di notte hanno il potere di rimbecillire la gente"
Kyoji Narita
Chi 'nel mondo fuori' non brilla, può rinchiudersi in una saletta e sfogarsi cantando, per dimenticare l'infelicità e le frustrazioni, magari rivelando persino insospettabili dote vocali; così come chi nella quotidianità è radicato nella malavita dei clan yakuza, tra violenza e intimidazioni, può provare vivo terrore all'idea di dover cantare al meglio delle proprie capacità, al solo scopo di avere salva la vita.
Nel far incrociare la figura -che oscilla pur sempre al limite tra luce e ombra- dello yakuza Narita con le pene adolescenziali del giovane Satomi, Wayama da' così vita a un vicendevole scambio tanto assurdo quanto formativo per entrambi.

A Satomi i problemi di Narita non interessano affatto, per la verità; il ragazzino vede schiudersi in sè i primi segni dell'adolescenza, che finiscono per coinvolgere anche la purezza della propria voce. Egli vive pertanto con malcelato fastidio il tempo che Narita lo obbliga a trascorrere al karaoke, ma Wayama sa tratteggiare abilmente il rapporto decisamente inconsueto che va stabilendosi tra i due, dando prova di uno sguardo incredibilmente acuto e nondimeno sornione; ecco perché, come tutte le amicizie nate nei luoghi e nei modi più improbabili, il legame tra Satomi e Kyoji riesce a diventare per entrambi qualcosa di ben più importante e radicato di quanto i due potessero prospettarsi.
In tal senso è impeccabile il lavoro di adattamento svolto dalla regista Asami Nakatani (Arakawa under the bridge, Hidamari Sketch X) con l'assistenza di Yukiko Tsukahara (Alya sometimes hides her feelings in Russian) per la Doga Kobo (Fullmetal Alchemist, Eden of the East, Oshi no Ko), unitamente alla supervisione alla sceneggiatura condotta da Yoshimi Narita (Twilight Out of Focus, Dance Dance Danseur).

Curioso -o forse non così tanto, a ben vedere- che anche il rapporto del duo di Let's go Karaoke! finisca per essere ben descritto da quel 'Captivated, by you' (ovvero 'sono affascinato da te') che da' il titolo all'altra raccolta di episodi del progetto, prendendo vita dall'omonimo manga anch'esso già pubblicato nel nostro Paese, sempre da Dynit Manga.
Wayama gioca nel far crescere ciascuno dei suoi personaggi, e gli episodi animati li ritraggono tutti con solerte e minuziosa fedeltà in ogni aspetto, compresa la vivacità dei battibecchi di Satomi e Narita in un esuberante dialetto del Kansai.
Satomi, tanto introverso quanto capace di svelare un inedito lato tsundere, prende vita con l'intensa interpretazione di Shun Horie (Rent-a-girlfriend, AoAshi, Blue Miburo, Sarazanmai), mentre il veterano Daisuke Ono sa conferire con compassata maestria le svariate sfumature della personalità apparentemente semplicistica di Narita.
Come si può ben intuire, la storia evoca inoltre una compilation musicale di tutto rispetto, sublimata dalla celeberrima canzone "Kurenai" ('Rosso cremisi') degli X Japan del 1985 in cui le vicende culminano, in un crescendo intenso ed emozionante.
Piuttosto calzanti alla briosa atmosfera generale dell'opera sono anche le musiche di Takurō Iga (Trillion Game, Oshi no Ko), che in certi frangenti contribuiscono ad acuire quel senso di sottile humour che pervade tanto Let's go Karaoke! quanto Captivated, by you.

Si sorride, nel seguire le vicende dei diversi personaggi che si susseguono in Captivated, by you, perché i suoi protagonisti si danno a far cose sciocche eppur non mancano certo di uno spirito brillante, e non dimenticano mai di farlo presente attraverso dialoghi diretti e persino sfacciati.
Hayashi, Matsuya, Ema, Komatsu, Yamada, Nikaido, Medaka e i loro compagni sono figure di liceali normalissimi e in un certo qual modo speciali allo stesso tempo; diverte vederli alle prese con le loro piccole e grandi stranezze, che trasformano giorni di scuola uguali a tanti altri in momenti corredati da eventi memorabili. Generano crepe lievi, ma tangibili, sulle pareti dell'ordinarietà di un tran tran quotidiano in cui parrebbe non ci sia mai nulla di speciale da poter fare o da ricordare.

Forse non sembrano appartenerci i guizzi di bizzarria di Hayashi, che si presenta a casa dell'amico travisato da panda gigante, che compone parole giocando sui social con i kanji e che mette a seccare patate dolci al sole sulle tele vuote dell'aula d'arte; la dimensione in apparenza 'solitaria' che il giovane costruisce attorno a sé, tuttavia, non è una bolla di isolamento ma semmai il contrario. Senza nemmeno esserne consapevole, egli riesce invece a varcare la soglia, 'contagiare' anche i compagni di scuola e contribuire a tessere con loro e tra loro legami e relazioni imprevedibili. Persino Nikaido, che pare essergli diametralmente opposto, fa scaturire in chi ha accanto delle reazioni paradossalmente simili ad Hayashi.
Il messaggio di fondo è tanto semplice quanto dirompente: essere anomali, strani o atipici non deve necessariamente vedersi come un 'disturbo' al sistema e condurre all'isolamento dell'individuo. Tutto quanto ci appartiene, invece, può fungere da innesco positivo e invitante nei confronti degli altri, consentendo di aprirci senza il timore di un secco rifiuto, e di scoprire lati altrui e di noi stessi di cui magari a nostra volta non eravamo consci, men che meno orgogliosi.

Le vicende seguono un ritmo pacato e piacevole, senza forzare né affrettare il passo dettato nel manga originale; esse giungono a conclusione fin troppo rapidamente, dato il numero esiguo di episodi. Quest'ultimo rappresenta tuttavia un limite solo nella misura in cui lascia nello spettatore il forte desiderio di poterne seguire altri, a raccontare nuove estrose storie.
Calde e morbidamente sfumate sono le performance dei doppiatori Kenshō Ono nel ruolo di Miyoshi Hayashi, di Kōki Uchiyama su Jōji Ema, Yūki Ono nei panni di Yūichi Medaka e Nobuhiko Okamoto nel ruolo di Akira Nikaidō.
Se poi il character design di Mai Matsuura sa trasmettere con efficacia il peculiare ed espressivo tratto grafico di Yama Wayama, che trae ammirata ispirazione anche da quello del maestro Junji Ito, la palette di colori mantiene altrettanto bene le promesse richiamate nella sgargiante duplice visual promozionale del progetto.
Vivaci e orecchiabili, le sigle di apertura e chiusura per Captivated, by you sono "Rubble”, interpretata da Keina Suda e "Bitansan Adolescence" eseguita dai doppiatori Daiki Yamashita e Tasuku Hatanaka; Let's go Karaoke! si presenta invece con "Howl" di Ayumu Imazu, che in forza della serie avrebbe probabilmente potuto rendere con maggior efficacia in un formato grafico che riprendesse a tutti gli effetti un karaoke.
Per nessuna delle due opere si tratta tuttavia del primo adattamento: Captivated by You era stata trasposta in una brillante miniserie televisiva dal vivo andata in onda a gennaio 2021, e distribuita per alcuni anni sulla piattaforma streaming Viki anche in Italia. Andiamo al Karaoke! era invece arrivato nei cinema giapponesi a gennaio 2024 per tramite di una pellicola live action con protagonisti gli attori Gō Ayano e il giovanissimo Jun Saitō; il film è tuttavia inedito nel nostro Paese.

Ricordiamo che il manga di Andiamo al karaoke! era nato come dōjinshi auto-prodotta e pubblicata nel 2019 per il Comitia, evento che fa incontrare aspiranti autori, fan e curiosi; al pari della precedente Captivated by you, nata al medesimo modo, anch'essa diviene da quel momento in avanti oggetto di una vivace attenzione da parte del pubblico e della critica nipponica, i quali mantengono sin da allora lo sguardo fisso su un'artista precoce e piuttosto talentuosa.
Così come nei manga di origine, anche nelle due serie animate le venature boys' love sono sottili, presenti ma non preponderanti; proprio perché le vicende narrate non spostano mai troppo esplicitamente il focus dalla commedia alla potenziale componente romantica, ciascun episodio è apprezzabile da qualunque tipo di pubblico.
La matrice boys' love deriva dalle influenze maturate dalla Wayama ai tempi del liceo e, per sua stessa ammissione, indugiare su un confine labile è una precisa scelta nelle sue storie, con l'intento di lasciarne ogni sfumatura di interpretazione libera a ciascun lettore.

Oltre ai due volumi unici cartacei, dalla Wayama è inoltre disponibile in Italia anche la serie Hoshi in the Girls' Garden (Onna no Sono no Hoshi), nonché il sequel di Andiamo al Karaoke!, ovvero Andiamo al family restaurant.
Tutte le opere, serializzate in patria per Shodensha, erano state candidate al prestigioso Manga Taisho tra il 2020 e il 2021.

Ricordiamo che l'annuncio era giunto a ottobre dello scorso anno e che il progetto ha potuto contare anche sulla presentazione sul palco del KyoMAF (Kyoto International Manga&Anime Fair) di Kyoto lo scorso 20 settembre 2025.
Entrambe le miniserie si compongono di cinque episodi, con Let's go Karaoke! che ha fatto capolino con i primi quattro lo scorso 24 luglio e gode di uno speciale extra, rilasciato al termine della messa in streaming dei quattro capitoli di Captivated, by You, iniziata il 21 agosto.
Sulla carta, ad accomunare le serie parrebbe che non vi possa essere quasi nulla, al di fuori di giovani protagonisti in ambo i casi scolari; chi si approccia alle creature di Wayama dopo averne saggiato un manga o una trasposizione live action delle sue opere ben sa, tuttavia, che non fungono da discriminanti l'età, l'estrazione sociale dei personaggi e nemmeno l'ambientazione scolastica o il genere slice-of-life delle vicende.
Ciò che rende immediatamente riconoscibili i suoi personaggi è che tutti condividono una qualche sorta di 'anomalia', una mancanza di allineamento rispetto alla -presunta- uniformità di cui si fa vanto in ogni contesto il Paese del Sol Levante. Si tratta di una atipicità che li rende decisamente fuori dell'ordinario, e al contempo straordinariamente ordinari.

Difficile, infatti, pensare di vedere affiancati uno studente di scuola media e un uomo adulto della yakuza, eppure le incalzanti interazioni dei protagonisti di Let's go Karaoke! hanno il loro focus precisamente su questa bizzarra accoppiata; lo sfondo di una sala da karaoke contribuisce a rendere il quadro ancor meno logico da focalizzare.
Come già esplicato nell'approfondimento dedicato all'omonimo manga, volume unico pubblicato da Dynit Manga per l'Italia, è fin troppo facile attribuire un potere speciale del tutto intangibile ai karaoke, luoghi amatissimi dai giapponesi: le loro stanze insonorizzate fungono alla stregua di una sorta di dimensione parallela, in cui può avvenire tutto e il contrario di tutto, dove si può osare l'impossibile, dove l'onta e la gloria si alternano senza soluzione di continuità, ma senza che il 'mondo fuori' ne abbia coscienza.

"I Karaoke di notte hanno il potere di rimbecillire la gente"
Kyoji Narita
Chi 'nel mondo fuori' non brilla, può rinchiudersi in una saletta e sfogarsi cantando, per dimenticare l'infelicità e le frustrazioni, magari rivelando persino insospettabili dote vocali; così come chi nella quotidianità è radicato nella malavita dei clan yakuza, tra violenza e intimidazioni, può provare vivo terrore all'idea di dover cantare al meglio delle proprie capacità, al solo scopo di avere salva la vita.
Nel far incrociare la figura -che oscilla pur sempre al limite tra luce e ombra- dello yakuza Narita con le pene adolescenziali del giovane Satomi, Wayama da' così vita a un vicendevole scambio tanto assurdo quanto formativo per entrambi.

Il quindicenne Satomi Oka è a capo del club di canto corale della scuola, all'ultimo anno delle medie. Durante una rassegna, egli s'imbatte in un uomo adulto incuriosito dalla sua voce: solo quando Kyoji Narita gli porge il biglietto da visita, il ragazzino apprende di trovarsi di fronte a un esponente della yakuza, che gli chiede con cortesia di fargli compagnia al karaoke, ascoltarlo cantare e fornirgli tutte le indicazioni utili per migliorare i suoi vocalizzi.
La posta in gioco è altissima: poiché il boss di Narita ama cantare e decide di punire dolorosamente i propri sottoposti sulla base dei perdenti alle competizioni canore da lui indette, la sopravvivenza va di pari passo con le abilità di ciascuno ai gorgheggi.
La posta in gioco è altissima: poiché il boss di Narita ama cantare e decide di punire dolorosamente i propri sottoposti sulla base dei perdenti alle competizioni canore da lui indette, la sopravvivenza va di pari passo con le abilità di ciascuno ai gorgheggi.
A Satomi i problemi di Narita non interessano affatto, per la verità; il ragazzino vede schiudersi in sè i primi segni dell'adolescenza, che finiscono per coinvolgere anche la purezza della propria voce. Egli vive pertanto con malcelato fastidio il tempo che Narita lo obbliga a trascorrere al karaoke, ma Wayama sa tratteggiare abilmente il rapporto decisamente inconsueto che va stabilendosi tra i due, dando prova di uno sguardo incredibilmente acuto e nondimeno sornione; ecco perché, come tutte le amicizie nate nei luoghi e nei modi più improbabili, il legame tra Satomi e Kyoji riesce a diventare per entrambi qualcosa di ben più importante e radicato di quanto i due potessero prospettarsi.
In tal senso è impeccabile il lavoro di adattamento svolto dalla regista Asami Nakatani (Arakawa under the bridge, Hidamari Sketch X) con l'assistenza di Yukiko Tsukahara (Alya sometimes hides her feelings in Russian) per la Doga Kobo (Fullmetal Alchemist, Eden of the East, Oshi no Ko), unitamente alla supervisione alla sceneggiatura condotta da Yoshimi Narita (Twilight Out of Focus, Dance Dance Danseur).

Curioso -o forse non così tanto, a ben vedere- che anche il rapporto del duo di Let's go Karaoke! finisca per essere ben descritto da quel 'Captivated, by you' (ovvero 'sono affascinato da te') che da' il titolo all'altra raccolta di episodi del progetto, prendendo vita dall'omonimo manga anch'esso già pubblicato nel nostro Paese, sempre da Dynit Manga.
Wayama gioca nel far crescere ciascuno dei suoi personaggi, e gli episodi animati li ritraggono tutti con solerte e minuziosa fedeltà in ogni aspetto, compresa la vivacità dei battibecchi di Satomi e Narita in un esuberante dialetto del Kansai.
Satomi, tanto introverso quanto capace di svelare un inedito lato tsundere, prende vita con l'intensa interpretazione di Shun Horie (Rent-a-girlfriend, AoAshi, Blue Miburo, Sarazanmai), mentre il veterano Daisuke Ono sa conferire con compassata maestria le svariate sfumature della personalità apparentemente semplicistica di Narita.
Come si può ben intuire, la storia evoca inoltre una compilation musicale di tutto rispetto, sublimata dalla celeberrima canzone "Kurenai" ('Rosso cremisi') degli X Japan del 1985 in cui le vicende culminano, in un crescendo intenso ed emozionante.
Piuttosto calzanti alla briosa atmosfera generale dell'opera sono anche le musiche di Takurō Iga (Trillion Game, Oshi no Ko), che in certi frangenti contribuiscono ad acuire quel senso di sottile humour che pervade tanto Let's go Karaoke! quanto Captivated, by you.

Si sorride, nel seguire le vicende dei diversi personaggi che si susseguono in Captivated, by you, perché i suoi protagonisti si danno a far cose sciocche eppur non mancano certo di uno spirito brillante, e non dimenticano mai di farlo presente attraverso dialoghi diretti e persino sfacciati.
In Captivated by You la storia si forma attraverso i racconti paralleli e incrociati di alcuni giovani liceali: Miyoshi Hayashi non è colui che si definirebbe il classico normale studente, poiché non disdegna ingenue eccentricità. Il ragazzo ama affrontare la vita seguendo il proprio ritmo e rimanendo impassibilmente fedele a se stesso, nonostante ciò che gli altri potrebbero pensare di lui. Proprio tale franchezza, in verità, fa sì che Hayashi abbia la capacità di attirare discretamente l'attenzione delle persone, anche senza volerlo.
Mentre lui abbraccia il lato più leggero della vita e attira gli altri verso quella luce, il liceale Akira Nikaido fa esattamente il contrario: il ragazzo ha lavorato duramente per costruirsi una maschera oscura, attraverso cui tenere gli altri lontani. Nikaido trasuda tristezza e malinconia e chiunque considera la sua presenza un cattivo presagio, tranne il compagno di classe Medaka: dopo aver scorto il ragazzo dietro la maschera, Medaka è determinato a scalfirla per far uscire il compagno dal guscio e riportarlo alla luce.
Mentre lui abbraccia il lato più leggero della vita e attira gli altri verso quella luce, il liceale Akira Nikaido fa esattamente il contrario: il ragazzo ha lavorato duramente per costruirsi una maschera oscura, attraverso cui tenere gli altri lontani. Nikaido trasuda tristezza e malinconia e chiunque considera la sua presenza un cattivo presagio, tranne il compagno di classe Medaka: dopo aver scorto il ragazzo dietro la maschera, Medaka è determinato a scalfirla per far uscire il compagno dal guscio e riportarlo alla luce.
Hayashi, Matsuya, Ema, Komatsu, Yamada, Nikaido, Medaka e i loro compagni sono figure di liceali normalissimi e in un certo qual modo speciali allo stesso tempo; diverte vederli alle prese con le loro piccole e grandi stranezze, che trasformano giorni di scuola uguali a tanti altri in momenti corredati da eventi memorabili. Generano crepe lievi, ma tangibili, sulle pareti dell'ordinarietà di un tran tran quotidiano in cui parrebbe non ci sia mai nulla di speciale da poter fare o da ricordare.

Forse non sembrano appartenerci i guizzi di bizzarria di Hayashi, che si presenta a casa dell'amico travisato da panda gigante, che compone parole giocando sui social con i kanji e che mette a seccare patate dolci al sole sulle tele vuote dell'aula d'arte; la dimensione in apparenza 'solitaria' che il giovane costruisce attorno a sé, tuttavia, non è una bolla di isolamento ma semmai il contrario. Senza nemmeno esserne consapevole, egli riesce invece a varcare la soglia, 'contagiare' anche i compagni di scuola e contribuire a tessere con loro e tra loro legami e relazioni imprevedibili. Persino Nikaido, che pare essergli diametralmente opposto, fa scaturire in chi ha accanto delle reazioni paradossalmente simili ad Hayashi.
Il messaggio di fondo è tanto semplice quanto dirompente: essere anomali, strani o atipici non deve necessariamente vedersi come un 'disturbo' al sistema e condurre all'isolamento dell'individuo. Tutto quanto ci appartiene, invece, può fungere da innesco positivo e invitante nei confronti degli altri, consentendo di aprirci senza il timore di un secco rifiuto, e di scoprire lati altrui e di noi stessi di cui magari a nostra volta non eravamo consci, men che meno orgogliosi.

Le vicende seguono un ritmo pacato e piacevole, senza forzare né affrettare il passo dettato nel manga originale; esse giungono a conclusione fin troppo rapidamente, dato il numero esiguo di episodi. Quest'ultimo rappresenta tuttavia un limite solo nella misura in cui lascia nello spettatore il forte desiderio di poterne seguire altri, a raccontare nuove estrose storie.
Calde e morbidamente sfumate sono le performance dei doppiatori Kenshō Ono nel ruolo di Miyoshi Hayashi, di Kōki Uchiyama su Jōji Ema, Yūki Ono nei panni di Yūichi Medaka e Nobuhiko Okamoto nel ruolo di Akira Nikaidō.
Se poi il character design di Mai Matsuura sa trasmettere con efficacia il peculiare ed espressivo tratto grafico di Yama Wayama, che trae ammirata ispirazione anche da quello del maestro Junji Ito, la palette di colori mantiene altrettanto bene le promesse richiamate nella sgargiante duplice visual promozionale del progetto.
Captivated, by you ~ Daiki Yamashita x Tasuku Hatanaka "Bitansan Adolescence"
Vivaci e orecchiabili, le sigle di apertura e chiusura per Captivated, by you sono "Rubble”, interpretata da Keina Suda e "Bitansan Adolescence" eseguita dai doppiatori Daiki Yamashita e Tasuku Hatanaka; Let's go Karaoke! si presenta invece con "Howl" di Ayumu Imazu, che in forza della serie avrebbe probabilmente potuto rendere con maggior efficacia in un formato grafico che riprendesse a tutti gli effetti un karaoke.
Per nessuna delle due opere si tratta tuttavia del primo adattamento: Captivated by You era stata trasposta in una brillante miniserie televisiva dal vivo andata in onda a gennaio 2021, e distribuita per alcuni anni sulla piattaforma streaming Viki anche in Italia. Andiamo al Karaoke! era invece arrivato nei cinema giapponesi a gennaio 2024 per tramite di una pellicola live action con protagonisti gli attori Gō Ayano e il giovanissimo Jun Saitō; il film è tuttavia inedito nel nostro Paese.

Ricordiamo che il manga di Andiamo al karaoke! era nato come dōjinshi auto-prodotta e pubblicata nel 2019 per il Comitia, evento che fa incontrare aspiranti autori, fan e curiosi; al pari della precedente Captivated by you, nata al medesimo modo, anch'essa diviene da quel momento in avanti oggetto di una vivace attenzione da parte del pubblico e della critica nipponica, i quali mantengono sin da allora lo sguardo fisso su un'artista precoce e piuttosto talentuosa.
Così come nei manga di origine, anche nelle due serie animate le venature boys' love sono sottili, presenti ma non preponderanti; proprio perché le vicende narrate non spostano mai troppo esplicitamente il focus dalla commedia alla potenziale componente romantica, ciascun episodio è apprezzabile da qualunque tipo di pubblico.
La matrice boys' love deriva dalle influenze maturate dalla Wayama ai tempi del liceo e, per sua stessa ammissione, indugiare su un confine labile è una precisa scelta nelle sue storie, con l'intento di lasciarne ogni sfumatura di interpretazione libera a ciascun lettore.

Oltre ai due volumi unici cartacei, dalla Wayama è inoltre disponibile in Italia anche la serie Hoshi in the Girls' Garden (Onna no Sono no Hoshi), nonché il sequel di Andiamo al Karaoke!, ovvero Andiamo al family restaurant.
Tutte le opere, serializzate in patria per Shodensha, erano state candidate al prestigioso Manga Taisho tra il 2020 e il 2021.
"Le cose buone non accadono semplicemente aspettando.
Corri, Yamada!"
Corri, Yamada!"

Di frasi incisive e parole profetiche sia Let's go Karaoke! (Karaoke Iko!) che Captivated by You (Muchū sa, Kimi ni.) fanno il loro profilo distintivo, unitamente al taglio marcatamente slice-of-life e nondimeno atipico che caratterizza le vicende dei tanti protagonisti. Poiché niente è come appare.
Seguire i racconti di una tale bizzarra quotidianità può forse sembrare come "qualcosa di non necessario, ma non completamente inutile. Come le cose che fai tu," suggerisce il giovane Ema al singolare compagno di scuola Hayashi. Per tutta risposta, quest'ultimo sorride, luminoso come mai prima, perché certo di aver trovato, infine, una corrispondenza profonda, una connessione cerebrale -e non solo- preziosa e non scontata. E precisamente come loro due e i personaggi che stanno loro accanto, tra un indimenticabile canto al karaoke, un portafogli grigliato e un provvidenziale caffelatte, anche lo spettatore saprà certamente trarre un grado di soddisfazione non indifferente nel seguire le due frizzanti e gradevolissime mini-serie approdate da noi in estate, facendosi implicitamente contagiare dal loro spumeggiante brio.
Seguire i racconti di una tale bizzarra quotidianità può forse sembrare come "qualcosa di non necessario, ma non completamente inutile. Come le cose che fai tu," suggerisce il giovane Ema al singolare compagno di scuola Hayashi. Per tutta risposta, quest'ultimo sorride, luminoso come mai prima, perché certo di aver trovato, infine, una corrispondenza profonda, una connessione cerebrale -e non solo- preziosa e non scontata. E precisamente come loro due e i personaggi che stanno loro accanto, tra un indimenticabile canto al karaoke, un portafogli grigliato e un provvidenziale caffelatte, anche lo spettatore saprà certamente trarre un grado di soddisfazione non indifferente nel seguire le due frizzanti e gradevolissime mini-serie approdate da noi in estate, facendosi implicitamente contagiare dal loro spumeggiante brio.
I collegamenti ad Amazon fanno parte di un programma di affiliazione: se effettui un acquisto o un ordine attraverso questi collegamenti, il nostro sito potrebbe ricevere una commissione.
Pro
- Due serie in una, composte da poche episodi...
- Tributo ironico e affettuoso al karaoke...
- Situazioni piacevolmente bizzarre e irriverenti: dialoghi diretti, sfacciati, con nonsense e humour sottile e acuto
- Protagonisti ordinari e al contempo atipici
- Adattamenti rispettosi e fedelissimi dei manga di origine
- Ottimi racconti di crescita e formazione
- Storie semplici ma fresche, briose e divertenti, adatte a un pubblico ampio
- Cast di doppiaggio di alto livello
- Ottimo comparto tecnico tra regia, sceneggiatura e sonoro, con musiche calzanti
- Tratto grafico preciso e pulito, palette di colori vivida e brillante
- [Karaoke] Azzeccata compilation musicale, stupendo tributo a "Kurenai"
- [Karaoke] Il Kansaiben
Contro
- ... che si concludono fin troppo rapidamente, lasciando il desiderio di "volerne ancora"
- ... in Let's go Karaoke! ci sarebbe voluta la sigla "karaokabile"
- [Karaoke] Chi non apprezza i personaggi yakuza potrebbe non gradirne le vicende, seppur goliardiche
























L'analisi è interessante e accurata, con alcuni passaggi che mi hanno particolarmente colpito come questo:
"Il messaggio di fondo è tanto semplice quanto dirompente: essere anomali, strani o atipici non deve necessariamente vedersi come un 'disturbo' al sistema e condurre all'isolamento dell'individuo. Tutto quanto ci appartiene, invece, può fungere da innesco positivo e invitante nei confronti degli altri, consentendo di aprirci senza il timore di un secco rifiuto, e di scoprire lati altrui e di noi stessi di cui magari a nostra volta non eravamo consci, men che meno orgogliosi."
E ho apprezzato anche la spiegazione su come la mangaka intendeva le sfumature boys' love, che sono "presenti ma non preponderanti".
Per me è molto vero l'ultimo "contro" indicato in questa recensione per l'altra serie: avevo evitato il manga, ho voluto dare una possibilità all'anime, ma no, proprio no. Ci sono rari casi in cui una rappresentazione leggera di criminali la posso trovare effettivamente leggera e divertente (La via del grembiule) , ma qui non è così. Kyoji Narita è in tutto e per tutto uno yakuza: violento, prevaricatore, grandi parole e nessuna spina dorsale ... e qui sta attorno ad un ragazzetto con anche un suggerito interesse sessuale: per me rimane da voltastomaco
La prima volta che mi sono imbattuta in un'opera della Wayama è stata in occasione del drama di "Pandino", come ho sin da allora ribattezzato Captivated by you (a proposito: la versione panda è infinitamente più pucciosa nel drama rispetto sia al manga che all'anime, vedere per credere): mentre cercavo di stendere la trama, mi sembrava di essere di fronte a una storia di cui non capivo bene dove potesse collocarsi la sua attrattiva. Quando poi ho visto il drama, all'epoca ancora privo di sottotitoli, sono rimasta completamente -ma meravigliosamente- spiazzata, e nel momento in cui ho letto Hoshi in the girls' garden ho subito ritrovato quella 'bizzarria' tipica dell'autrice che è così difficile da descrivere o spiegare... bisogna proprio vederla e sperimentarla XD
Adoro la sua verve creativa, adoro il modo in cui questa donna riesce ad avere uno humour splendido, sottile ma estremamente efficace; adoro la sua adorazione per Junji Ito, che irrompe nelle sue storie nelle maniere e nei momenti più inaspettati... insomma adoro tutto. Compresa la magnifica opportunità che ci ha messo a disposizione Dynit pubblicando di lei tutto il pubblicabile... se potete, recuperateli, sono pochi volumi, ma così preziosi ♥
Il mio unico rimpianto è che ad oggi non ho ancora potuto vedere il film del Karaoke (me lo sarei aspettato al FEFF, così non è stato, sigh), ma spero di poter rimediare, un giorno...
Di contro, in Giappone quest'estate è stata una vera goduria per me vedere scaffali e scaffali di copie dei volumi della Wayama nelle librerie (la foto che si vede nella recensione l'ho scattata io), con copertine dedicate tra le riviste specializzate di animazione, a pubblicizzare due opere così "mignon" ma così fortemente amate. Da noi l'anime, seppur licenziato ufficialmente, sicuramente sarà passato molto in sordina rispetto a molti altri. Da loro no. Anche per questo non posso fare a meno di stimare profondamente i giapponesi e le loro venerazioni ♥
Naturalmente rispetto l'opinione, ci mancherebbe altro, anche se personalmente mi ritrovo su un pensiero diverso.
Tendenzialmente non amo le storie di yakuza in quasi nessuna salsa, faccio fatica a farmi piacere l'ambiente e i personaggi, nel complesso è un mondo da cui preferisco tenermi lontana. Esiste qualche eccezione, come Kei x Yaku, il drama My Boss my Hero, oppure opere come appunto questa, che facciano leva sulla goliardia o sull'ironia. Lo Yakuza casalingo invece, forse paradossalmente, non mi diverte per nulla (uno dei pochi casi in cui ho droppato un drama). In tal caso mi divertono, trovo che offrano anche diversi spunti interessanti su cui riflettere. Ad esempio per Narita credo che nel suo capitolo di gioventù al lettore/spettatore arrivi abbastanza chiaramente la percezione di quando il confine tra legalità/criminalità diventa così labile. Mi ha colpito tantissimo questa soglia, di un ragazzotto che il momento prima sta lavorando di malavoglia in un karaoke, e l'attimo dopo viene reclutato da un bozz yakuza. Una vita che cambia completamente, in un attimo, senza che sicuramente il giovane di turno abbia la chiara percezione delle implicazioni della cosa. Mi sono chiesta quante volte capiterà, nel quotidiano del Giappone; mi sono domandata quanto vicina sia alla realtà (ma non credo sia così distante). Ammetto che altre opere sulla yakuza non mi hanno portata a farmi maturare questi pensieri, o forse è perché in un'opera 'scema' (ma mai banale) della Wayama non me li aspettavo? Non saprei, ci penso spesso.
Di Narita mi piace vedere come l'autrice dipinga tutta la sua debolezza e incapacità come uomo e come adulto, e come di fronte a un ragazzino come Satomi si metta in discussione come una persona consciamente manchevole, ma desiderosa di apprendere. Questa ed altre cose mi sono piaciute molto.
Non sono una fan delle 'coppie' con tanta differenza d'età, men che meno di quelle che coinvolgono minorenni.
Nei confronti del loro 'presunto' rapporto 'sentimentale' ho pensieri più contrastanti che appassionati. Nondimeno, apprezzo tantissimo come il loro incontro porti entrambi a crescere notevolmente, a prescindere da qualunque altro risvolto. E questo, per me, è proprio il punto focale delle vicende che li coinvolgono.
E' un punto di vista comprensibile e condivisibile. Anche io sono sempre un po' sospettosa verso le opere che parlano di criminalità organizzata e di relazioni con grande differenza di età. Però, come diceva anche @zettailara, questo anime non mi ha disturbato e ho trovato un buon equilibrio fra i vari elementi. C'è la comicità, ma c'è anche la rappresentazione della violenza degli yakuza che riporta lo spettatore alla realtà. Non vi ho visto una idealizzazione della malavita. E anche il rapporto fra loro due, con quell'accenno a un sentimento romantico che però non è mai chiaramente esplicitato, non mi ha fatto accendere campanelli di allarme come in altre opere. Poi la parte introspettiva su Narita mi è piaciuta davvero tanto, quel suo riflettere sulla direzione che ha preso la sua vita, e sul presentimento che lo aveva sempre accompagnato: "sapevo che a un certo punto la mia vita avrebbe deragliato" (non ricordo la citazione esatta). Mi sembra che l'autrice abbia saputo trattare questi temi con buon gusto e con il giusto equilibrio fra leggerezza e riflessione.
Comunque mi piace molto quando ci confrontiamo così sulle cose che abbiamo visto o letto, lo trovo molto utile e interessante.
Sì, utili e piacevoli confronti! Razionalmente concordo con le attenuanti indicate da te e da @zettailara, ma purtroppo non sono bastate a farmi godere in tranquillità la serie, probabilmente è proprio una mia idiosincrasia (ad esempio mai riuscita a guardare "Il padrino"), so che l'analisi su Narita è ben fatta, ma è proprio un brutto tipo: non riesco a rilassarmi quando è sullo schermo!
Questo scivolare così senza nemmeno avere il coraggio delle proprie decisioni nella criminalità è orrendo, e Satomi è un ragazzino anche simpatico, proprio soffro a vederlo alla mercé di un tipaccio del genere
Il punto di vista è comprensibile. Anch'io non amo che i temi legati alla criminalità organizzata vengano trattati con leggerezza e superficialità e, in linea generale, non sopporto la banalizzazione di temi particolarmente delicati o rilevanti.
Eppure, in questo caso non ho avvertito la sensazione che la serie abbia in un qualche modo idealizzato o normalizzato la figura dello yakuza, anzi l'autrice è stata particolarmente abile a destreggiarsi tra il lato comico dell'opera - evidenziando l'aspetto grottesco e ridicolo di questo sgangherato clan di yakuza canterini - e il lato introspettivo, attraverso il racconto del percorso di vita di Narita; percorso di cui lo stesso protagonista ne riconosce lo squallore e il fallimento.
Mi è piaciuto molto il modo in cui è stato raccontato il malinconico rimpianto di un uomo, non più giovane, che inizia a fare i conti con la consapevolezza di una vita sprecata. Una vita senza prospettive, che non presenta via d'uscita rispetto ad una strada sbagliata intrapresa in gioventù con troppa leggerezza e superficialità; un "ingranaggio impazzito" come lo definisce lui stesso.
L'incontro con Satomi è un altro "ingranaggio impazzito" nella vita di Narita. Forse l'ingranaggio giusto per rimettere in funzione l'orologio rotto...
Per quanto riguarda la questione della differenza d'età, la cosa non mi ha particolarmente infastidita, forse perchè l'interesse romantico tra i due viene accennato in maniera molto velata e rimane sullo sfondo fino alla scena finale in cui Narita si trova ormai di fronte ad un ragazzo diventato adulto.
E, a proposito:
Mi hai fatto ricordare che tra le cose che più ho adorato del karaoke, e del modo in cui la Wayama lo ha impostato, vi sono proprio le facce con le espressioni 'schifate' (o nauseate, o comunque infastidite, seccate) che vediamo di Satomi per la maggior parte della storia. Mi sono piaciute perché trovo che siano un chiaro indice del 'giudizio implicito' che l'autrice offre nella sua rappresentazione di Narita, nel suo importunare continuamente il ragazzo. La penso allo stesso modo, e mi piace che lo abbia reso in una maniera così realistica, nel senso che credo che chiunque -nella stessa situazione-, reagirebbe con un naturale fastidio. Ben lungi insomma da una reazione da fiaba del tipo occhioni shojo luminosi e "omiodddddio io sono un ragazzino sfigatissimo e nessuno al mondo mi capisce, ma questo gran figone della yakuza è apparso dal nulla e continua a volere me, e soltanto me, cielo cielissimo che emozione immensa, quale miracolo dell'ammmmmmore!!!!" Ecco... no. Per fortuna no XD
E mi piace che da tanto fastidio si passi a sensazioni ben diverse, ma non perché sia scattato Cupido, quanto piuttosto perché maturate attraverso esperienze condivise, il confronto delle rispettive debolezze, l sacro potere della musica (quello sì) e tutto il resto che abbiamo visto.
La storia è breve, ma come si diceva sopra, i cenni e gli spunti sono tanti, e (almeno personalmente) mi sono rimasti ben più a lungo, e ben più a fondo, del semplice minutaggio degli episodi. Ogni volta che questo accade, mi piace da matti ♥
Comunque per chi fosse interessato che c'è anche il sequel del manga di "andiamo al karaoke", ancora in corso e tra l'altro mi sta piacendo molto (e ci sono alcuni sviluppi molto "interessanti" XD)
Io amo l'autrice! Sto recuperando tutto quello che è stato pubblicato da noi. E comunque sì, questi sono due di quei anime che hanno molto successo in Giappone e forse anche nel resto dell'estremo oriente, ma che passano inosservati oltreoceano purtroppo (un pò come Brave Bang Bravern del 2024 che è stato un enorme successo in Giappone, ma che sfortunatamente è quasi sconosciuto all'estero). Per fortuna in questi casi possiamo contare sul pubblico Giapponese XD
Adoro questa autrice e sto cercando di recuperare tutti i manga suoi arrivati in Italia.
Per quanto riguarda questi due titoli sono stati i primi dell'autrice che ho letto e di cui ho visto anche le trasposizioni live action (mi sono piaciute tantissimo!), quindi non potevo lasciarmi sfuggire anche la trasposizione animata.
Ho adorato come sono state rese e ho amato tutte le opening e ending.
Forse preferisco Captivated by you, ma Andiamo al karaoke ha il primato di avermi fatto appassionare a un personaggio yakuza che di solito non apprezzo!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.