Il 5 aprile 2012 alle 01:29 di notte (o il 4 aprile alle 25:29, se si preferisce questo sistema di datazione) andava in onda uno dei titoli più particolari e interessanti dedicati al ladro di Monkey Punch: Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine.
Con Sayo Yamamoto alla regia, Mari Okada alla sceneggiatura e Takeshi Koike al Character Design, la nuova serie attirò fin da subito l'attenzione, specialmente considerando che erano quasi 30 anni che non usciva una nuova serie dedicata al franchise di Lupin III

La serie è gestita in Italia in esclusiva da Yamato Video, la quale ha prodotto un’edizione home video distribuita da Anime Factory. La serie è attualmente stata acquisita da Sky e in onda su Sky Serie, mentre è disponile in streaming sulle piattaforme Amazon Prime Video e NOW.
 

Approfittiamo dell'occasione del decennale per riportare alcune interviste alla regista Sayo Yamamoto sul dietro le quinte della produzione della serie.

Intervista a Sayo Yamamoto (WMC)


Il suo successivo lavoro come regista fu Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine, tre anni dopo il suo precedente lavoro.

Subito dopo la conclusione di Michiko e Hatchin stavo creando un progetto su una maghetta, con una storia incentrata su una relazione senza nome, ma alla fine il progetto fu rifiutato. Mentre riflettevo sul mio futuro ricevetti un'offerta per Fujiko. Yu Kiyozono, il CEO di Telecom Animation Film che aveva lavorato a tutte le serie di Lupin, mi contattò perchè aveva visto Michiko e desiderava una serie di Lupin con quell'atmosfera. Tuttavia non mi sentivo in grado di creare una serie con Lupin come protagonista.

Come mai?

Perchè se il protagonista deve essere Lupin si avrebbe un prodotto migliore se a realizzarlo fosse qualcuno più legato di me al personaggio di Lupin. E io stessa non era particolarmente interessata a creare 12 episodi su di lui. Il mio personaggio preferito di Lupin è Fujiko Mine, tanto che quando ero bambina guardavo Lupin solo per le scene sexy di Fujiko. Pensai che se l'argomento fosse stato "Voglio vedere Fujiko per tutto il tempo" allora sarei stata in grado di realizzarlo. 
 

Fujiko ha una scrittura che scava in profondità nell'interiorità di una donna. Ritengo inoltre che lei sia sempre stata brava a rappresentare il valore della memoria.

Ritengo sia giusto assegnare i meriti della storia a Mari Okada. In parti come l'episodio tra Fujiko e sua madre si vede un lato oscuro che Mari Okada ha dentro di sè.*

* Per approfondire il rapporto di Mari Okada con la madre si consiglia l'autobiografia della sceneggiatrice From Truant to Anime Screenwriter.

In un certo senso, le relazioni drammatiche tra personaggi sono il territorio di Mari Okada; il suo principale lavoro come regista fu di creare i layout e decidere come dirigere il tutto.

Per Fujiko fu assolutamente così. Il mio lavoro fu di incorporare le parti più subdole che non erano scritte nella sceneggiatura.
Inoltre, mentre stavo lavorando all'anime ci fu il terremoto del Tohoku e subito dopo un mio parente morì. Tutto ciò mi rese completamente incapace di scrivere gli storyboard, ero emotivamente devastata. Originariamente nella sceneggiatura del primo episodio era previsto l'uso di un'enorme onda che permettesse a Fujiko di rubare il tesoro del palazzo. Tuttavia in quel periodo non avremmo potuto rappresentare qualcosa di simile a uno tsunami, perciò dovetti scervellarmi per trovare un altra astuzia senza tuttavia arrivare a nulla di interessante. Volevo anche inserire più contenuti erotici così da ricreare l'atmosfera sensuale del prodotto originale ma non riuscivo a entrare nello spirito giusto... attraversammo un sacco di problemi per creare quell'anime. E come se tutto ciò non fosse stato abbastanza, mentre stavo lavorando a Fujiko iniziai a desiderare di creare un anime sul pattinaggio: era come se il pattinaggio fosse la mia unica distrazione. Per i vestiti del luogotenente Oscar presi spunto dai costumi di Johhny Weir.
All'epoca pensavo: "Dopo la fine di Fujiko farò assolutamente una serie piena solamente delle cose che amo". In parte era dovuto alla mia depressione in quel momento, ma ritenevo che l'unico modo per comprendere il motivo per cui si vive fosse realizzare qualcosa che si desidera dal profondo del cuore.

Intervista a Sayo Yamamoto (AF)


Il suo lavoro è popolare tra le donne negli USA per i suoi complessi personaggi femminili. Include questo tipo di personaggi nei suoi lavori per qualche obiettivo specifico?

Prima di Yuri!!! on Ice ricevevo un sacco di offerte per dirigere progetti per una pubblico femminile per il solo motivo di essere io stessa una regista donna. C'erano tematiche con cui, in quanto donna, ero più familiare e mi era più semplice immaginare, rispetto ad un regista uomo, i comportamenti di un personaggio femminile. Si dice che nelle mie opere creo donne "dure" che mettono gli uomini a disagio. Non è una cosa che faccio consapevolmente, ma finisco per realizzarle in quel modo perchè gli altri non ne sarebbero capaci.

Com'è stato ideato lo stile artistico de La donna chiamata Fujiko Mine?

Volevamo tornare indietro allo stile di Monkey Punch antecedente al primo volume originale del fumetto di Lupin. Lo stile artistico classico degli anime di Lupin è stato adattato per i bambini. Tranne qualche eccezione come i film di Takeshi Koike, la maggior parte degli anime su Lupin sono rivolti a un pubblico generalista. I fumetti originali di Monkey Punch erano invece rivolti ad un pubblico maturo. Volevo tornare indietro all'estetica originale anni '60 e recuperai un sacco di uscite di Vogue e Elle dell'epoca da usare come riferimenti su come fosse la moda all'epoca.


Intervista a Sayo Yamamoto e Naruyoshi Kikuchi (WMC)


Immagino che comporre la colonna sonora di una serie su Lupin III debba essere una grossa responsabilità? Era sotto pressione?

Kikuchi: Si tratta di un titolo importante, tanto che ci furono diverse reazioni dalle persone intorno a me. Persino l'addetto all'ascensore del cinema Shin-Bungeiza di Ikebukuro lo sapeva "Sig. Kikuchi, ho sentito che sta lavorando alla colonna sonora di Lupin III". Rispetto profondamente entrambi i miei predecessori ed è stato il maestro Ohno a realizzare quel latineggiante hard bop oggi noto come Lupin Jazz. Ma dal momento che questa serie è uno spin-off non ho mai pensato di tracciare una linea che da Yamatake, passando per Ohno, arrivasse a Kikuchi e ho quindi potuto lavorare in maniera abbastanza tranquilla.
 

In quanto regista, aveva pensato fin da subito di affidare le musiche ad una persona nuova?

Yamamoto: Esattamente. Essendo uno spin-off ritenevo importante che la musica fosse diversa. Sentivo inoltre di volerla affidare a qualche "teppista" a cui non importasse nulla degli anime, quindi quando Watanabe mi consigliò Kikuchi capii subito che era la persona di cui avevo bisogno.

Su cosa avete discusso per quanto riguarda il paesaggio sonoro?

Yamamoto: Dal momento che la serie era ambientata tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '70 chiesi una musica che si abbinasse a quel periodo.

Kikuchi: Per essere precisi, non doveva esserci nessun "step recording". Se anche avessi usato un computer sarebbe dovuta sembrare suonata a mano. Watanabe mi disse di comportarmi come se stessi registrando il mio stesso album.

Cosa avete provato la prima volta che avete ascoltato la musica?

Yamamoto: La prima canzone che sentii fu la sigla d'apertura e fu assolutamente fantastica. Pensai addirittura che sarebbe stato uno spreco doverla incasellare aggiungendo le immagini, ma alla fine le animazioni finali divennero qualcosa che non avevo mai visto prima - mi piacerebbe dire che è stata la musica a mostrarmi quell'immagine.

Fu qualcosa che nemmeno lei aveva immaginato.

Yamamoto: Già. Avevo alcune idee su cosa avrei voluto vedere prima di sentirla, ma furono tutte spazzate via dopo aver ascoltato quella canzone.

Kikuchi: Spero di non averla fuorviata!

Yamamoto: Assolutamente no, sorprese tutto lo staff dello studio.

La sua scelta di usare una narrazione anzichè una canzone per la sigla iniziale fu molto sorprendente.

Yamamoto: Avevo discusso con Watanabe di non essere una grande estimatrice delle canzoni e lui suggerì: "perchè non qualcosa di parlato?"; la cosa mi sembrò interessante e così nacque tutto. Kikuchi disse che sembrava un'idea interessante e quindi spinsi in quella direzione, lasciando a lui la stesura del testo.

Kikuchi: Le direttive che ricevetti per la narrazione furono di realizzare qualcosa che potesse funzionare da solo come una composizione musicale ma che al contempo facesse intuire di cosa parlasse la serie. Per questo pensai che sarebbe stato meglio non usare la doppiatrice di Fujiko. E mentre cercavo di capire chi avrebbe potuto essere adatto, Kazuki Takami di East Works Entertainment mi sussurrò all'orecchio "Ichiko Hashimoto"; gli risposi che era un genio! Non essendo una doppiatrice professionista la voce di Hashimoto non trasmette le tradizionali vibrazioni da anime. Del resto, ne Historie(s) du cinéma di Jean-Luc Godard improvvisamente si sentono parlare anche persone che non sono attori professionisti. Si ha l'impressione di qualcosa di alieno e le parole rappresentano la prospettiva di una donna adulta, per cui pensai che la voce di Hashimoto avesse l'aura giusta per catturare tutti questi aspetti.
 

Hashimoto da anche voce ad un personaggio importante a fine serie. Questa scelta è stata presa dopo aver registrato la narrazione della sigla?

Yamamoto: Esatto. L'abbiamo deciso in un secondo momento. Ma quando l'abbiamo effettivamente incontrata abbiamo avuto la sensazione che non fosse assolutamente fuori posto in Lupin. Sono contenta che le abbiamo questo di farlo. 

Quanto si è ispirato al Lupin Jazz?

Kikuchi: Non ho preso spunto da esso, tuttavia dovendo realizzare un paesaggio sonoro che richiamasse il decennio tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '70 si possono trovare elementi simili, ma si tratta solo di coincidenze.

Come il fischietto e lo scat usati anche da Yamashita?

Kikuchi: Quando ricevetti le indicazioni per la musica da Watanabe, cose come il fischiettare erano già presenti nel "music memo". Il memo era estremamente dettagliato, per esempio c'erano note come "in maniera solitaria, ma non troppo addolorata" e "con un pianoforte Fender Rhodes e una chitarra". Erano così specifici da addirittura indicare che tipo di strumenti utilizzare. Ci sono musicisti che si limiterebbero a ignorare tali indicazioni per lavorare nel proprio stile, ma io non sono tra questi per cui ho creato la musica seguendo le direttive dei superiori.

Insieme a Watanabe lei ha selezionato le musiche da accoppiare alle animazioni.

Yamamoto: Ho lasciato la selezione delle musiche a Watanabe. Lui sceglie le musiche in modo che poi sembrino più fighe, quindi tendo a usare più o meno tutte le canzoni che sceglie per me. Anche questa volta ho usato tutte le BGM che ha scelto. Ho ascoltato la colonna sonora quando l'ho ricevuta da lui e poi l'ho controllato durante il processo di missaggio audio. Tuttavia, a causa di un errore, non abbiamo potuto usare una musica etnica durante il matrimonio - ma l'abbiamo modificata nella versione DVD.

Fino a che punto le musiche di Kikuchi si sposano con le animazioni?

Yamamoto: Potrà sembrare impudente detto da me, ma La donna chiamata Fujiko Mine sembra abbastanza classico, e penso che la musica abbia fatto molto in tal senso: senza Kikuchi questa serie non avrebbe mai visto la luce.

Cosa ne pensa della serie ora che è completa?

Kikuchi: Questo Lupin è stato realizzato con l'intento pubblicitario di ritornare al Lupin per adulti e di avere un Lupin femminista, dalle mani di una regista donna e una sceneggiatrice donna. L'eroina che, portandosi dietro un trauma sessuale dal proprio passato, percorre un viaggio alla scoperta di se stessa è un elemento base del cinema europeo e, nonostante in questo caso si stia parlando di un anime, mi resi conto che la serie non avrebbe accettato alcun compromesso su tale questione psicologica. Avrebbe fatto tremare le ginocchia agli uomini. Quindi pensai di essere l'unico in grado di poter lavorare alle musiche di un simile progetto, sebbene non fossi sicuro di riuscire realmente a farcela. Per questo motivo passai molto tempo ad ascoltare le colonne sonore di Repulsione di Roman Polanski e L'anno scorso a Marienbad di Alain Resnais, due film che affrontano il trauma sessuale di un donna.
 


Fonti consultate:
- Intervista a Sayo Yamamoto (wavemotioncannon.com)
- Intervista a Sayo Yamamoto (animefeminist.com)
- Intervista a Sayo Yamamoto e Naruyoshi Kikuchi (wavemotioncannon.com)