"In principio, era il Caos", diceva Esiodo... dimenticandosi poi colpevolmente, nella sua "Teogonia", dell'uccello pietrificato. Che rimase irrilevante. Forse. A differenza (forse) del suddetto Caos, che si è chiaramente ben ambientato nelle opere di Keiichi Arawi.

Dando un risoluto taglio ai preamboli che non c'entrano assolutamente niente con quel che seguirà, passiamo a CITY the Animation, adattamento animato del manga proprio di Keiichi Arawi, già noto per Nichijou. La serie è al momento al terzo episodio, disponibile su Amazon Prime Video anche doppiata. Ne parleremo in maniera caotica dopo il trailer:
 
 
Midori è un po' in difficoltà. È piena di debiti e la sua padrona di casa sta cercando un modo per estorcerle gli affitti arretrati; come se non bastasse, la sua migliore amica si rifiuta di prestarle i soldi ora che si è accorta dei suoi raggiri. Forse un po' di bullismo potrebbe aiutare... oppure un furto? Nessuna delle due strade è ragionevole. Forse trovare un lavoro risolverebbe le cose... ma lavorare significa avere meno tempo per le avventure divertenti nella grande città...
  
CITY The Animation


E davvero, tanto ma tanto ci sarebbe da dire, anche solo su questi primissimi episodi, ma è bene un nuovo preambolo, questa volta non inutile (forse): se non avete apprezzato Nichijou, o se avete provato a vedere CITY e non vi ha entusiasmato... considerate l'idea di non procedere oltre. L'apprezzare o meno un certo tipo di umorismo è un tratto del tutto personale, non ci sono consigli o meraviglie d'animazione che tengano; se non vi prende, non c'è molto da fare. Inutile scavare in cerca di qualcosa che non c'è, per voi non sarà nient'altro che una trappola. Animata divinamente, ribadiamolo:
 

Se invece CITY è la serie che fa per voi, allora non resta altro che farsi trascinare in questa caotica città, tanto protagonista quanto i personaggi che la abitano, sempre presente sin dalle primissime battute. Pensiamo all'inizio, in cui per riprodurre la spread che nel manga ci mostra il quartiere commerciale ci si lancia in un passaggio dall'alto, dalla narrazione del preambolo, in una sorta di piano sequenza che passa attraverso le nuvole, calando dall'alto sulla città, mostrando alcuni edifici al centro delle vicende, fino al dettaglio del primo piano di Midori Nagumo. E poi sigla, si stacca, ma fino a un certo punto, perché la opening richiama molto lo stile che abbiamo già visto e continueremo a vedere nella serie.
 


E questo, probabilmente, non è ancora nulla... Arawi ha dato prova nelle sue opere di essere in grado di imbastire tavole estremamente elaborate (le cosiddette "mankei", tavole con un'enormità di personaggi ognuno impegnato a farsi gli affari propri, spesso con i propri balloons). Una sfida, quella di adattare in animazione certi virtuosismi, da cui certamente i matti da legare di Kyoto Animation non si tireranno indietro.

Perché "matti da legare"? diciamo che il curriculum di certi artisti parla chiaro, ma riprendiamo nello specifico quanto evidenziato in un articolo sul primo episodio, e sulla produzione dell'anime in generale, condiviso su Sakugabooru. Probabilmente, all'ordine del giorno di una qualunque riunione nello studio sta una voce fissa: "Come ci complichiamo la vita, stavolta?"... e per CITY si è deciso così di andare a realizzare i disegni definitivi, da utilizzare poi per le animazioni, direttamente con brush pen, anziché a matita.
 
CITY the Animation


Non puoi sbagliare, e se sbagli difficilmente potrai correggere; ma questa è KyoAni, ed è evidente che il risultato sia stato all'altezza dell'impegno. Un risultato in cui ai colori pieni e con ben poche sfumature / ombre si oppongono contorni e dettagli ben marcati dalle linee nere, il tutto per avvicinarsi il più possibile allo stile del mangaka, anche con l'utilizzo di tutti gli espedienti possibili, come linee cinetiche, deformazione dei personaggi ecc...

P.s. occhio al takoyaki in alto, nel terzo episodio... chi vi scrive ha rischiato di sputare un polmone.
 
CITY the Animation


La complessità nell'adattare un manga di Arawi, tuttavia, non sta "soltanto" nel cercare di rendere in animazione i suoi virtuosismi, anzi. Una delle peculiarità dei manga, e di quelli di questo artista in particolare, sono i non detti / mostrati, le transizioni da un momento a un altro tramite accenni non sempre immediatamente comprensibili; spesso, una scena del manga CITY è interconnessa a un'altra, e lo staff dell'anime, guidato dal regista Taichi Ishidate, ha perciò deciso di sovrapporre più scene: mentre se ne mostra una, le voci dei personaggi che compariranno successivamente ne hanno già fatta iniziare un'altra. I vari avvenimenti vengono talvolta presentati in un caos differente rispetto a quello del manga, creando nuove connessioni tra diversi momenti, saltando (possibilmente con tecnica Fosbury) alcuni sketch per poi magari riproporli in seguito, o forse mai, chissà, il tutto con la collaborazione attiva dello stesso autore, fatto che spiega la mancanza di una persona accreditata alla "series composition", cioè l'assenza di uno scrittore principale.

E non possiamo dimenticare la quantità incalcolabile di scritte, cartelli e testo in generale che popolano la città e non soltanto, tanto che a volte il testo assume proprio volume e vita, prendendosi la scena:
 
CITY the Animation


Tanto altro ci sarebbe da dire, ma chissà quante sorprese ancora ci riserverà lo staff di KyoAni. Concentriamoci adesso, perciò, su altro, ovvero su un cast decisamente in forma; particolarmente divertente è la Wako Izumi di  (Sei Takanashi in The Saintʼs Magic Power is Omnipotent), ma ogni voce appare appropriata e decisamente coinvolta (stiamo parlando della tizia che per rilassarsi "sniffa" inchiostro e accarezza funghi, sì, proprio lei):

Fanno parte del cast (direzione italiana di Gianandrea Muià, traduzione e dialoghi di Simone Lupinacci), tra gli altri... innumerevoli altri:
  
Come detto, Taichi Ishidate (Violet EvergardenOltre il confine) dirige l'anime per Kyoto Animation, con Tamami Tokuyama (Sound! Euphonium: Ensemble Contest ArcLiz e l'uccellino azzurro) al character design e alla direzione generale delle animazioni. Shiori Yamazaki (Violet Evergarden Film) è alla direzione artistica, Kana Miyata al color design, e Hiroki Ueda alla direzione della fotografia. Tatsunori Kase è incaricato di dirigere le animazioni in CG, e Yōta Tsuruoka si occupa della direzione del suono. I membri del quartetto Piranhans compongono le musiche con Pony Canyon creditato per la produzione musicale.

Le sigle sono state dirette sempre da componenti dello staff, con Riho Furui che ha eseguito la sigla d'apertura "Hello", mentre TOMOO canta la sigla di chiusura "Lucky", che possiamo vedere esser stata realizzata in uno stile che richiama la claymation:
 
 


Arawi ha iniziato a pubblicare il suo manga su Morning, rivista di Kodansha, nel settembre del 2016, e l'opera è terminata nel 2021, con tredici volumi in totale. È recentemente uscito un quattordicesimo volume per celebrare l'adattamento animato.
  
 
In conclusione, da un punto di vista della pura ammirazione estetica, questa è una serie da veder... sì, lo avevo già detto per un altro anime, in effetti. Questa serie è la quintessenza dell'odierna Kyoto Animation, erede di quella che mai tornerà, ma che ha saputo proseguire, tornando per certi versi a uno dei grandi amori di tanti componenti dello studio, ovvero i manga di Keiichi Arawi. Si scansano le soluzioni più "semplici" e sicure per conferire il maggiore impatto possibile alle scene, col risultato di rendere in maniera ottima l'umorismo surreale dell'opera originale.
Se proprio si volessero trovare dei difetti, non posso che tornare sul fatto che non sia un'opera per tutti, in quanto il senso dell'umorismo è un tratto strettamente personale. Inoltre la serie è colma di scritte e cartelli, non sempre adattati (in realtà raramente), il che non aiuta a godersi appieno la serie.