Questa volta il distacco è stato breve, lo sapevamo, forse anche per questo l’ultima volta ci siamo emozionati un po’ meno, perché lei sta diventando sempre di più un’amica con la quale passare del tempo abitualmente che una da “chissà quando la rivedrò”. Bene, per la quarta volta rieccoci qua, perciò farei prima un velocissimo recap degli appuntamenti precedenti:

La Mia Prima Volta
Lettere A Me Stessa
La Mia Fuga Alcolica

Diario di una Guerriera Single (Meisō Senshi Nagata Kabi), è il quarto volume autobiografico di Kabi Nagata. Volume unico pubblicato in patria nel 2020 dalla Futabasha e arrivato recentemente in Italia grazie a J-POP, la quale ha curato anche i titoli precedenti e che potete vedere elencati qui sopra. Anche per questo volume possiamo apprezzare il lavoro di Carlotta Spiga alla traduzione, così come quello di Federico Salvan all’editing e di Giulia Gabrielli al lettering.

L’edizione è un 15x21, brossurato, interamente a colori per un totale di 128 pagine, al prezzo di 12€.
 
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Felicitazioni!

Iniziamo con un tono diverso rispetto all’articolo precedente (che si aprii con “Pancreatite Acuta”). Kabi aveva concluso La Mia Fuga Alcolica comprendendo che lei è un’artista che necessita di parlare di sé, della sua vita, e si pose come obiettivo di trovare un argomento che la appassionasse e, come ha sempre fatto, mettere il suo cuore e la sua anima di fronte a noi lettori, senza tralasciare nulla. L’argomento prescelto è il matrimonio.

La ricerca e la comprensione dell’amore è sempre stato il tema preponderante nella vita di Kabi. Che tutte le sue attenzioni fossero rivolte nel cercare di comprendere come definire l’amore verso la famiglia, verso un potenziale partner, verso il lavoro o verso se stessa; i suoi tentativi sono stati sempre dei “deliziosi fallimenti”, perché magari arriva anche a qualche risposta ma in realtà non è altro che un tornare al punto di partenza con una lucidità differente. Questa volta, dopo aver pianto tutte le sue lacrime al matrimonio di un’amica e nonostante la sua indole pessimistica, arriva alla conclusione che lei vuole assolutamente sposarsi, e credo che sia una fase che molte persone nella propria vita abbiano passato, questa voglia di “normalità” è più che comprensibile, peccato però che non si diventi “normali” da un momento all’altro (normali inteso come quel che la società si aspetta da noi esseri umani, non è un giudizio).

L’ovvio è tale per definizione, perciò non sorprendetevi se vi dico che per sposarsi ci vuole prima di tutto una persona al tuo fianco, quindi, un matrimonio vero e proprio è per il momento da scartare. Per questo Kabi decide di noleggiare un abito da sposa e affidarsi a un’agenzia che le potesse fare un servizio fotografico ad hoc; le cose sono andate all’inizio molto bene, poi sono andate molto male, poi è arrivato il classico momento della realizzazione… non voglio fare un continuo elenco degli eventi ma questi primi passi risultano essenziali per comprendere il tono del resto del volume. Il matrimonio, diciamo, che si conclude abbastanza in fretta.
 
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Le felicitazioni, che porgo a Kabi Nagata, sono relative alla nuova verve che palesa in questo volume; finora l’abbiamo vista arrancare e soffrire ma questo manga è senza ombra di dubbio la sua opera che trasmette maggiore positività, per quanto ciò non voglia dire che non manchino sofferenze. Infatti, prima di parlare degli elementi più positivi, o perlomeno ricolmi di speranza presenti nell’albo, direi che sia il caso di soffermarsi su una orribile confidenza che l’autrice fa a noi lettori.

Kabi decide di raccontarci (nel dettaglio ma non in maniera disturbante) di quando da piccola è stata molestata sessualmente, ovvero l’evento che potrebbe aver fruito da trigger per tutti i suoi disturbi; questo terribile avvenimento non viene vissuto però come una “scusante” da lei, afferma di conoscere numerose ragazze che sono state molestate sessualmente in tenera età ma questo non ha precluso a loro la possibilità di incontrare persone delle quali fidarsi e alle quali voler bene, perciò si sente come se sbagliasse ad arroccarsi dietro una tragedia simile. Mettiamo in chiaro che il ragionamento fatto da Kabi è in questo caso estremamente errato: chiunque sia stato una vittima di abusi ha il suo modo personale di relazionarsi al trauma, nessuno deve paragonarsi ad altre vittime e nemmeno giudicare il loro modo di condurre la vita, quindi, vi invito a prendere le parole di Kabi come un errore (comprensibile, non voglio accusarla) e di non lasciarvi condizionare. Le sue opere sono state, giustamente, utilizzate come conforto e sfogo da molte altre persone ma, perdonatemi se lo ribadisco, queste sue frasi non sono assolutamente da considerare corrette.


Si va velocemente (forse anche troppo velocemente) oltre questo triste racconto e, mettendo da parte ogni scusa, Kabi cerca di comprendere chi sia lei stessa, visualizzando degli scalini che rappresentano tutte quelle cose che deve davvero comprendere di sé. Mette in discussione la propria identità di genere e i suoi gusti sessuali, tornando a come molti credano che lei sia omosessuale, poiché in La Mia Prima Volta ha raccontato della sua attrazione per le ragazze, ma che in realtà, per quanto possa preferirle a livello estetico, non ha una vera e propria predilezione e non esclude di trovare un compagno del sesso opposto. Osserviamo una veloce e inesorabile destrutturazione di sé che alla fine non può che portarle a chiedersi cosa sia l’amore, cosa sia la felicità. Sì, in mezzo c’è anche una parentesi con un’app di incontri ma è così meravigliosamente tragicomica che non potrei mai e poi mai rovinarvela così impunemente.
 


Questa volta Kabi non si sofferma solo su quello che non va nella sua vita, sui suoi difetti e i suoi problemi, ma cerca attivamente di comprendere cosa potrebbe fare per amarsi, e questa è quella piccola evoluzione umana che al quarto volume si può solo accogliere con grande gioia. Ognuno può avere i propri pareri personali sull’amore ma quando si è vissuto per più di trent’anni col pensiero che l’amore non esiste e che la TV, il cinema, le canzoni non fanno altro che prenderti in giro, come puoi sapere cosa sia reale? Apprezzo come un ruolo importante nella sua risalita lo ha portato proprio “uno di noi”, un lettore che le ha scritto una mail spingendola sempre di più in questo percorso di accettazione e confermando il rapporto intimo che c’è tra noi e lei, che vado a ribadire ormai da tempo.

In questi anni siamo entrati dentro la tempesta che è l’esistenza di Kabi Nagata, i suoi problemi personali, di salute, con la sua famiglia, con il suo lavoro… sì, lo sappiamo, lo sapete. Ci ha mostrato quanto possa essere distruttivo (se non inutile) lottare contro dei problemi giganti, più grandi di noi e della vita stessa, se ci mancano le basi per comprendere noi stessi. Questo volume, rispetto al precedente, aggiunge davvero qualcosa su di lei, sul suo modo di essere, è un volume che riesce a dare speranza senza esasperare troppo il lettore (dato che molti sono intimoriti dal tono delle sue opere, questa è sicuramente la più accessibile in assoluto).

Kabi Nagata è un’autrice che merita il grande successo che ha, con un vero dono per la narrazione e per il fumetto in quanto media di intrattenimento e di comunicazione, e vederla cercare di capire in maniera così ingenua se davvero possa esistere l’amore e notare quanto le conclusioni alle quali arriviamo e che le danno questa rinnovata serenità (per ora), sono abbastanza semplici, ci mostra come siamo sempre noi i nemici più grandi di noi stessi e come anni di negatività e di problemi possano dare una visione della vita così artefatta da farci dimenticare la gioia delle cose semplici. Sia chiaro che non è una colpa o una presa in giro, per nulla al mondo, come Kabi ci sono tantissime persone vittime della propria salute mentale e quindi, sì, anche questo volume può essere di estremo aiuto per tante persone che sono troppo schiacciate dall’orribile schifo che c’è nel mondo per comprendere come poter muovere, anche solo gattonando, i primi passi.
 


Siamo partiti da un matrimonio per arrivare come sempre alla realizzazione che tutto sommato le cose potrebbero andare peggio, con la voglia di sposarsi che ben presto si è trasformata in voglia di amarsi. Siamo arrivati alla fine, quindi, per la quarta volta aspettando la quinta, questa volta Kabi sembra stare bene, sembra aver iniziato un percorso che possa giovare alla sua sanità mentale… ma chi lo sa, la vita è imprevedibile e lei ancor di più. L’unica cosa che davvero mi viene da dire dopo questo volume è:

Kabi, ti vuoi bene?
 
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