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10.0/10
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Premetto che questa recensione sarà un poco più soggettiva del mio solito. Questo perché Dragon Trainer in qualche modo colpisce su tutti i fronti le mie sensibilità, lo trovo semplicemente fantastico e non posso fare a meno di assegnargli questo voto. Cercherò di giustificarlo il più possibile.

Uscito nel 2010, a mio parere passa un po' troppo in sordina, oscurato anche ai premi oscar dal gigante Toy Story 3. Il risultato è che un film del genere ha sì ricevuto consenso e ottime critiche, ma non ha avuto abbastanza visibilità e credo sia immeritatamente non troppo conosciuto.

Ma ha tutte le carte vincenti di un ottimo film d'animazione. La storia è tratta dai romanzi per bambini di Cressida Cowell, ma è stata in buona parte riadattata per un target d'età più alto compiendo scelte coraggiose che quasi mai si vedono in questo tipo di lungometraggi, e sono state queste scelte a renderla unica. Non voglio fare spoiler, perciò dico solo che il finale è qualcosa di cui andare fieri, e la stessa autrice dei libri si è detta molto soddisfatta dei cambiamenti, che hanno elevato notevolmente il tenore dei messaggi che si porta dietro.

Tutto in Dragon Trainer è ben dosato: visualmente impeccabile, è stato realizzato con la massima cura dagli studi Dreamworks e certe animazioni e scene sono veramente ben fatte e suggestive. Ovviamente il risultato finale è dovuto anche ad un ottimo lavoro di scrittura e di regia.
La colonna sonora è un'altra chicca: le musiche di John Powell accompagnano in maniera egregia ogni momento, passando dalla dolcezza di un flauto all'epicità della battaglia, sembrano calzare a pennello coi sentimenti che veicola la storia.

La caratterizzazione dei personaggi, anche se non troppo originale, è molto ben fatta, tramite alcuni accorgimenti ognuno ha caratteristiche peculiari che lo distinguono, spesso giocando sulla parodia del genere fantasy e sui pregiudizi comuni della cultura vichinga, aggiungendo molti sorrisi a una storia che presto prende tinte più epiche e drammatiche.

È nella realizzazione dei draghi che si mostra invece l'inventiva: graficamente ricalcano molti canoni, ma hanno diverse caratteristiche che li rendono unici: movenze e comportamenti, soprattutto in Sdentato, il protagonista, sono palesemente ripresi da atteggiamenti di animali di compagnia. Questo crea un mix di ferocità dovuta all'aspetto draghesco, affetto canino e giocosità comica gattesca. Ma soprattutto, vengono così caricati di un forte potere di immedesimazione. Se è stata l'autrice dei romanzi a fare queste scelte, tanto di cappello, perché se fossi un bambino passerei tutto il giorno a fare finta che il mio gatto sia Sdentato.

Per quanto riguarda la storia e i suoi temi, Hiccup si trova a doversi confrontare con tutte le rigidità imposte dalle tradizioni della sua gente, i feroci e fieri vichinghi, tra cui lui non riesce a trovare spazio per via della sua diversità: ha un altro modo di vedere le cose, si approccia con la curiosità e con l'osservazione dove gli altri vedono solo l'uso della forza, ed è proprio nell'accettare queste sue differenti sensibilità e portandole avanti contro l'opinione comune che troverà il modo di scardinare le chiusure mentali della sua gente facendosi accettare per quello che è e portando un nuovo futuro al suo villaggio.

Ma credo che alla fine ciò che mi ha colpito di più di Dragon Trainer sia la sua ambientazione: il suo mondo è disegnato su spunti reali resi originali da tanti particolari creativi, creando un proprio mondo che sta in piedi da solo, altamente evocativo, in cui i personaggi si muovono con naturalezza. E questa è secondo me una delle principali caratteristiche di ogni buona storia fantastica: deve saper creare un mondo vero, dove lo spettatore si possa immergere e sognare.